Non è trascorso poi chissà quanto tempo da quando speculavamo sulla NFC West come la division in grado di mandare ai playoff tutte e quattro le sue componenti, ma si sa, il vero significato della sigla NFL è “Not For Long”. In un intervallo temporale oscenamente breve questa division si è sottoposta a una metamorfosi così radicale da averla resa irriconoscibile.
I Cardinals hanno staccato la spina al progetto Kingsbury-Keim detonando un roster veramente mal costruito, i Rams sono ufficialmente usciti da quella win now mode che li aveva costretti a rinnegare totalmente – e sacrificare – il futuro, i Seahawks sono più che sopravvissuti all’addio di Russell Wilson e i ‘Niners… beh, meglio partire da loro.
Due squadre che, a livelli diversi, possono competere per l’argenteria.
Due squadre che, a livelli diversi, stanno ripartendo da zero: questa è una division spaccata in due, mi sembra evidente.

Doverosa premessa: non parlerò di Trey Lance. Nella malaugurata ipotesi in cui vi foste persi le mie considerazioni sulla debacle Lance in quanto impegnati a vivere la vita, potete recuperarle qui.
Lance non è più un giocatore dei San Francisco 49ers, motivo per cui non può trovare spazio in un articolo in cui si andrà a speculare sul loro autunno/inverno.
La buona notizia, se così si può definire, è che Kyle Shanahan sembra aver definitivamente individuato in Brock Purdy il quarterback capace di portare a termine il lavoro iniziato da Garoppolo. Il prescelto per questo ingrato compito era Trey Lance.

C’è poco da dire, anno dopo anno i ‘Niners possono continuare a vantare uno dei migliori roster della lega, una macchina ben oliata straripante di stelle.
Seriamente, ci sono volte che rischio di restare ustionato dall’invidia a pensare che gente come Trent Williams, George Kittle, Christian McCaffrey, Kyle Juszczyk, Deebo Samuel, Nick Bosa, Fred Warner, Talanoa Hufanga e Javon Hargrave presti servizio per la stessa squadra… quando sufficientemente in salute da poter scendere in campo.
Anche se i limiti di Shanahan sono sempre più di dominio pubblico, il suo acume tattico non può essere messo in discussione e possiamo stare certi che anche a settembre San Francisco si confermerà ben allenata, sempre competitiva e sufficientemente esplosiva da poter vincere contro chiunque.

Dunque, questo è l’attacco di Brock Purdy. O meglio, l’attacco di Kyle Shanahan sarà facilitato dal braccio destro di Brock Purdy che, in realtà, è ben più di un mero esecutore. In una manciata di partite Purdy ha dimostrato di possedere tutti gli attributi caratteriali necessari per avere successo in questa posizione, a partire da un’abbacinante lucidità che un giocatore entrato in NFL nelle sue condizioni non dovrebbe avere. O almeno non così presto nella propria carriera.

Il Mr. Irrelevant più rilevante di cui io abbia memoria è in un’ottima posizione, gioca all’interno di un attacco ricolmo di playmaker che necessitano solamente di qualcuno che allunghi loro il pallone. Al resto ci pensa l’abilità di generare yard senza eguali di Kittle, Samuel, Aiyuk e McCaffrey.
Purdy, nel mentre, fa consistentemente ciò che deve fare un quarterback vincente, ossia prendere le decisioni giusti e adattarsi al gameplan senza mai farne una questione d’ego.
Li vedo pronti per una stagione scoppiettante.

Nulla racconta il loro stato d’animo in vista del 2023 meglio dell’acquisizione di Javon Hargrave, una delle principali ragioni per cui il pass rush dei Philadelphia Eagles è stato capace di concludere lo scorso campionato a quota 70 sack.
Come si può proteggere il proprio quarterback dall’assalto congiunto di Bosa e Hargrave? Non credo sia possibile. Ciò che invece reputo più che possibile sono decisi passi in avanti da parte di Drake Jackson, mentre vuoi mai che Clelin Ferrell…
Fatico a scorgere motivazioni plausibili per una regressione, non vedo perché non debbano confermarsi come una delle migliori difese in assoluto. Ovviamente l’addio di DeMeco Ryans peserà, ma fossi un loro tifoso non sarei particolarmente preoccupato visto che il suo successore, Steve Wilks, sa come far girare ad alti livelli un reparto difensivo.

Se si parla di ‘Niners bisogna sempre tenere presente – e temere – la variabile infortuni, tuttavia li ritengo sufficientemente resilienti da poter sopportare – circa – qualsiasi perdita immaginabile.
La speranza è che questo non sia il caso, ma in una NFC non particolarmente profonda non possiamo permetterci di non annoverarli fra i favoritissimi insieme agli Eagles.
Tutto ciò dando per scontato che Purdy si confermi sui livelli dello scorso autunno, sennò poi avete presente quanti discorsi su Lance saremmo costretti a intavolare?

