Al contrario di molti animali presenti nella Terra (dagli orsi ai ghiri, dalle marmotte agli scoiattoli…) che in questo periodo dell’anno attendono solamente l’inizio dell’inverno per andare in letargo, ecco che il team di PlayitUsa specializzato in hockey su ghiaccio si risveglia dal torpore estivo e rinasce con l’arrivo della stagione autunnale che riporterà presto nelle nostre case il profumo del ghiaccio nord americano e gli splendidi suoni delle sue Arene e dei pattini dei giocatori lanciati alla conquista del disco e della gloria giorno dopo giorno, per 82 volte in soli 7 mesi di Regular Season, a cui si andranno ad aggiungere eventualmente le 16 ulteriori fatiche che il team che vorrà portare a casa la maestosa Stanley Cup dovrà annettere alla sua cavalcata.
Un’anticipo di ciò che vedremo l’abbiamo avuto grazie alla World Cup of Hockey, disputata nel mese di settembre e conquistata come da pronostico dal fortissimo Canada che si è sbarazzato di ogni avversario senza alcun problema, ma di questo c’è ne ha già parlato il nostro preparatissimo ed amatissimo (specialmente dalle donne) collaboratore Pietro.
Il mio compito quest’oggi è quello di lanciare la prima delle quattro Preview (senza risparmiarmi in pronostici azzardati che saranno poi chiaramente smentiti!) che il team di PlayitUsa garantisce ogni anno, esaminando zona per zona ognuna delle 30 franchigie che si daranno battaglia in questa nuova entusiasmante stagione alle porte.
Si parte dalla zona più distante dal bel paese, che è anche la zona più ad ovest d’America: sto parlando ovviamente della Pacific Division, che disputerà l’ultima annata “a sette” prima dell’ingresso in gioco della nuova franchigia di Las Vegas previsto per la stagione 2017/18 che sta cercando tutt’ora tramite sondaggi nei vari social network il “brand” consono da utilizzare (si era parlato di Black Knights ed Aces) in vista dell’imminente entrata ufficiale in NHL.
Quest’anno esamineremo le squadre in ordine alfabetico ed al termine proporremo una nostra personalissima classifica di come pensiamo potrebbero andare le cose in questa nuova stagione 2016/17 oramai alle porte.
ANAHEIM DUCKS
Dopo quattro stagioni concluse amaramente fra le mura amiche in una diabolica, anzi, quattro diaboliche gare 7, il GM della formazione californiana Bob Murray ha optato (e noi aggiungiamo un: giustamente!) per il licenziamento dell’Head Coach Bruce Boudreau, incapace di portare alla vittoria una squadra dalle grandissime potenzialità che nel momento clou della stagione però si è sciolta di fronte a formazioni “sulla carta” inferiori (vedi Nashville Predators nell’ultima stagione e Los Angeles Kings nel 2014).
Al posto del paffutello Bruce ecco che nell’imminente stagione farà ritorno un vecchio cavallo di battaglia: Randy Carlyle, colui che nel 2007 fece alzare a capitan Scott Niedermayer l’unica Stanley Cup di franchigia per Anaheim, che di fatto fu la prima “Lord” a sbarcare in terra californiana, prima delle due conquiste presso la sponda rivale dei Kings di Los Angeles.
Sono molti i cambiamenti nel roster dei Ducks, in estate infatti hanno fatto le valigie da Anaheim David Perron (LW), Jamie McGinn (LW), Frederik Andersen (G), Brandon Pirri (LW), Mike Santorelli (C), Chris Stewart (RW) e Shawn Horcoff (C), mentre hanno ricevuto il benvenuto da Getzlaf & Perry il veterano Antoine Vermette (C), Mason Raymond (LW), Jared Boll (RW), Jonathan Bernier (G), Dustin Tokarski (G) e Nate Guenin (D).
