Sono ormai quasi due anni che il 01 Luglio 2019 è stato cerchiato sul calendario di tutti i General Manager della NBA come la data dell’Armageddon, il giorno nel quale tutti gli equilibri verranno rivoluzionati per fare spazio ad una nuova era in cui gli ultimi avranno finalmente la possibilità di diventare primi. Almeno 5 tra i migliori 20 giocatori NBA e una decina di altri giocatori con passato o presente da All Star saranno tutti contemporaneamente disponibili sul mercato, pronti a firmare contratti con le franchigie che saranno pronti a presentare loro offerte economicamente allettanti e scenari tecnici competitivi (vabbè, magari non proprio tutti).

I front office hanno avuto mesi di tempo per prepararsi, scaricando contratti capestro ove possibile e cesellando il monte salari nel tentativo di garantirsi l’opportunità per inseguire le prede più ambite. In questa corsa alla terra promessa qualcuno arriverà al traguardo con le braccia alzate per la felicità, altri dovranno accontentarsi di un piazzamento nelle posizioni di rincalzo e molti probabilmente finiranno con le pive nel sacco, chiedendosi come mai un grande free agent non abbia voluto firmare un contratto pluriennale in una realtà tecnica così entusiasmante come… i Sacramento Kings.

Tra tutti questi campioni, ce ne sono sei che per motivi diversi saranno i protagonisti indiscussi delle prime ore di questa free agency 2019. Proviamo ad analizzare assieme dove potrebbero andare, quali potrebbero essere le loro motivazioni e cosa cambierà di conseguenza nei rapporti di forza della NBA dei prossimi anni.

 

KEVIN DURANT

Ruolo: Ala

Contratto: Player Option

Età: 30

Squadra 2018/19: Golden State Warriors

Statistiche 2018/19: 26.0 punti, 6.4 rimbalzi, 5.9 assist, 52.0% FG, 35.3% 3FG

Possibili destinazioni: Golden State Warriors, New York Knicks, Brooklyn Nets, Los Angeles Clippers

Fino al secondo minuto del secondo quarto di Gara 5 delle NBA Finals, il futuro di KD era abbastanza chiaramente indirizzato al di fuori della Baia. Qualche tensione di spogliatoio (in particolare con Draymond Green), un comprensibile calo di motivazione dopo un triennio a Golden State ricco di successi, ma soprattutto la voglia di Durant di consolidare la sua legacy in un posto in cui fosse riconosciuto come il vero e unico alpha dog.

Lo scenario è però stato completamente rivoluzionato da un tendine d’Achille andato improvvisamente a donne di facili costumi (se volete un approfondimento sulla questione lo trovate qui), che ha azzoppato oltre al giocatore anche le speranze di rimonta degli ex-campioni ma al contempo ha reso molto più probabile il prolungamento del rapporto tra KD e i Warriors. Per quanto? Questo è più difficile da prevedere. Durant potrebbe esercitare la sua player option da 31,5 milioni per la prossima stagione, completare la sua riabilitazione spesato dagli Warriors e ripresentarsi alla free agency 2020 sano e pronto a ricevere le offerte di mezza NBA.

Oppure potrebbe uscire dal contratto e rinnovare con gli Warriors per 5 anni a 221 milioni, legandosi a lungo termine alla franchigia californiana. O ancora potrebbe firmare subito con un’altra franchigia, disposta nonostante il previsto anno di stop ad offrirgli un max contract da 158 milioni in 4 anni. È quasi certo che questa lista comprenderà Knicks, Nets e Clippers, sebbene queste squadre potrebbero far fatica ad attrarre un altro free agent “sano” disposto ad un anno di purgatorio in attesa del ritorno di KD. Negli ultimi giorni si è persino parlato di un possibile scenario di sign-and-trade che permetterebbe a Durant di firmare comunque il suo supermax per poi essere scambiato altrove, permettendo agli Warriors di ottenere qualche giocatore utile in contropartita. Lo scenario è come detto complesso, molto probabilmente tutto dipenderà dai reali rapporti personali che esistono tra KD e la franchigia della Baia.

