Eccoci qua con l’ultimo articolo sulle previsioni sugli ambitissimi seppur lontani NHL Awards. La stagione regolare ha già emesso molti verdetti: i New York Rangers conquistano il President Trophy, gli Anaheim Ducks sono la prima squadra ad Ovest, Calgary conquista il 3° posto della Pacific e sbatte fuori i campioni in carica di Los Angeles (non succedeva da 9 anni), Minnesota e Winnipeg si sono già qualificate completando così gli 8 seeds ad Ovest; mentre ad Est restano da assegnare le due wildcard che si contenderanno Pittsburgh, Ottawa e Boston.

Ma lasciamo perdere (per il momento) la lotta per i playoff e vediamo chi potrebbero essere il miglior Rookie (Calder Trophy) e il miglior Coach (Adams Award) della stagione 2014/2015.

CALDER MEMORIAL TROPHY

Se l’anno scorso Nathan MacKinnon ha vinto a mani basse il premio di Rookie of the Year, quest’anno la NHL ha portato alla ribalta tre giovani di sicuro avvenire: cominciamo la rassegna con un interessante svedesino…

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Filip Forsberg,  centro draftato come 11st pick nel 2012 da Washington e subito ceduto a Nashville, è alla sua terza stagione NHL, ma questa è la sua prima completa. Già da inizio stagione si è capito che i Nashville Predators non erano più la squadraccia dell’anno scorso.

Uno dei valori aggiunti dei Preds è stato sicuramente questo esordiente di 20 anni, che è stato il top scorer della squadra con 61P (24G 37A) e soprattutto un +15 di +/-. Inserito subito negli special teams, ha fatto sentire la sua presenza anche nei powerplay con 19 punti in superiorità numerica (primo tra tutti i suoi compagni), e tutto questo ha portato alla trasformazione del gioco di Nashville da prettamente difensivo a offensivo.

Vedremo se anche in postseason, Fosberg&Company confermeranno il buono fatto in stagione regolare; sarebbe un peccato il contrario…

Per la seconda sorpresa del 2014/2015 voliamo in Canada sulle sponde del Pacifico…

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Johnny Gaudreau (detto Johnny Hockey) è stato draftato nel 2011 dai Calgary Flames al 4° giro, e, a differenza delle volpi di Washington, la dirigenza dell’Alberta ha deciso di farlo maturare nelle minors per poi farlo esordire nella scorsa stagione, risultato? 1 partita giocata e 1 goal in trasferta a Vancouver.

Che fosse un predestinato lo si capiva già allora, ma quest’anno è stata la sua definitiva consacrazione, dato che il buon Johnny, nativo del New Jersey, ha fatto segnare 24G 39A 63P e un +9 di +/-, risultando il top scorer dei Flames e portando questa storica franchigia ai playoff dopo 6 stagioni di digiuno. Fattore Gaudreau decisivo? Direi proprio di sì…

Non può mancare in questa rassegna la prima scelta assoluta del Draft 2014…

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Aaron Ekblad dei Florida Panthers è stato subito schierato come difensore di I linea da coach Gallant e qualche risultato si è visto, inanzitutto si è passati dai 250 goal subiti lo scorso anno ai 210 goal subiti questa stagione, e questo ha portato Florida a giocarsi un posto ai playoff, praticamente fino a una settimana fa, un bel passo avanti rispetto ad un 2013/2014 anonimo.

Passando alle statistiche personali il 19enne di Windsor (ON) ha segnato 38P (12G+26A) unito ad un +11 di +/- (secondo plus/minus di Florida dietro a Fleischmann), niente male per un esordiente!! Purtroppo queste interessanti cifre non hanno permesso alle “pantere” di raggiungere la postseason, ma non è vietato sperare per il futuro…

Menzione d’onore per i 2 golden boys di Ottawa Mark Stone e Mike Hoffmann, che sono rispettivamente al 3° e 4° posto nella stats dei punti messi a referto dai rookie, con 62P e 48P: se Ottawa farà quella cosina chiamata playoff un po’ di merito ce l’hanno anche loro. Non possiamo dimenticare neanche l’unica gioia della stagione anonima di Dallas, ovverosia John Klingberg: il 22enne svedese con 39P e un+3 di +/- è uno dei migliori difensori rookie di tutta la NHL. Gli Stars hanno il dovere di puntare su di lui…