In gabbia dunque con l’addio (dovuto all’expansion Draft previsto a fine anno?) di Andersen, accasatosi ai Toronto Maple Leafs, arriverà il momento di John Gibson, utilizzato nelle ultime 2 stagioni a cavallo fra la NHL e la AHL in base alle defezioni del danese, spesso e volentieri vittima di acciacchi fisici; il 23enne nativo di Pittsburgh sembra essere pronto per affrontare la prima e vera stagione da Starter nonostante qualche alto e basso vissuto nell’anno passato. Bernier, arrivato proprio da Toronto, fungerà da Backup con il giovane Dustin Tokarski in rampa di lancio futura dopo la parentesi in quel di Montreal.
La difesa è confermatissima con Lindholm (che dovrebbe rinnovare a breve il proprio contratto attualmente da RFA), Vatanen, Fowler e Bieksa ad occupare le prime due linee, mentre, con ogni probabilità, l’interessantissimo rookie classe 1995 Shea Theodore dovrebbe ritagliarsi dello spazio con uno dei vari Manson, Despres e Stoner in una ipotetica terza linea arretrata.
Gli special teams (Powerplay e Penalty Kill) sono risultati essere i migliori della Lega nella passata stagione (cosa che non accadeva dal lontano 1985 quando i New York Islanders riuscirono nell’identica impresa) e tenteranno di ripetersi anche quest’anno sotto l’occhio attento del nuovo coach, sempre molto dedito durante gli allenamenti a queste due specialità.
In zona offensiva saranno come sempre Ryan Getzlaf (13G-50A; ’15/’16) e Corey Perry (34G-28A; ’15/’16) i due condottieri; Boudreau ha chiuso la sua avventura da Head Coach facendoli giocare in linee separate, noi siamo convinti che Carlyle riporterà il duo nella medesima linea cercando di motivarli a rendere al massimo.
La giovanissima ala sinistra Nick Ritchie avrà discrete possibilità di mettersi in mostra probabilmente anche in un ipotetica prima linea a fianco dei due gioielli di franchigia vista la poca qualità in questo reparto dove troviamo i vari Cogliano, Garbutt e Raymond da sparring partner al classe 1996.
Sarà importante per la stagione dei Ducks che l’accoppiata svedese Rakell-Silfverberg riesca a ripetere le buone prestazioni messe in mostra un’anno fa, con la consapevolezza di poter contare anche sulle ottime capacità offensive di Antoine Vermette firmato in estate a poco più di 1 milione di dollari (per un anno) da non sottovalutare e dalla grandissima dinamicità e qualità nei faceoff e nel gioco difensivo del secondo centro disponibile in roster, Ryan Kesler.
ARIZONA COYOTES
Il progetto dei Coyotes sembra chiaro: abbiamo un sacco di giovani talenti, diamo loro fiducia e speriamo di venire ripagati!
Questo sembra il pensiero della franchigia del deserto che, guidata dall’esperto Head Coach Dave Tippett, tenterà di restare a galla in una Division che deve per forza di cose migliorare se vorrà avere delle speranze di poter lottare per uno dei due posti Wild Card che lo scorso anno sono andati appannaggio entrambi delle formazioni della più quotata Central Division.
Max Domi (18G-34A; ’15/’16) ed Anthony Duclair (20G-24A; ’15/’16) hanno dimostrato di avere grandissime qualità, messe in mostra in una prima stagione davvero positiva che ha permesso un miglioramento netto rispetto all’anno precedente del team dell’Arizona; in questa stagione dovrebbero aggiungersi in line up i due giovani centri Dylan Strome (terza scelta assoluta al Draft del 2015) e Christian Dvorak (58esima scelta assoluta al Draft del 2014).
Gli arrivi di Jamie McGinn e Ryan White vanno a migliorare un reparto avanzato rimasto orfano dei vari Vermette, Gordon, Tikhonov, Sekac e Plotnikov che in estate hanno liberato le proprie stanze dallo spogliatoio amaranto: solamente il primo dei cinque sopracitati sarà rimpianto.
