Con un quarto di regular season mancante c’è chi in pratica sta chiudendo i giochi per quel che riguarda le posizioni di vertice. Lo sta facendo in maniera imbarazzante, dominando ogni tipo di statistica, mantenendo una costanza di prestazioni sin dall’opening day ma soprattutto rimanendo in testa alla propria Division, Conference e intera Lega senza alcun tipo di problema.

Parliamo dei Lightning di Jon Cooper e Steven Stamkos, gli eredi di Vincent Lecavalier e Martin St. Louis, due bandiere che hanno lasciato la baia poco prima che il team diventasse la contender principale allo strapotere di Pittsburgh a Est e dei “vecchi” Blackhawks a Ovest.

Allenatore e capitano sono gli artefici di questo “scatto” esponenziale dal momento in cui sono subentrati nei posti di comando e hanno preso i galloni da leader, la stagione del lockout il primo e la successiva (2013) il secondo.

Da allora superare i 100 punti ed entrare nei favori dei pronostici è stata una routine, tranne quando gli infortuni misero fuori dai giochi la fenomenale prima scelta assoluta del Draft 2008 (comunque 94 pts)!! Un campione straordinario di cui è quasi superfluo parlare e che presenta le caratteristiche tecniche e motivazionali per essere ricordato a vita, al pari dei più grandi front man del passato, come Steve Yzerman – ora più in famiglia nel Michigan dove dominò da giocatore – col quale ha spesso dichiarato di “confessarsi” per qualche consiglio.

L’ennesima e drammatica delusione da postseason al cospetto di Washington ha portato una reazione d’orgoglio imprevista, assolutamente non facile visto l’evolversi degli eventi: in vantaggio 3-2 dopo un’inaspettata rimonta e con un paio di match point a favore e quando sembravano essere finalmente scacciati i fantasmi del passato, si è in pratica smesso di giocare lasciando ai rivali l’arma senza la quale è impossibile vincere a questi livelli: la ferocia agonistica!!

I motivi per cui si è superato brillantemente questo shock (cosa non scontata, vedere in NFL Panthers e Falcons gli anni dopo il Super Bowl perso) vanno ricercati in tre fattori: l’età media (27) dei protagonisti che li pone a livello di esperienza e maturità su un piano maggiore rispetto ad altri, una pre season infuocata passata a rinnovare economicamente il roster “svenando” le casse societarie, segno inequivocabile che per Jeff Vinik e soci il ferro va battuto caldo senza aspettare l’erosione dei simboli in squadra (Stamkos, Hedman, Killorn, Tyler Johnson, Palat) e infine la continua progressione senza limiti di un fuoriclasse immenso come Nikita Kucherov.

Sulla sua eccezionalità nessuno deve sorprendersi, ma i numeri che sta sfornando quest’anno superano l’ordinario! Con i 71 punti raggiunti nella 43° partita stagionale è divenuto il primo in assoluto a performare questo record nell’ultimo ventennio dopo Jaromir Jagr.

Scelto come 58° a fine secondo round draft del 2011 ha realizzato 405 pts in 408 match oltre a 59 su 62 gare di playoff!! Come detto quel che stupisce è la crescita progressiva di un ragazzo che si è fatto le ossa tra NHL e AHL arrivando dopo l’annata da rookie a compiere una serie di exploit che lo hanno portato nell’ultimo campionato a superare quota 100!

Un giocatore fantastico oggi già in “zona tripla cifra” e capocannoniere di Lega, degno di giocarsi l’Hart Memorial Trophy per l’MVP e, secondo il nostro modesto parere, di vincerlo a mani basse. La cosa che mette paura è che il russo ha appena 26 anni!!

Il suo è stato uno dei rinnovi eclatanti di questa estate (76M complessivi) da parte del nuovo GM Brisebois, insieme a quello di Ryan McDonagh (47M) e dell’altro ex Rangers J.T. Miller (26,25M); oltre a loro importanti anche se a cifre minori le firme di Erne (800.00$) e Paquette (1M annuale) per mantenere “lungo” e costante l’attacco e quella in difesa di Koekkoek poi passato a Chicago.

Mosse tutte azzeccate così come quella di lasciar andare Kunitz e Sustr da free agent dando in quest’ultimo caso fiducia al ventenne russo Mikhail Sergachev, che ripaga con 20 punti. La società cerca di affiancare ai veterani comunque ancora giovani (i leader carismatici non hanno più di 29 anni) delle interessantissime prospettive future; fra questi citiamo Alexander Volkov, scelto al numero 48 e impegnato nel farm team in AHL.

L’offensive zone è semplicemente stellare, oggi come ieri, con la sensazione 2017 Brayden Point a confermarsi sopra media (vice cannoniere), leggermente sotto l’altra rivelazione Yanni Gourde e Anthony Cirelli, anche se Penguins e Flames recentemente asfaltati dalla coppia potrebbero dissentire.

La fase avanzata fa letteralmente paura con il record di venti giocatori in doppia cifra, primo posto per gol fatti, per quelli a partita, per la percentuale di realizzazione, idem nei power play e nel numero di shots per game.

E’ un team sovente in vantaggio nel punteggio e difeso da un mostro sacro come Andrei Vasilevskiy, che nonostante venga bombardato insieme al backup Louis Dominque da più di 32 tiri a partita (21° posto di categoria) mantiene la porta sotto ai 2,7 gol grazie a una save percentage totale di .917.

Tra i primati va segnalato quello di 10 game winning streak da parte del portiere di riserva, che ha così superato il franchise record del titolare. Rispetto alla media di Lega si ottengono in più: 14 vittorie, 25 punti in classifica, 44 reti fatte, 20 gol in pplay, maggior Sv% (.009), plus 10% nelle realizzazioni da special team e 2 in quelle normali, inoltre si hanno 11 sconfitte e 15 reti in meno.

In pratica un campionato a parte nel quale risalta, come ormai da tradizione, la prolificità dei difensori, con gente del calibro di Hedman e McDonagh già sopra i 30 pts. Quando poi un leggero affanno prende il sopravvento si perde ai supplementari (Vegas e St. Louis) andando lo stesso a punti.

Non è però tutto oro quel che luccica e la famigerata e già accennata debacle contro i Capitals ha lasciato molti dubbi sulla tenuta mentale del gruppo. L’aggressività con la quale il proprio goalie viene attaccato da molti shots, nelle serie da win or go home è subita maggiormente, riducendo di molto le giocate che tanta supremazia portano in regular season.

Inoltre la Eastern Conference è la regina delle ultime edizioni di Stanley Cup, con squadre furbe e attempate pronte a tirar fuori gli artigli nei momenti che contano. La paura è che arrivare spesso a un soffio dalla gloria senza mai agguantarla possa far venire il “braccino” a dei grandi campioni disabituati tuttavia a vincere la “partita della vita”.

Quello che ci auguriamo da sportivi è che questa grandissima squadra allenata da un top coach non finisca per essere ricordata come la più forte a non aver mai vinto il titolo.

 

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