La scelta di scendere in campo in Gara 5 è stata realmente sua o il giocatore è stato in qualche modo forzato dalla società? Lo staff medico dei Warriors aveva fornito sufficienti informazioni sullo stato di rischio del suo tendine? Durant è davvero convinto di poter tornare tra un anno, quando la carta d’identità reciterà quasi 32 primavere, ancora in grado di esprimere lo straordinario livello di basket a cui ci ha abituato in questi anni? Domande complesse a cui solo la decisione definitiva di KD potrà (forse) dare qualche risposta.

My dumb prediction: Golden State Warriors

 

Comunque vada, state tranquilli che le prossime 10 generazioni di Durant avranno di che sfamarsi

KAWHI LEONARD

Ruolo: Ala

Contratto: Unrestricted Free Agent

Età: 27

Squadra 2018/19: Toronto Raptors

Statistiche 2018/19: 26.6 punti, 7.3 rimbalzi, 3.3 assist, 49.6% FG, 37.1% 3FG

Possibili destinazioni: Toronto Raptors, Los Angeles Clippers

Kawhi, Kawhi… perchè sei tu Kawhi? (semi-cit). Parliamoci chiaro, anche se arriva per secondo in questo articolo, Leonard è IL pezzo pregiato della prossima free agency. Come potrebbe essere altrimenti per un giocatore che ha condotto Toronto al primo titolo della franchigia (anzi, della nazione), disputando dei playoff di jordanesca memoria e cancellando in soli 12 mesi l’etichetta di losers che da tanto (troppo) tempo accompagnava le postseason dei Raptors?

Sui due lati del campo Leonard è un giocatore con pochissimi eguali nella storia recente della NBA e se non fosse per una regular season disputata con il piede appena appoggiato sul pedale del gas, l’altra sera agli NBA Awards il suo nome sarebbe stato molto probabilmente inserito nei candidati sia al premio di miglior difensore che a quello dell’MVP. Ok, la testa è altrettanto particolare, perchè praticamente non parla mai e il suo campionario di espressioni è più o meno pari a quello di Ben Affleck (quindi una e mezza, ad essere generosi).

Quando 12 mesi fa Leonard approdò in Canada, il 99% dei tifosi e degli addetti ai lavori pensarono che si sarebbe trattato di una parentesi destinata a chiudersi entro breve. Oggi, dopo il titolo NBA e le incredibili dimostrazioni di affetto ricevute da milioni di canadesi diventati di colpo fan sfegatati del basket e dei Raptors, questo è molto (molto) meno sicuro. Ok, bello il ritorno a casa, bello il sole della California, belli i Clippers pieni di speranze, bella la vita di Los Angeles (che poi, per uno che al massimo la sera esce a mangiarsi una pizza vorrei capire quale sarebbe esattamente la differenza di appeal), bello tutto.

Ma in fondo, il Re del Nord, per quale motivo dovrebbe andarsene?

My dumb prediction: Toronto Raptors

 

Kawhi dammi retta: ma quando mai ti ricapiterà di avere un intera nazione ai tuoi piedi?

KYRIE IRVING

Ruolo: Guardia

Contratto: Player Option

Età: 27

Squadra 2018/19: Boston Celtics

Statistiche 2018/19: 23.8 punti, 5.0 rimbalzi, 6.9 assist, 48.7% FG, 40.7% 3FG

Possibili destinazioni: Boston Celtics, Los Angeles Lakers, New York Knicks, Brooklyn Nets

Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?” Non so rispondere a questa domanda, ma posso dirvi con sufficiente tranquillità che un tendine d’Achille saltato su un parquet di Toronto può provocare uno sconvolgimento non indifferente nei piani di mezza NBA. E se togliamo i New York Knicks, testimonial indiscussi della bontà di quell’altra teoria non-scientifica che è la Legge di Murphy, nessuno più di Kyrie Irving rischia di subire gli effetti negativi dell’infortunio occorso a Kevin Durant.