Capitan Shane Doan (28G-19A; ’15/’16), reduce da una grandissima stagione a livello realizzativo, ha firmato per altri 12 mesi (gli ultimi della carriera?) e guiderà per il ventunesimo anno la franchigia facendo da “chioccia” ai numerosissimi giovani talenti presenti in rosa assieme al rientrante Radim Vrbata (reduce da 2 stagioni altalenanti in quel di Vancouver).
Il tallone d’Achille per la formazione del deserto nel recente passato è stata sicuramente la disposizione difensiva e l’intero reparto arretrato in se; non basta infatti la grande qualità di Oliver Ekman-Larsson a sopperire alle numerose defezioni concesse da ogni elemento delle rosa.
Basteranno gli arrivi di Alex Goligoski da Dallas e di Luke Schenn e Jamie McBain da Los Angeles per tamponare tale ferita tutt’ora aperta? Il più giovane GM dell’intera lega John Chayka si augura di si.
In gabbia invece confermato il duo formato da Mike Smith, che con ogni probabilità dovrebbe partire titolare, e dal giovane Louis Domingue che si è messo in mostra sfruttando a pieno il lungo infortunio subito dal veterano Smith nella passata stagione facendo registrare 39 presenze ed una media salvataggi pari al 91.2%; chiaramente la dirigenza dei Coyotes si aspetta molto da Smith che negli ultimi 2/3 anni è sembrato il lontano parente del goalie fenomenale che trascinò nel 2011/12 l’allora Phoenix alla finale di Conference.
Le due scelte al primo giro dell’ultimo Draft Clayton Keller (C) e Jakob Chychrun (D) con ogni probabilità non esordiranno in line up durante l’arco di questa stagione, ma andranno a farsi le ossa nel team affiliato in AHL dei Tucson Roadrunners, così come l’astro nascente (da cui la dirigenza si aspetta molto in futuro) Brendan Perlini (LW) reduce da una discreta stagione in OHL condita da 45 punti in 57 partite disputate.
CALGARY FLAMES
Reduci da una stagione assai deludente i Calgary Flames si ritrovano ai nastri di partenza con un nuovo Head Coach che prende il posto dell’esonerato Bob Hartley, passato in un solo anno dal premio per miglior coach al licenziamento, si tratta di Glen Gulutzan, ex Assistant Coach in quel di Vancouver.
La formazione dell’Alberta ha sicuramente una dose di talento enorme in line up sulla quale il neo allenatore dovrà lavorare per riportarla ai livelli della stagione 2014/15 quando riuscirono nell’impresa di raggiungere il secondo turno in post season, fermandosi solo al cospetto degli Anaheim Ducks.
Finalmente (diciamolo!) Calgary avrà un portiere, in estate infatti tutti e due i disastri della passata stagione (Hiller e Ramo) hanno fatto le valigie e da St. Louis è arrivato l’esperto Brian Elliott (infastidito dal continuo turnover con Allen imposto da Hitchcock) che difenderà i pali della franchigia come Starter assistito dal Backup Chad Johnson, reduce anch’egli da un’ottima esperienza in quel di Buffalo.
Il duo presente in gabbia fa ben sperare, ma essi stessi devono sperare che la difesa di fronte a loro cerchi di fare meglio di quanto fatto vedere nella stagione passata dove si sono permessi il “lusso” di concedere in media 3.13 reti a partita agli avversari, risultando ovviamente la peggiore dell’intera Lega.
Puntare il dito sui vari Giordano, Brodie, Hamilton e Wideman sarebbe la cosa più facile da fare in questo caso ma non possiamo nascondere come le stelle della formazione canadese spesso e volentieri si dimentichino di come sia importante non solo cercare di segnare ma talvolta anche di aiutare i membri del reparto arretrato; mi riferisco ai geniali Johnny Gaudreau (30G-48A; ’15/’16) e Sean Monahan (27G-36A; ’15/’16) , tanto fenomenali in zona avanzata quanto disattenti e poco consoni alla copertura difensiva (così come Frolik e Bennett).