Nessuno poteva aspettarsi che i Seattle Seahawks si trovassero in questa posizione. L’addio di Russell Wilson avrebbe dovuto condannarli a un fisiologico periodo d’irrilevanza, tant’è che la battaglia per il posto da titolare fra Geno Smith e Drew Lock era stata elevata a emblema del loro inevitabile fallimento.
Un anno e una qualificazione ai playoff dopo, Seattle si prepara a confermare quanto di buono fatto vedere nel 2022 provando, magari, a stupire tutti di nuovo.

Fatico a esprimermi con cognizione di causa su Geno Smith. Quello visto nel 2022 – a momenti – è stato un quarterback funzionale e sufficientemente talentuoso per tenere competitiva la propria squadra contro chiunque, però non possiamo farci abbagliare dalla stupenda storia di redenzione che ha scritto e ignorare un mese di dicembre tutt’altro che esaltante.
Molto saggiamente il front office gli ha rinnovato il contratto per un paio d’anni non dimenticandosi di premiarlo per l’incredibile impresa dello scorso autunno. Così facendo hanno innanzitutto dato continuità a un progetto tecnico che non aveva alcuna ragione di rivelarsi così promettente.

Il reparto offensivo pullula di playmaker, anche se continuo ad avere qualche dubbio su una linea d’attacco particolarmente giovane sull’esterno. L’innesto di Smith-Njigba potrebbe aver dato vita al miglior trio di ricevitori della lega, affiancarlo a Metcalf e Lockett regala a Geno tre paia di mani di primissima qualità che terranno consistentemente sulle spine le difese avversarie: come ci si può concentrare solo su Metcalf con due ricevitori del genere nello stesso attacco?
Un ruolo centrale lo avrà anche il gioco di corse che si appoggerà sul duo Walker-Charbonnet. Considerando quanto successo nelle ultime stagioni nel backfield di Seattle reputo più che intelligente la scelta del front office di aggiungere profondità – e qualità – con Charbonnet, dato che se la storia ci insegna qualcosa è che probabilmente Walker qualche partita sarà costretto a saltarla.

Affinché Seattle possa anche solo sperare di competere ai playoff, sarà necessario che il reparto difensivo compia un tanto netto quanto imprescindibile salto di qualità: vada come vada, non si può sicuramente dire che il front office non ci abbia provato.
I Seahawks visti lo scorso anno erano comicamente incapaci di opporre qualsiasi tipo di resistenza ai giochi di corse avversari, motivo per cui hanno investito pesantemente sul front seven andando ad aggiungere i vari Dre’Mont Jones, Jarran Reed, Mario Edwards Jr., Devin Bush e il rookie Derick Hall. Quasi dimenticavo, per dare struttura e leadership al reparto hanno riportato a casa Bobby Wagner che malgrado il passare del tempo continua a essere un fantastico linebacker.

Ma non è finita qui, poiché sono pure andati a dare una rinfrescata alla secondaria tramite gli innesti del versatile Julian Love e di Devon Witherspoon, quinta scelta assoluta all’ultimo draft. Sulla carta la secondaria induce alla salivazione, l’accoppiata Woolen-Witherspoon sull’esterno supportata dal trio Adams-Diggs-Love dovrebbe funestare la vita di qualsivoglia quarterback, ma sappiamo fin troppo bene che non sempre ciò che ha senso sulla carta trova riscontro nella realtà.
Dovrebbero aver fatto quanto basta per affermarsi come sorprendenti contender, ma in caso di fallimento non me la sento di puntare il dito verso un front office che è andato a puntellare con precisione il roster senza mai fare follie.
Seattle è in una buonissima posizione e ciò, a un anno e mezzo dall’addio del miglior quarterback della loro storia è un qualcosa di sensazionale.

Parlare di Rams e Cardinals ora come ora è parecchio difficile. Entrambe le squadre si apprestano a vivere un 2023 probabilmente avaro di soddisfazioni destinato a trasformarsi nel tipico anno di transizione a cui ogni squadra è condannata una volta concluso un ciclo. Come vedremo nelle prossime righe, però, c’è ciclo e ciclo.
Ogni ricostruzione è una storia a sé, da un lato troviamo i Rams costretti a ripartire – circa – da zero dopo aver portato a termine la missione Super Bowl, dall’altra i Cardinals che in quattro stagioni con Kliff Kingsbury allenatore sono stati capaci di vincere solamente il 43% delle partite giocate strappando un solo pass per la postseason – nel 2021 quando furono eliminati, pensate un po’, proprio dai Los Angeles Rams.