I due giocatori avevano infatti già stabilito di passare assieme le vacanze estive dopo il termine delle NBA proprio per pianificare un futuro insieme su uno dei due parquet della Grande Mela. Ma se i Knicks sono talmente disperati da avere ancora Irving in cima alla lista delle preferenze a prescindere da chi e cosa mettergli intorno, pare che i Brooklyn Nets stiano rivalutando la possibilità di fare un’offerta ad Uncle Drew proprio per l’impossibilità di accoppiargli KD nella prossima stagione. Secondo le ultime indicazioni pare infatti che il saggio Sean Marks stia pensando di rinunciare ad inseguire Irving per confermare D’Angelo Russell, che ha già dichiarato più volte di voler rimanere a Brooklyn il più a lungo possibile.

A questo punto per Irving resterebbe come detto l’opzione Knicks, ma in una squadra tutta da costruire e senza garanzie di essere competitivi a breve termine, oppure un approdo in California. Più che l’opzione Clippers a stuzzicare l’immaginario degli appassionati è una possibile reunion con LeBron, anche perchè Kyrie nel corso della stagione ha dichiarato di aver rivalutato molti dei comportamenti del Re che lo avevano infastidito ai tempi della convivenza nei Cavs, tanto da spingerlo a contattare LBJ per offrirgli le sue sincere scuse. A sua volta LBJ, con qualche like qua e là ai fotomontaggi che ritraevano Irving in maglia gialloviola, ha fatto intendere che gradirebbe non poco il ricongiungimento con il suo ex-delfino. Se son rose fioriranno.

My dumb prediction: Los Angeles Lakers

 

Prossimo passaggio dopo il dietro-front su LBJ? Convincere Kyrie a fare un giro attorno al mondo…

KLAY THOMPSON

Ruolo: Guardia/ala

Contratto: Unrestricted Free Agent

Età: 29

Squadra 2018/19: Golden State Warriors

Statistiche 2018/19: 21.5 punti, 3.8 rimbalzi, 2.4 assist, 46.7% FG, 40.2% 3FG

Possibili destinazioni: Golden State Warriors

Ho messo Thompson in questa lista non certo per l’incertezza sulla sua destinazione futura, che cambierà sì ma solo per seguire lo spostamento delle masserizie dei Warriors dalla Oracle Arena di Oakland alla nuova Chase Center di San Francisco, quanto per:

  • il valore assoluto del giocatore, che merita tranquillamente la top 6 (a stare molto larghi) dei giocatori che saranno free agent il prossimo 1 Luglio;
  • poter parlare del suo infortunio e di quello che potrà significare per il futuro dei Golden State Warriors.

Sul primo punto è presto detto: Thompson è semplicemente il miglior tiratore dell’intera NBA (sì, meglio anche di Steph, perlomeno a mio modesto parere) e già che ci siamo anche uno dei migliori difensori sugli esterni che ci siano in circolazione. Il che fa di lui uno di quei rarissimi two-way-players in grado di essere decisivi in entrambe le metà campo. Per soprammercato è pure un vero e proprio gladiatore, che ha giocato 120 partite consecutive di playoff prima di saltarne una e che con un crociato rotto è tornato in campo zoppicante per tirare due liberi, perchè nella sua testa avrebbe voluto rientrare in campo non appena avesse ricevuto dai medici il via libera a farlo.

La storia ci racconta che le cose sono andate in modo diverso, ma se c’erano dei dubbi (pochi in generale, personalmente nessuno) che Klay avrebbe rinnovato con Golden State questi sono stati immediatamente fugati dopo aver letto la tre lettere ACL sul referto della risonanza. Thompson firmerà con Golden State un max contract per 5 anni a 190 milioni, prezzo “scontato” dal fatto che la sua esclusione dai primi tre quintetti NBA gli impedirà di accedere al supermax da 221 al quale invece avrà (eventualmente) accesso il suo compagno di squadra KD. Soldi meritati non solo come detto per il valore tecnico del giocatore, ma anche per riconoscenza verso un commitment come se ne vedono pochi nell’odierno panorama dello sport professionistico.