In questo settore la seconda mossa del GM Brad Treliving sembra alquanto azzeccata: sempre da St. Louis è arrivato infatti il tosto Troy Brouwer, elemento essenziale sia in Penalty Kill che in situazione di Powerplay con la sua posizione sempre presente di fronte alla gabbia avversaria.
La sesta scelta assoluta all’ultimo Draft Matthew Tkachuk ha delle discrete possibilità di mettersi in mostra in line up, mentre il talentuoso Hunter Shinkaruk, arrivato da Vancouver nella chiusura della passata Trade Deadline, proseguirà la sua crescita con Gaudreau a fargli da mentore.
Proprio Gaudreau però sta mettendo alle strette il GM Treliving con le proprie richieste decisamente alte di rinnovo contrattuale; il 23enne nativo del New Jersey chiede 8 milioni l’anno, mentre il team canadese non ritiene giusto superare i 6.5 milioni di contratto (il più alto in roster) che capitan Giordano e Monahan portano a casa tutt’ora. Staremo a vedere come andrà a finire questa intricata storia, ovviamente con o senza Johnny “Hockey” cambieranno notevolmente le ambizioni del team dell’Alberta per la stagione alle porte.
EDMONTON OILERS
Come ogni anno, ai nastri di partenza della nuova stagione, c’è grande attesa per gli Edmonton Oilers, formazione tanto amata quanto bistrattata; sono ben 10 volte infatti che la squadra dell’Alberta non centra la qualificazione in post season (l’ultima volta fu nel 2005/06 quando furono sconfitti in finale di Stanley Cup per 4-3 dai Carolina Hurricanes) nonostante le innumerevoli prime scelte avute nei vari Draft dell’ultimo decennio.
Nuova Arena, nuova vita?
Dopo ben 22 anni gli Oilers lasceranno il Rexall Place e si trasferiranno al nuovissimo Rogers Place; dopo ben 6 anni con grandi speranze in quel di Edmonton invece in estate ha lasciato la formazione canadese il talentuosissimo Taylor Hall (26G-39A; ’15/’16) in una Trade che ha lasciato di stucco i tifosi della squadra dell’ormai ex numero 4. Hall infatti si è accasato in quel del New Jersey in cambio di Adam Larsson, possente difensore dalle enormi aspettative e dagli ampi margini di miglioramento.
Dopo il Draft infatti e la fortuna di aver portato a casa l’astro nascente finlandese Jesse Puljujarvi, la dirigenza ha preferito andare ad indebolire il reparto avanzato per cercare di sistemare quello arretrato, vero e proprio deficit degli ultimi anni.
Connor McDavid (16G-32A; ’15/’16), dopo la prima travagliata stagione in casacca Oilers a causa di uno sfortunato infortunio alla clavicola che gli ha fatto perdere gran parte di Regular Season, si caricherà sulle spalle il peso dell’attacco Oilers che bene ha fatto anche nella scorsa stagione mettendo in mostra oltre al “The next one” anche i vari Jordan Eberle (25G-22A; ’15/’16), Ryan Nugent-Hopkins (12G-22A; ’15/’16) e soprattutto il centro tedesco Leon Draisaitl che approfittando proprio dell’infortunio subito dalla stella, nonchè futuro capitano di franchigia, McDavid, è balzato in line up attirando le luci verso di se con una prestigiosa annata condita da 19 goal e 32 assist.
L’arrivo da Los Angeles di un grinder come Milan Lucic (20G-35A; ’15/’16) impreziosirà ulteriormente il pacchetto offensivo che diventerà con ogni probabilità l’arma migliore da dover sfruttare.