Nel caso di Los Angeles, ciò che mi frena da parlare sfacciatamente di ricostruzione è la mera presenza di Stafford, Kupp e Donald. Il roster dei Rams, al momento, altro non è che il trio di stelle appena citate sommato a una linea d’attacco finalmente in salute – si spera – e una miriade di giovani difensori a cui sarà data una ghiotta opportunità di dimostrare il proprio valore.
Non ho dubbi che fra i tanti volti nuovi qualcuno sia destinato a emergere, tuttavia stiamo pur sempre parlando di una squadra che solamente nel reparto difensivo s’è privata di Jalen Ramsey, Leonard Floyd, Nick Scott, Bobby Wagner, Taylor Rapp e A’Shawn Robinson. Mezza difesa titolare andata in un paio di settimane.

Se al deprimente quadro appena dipinto aggiungiamo le tante difficoltà del reparto offensivo diretto da uno Stafford sempre più malconcio ci metteremo poco ad accorgerci che le ambizioni dei Rams per il 2023 non possano essere poi così alte.
Chiunque fra Stafford, Kupp e Donald ha perso un’ampia porzione di 2022 a causa di un infortunio e questo è a mio avviso un fattore da non prendere sottogamba, chi ce lo può garantire che ritrovino immediatamente la forma dei giorni migliori?
Mettiamo caso che tutte e tre le stelle tornino sui livelli della stagione 2021: quale può essere la prospettiva di questa squadra? Penso possano vincere più partite di quante ci sia concesso credere in questo momento, ma mi risulta veramente impossibile immaginarli competere con l’élite della NFC.

Non ci è dato sapere quanto tempo sia rimasto sull’orologio di Stafford prima dello scoccare della mezzanotte, ma appare evidente che si stia avvicinando a grandi passi alla linea d’arrivo e, fossi in loro, non scarterei a priori l’idea di vendere Kupp e Donald nel disperato tentativo di ricavarci quante più scelte al draft possibili per velocizzare l’inevitabile ricostruzione.
Mi sento piuttosto sicuro ad affermare che Les Snead non esibirà più aprioristicamente il dito medio alle sue amate pick.

La situazione è ancora più disperata, per il momento, in casa Cardinals. Prima di andare avanti, vi invito a porre quanta più enfasi possibile su quel “per il momento”: Arizona non è vittima delle circostanze, tutt’altro. Non ricordo una squadra che abbia deciso di ripartire da zero con altrettanta convinzione – forse Detroit un paio d’anni fa? -, basti guardare il repulisti intrapreso nelle ultime settimane: Ossenfort sta facendo del proprio spremendo quanto più capitale possibile da recenti scelte (sbagliate) del vecchio regime. O da qualsiasi altra cosa di valore rimasta a roster.
In tal senso le trade di Isaiah Simmons e Josh Jones sono molto eloquenti.

Trovo ridicolo concentrarsi sul loro 2023. Per una consistente porzione dell’imminente regular season il loro quarterback titolare sarà uno fra il rookie Clayton Tune e Joshua Dobbs… finché non tornerà Kyler Murray che si troverà a predicare nel deserto dietro una delle linee d’attacco più porose che possiate immaginare e un supporting cast inadeguato.
A proposito di Murray… che ne sarà di quello che dovrebbe essere il franchise quarterback dei Cardinals?
Premesso che non capisco la recente ondata d’odio che lo ha travolto – da quando è uscito il report su quella clausola contrattuale nulla è più stato lo stesso -, va messo in evidenza il lapalissiano fatto che questo front office non abbia alcun genere di legame con Murray, quarterback ereditato dall’ancien regime.
Gannon ha detto tutte le cose giuste dichiarandosi entusiasta di lavorare con lui ma… non c’è bisogno che ve lo dica io, suvvia.

Dovessero concludere la stagione con il peggior record in assoluto, per quale ragione non dovrebbero mettere le mani su un talento generazionale come Caleb Williams?
Ovviamente muovere un quarterback fresco di rinnovo contrattuale – e infortunio grave – è alquanto complicato, ma in una lega così bramosa di signal caller di qualità credo non avranno particolari difficoltà a trovare un front office disposto ad accollarsi il suo contratto.
Il 2023 si preannuncia essere un anno di passione che, però, potrebbe essere immediatamente riscattato dal draft della prossima primavera per il quale hanno a disposizione 12 scelte di cui la metà nei primi tre round. Tra cui la succosa scelta al primo round degli Houston Texans.

