Mancano ancora un po’ di giorni alla chiusura della sessione invernale del mercato NBA con la trade deadline fissata per l’8 febbraio e il grosso dei movimenti che avverrà giocoforza a ridosso di quella data.

Tuttavia uno scambio parecchio interessante c’è già stato ed è di quelli che finora hanno soddisfatto pienamente ambedue le parti in causa, così come avvenne nello stesso periodo di due anni fa nell’affare tra Sacramento e Indiana che portò in California Domantas Sabonis, esploso definitivamente alla corte dei Kings e che è stato determinante nel ritorno ai playoff dopo vent’anni di magra della sua squadra, e ai Pacers Tyrese Haliburton che è il nuovo uomo franchigia della formazione agli ordini di Rick Carlisle.

Parliamo ovviamente della trade tra New York Knicks e Toronto Raptors avvenuta il 31 dicembre 2023 e che ha portato in maglia Knickerboxers Malachi Flynn, Precious Achiuwa e soprattutto OJ Anunoby mentre ad accasarsi in Canada sono stati Immanuel Quickley e il piatto forte RJ Barrett con i Raptors che si aggiudicano anche una seconda scelta al prossimo Draft.

Anunoby e Barrett sono senz’altro due nomi di tutto rispetto e infatti lo scambio che li ha coinvolti è stato accolto con grande clamore da molti appassionati e addetti ai lavori. Analizziamo quindi le prime gare di Knicks e Raptors con i nuovi asset per capire cosa è effettivamente cambiato per il presente e il futuro delle due franchigie militanti nella Eastern Conference.

L’IMPATTO SUI NEW YORK KNICKS

In teoria la squadra allenata da Tom Thibodeau e tornata dopo molti anni ad essere a tutti gli effetti competitiva per il raggiungimento dei playoff a Est ha perso uno degli uomini simbolo della propria faticosa ricostruzione come RJ Barrett, scorer di punta tra gli esterni fino all’arrivo di Jalen Brunson.

I fatti però parlano chiarissimo: dall’arrivo di OJ Anunoby e compagnia New York ha vinto 6 partite su 7 battendo i lanciatissimi Minnesota Timberwolves nella gara d’esordio del britannico (che ha contribuito con 17 punti, 7/12 dal campo e 3/6 da tre) e perdendo solo in trasferta a Dallas a cui comunque è servito un Kyrie Irving da 44 punti per aver ragione dei Knicks (anche se ai texani mancava Luka Doncic)

Basterebbe da solo questo dato per spiegare come l’innesto di Anunoby ma anche quello di Precious Achiuwa siano stati una mossa azzeccata da parte della bistrattata dirigenza dei Knicks.

Dal suo arrivo sulla panchina di New York coach Thibo ha insistito nel suo credo difensivista anche dopo che la sua squadra ha mancato i playoff nel 2022 e quindi per migliorare le quotazioni di una franchigia che dopo essersi ripresa la postseason lo scorso anno (superandone il primo turno dopo dieci anni esatti) vuole mantenerla in pianta stabile l’ex capoallenatore dei Bulls non poteva che richiedere un eccellente difensore come Anunoby che costituisce peraltro un elemento prezioso per chiunque voglia puntare in alto: un mastino in grado di ringhiare sulle ali così come sui lunghi senza perdere d’intensità.

OJ ha finora pienamente risposto presente consentendo a Jalen Brunson e a Julius Randle di dare libero sfogo alle loro qualità balistiche e diventando dopo sole sette gare l’uomo di punta della difesa di Thibodeau potendo comunque costituire un’opzione offensiva. Per quanto il suo fatturato in attacco si mantenga in realtà ondivago (23 con 9/12 contro Portland ma anche 9 con 3/11 nella grandissima vittoria Knicks a Philadelphia, battuta addirittura di 36) le difese avversarie non potranno certo sottovalutare ciò che il britannico sa fare nella metà campo avversaria.

A questo si aggiunge l’importante dote di Achiuwa che può essere determinante in un periodo in cui New York deve fare a meno per infortunio del centro titolare Mitchell Robinson. Da questo punto di vista però il contributo del nigeriano è stato esplorato poco da parte di Thibodeau che si mantiene anche da questo punto di vista coerente con uno dei suoi principi: le rotazioni ultraridotte.

Così l’assenza di Robinson ha visto Isaiah Hartenstein in campo per più di 35 minuti a gara in tutte le partite dalla trade (tranne quella con Portland, con 27 minuti in campo per l’ex Clippers) e Julius Randle giocare stabilmente da 5, con Achiuwa in campo solo 11.7 minuti a partita. La possibilità di aumentarne il minutaggio c’è, starà al coach eventualmente approfittarne.

Achiuwa può fare tanto, ma bisogna dargliene la possibilità

Achiuwa può fare tanto, ma bisogna dargliene la possibilità

La perdita di Barrett e Quickley si sta comunque rivelando indolore per i Knicks. Il play è infatti un’altra vittima delle rotazioni di Thibo che ormai da tempo lo relegavano a pochi minuti in campo in favore di Miles McBride mentre il canadese è sempre stato un ottimo scorer ma allo stesso tempo non ha mai dato fino in fondo l’impressione di calarsi al 100% nella mentalità corale del proprio head coach registrando varie gare in cui segnava poco e tirava moltissimo.

