I Red Sox sono campioni della Major League 2018 dopo aver sconfitto i Dodgers in gara 5 ed aver dominato la serie finale lasciando ai rivali le briciole di una sola Win ottenuta nella storica terza partita con 18 innings!!

Ciliegina sulla torta messa dagli home run degli assi in battuta Betts, Martinez e due volte Steve Pearce (uno da due), intervallati da un altro fuoricampo del sempre positivo David Freese per il punto del 5-1 finale.

Il tutto davanti a un campione inimitabile come Clayton Kershaw, tre volte Cy Young e sette All Star, lasciato polemicamente (?) in campo dal suo skipper per sette innings nonostante le evidenti difficoltà dimostrate in questi playoff (chiuderà la sfida con un ERA a 7.36). Scacciati definitivamente invece i fantasmi del passato per l’ancora una volta positivo David Price (1.98 pgl) commosso e felice come un bimbo a fine match.

Un dominio incontrastato quello dei calzini rossi da fine Marzo a fine Ottobre nel quale hanno spazzato via le superpotenze dell’American League arrivando all’ultimo atto in fiducia e sicuri dei loro enormi mezzi.

Per Boston è la nona vittoria di una gloriosa e romantica epopea iniziata ad inizio secolo, la quarta dal 2004! Hanno concluso la storica stagione col record di ben 119 vittorie dietro solo al dream team degli Yankees del 1998 (125) e ai Mariners del 2001 (120).

Senza dubbio la squadra più forte nella storia del Massachussets ma sicuramente una delle più forti di sempre!

Questo per ciò che hanno dimostrato durante l’anno, trovando giornata dopo giornata una compattezza e sicurezza in battuta dai loro outstanding offensive player: quel Mookie Betts probabile MVP e leader per media ed il Triple Crown contender JD Martinez per il quale superare 40 fuoricampo ogni anno è prassi.

A loro si sono uniti Andrew Benintendi e Xander Bogaerts in un lineup spesso sbilanciato all’inizio; così come sul monte di lancio dove a parte gli assi Chris Sale e Craig Kimbrel gli altri partenti ma soprattutto i rilievi hanno faticato non poco.

Se la squadra è riuscita però nell’impresa finale i nomi da ricordare sono altri: le favolose prestazioni di Rafael Devers e Mitch Moreland capaci in postseason di battere sempre intorno al .300, Eduardo Nunez stoico a difendere l’infield a costo di salire in tribuna ed ottimo ruba basi (ben 5 in solo otto apparizioni) e soprattutto Jackie Bradley Jr, decisivo al cospetto dei lanciatori avversari con le sue 8 valide, 5 home run e ben 10 Rbi tanto da andare nove volte in base ball.

Anche Holt si è giocato bene le sue occasioni partecipando alla “festa” di gara 2 allo Yankee Stadium e dando un importante contributo in gara 4 con una decisiva extra base.

Facciamo inoltre mea culpa e diamo il giusto plauso a Dave Dombrowski e alla dirigenza capaci di inserire nella deadline giocatori mai considerati ma che alla fine si sono rivelati determinanti e hanno completato un roster stellare. Parliamo di Ian Kinsler, ricordato per il throwing error che è costato gara 3 ma che è diventato un punto fermo della difesa di Cora in seconda base dimostrandolo nelle prime due partite di WS; ma soprattutto Nathan Eovaldi e Steve Pearce.

Il primo, anonimo ex “scarto” Rays e Yankees, ha dimostrato qui a Boston di essere un grandissimo lanciatore capace di iniziare, gestire e chiudere ogni tipo di partita diventando il vero jolly che il manager si è giocato a fine stagione! Giocatore che, ricordiamolo, ha subito in carriera ben due Tommy John Surgery.

L’unico difetto (forse esageriamo) di metà stagione del lineup erano le performances contro i mancini. Tutto risolto con un nome: il super slugger Steve Pearce!! Parliamo semplicemente del Most Valuable Player delle World Series. Colui che si è rivelato il terrore per i pitchers avversari chiudendo le tre serie finali con medie da brivido: 11 hits, 4 fuoricampo ed 11 Rbi!!

Stessa situazione sul mound dove le precarie condizioni di Sale e l’inaspettata crisi di Kimbrel, forse l’unico a soffrire determinate partite, hanno portato l’allenatore a compiere scelte rivoluzionarie effettuando decine di pitching changes mischiando openers e rilievi anche in frazioni di inning.