My dumb prediction: Golden State Warriors

 

Guerriero vero se ce n’è uno, per quanto fatto in Gara 6 di Finale Thompson si è guadagnato il mio imperituro rispetto

KEMBA WALKER

Ruolo: Guardia

Contratto: Unrestricted Free Agent

Età: 29

Squadra 2018/19: Charlotte Hornets

Statistiche 2018/19: 25.6 punti, 4.4 rimbalzi, 5.6 assist, 43.4% FG, 35.6% 3FG

Possibili destinazioni: Charlotte Hornets, Los Angeles Lakers, New York Knicks

Il futuro di Kemba Walker appare al momento legata ad una scelta ben precisa. La gloria e la soddisfazione sportiva che può dare non tanto un titolo NBA, che non si vince semplicemente ammassando giocatori di talento nello stesso roster e che andrebbe in ogni caso sudato e guadagnato sul campo, ma perlomeno la possibilità di competere per tale traguardo. Oppure… una montagna di soldi.

Già perché grazie all’inclusione (meritata) nel terzo quintetto All NBA, Walker si è guadagnato il già citato diritto ad un supermax contract, che nella fattispecie si configura in un possibile accordo con gli Hornets per 5 anni a 221 milioni di dollari. Decisamente di più rispetto ai 140 in 4 anni che potrebbero offrirgli i Lakers di LBJ e Davis o qualunque altra franchigia, soprattutto per un giocatore che fino ad oggi in carriera ha guadagnato “solo” 58 milioni in 8 anni e ha l’occasione di firmare il contratto della vita (sua e di un centinaio di piccoli Kemba).

A quanto pare le sirene di Los Angeles e New York, sua città natale, possono cantare e suonare finché vogliono, perchè Kemba ha già più o meno esplicitamente dichiarato di aver un debito di riconoscenza verso la città e verso patron MJ e che il suo futuro sarà ancora a Charlotte. Kemba e gli Hornets sono quindi destinati a proseguire a braccetto ancora per un po’, anche se non è chiaro in quale direzione dato che nelle ultime otto stagioni da queste parti i playoff si sono visti solo in un paio di occasioni e comunque mai oltre il primo turno. Inoltre, un giocatore con un cuore grande come una casa e indiscutibili doti di scorer (anche in situazioni di clutch) ma alto 1.80, alla soglia dei 30 anni e con un elevato chilometraggio NBA, vale davvero circa 45 milioni di dollari a stagione fino al 2024?

My dumb prediction: Charlotte Hornets

 

“Oh raga, 80 milioni sono 80 milioni eh…” (cit)

JIMMY BUTLER

Ruolo: Guardia/ala

Contratto: Player Option

Età: 29

Squadra 2018/19: Philadelphia 76ers

Statistiche 2018/19: 18.7 punti, 5.3 rimbalzi, 4.0 assist, 46.2% FG, 33.8% 3FG

Possibili destinazioni: Philadelphia 76ers, Los Angeles Lakers, Los Angeles Clippers, New York Knicks, Brooklyn Nets, Dallas Mavericks

Secondo le mie assolutamente estemporanee dumb predictions, ben 4 dei 5 principali free agent di questa estate alla fine non si muoveranno dalle loro attuali collocazioni. Il che lascerebbe mezza NBA con camionate e camionate di spazio salariale a disposizione ma ben pochi giocatori per i quali davvero varrebbe la pena rompere il salvadanaio. Tra questi c’è sicuramente Jimmy Butler, che avrà pure un caratterino non semplice (per referenze telefonare a casa dei Minnesota Timberwolves, preferibimente ore pasti) ma è altrettanto certo essere un giocatore con dosi non omeopatiche di cojones, capacità di crearsi un tiro dal palleggio (ultimamente anche da tre) e doti difensive di alto livello.