Adam Larsson andrà a sistemarsi in prima linea difensiva al fianco dell’esperto Andrej Sekera, mentre la dirigenza del team canadese spera vivamente in un ulteriore miglioramento del terzetto di giovani difensori emergenti Oscar Klefbom, Darnell Nurse e soprattutto Brandon Davidson in una difesa che è risultata la quarta peggiore dell’intera lega nell’arco della passata stagione con una media di reti al passivo di 2,95 a partita.
In gabbia invece confermatissimo Cam Talbot reduce da una buonissima prima annata da Starter Goalie chiusa con un buon 91.7% di media salvataggi; Jonas Gustavsson (arrivato da Boston) sarà il backup del 29enne goalie nativo dell’Ontario.
LOS ANGELES KINGS
Credibilità. Ecco la parola che risuona nelle menti degli ormai due volte ex campioni NHL.
I Los Angeles Kings infatti dopo le ultime 2 stagioni assai deludenti, concluse la prima con la mancata qualificazione in post season e la seconda con il massacro subito al primo turno playoff ad opera dei San Jose Sharks, si ritrovano nuovamente nella situazione del dover dimostrare qualcosa quando sembra proprio che quel qualcosa non ci sia più.
Coach Darryl Sutter si ritrova in mano una squadra più vecchia di quella che in 3 anni fra il 2012 ed il 2014 conquistò 2 Stanley Cup e con alcuni elementi del roster in fase nettamente calante della propria carriera: parlo dell’ormai ex capitano di franchigia Dustin Brown (11G-17A; ’15/’16) e dell’ormai ex bomber di razza Marian Gaborik (12G-10A; ’15/’16) che dovranno dimostrare di valere quanto meno la metà dell’ingordo e lunghissimo contratto salariale che il GM Dean Lombardi “regalò” loro qualche anno fa.
La fortuna non è dalla parte di Gaborik che partirà con la zavorra di aver subito un infortunio al piede durante la recente World Cup e dovrà stare fuori per almeno 2 mesi, rientrando quando la stagione sarà già ben avviata e già “tosta”.
Anze Kopitar (25G-49A; ’15/’16) è stato eletto come nuovo capitano e sarà proprio lui a cercare di ridare nuova linfa a questa squadra che nonostante tutto di talento in rosa ne ha abbastanza per poter puntare a qualcosa di importante durante l’arco della stagione; Tyler Toffoli (31G-27A; ’15/’16), Tanner Pearson (15G-21A; ’15/’16) e Jeff Carter (24G-38A; ’15/’16) sono altre tre armi dalle quali dipenderà molto l’attacco della squadra californiana, ai quali si è aggiunto in estate Teddy Purcell (14G-29A; ’15/’16) reduce da una buona stagione divisa a metà fra gli Edmonton Oilers ed i Florida Panthers.
Buone le probabilità di lancio in line up per il giovane classe 1996 Adrian Kempe, mentre la prima scelta assoluta per i Kings all’ultimo Draft è stato il difensore 18enne Kale Klague, chiamato al 51esimo giro e che non vedrà i palcoscenici importanti della NHL crediamo non prima di 3/4 anni in categorie minori dove si farà le ossa.
La difesa è rimasta pressochè invariata rispetto a quella che la passata stagione è risultata essere la terza migliore dell’intera lega con un’unica aggiunta (Tom Gilbert da Montreal) in cambio di due perdite (Luke Schenn e Jamie McBain finiti in Arizona) tutt’altro che determinanti; come ogni anno infatti molto dipenderà dall’amatissimo Drew Doughty (14G-37A; ’15/’16), vero e proprio gladiatore della difesa dei Kings che in media disputa 28:07 minuti di gioco alternandosi spesso e volentieri con i membri della terza linea arretrata assorbendosi doppi e tripli turni in una zona dove oltre al sopracitato a dare sicurezze sono solamente Alec Martinez e Jake Muzzin.