Suona bene l’idea di Caleb Williams che la lancia a Marvin Harrison Jr.?
Non vi faccio perdere tempo presentandovi il roster, non ha alcun senso. Non me la sento di pronosticare zero vittorie, ma per lo stato attuale delle cose immaginarsi che nessuno vinca meno partite di loro non costituisce in alcun modo una mancanza di rispetto nei loro confronti.
Come nel caso dei Rams, immagino che fra i tanti giovani mandati allo sbaraglio qualcuno emergerà erigendosi a pilastro attorno al quale costruire i successi del futuro, motivo per cui vi invito a non condannarli al disinteresse: a loro modo sapranno farci divertire, spero.

5 thoughts on “NFL Preview 2023: La NFC West è pronta allo scisma

  1. Dico la mia su Purdy. E’ stata una piacevolissima sorpresa. Lui pare disporre di una delle due o tre qualità che secondo me fanno grande un QB, ossia la freddezza. E a mio parere, in questo dissento da Mattia, questa qualità è più che altro innata. Generalmente, non migliora con l’esperienza, anche se alcune terapie specifiche possono essere efficaci in casi particolari. C’è chi, per indole, soffre la pressione. C’è chi se ne frega, e c’è chi addirittura la usa come stimolo per dare il massimo. Se appartieni alla prima categoria, andrai sempre bene in stagione regolare, ma quando si alza l’asticella, sentirai sempre di più il cambiamento. Purdy da questo punto di vista mi ha stupito, entrando “al volo” in partita e facendo quello che doveva fare, senza orpelli e senza patemi. Bon, mi scuso per il ragionamento abbastanza agricolo.
    Semmai, mi aspetto da lui un miglioramento tecnico. Come giustamente avevi preventivato l’anno scorso, il decollo di Brock è stato “agevolato”, da difese tutto sommato abbordabili. Quando ha iniziato a confrontarsi con i migliori della classe, la differenza un po’ s’è vista. Anche se ripeto, per fortuna non è deragliato e questo, ricollegandomi al discorso di prima, è la cosa più importante. Mi aspetto che un anno di esperienza in più a livello di titolare NFL, di allenamenti, di studio con lo staff e con tutta la squadra facciano vedere degli effetti tecnici.

  2. Vero, ma come lui ha un anno in più di esperienza, allo stesso modo chi lo affronta ha una base di conoscenza di lui che (giocoforza) l’anno scorso non aveva. In questo senso, l’avere accanto playmakers versatili e un attacco col potenziale di mandare al manicomio buona parte dei DC della lega lo aiuta non poco. Diciamo che più che la corsa divisionale che dovrebbe essere abbastanza scontata (bella squadrina Seattle, ma nessuno credo si aspetti di trovarli al Super Bowl), diversi banchi di prova interessanti già in regular season dovrebbero arrivare dagli incroci con la NFC E e la AFC N.

    • Vista la.qualita del roster, mi stupirei in negativo se non dovessero vincere la division. Anche se alla fine l’importante è mettersi dentro, dato che i playoff secondo me sono un altro sport.
      Quanto a Purdy, non credo che gli altri si gioveranno moltissimo della.sua conoscenza (tranne chi magari poteva averlo preso sottogamba) in quanto le sue qualità non sono di quelle esclusivamente fisiche sulle quali puoi, come dire, prendere le misure. Comunque vedremo, io sono abbastanza fiducioso: quando un qb emerge così dal nulla, di solito è una bella cosa perché i suoi pregi sono quelli che non si vedevano a prima vista. E quindi sono i più importanti.

  3. San Francisco sicura favorita nel West, come d’abitudine hanno messo in piedi un roster per arrivare in fondo. Sempre che facciano pace con Bosa e che per una volta la sfortuna non si accanisca…
    Seattle dovrà confermarsi, ma anche a me sembra un roster da playoff in NFC.
    Arizona candidata ad una stagione da tanking.
    Mi piange il cuore invece per i 3 Hall of famers dei Rams, salvo miracoli dai giovani del draft.
    Bold trade prediction per ognuno dei 3:
    – Patriots che tornano contenders con Stafford;
    – Kupp a Denver per resuscitare Wilson;
    – Donald ai Bills per un altro anello

  4. Per scaramanzia non faccio pronostici tantomeno previsioni, i Niners devono mettere un talismano antisfiga grande quanto lo stesso Levis Stadium dentro lo spogliatoio e di fianco alla panchina. Per il resto sono molto ben attrezzati per arrivare fino in fondo.
    Discorso a parte per Bosa, come ho già detto nel commento all’articolo sulla trade di Lance, in questo momento il vero attentatore al successo finale è quella TdC di Lynch. Speriamo che la famiglia Di Bartolo se lo levi dai cabbasisi il prima possibile. Fare il gioco di forza con Bosa per non dargli, se non quanto chiede, almeno il giusto compenso economico per il rendimento e il titolo di DPOY, avendo messo Hargrave a roster, equivale a tagliarsi le palle per far dispetto alla moglie…… 🤦‍♂️

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