I Sixers vorrebbero rifirmarlo, ma il giocatore tentenna. Non è convinto a quanto pare della guida tecnica (sai che novità) e della proficua coesistenza con Simmons. Se i Clippers dovessero rimanere a bocca asciutta nella caccia ai grandi free agent il loro progetto tecnico perderebbe immediatamente di potenziale e se Irving firmasse davvero per tornare con LeBron la porta dei Lakers sarebbe definitivamente chiusa. New York e Brooklyn? Se Jimmy vuole restare ad Est con possibilità di andare in finale, allora tanto vale rimanere a Phila.

E se… Butler è nativo di Houston ma i Rockets non hanno spazio salariale per potergli fare un’offerta, però ci sarebbe una squadra texana non molto distante che avrebbe soldi, talento giovane a roster e il sogno di poter tornare in breve tempo a lottare per il titolo. Butler potrebbe essere il giocatore giusto da affiancare Porzingis e Doncic nella rifondazione dei Mavs, che avrebbero anche ulteriori fondi da dedicare ad un completamento della rosa in ottica titolo NBA. Difficile? Forse, ma sognare (da tifoso Mavs) non costa nulla…

My dumb prediction: Dallas Mavericks

 

Confessione: questo più che un pronostico è una speranza! :-D

 

Bonus track: gli altri

I sei giocatori citati non sono gli unici pezzi pregiati della prossima free agency. Ci sono ad esempio Tobias Harris e Kris Middleton, due ali polivalenti che farebbero la fortuna di molte franchigie. Il primo pare essersi già promesso ai Nets ma è conteso anche dai Mavs e dagli stessi Sixers, mentre il secondo a meno di sorprese rimarrà a fare da delfino del neo-MVP Antetokounmpo in quel di Milwakee.

Il destino di D’Angelo Russell come scritto sopra è fortemente legato a quello di Irving, se dovesse essere lasciato partire (è restricted free agent) potrebbe spostarsi sull’altro lato della Grande Mela, approdare ai Timberwolves dall’amico Karl Anthony Towns (via sign-and-trade) o addirittura perfezionare un clamoroso ritorno a casa Lakers. Il centro dei Magic Nikola Vucevic, autore di una stagione con i fiocchi, cercherà un max contract che in Florida non sono sicuri di volergli offrire (potrebbe farlo Sacramento), mentre sono molto curioso di scoprire quali squadre saranno disposte a fare un’offerta a DeMarcus Cousins. L’ormai ex-centro dei Warriors viene da un infortunio al tendine d’Achille e da uno al quadricipite, ha una testa dura come il marmo e un fisico tendente al sovrappeso. Ma è anche (offensivamente) un pluri All Star, che solo un paio di anni fa a New Orleans ammucchiava stats da MVP e che per una franchigia disposta a rischiare potrebbe essere una scommessa ad un costo interessante, se rapportato al potenziale del giocatore. 

Altri giocatori appetibili sul mercato saranno Julius Randle (ha una player option, ma l’arrivo di Williamson e Hayes dal draft sembrano chiudergli un po’ gli spazi a New Orleans), Al Horford (unrestricted, sembrava promesso ai Celtics ma a quanto pare 100 milioni in 3 anni gli fanno schifo), Marc Gasol (player option, più che possibile una prolungamento del contratto con i Raptors “spalmando” il prezzo complessivo su più stagioni), Bojan Bogdanovic (unrestricted, probabilmente rimarrà ai Pacers), DeAndre Jordan (unrestricted, piace a molti ma bisogna vedere quanti soldi chiede), Brook Lopez e Malcom Brogdon (unrestricted il primo e restricted il secondo, ci sarà da discutere sulle cifre ma l’obiettivo dei Bucks è di rifirmare entrambi).

2 thoughts on “Sei personaggi in cerca d’autore

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