La speranza per Los Angeles si chiama inoltre Jonathan Quick, il goalie MVP ai playoff del 2012, ha notevolmente calato le proprie performance anno dopo anno ed ora, a conti fatti, brucia assai la mossa di mercato compiuta un’estate fa dal GM Lombardi che lasciò andare senza grandi problemi l’allora backup Martin Jones (con destinazione Boston, in cambio di Milan Lucic, susseguentemente da Boston a San Jose) rivelatosi poi un buonissimo portiere che ha chiuso la saracinesca al primo turno degli ultimi playoff proprio ai suoi ex compagni. Jeff Zatkoff sarà il backup del goalie statunitense.
SAN JOSE SHARKS
In un anno sono passati dal disastro più assoluto (mancata qualificazione ai playoff nella stagione 2014/15) alla delusione della sconfitta nella prima finale Stanley Cup della loro storia ma la consapevolezza di avere delle armi letali da poter sfruttare anche in questa imminente stagione.
Grandi meriti a coach Peter DeBoer, che ahìlui, ha ripercorso alla lettera il precedente vissuto in quel del New Jersey quando nel 2012 portò il team dei diavoletti nel giro di un anno dal baratro alla finale salvo perderla poi con il medesimo risultato (4-2 a favore dei Kings) con cui gli Sharks persero nel giugno scorso contro i Pittsburgh Penguins.
La delusione per la sconfitta però dovrà tramutarsi in una carica maggiore per la formazione californiana che ha visto proprio nella post season l’esplosione in gabbia di un fenomeno: Martin Jones.
Davanti al 26enne portierone vigerà una difesa divisa fra la grandissima classe e l’incredibile abilità offensiva del barbuto Brent Burns (27 goal e 48 assist registrati nella stagione passata!) e la solidità di un terzetto formato da Paul Martin, Marc Eduard Vlasic e Justin Braun che andranno a formare due linee fantastiche che ogni team della Pacific Division sognerebbe.
La terza linea arretrata dovrebbe presentare il duo Dillon-Schlemko con i vari Mueller, Demelo e Heed in rampa di lancio in caso di infortuni ai titolari.
Il già buonissimo attacco è stato rinforzato in estate con la firma di Mikkel Boedker reduce da una stagione divisa a metà fra Arizona e Colorado conclusa con 17 reti e 34 assist.
Captain America Joe Pavelski (38G-40A; ’15/’16) ed il centro dalla tecnica sublime Logan Couture (reduce da una post season straordinaria) sono i due nomi più importanti di una zona avanzata davvero notevole; San Jose ha concluso la stagione passata facendosi registrare come il quarto miglior attacco di tutta la Lega, dove i due “grandi vecchi” Joe Thornton (19G-63A; ’15/’16) e Patrick Marleau (25G-23A; ’15/’16) dopo una stagione insufficiente hanno dimostrato al mondo intero di avere ancora grande voglia di giocare ad hockey nonostante le 37 candeline sulle loro torte.
Joel Ward è il fromboliere da “goal sporchi” mentre il duo di giovani leve dall’est Europa Tomas Hertl (21G-25A; ’15/’16) e Joonas Donskoi (11G-25A; ’15/’16) sono le frecce in più nell’arco a disposizione di coach DeBoer.
Un’occhio di riguardo lo daremo alla possibile entrata in line up dell’ala destra svizzera Timo Meier, un classe 1996 molto interessante che ha fatto registrare nella sua ultima annata in QMJHL qualcosa come 87 punti (34 reti e 54 assist) in 52 gare disputate facendo luccicare gli occhi a Tim Burke (direttore dello Scout Team) che lo draftò al primo giro del Draft del 2015 come nona scelta assoluta.
VANCOUVER CANUCKS
L’ultima formazione a venire analizzata di questa Pacific Division sarà con ogni probabilità anche la squadra che terminerà la stagione in questa medesima posizione.