Ottimi e funzionali alla causa si sono rivelati Joe Kelly, Matt Barnes, Ryan Brasier e l’esperto Rick Porcello.

Il dominio nelle tre gare in California fa riflettere perché avvenuto fra l’altro senza designated hitter e ripiegando dunque un Martinez claudicante e dinoccolato negli esterni perdendo così difensori ottimi anche con la mazza come Benintendi e Bradley Jr!

Il merito di tutto ovviamente è di Alex Cora, il rookie skipper capace di instaurare nel team una mentalità da veterano, riponendo in quei giocatori “minori” una fiducia sostanziale per stare al passo delle poche presunte stelle inserendoli al momento giusto e nel contesto più appropriato. E’ significativo che ad iniziare e chiudere la festa al lancio questa notte siano stati il sempre criticato Price ed il grande Chris Sale, uno dei più forti pitchers dell’ultimo ventennio.

Il primo ha concluso la postseason da protagonista con due vittorie sul monte ed un’impeccabile gara finale, il secondo è stato”premiato” dal coach nella passerella finale per ricordare a tutti il contributo del fenomenale ex “calzino bianco” nei miglioramenti degli ultimi due anni.

L’impressione iniziale di queste “Finals” è stata che i Dodgers abbiano dato tutto quello che avevano per raggiungerle rimasti però poi senza fiato e senza idee. Dopo l’ottimo primo turno con i giovani Braves l’incredibile serie vinta a Milwaukee è avvenuta anche grazie ad errori e rimpianti avversari, a risse e provocazioni di un futuro Bronxer (?) e a i soliti giochi di prestigio di Roberts tipo mischiare ad esempio Jansen e Kershaw da setup o closer, come accadde due anni or sono.

Lo stesso umiliante trattamento subito da CK dai funambolici battitori avversari dimostra da un lato l’età che avanza imperterrita in un campione come lui, dall’altra la differenza tra due squadre dovuta ad una maggiore profondità dei bostoniani.

Ampiezza ottenuta quasi per caso nei playoff dove un bullpen spesso criticato ha trovato una quadra ed è stato quasi impeccabile dopo le prime due gare con gli Yankees e dove i comprimari che avevano steccato gli ultimi due mesi di stagione regolare, compromettendo quasi il record di vittorie, sono risorti e rinati in postseason dando un valore aggiunto ai giocatori d’elite in battuta come Betts (grandiose le sue prese contro Houston), Martinez (svegliatosi in tempo), Bogaerts e Benintendi.

Così come la fiducia acquisita per aver dominato il lineup dei Bombers di New York e gli Astros, la squadra più completa. Fiducia giunta dopo aver rimontato il fattore campo perso nelle prime due partite sia nelle Division che nelle Championship con un’accelerata incredibile che ha sfiancato e impallinato ogni lanciatore si sia fatto avanti, che fosse Verlander, Cole o Tanaka.

Spessore di un roster che permette a Cora di aggredire da subito i partenti avversari e modificare l’ordine in battuta con giocatori di pari livello ai titolari. Ciò evita cambi a gara in corso sia in attacco che nell’infield a differenza dei colleghi avversari.

E’ stata una stagione sfiancante quella di L.A. contornata dagli infortuni (Turner e Seager su tutti) e da una super rimonta che non ha permesso ai californiani di rifiatare nel finale di stagione ma di giocare al top le ultime 10 partite in Regular per arrivare tra le prime 5 in NL nonché disputarne una 163ma da Win or Go Home contro i Rockies e vincere la Conference!

Anch’essi sono stati salvati spesso da comprimari come il “Comeback Player” Matt Kemp, Yasiel Puig e nei Playoff dall’ex Cardinals MVP World Series 2011 David Freese acquisito per allungare il roster e divenuto titolare in prima base grazie ad ottime stats.

Ai Dodgers rimane un’amara riflessione visto anche i sacrifici economici degli ultimi anni ed un monte ingaggio da brivido, l’acquisizione di Machado per assaltare le World Series e l’età di Kershaw arrivato forse al capolinea in California; ma soprattutto l’ultimo trionfo del 1988, con Hershiser sul monte e Mike Scioscia ricevitore, rimane tale.

Non resta che darci appuntamento alla prossima primavera sperando di rivivere le emozioni che Mookie & Co sono stati in grado di darci, sia da tifosi, appassionati o avversari. Dobbiamo essere fieri di aver visto all’opera una delle più forti squadre di sempre che rimarrà negli annali anche a fine secolo! Non male come soddisfazione per chi ama questo Sport!

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