La serie tra Atlanta Hawks e Chicago Bulls non si sta certo rivelando scontata, nè priva di colpi di scena. Proprio quando Chicago sembrava aver ritrovato una grande difesa ed un Rose sempre più preciso, è arrivata la orgogliosa reazione di Josh Smith e compagni, i quali hanno vinto 100-82 in casa ed hanno pareggiato la serie.
In effetti gli Hawks erano chiamati ad una prova convincente, e l’hanno fornita: anche questo è un segnale della crescita di questa squadra, che pur mantenendo gli stessi giocatori ha fatto un salto di qualità a livello mentale. Negli scorsi anni li avremmo visti sciogliersi come neve al sole, e invece stavolta stanno lottando per arrivare il più avanti possibile.
La prima mossa importante arriva dal loro allenatore, Larry Drew, che decide di accantonare un fin qui mediocre Marvin Williams per inserire il centro Jason Collins. In questo modo Smith viene spostato nella posizione di ala piccola, mentre Horford agisce come ala grande con più possibilità di giocare lontano dal canestro.
Il primo quarto risulta equilibrato, con gli Hawks che finiscono avanti di appena 2 punti (28-26). Colpisce la differenza tra i tiri liberi tentati dalle due squadre, con i padroni di casa che ne tirano appena uno mentre Chicago ne tira ben 13.
Anche il secondo quarto risulta equilibrato quanto il primo, tanto è vero che il vantaggio di Atlanta si assottiglia di un solo punto. Johnson (15 punti) e compagni finiscono avanti per 47-46, mentre dall’altra parte è Rose il top scorer con 13 punti messi a segno.
All’inizio del terzo quarto i padroni di casa partono forti e arrivano anche ad 8 lunghezze di vantaggio, ma si fanno poi rimontare da Chicago che sfrutta i canestri importanti realizzati da Boozer.
Si entra nell’ultimo quarto con gli ospiti avanti per 69-67, e i Bulls si affidano ripetutamente a Rose, che pur rendendosi protagonista di alcune giocate importanti commette anche parecchi errori.
L’MVP tira ben 12 volte nel corso dell’ultimo periodo, mentre i suoi compagni tentanto appena 5 conclusioni in tutto. Atlanta risponde con l’ottimo contributo di Smith, Horford e Teague, e trova i punti necessari per portarsi in avanti e restarci fino alla fine.
QUI HAWKS: COSA E’ ANDATO, COSA NO
Agli Hawks serviva energia, esperienza e grinta: per questo coach Larry Drew ha scelto di inserire Collins e di levare Williams, che fino ad ora non è entrato nella serie.
Collins non ha giocato molto (appena 12 minuti), ma non è stato l’unico cambiamento operato dallo staff tecnico di Atlanta. Sotto canestro si è puntato molto di più su Pachulia, che ha giocato 25 minuti ed ha catturato 9 rimbalzi, ma soprattutto l’impiego di questi due lunghi ha permesso a Josh Smith di avere più libertà.
Smith ha ripagato questa scelta con una prestazione eccellente, e sebbene non avesse disputato un buon primo tempo è stato bravo a crescere con il passare dei minuti. Il suo tabellino dice 23 punti, 16 rimbalzi ed 8 assist, e soprattutto un secondo tempo da incorniciare.
Buonissimo è stato anche il contributo di Horford, che in difesa è stato aiutato da Collins e Pachulia e ne ha beneficiato anche in attacco. Egli ha segnato 20 punti con un buonissimo 9 su 11 al tiro.
Infine, le tre guardie: Teague si è confermato ancora una volta come un’ottima riserva, segnando 12 punti, ed altrettanti ne ha messi a segno Crawford. Johnson, invece, ne ha realizzati 24 con 9 su 14 dal campo, ed è risultato il trascinatore di Atlanta insieme a Smith.
Difficile trovare qualcosa di negativo nella squadra che è scesa in campo ieri sera. Tutto ha girato alla perfezione, tranne Williams che ha giocato 15 minuti ed è rimasto a secco, sbagliando tutte e 5 le conclusioni tentate. Che fosse davvero lui il problema?
QUI BULLS: COSA E’ ANDATO, COSA NO
Tra le fila dei Bulls invece diverse cose non sono andate per il verso giusto. Innanzitutto la difesa, soprattutto in area, dove sono stati concessi troppi punti e troppa libertà agli attaccanti avversari.
E anche in attacco ci sono stati molti fattori negativi, che hanno indirizzato la partita in un senso avverso ai ragazzi di coach Thibodeau. Segnaliamo ancora una volta una serata storta di Korver al tiro: quando il tuo tiratore più bravo sbaglia 7 conclusioni su 8 parti con un bell’handicap.
Poco incisivo anche Deng, il quale dopo aver segnato 7 punti nel primo quarto ne ha aggiunti soltanto 6 nei successivi tre, chiudendo con un mediocre 5 su 14 dal campo. Anche in difesa il nigeriano non ha fatto la differenza, e lo stesso dicasi per Joakim Noah.
Infine, il capitolo Rose. Quest’ultimo si è reso certamente autore di grandi giocate, ed ha chiuso con 34 punti e 10 assist a referto, ma ha anche commesso molti errori decisivi: un esempio? 32 tiri tentati, 20 sbagliati, di cui alcuni nel finale di partita.
E proprio l’ultimo quarto rappresenta una nota dolente per Chicago, che si è affidata troppo al suo fuoriclasse. Rose si è preso ben 12 tiri sui 17 totali, e non è un caso se la squadra ne ha risentito in attacco ma anche in difesa. Con quale voglia potevano difendere i giocatori, sapendo che dall’altra parte del campo non avrebbero toccato palla?
DICHIARAZIONI POST-PARTITA
Larry Drew (Atlanta Hawks): “Io e Josh (Smith) abbiamo parlato di quello che avrebbe dovuto fare in questa partita. Lo conosco, so cosa può darci. Se lui spinge il suo gioco in transizione, sfrutta la sua abilità a rimbalzo ed il suo atletismo può darci una grande mano. Stasera lo abbiamo visto, ha giocato in modo fenomenale ed è raro trovare un giocatore che sappia incidere in questo modo su entrambi i lati del campo”
Josh Smith (Atlanta Hawks): “Ho provato a fare quello che Luol Deng fa per i Bulls. Lui per esempio gioca molto bene senza palla e sa come attaccare il canestro, ed io volevo fare lo stesso per la mia squadra. I giornalisti mi hanno massacrato per Gara-3, ed hanno detto che ero io il responsabile della sconfitta. Volete darmi la colpa? Bene, fatelo: io sono un uomo e lo accetto. Come diciamo nello spogliatoio, “i momenti difficili non durano, mentre gli uomini forti sì”. Ed io credo di essere un uomo forte”
Tom Thibodeau (Chicago Bulls): “Non mi è piaciuta la nostra difesa nell’ultimo quarto. Gli Hawks attaccavano il nostro canestro, entravano in area e gli abbiamo reso la vita troppo facile. Per quanto riguarda il nostro attacco, non ho alcun problema per come ha giocato Rose negli ultimi minuti. E’ stato aggressivo, e credo che abbia anche subito dei falli non fischiati”
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“La vita è una metafora del basket” (Phil Jackson)
Finalmente Smith ha giocato come deve giocare e cioè vicino al canestro e non come in troppe partite in cui si ostinava a tirare dalla lunga distanza snaturando così il suo gioco.