Poche ed a nostro modo di vedere sbagliate le mosse di mercato messe a segno dal GM della franchigia canadese Jim Benning che ha inaspettatamente ceduto il talentuoso Jared McCann (centro, classe 1996) ai Florida Panthers in cambio del possente difensore Erik Gudbranson, il quale porterà sicuramente un po’ di peso in più ad una difesa dal livello decisamente inferiore alla sufficienza, ma andrà a togliere ulteriore dinamicità e prolificità ad un attacco anemico che ha chiuso la stagione passata come il secondo peggiore di tutta la Lega, davanti solamente ai New Jersey Devils.
In difesa l’obiettivo è di diventare forti fra qualche anno, la scelta all’ultimo Draft di Olli Juolevi ne è la dimostrazione (mossa che ha concesso però ai rivali di Calgary di portare a casa il fortissimo Tkachuk).
Tornando al reparto avanzato, la speranza per coach Desjardins è che due fra i suoi migliori uomini del reparto (parlo di capitan Henrik Sedin e Brandon Sutter) non abbiano i fastidi fisici registrati nella scorsa stagione e possano aiutare durante tutto l’anno il team che denota diverse lacune principalmente (ma non solo) in questa zona del ghiaccio.
L’arrivo da Boston dello strapagato Loui Eriksson (contratto da 36 milioni di dollari in 6 anni) aggiungerà (si spera) almeno una ventina di reti nel fromboliere dei Canucks che si augurano inoltre di veder ripetere le prestazioni della scorsa stagione anche da parte di Jannik Hansen (22G-16A; ’15/’16) e del giovane talentuoso Bo Horvat (16G-24A; ’15/’16), orfano però di ali alla sua altezza (Dorsett e Baertschi infatti risultano molto acerbi e di una caratura tecnica assai deficitaria).
L’attacco si chiude con la presenza sempre positiva di Daniel Sedin e con l’ulteriore speranza di veder crescere il duo di giovanissimi Jake Virtanen (classe 1996) e Markus Granlund (classe 1993, arrivato in una controversa trade che ha visto finire a Calgary il talentuosissimo Shinkaruk).
In gabbia confermato Ryan Miller che vivrà la sua ultima stagione in casacca Canucks con la presenza di un backup dalle buone capacità che ruberà presto la scena all’ormai 36enne goalie statunitense: parlo dello svedese Jacob Markstrom che lo scorso anno ha disputato ben 33 gare con una discreta media salvataggi pari al 91.5%.
POWER RANKINGS
Eccoci dunque arrivati alle conclusioni e con la nostra personalissima Power Rankings.
I San Jose Sharks e gli Anaheim Ducks non dovrebbero avere alcuna difficoltà a conquistare il pass per la post season, mentre fra Calgary Flames e Los Angeles Kings potrebbe protrarsi una lotta simile a quella vissuta nella stagione 2014/15 che vide alla fine dei conti primeggiare il team canadese dell’Alberta proprio tramite lo scontro diretto vinto a 2 gare dal termine della Regular Season.
Edmonton ed Arizona sono ancora un gradino sotto le prime 4 squadre citate nonostante svariati motivi per essere ottimisti mentre per Vancouver presumiamo una stagione assai deludente e la prima scelta al Draft 2017 quasi assicurata (a meno di disastri apocalittici ad est).
Per ora è davvero tutto dal vostro inviato dal lontano Pacifico Max Feelgood, la linea a Pietro in diretta da Chicago!
BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S OCTOBER!!!
Appassionato della terra a stelle e strisce, Max si innamora sin da piccino per uno sport da “duri”: l’hockey su ghiaccio. Cresce osservando le prodezze di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, invecchia con le giocate di Sidney Crosby ed Evgeni Malkin… Scrive per PlayitUsa da gennaio 2015 e spera di trasmettere a voi lettori le stesse emozioni che vive il sottoscritto pensando, guardando, scrivendo, vivendo, respirando la meraviglia della NHL.
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