I tifosi hanno così perso un altro loro beniamino dopo Obi Toppin ma finora ne è valsa ampiamente la pena e il roster sembra molto più funzionale. New York si impone quindi sicuramente come una delle favorite a disputare i playoff senza passare dal play-in tournament a Est; su quanta strada possa fare però la franchigia presieduta dal controverso James Dolan i punti interrogativi sono ancora molti.

E soprattutto sono sempre i soliti: la tenuta fisica della squadra con una panchina così accorciata, la resa di Julius Randle che è stato molte volte deludente nella postseason e ora l’assenza di un’alternativa a Jalen Brunson come go to guy tra gli esterni. Ci sarà però ampiamente tempo per discutere di questo; per il momento New York esce assolutamente rafforzata dalla trade e maggiormente competitiva nella durissima Eastern Conference di quest’anno.

L’IMPATTO SUI TORONTO RAPTORS

Con l’anello 2019 sempre più lontano e i playoff mancati due volte negli ultimi tre anni Toronto si trovava finora nella scomoda posizione di chi sembra essere indeciso tra cercare di continuare a competere nel presente o iniziare a ricostruire per puntare al futuro. La trade di fine 2023 sembra però mostrare che i Raptors hanno imboccato definitivamente la seconda via senza necessariamente rinunciare a fare felici i propri tifosi con qualche vittoria immediata.

L’innesto di RJ Barrett successivo alla perdita di Fred VanVleet e contemporaneo alle continue voci di trade per Pascal Siakam, ultimo reduce della truppa che si fregiò del titolo NBA e in scadenza di contratto quest’anno, porta infatti in Canada l’uomo squadra del futuro e da questo punto di vista non si può tacere della canadesità del figlio di Rowan, che fu prolifico realizzatore soprattutto in Francia con una parentesi a Cantù nel 2005/06 (buona per lui, meno per la squadra che non fece i playoff e rischiò la retrocessione)

Malgrado RJ fosse molto legato ai Knicks ha comunque accolto con molto entusiasmo l’alternativa costituita dal non facile ruolo di profeta in patria e il suo arrivo è coinciso con un ottimo stint da parte dei Raptors che hanno vinto 3 delle prime 4 partite giocate col loro nuovo leader, perdendo solo di 5 in casa di Sacramento e gustandosi i suoi 37 punti con 13/20 dal campo nella gara successiva che ha piantato un nuovo chiodo sulla bara della fin qui pessima stagione dei Golden State Warriors.

L’arrivo di Barrett e di un Immanuel Quickley in cerca di riscatto dopo aver di fatto perso, come visto in precedenza, il suo posto ai Knicks (ben 18.6 punti di media in 7 gare per il play, titolare in tutte le occasioni, anche con 5.3 assist) è quindi anche in questo caso una mossa giusta da parte del front office dei Raptors che hanno iniziato a preparare il terreno per una Toronto definitivamente competitiva nei prossimi anni,

Riguardo questa stagione però resta molto difficile che i playoff tocchino anche il Canada e le tre sconfitte consecutive dopo le succitate 4 gare sono lì a dimostrarlo. Una volta ottenuto un play che prendesse il posto di VanVleet e un nuovo scorer di punta tra le guardie c’è ancora da sbrogliare la matassa Siakam e soprattutto ora che se n’è andato Anunoby la difesa va praticamente rifatta da capo.

A testimonianza di ciò registriamo in particolare l’ultima sconfitta avvenuta sul campo degli Utah Jazz, squadra a sua volta senza troppe ambizioni immediate e soprattutto carente dal punto di vista difensivo. Toronto in questa occasione ha imbarcato addirittura 145 punti di cui 81 nel solo secondo tempo e andando ben sotto la sua media di punti subiti che è già un non esaltante 117.1.

A livello di classifica i Raptors sono attualmente dodicesimi con un record di 15-24 che per ora consente di tallonare Atlanta, undicesima con 15.23, e Brooklyn decima con 16-22 ma che vede già una distanza importante con i Chicago Bulls al nono posto e con quattro vittorie in più rispetto ai canadesi che hanno anche due gare in meno. Questa situazione vede quindi come prospettiva attuale quella di acciuffare il play-in tournament con l’ultimo posto disponibile ed è molto difficile che nei prossimi tre mesi le prospettive possano migliorare di molto.

Più che sul parquet è quindi dietro le scrivanie che i Raptors devono giocare la partita più importante che consiste nell’ottenere il massimo dalla cessione di Siakam e in generale di riuscire a non perderlo senza ottenere nulla in cambio. Il valore del francese sarà anche prevedibilmente calato dall’anello del 2019 ma comunque Siakam è un giocatore potenzialmente in grado di svoltare la stagione di molte squadre di seconda fascia e quindi Toronto può benissimo ottenere qualcosa di molto sostanzioso anche per il presente e soprattutto il futuro immediato.

Giusto quindi iniziare già da ora ad aggiungere Barrett per continuare a competere nelle partite della seconda metà della stagione, anche perchè mettersi a tankare con la “concorrenza” della Detroit dei record negativi e di Washington che le sta giusto mezza spanna sopra avrebbe avuto comunque poco senso. I Toronto Raptors dovranno però continuare a percorrere con convinzione la strada del rebuilding ed evitare le mezze misure che negli scorsi anni l’avevano resa troppo per le scelte alte nel Draft e troppo poco per i playoff.

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