JOHN ADAMS AWARD

Anche qui, nel premio di miglior coach dell’anno, regna l’incertezza rispetto all’anno scorso quando Patrick Roy (Colorado) ha vinto a mani basse. Ma noi di playitusa non ci perdiamo d’animo e proviamo a fare 3 nomi…

Calgary Flames v Vancouver Canucks

Alain Vigneault è arrivato due estati fa ai New York Rangers, dopo una vita passata in Canada (Montreal e Vancouver). Il compito era arduo: riportare in auge i Rangers dopo le macerie lasciate da John Tortorella. Ebbene monsieur Alain c’è riuscito alla grande riuscendo a combinare l’esperienza degli anziani Nash, SaintLouis e Lundqvist con i giovani (più o meno) Stepan, Kreider e Brassard.

Proprio la fiducia riposta nel vecchio, ma mai domo, Martin St.Louis è stata uno degli ingredienti della ricetta che ha permesso a NY di conquistare la finale di Stanley Cup l’anno scorso e il President Trophy quest’anno. Proprio per la continuità il 54enne coach, originario del Quebec, meriterebbe l’Adams.

Altro piccolo miracolo è stato compiuto a Nashville

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Peter Laviolette, sbarcato la scorsa estate da Philadelphia alla corte dei Predators, ha preso una squadra anonima e prettamente difensivista e l’ha trasformata in una macchina da gol. Non è un caso che la coppia difensiva Josi-Weber sia riuscita a mettere a segno 100 punti tondi tondi in due, ma non è neanche un caso che il rookie svedese citato prima (intendo Filip Forsberg) stia concludendo la sua prima stagione completa in NHL oltre i 60P.

Per lungo tempo Nashville ha dominato la Central Division, salvo poi perdersi un po’ (7 sconfitte consecutive dopo l’All Star Game), ma i giurati del Calder non dimenticheranno la trasformazione che questa squadra ha fatto dalla scorsa stagione grazie a coach Laviolette…

Altro coach a cui il cambio d’aria ha fatto bene è stato…

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Barry Trotz, dopo 15 anni passati a Nashville, è volato nella capitale federale, ovvero alla corte dei Washington Capitals. Quella che si è trovata davanti era una situazione abbastanza precaria: ovvero una squadra Ovechkin-dipendente con la stella russa demotivata dopo un disastroso 2014.

Quello che ha fatto coach Trotz è stato togliere peso dalle spalle del buon Ovi e cominciare a ridistruibire i tiri: infatti il #8 ha fatto i suoi consueti 80P, ma anche il ritrovato Nicklas Backstrom ha fatto scrivere il proprio nome sugli scoreboards per ben 77 volte (18G 59A). Non dimentichiamo anche il grande lavoro fatto coi difensori John Carlsson (+12 di +/-) e Mike Green (+15) che insieme hanno messo a segno 99P (54P+45P). Ora Washington è ormai in postseason, bisogna vedere se si qualifica col 2° e 3° seed della Metropolitan Division, resta il fatto che gli Islanders, sicuri rivali al I turno, non dormiranno sonni tranquilli…

Un altro probabile candidato è sicuramente Dave Cameron, promosso a metà stagione head coach degli Ottawa Senators. Se la franchigia della capitale canadese ora è ancora in piena corsa per i playoff il merito è stato di questo coach che ha dato nuova linfa ad una squadra difensivamente nulla.

Altra menzione d’onore la merita Paul Maurice, che è riuscito a portare la cenerentola Winnipeg alla 2° wildcard ad Ovest, alla sua seconda stagione sulla panchina dei Jets, a dimostrazione che per cambiare bisogna avere pazienza e puntare su progetti a lungo termine: bravo Paul!!!

Arrivederci ai playoff!!!!

#ItsHockeyTime

 

 

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