Che Las Vegas fosse una città unica al mondo, già si sapeva. Si poteva fare meglio? Barrare la voce “SI, ESAGERATAMENTE!”.

Se a Londra ero rimasto quasi allibito dall’organizzazione di quella partita/settimana, quello che ho visto in questi 2 giorni in Nevada va oltre qualsiasi immaginazione. Onestamente non so nemmeno da dove iniziare. Provo a buttare giù dei pensieri in un qualche ordine sensato.

Partiamo dall’accoglienza per chi, come me, sta cercando di raccontare a te tutto ciò che vede, sente, prova, assapora.

Diciamo subito che non sono un super-tecnico, ma semplicemente un appassionato “pazzo” che ha deciso di investire parte del suo denaro e del suo tempo, sottraendolo ad altro, per vivere un’esperienza credo unica nel suo genere.

Fatta questa dovuta premessa, dicevo…accoglienza. Aereo in ritardo, mando una mail da Salt Lake City (ps: se vuoi vedere l’odissea vissuta nel lungo viaggio, guarda questo video) al classico indirizzo dove scriveranno in migliaia, implorandoli di aspettarmi per la consegna del media-pass.

Bene: 1) mi hanno risposto alla mail 2) mi hanno aspettato. Chapeau!

Un po’ (tanto) trafelato, mi dirigo verso lo stadio a piedi…ma c’è uno shuttle! Per 5′ di strada, la NFL ha messo a disposizione un pullman da 52 posti. Eravamo su in 2, io e Tony (in realtà si chiama Antonio, ha origini italiane da nonni friulani) con cui parlo per quasi tutto il lungo tragitto. Segue abitualmente i Raiders durante la stagione NFL e odia Garoppolo.

Buono. Mi guida lungo l’avvicinamento allo stadio che già avevo visto dal pullman e tutto inizia a prendere forma: sono davvero a Las Vegas e quello è l’Allegiant Stadium e credo che la mia faccia valga più di mille parole scritte.

Prima di entrare, noto qualcosa di strano più in basso rispetto al nostro cammino: Tony mi illumina dicendomi che quello è il prato che verrà utilizzato domenica nella partita. Fatto ex-novo, è fuori dallo stadio per 2 semplici motivi: è in erba vera e non può essere calpestato. E’ coperto perchè stranamente a Las Vegas sta piovendo forte da parecchi giorni. Gli dico che solitamente quando mi muovo io per il football, c’è la neve (qui la mia avventura del 2022 se vuoi vederla).

Superati anche gli ultimi controlli, di Tony perdo le tracce quasi subito. Troppa gente, troppe scale e un soprattutto un profumo di cibo che mi porta al settore 300 dove, e torniamo alla parola “accoglienza”, la NFL ha riservato un ricco buffet di benvenuto a tutta la stampa. Dico solo che c’erano delle fantastiche costine in salsa berbecue…e ho detto tutto! Mi affaccio sul campo e l’effetto è il classico “effetto-wow”.

Che faccio? Ovvio che mi catapulto di sotto per assaporare dal basso la stessa cosa. E soprattutto per vedere i giocatori da vicino…ma da vicino vicino. Tra i privilegi concessi a chi come me ha il pass “Media Workroom”, c’è quello di poter andare proprio fianco a fianco dei protagonisti sulla moquette accuratamente preparata per l’occasione, con tanto di EndZone dedicate ad entrambe le squadre.

Vi spoilero una cosa: il media-workroom NON da diritto all’accesso per la partita. Ma non preoccuparti, in qualche modo farò

Alle 19 vengono presentati i 49ers….si, come puoi immaginare, alle 17 io ero ancora in aeroporto e la presentazione dei Chiefs me la sono persa. Con quello che hanno fatto ai miei Bills, non mi si è spezzato il cuore. Ma comunque, provvederemo più avanti a rimediare e cercare di incrociare anche loro…

Oltre ai giocatori, ho avuto anche l’onore di fare qualche foto con le cheerleader dei 49ers che è sempre un lieto piacere.

Fatto questo sacrificio, torno a girare per i vari “palchi” da dove ogni giocatore…diciamo quelli più importanti…viene massacrato di domande da chiunque. Basta armarsi di pazienza, mettersi in coda (ps: da Armstead non c’era poi così tanta fila, invece da Purdy c’era il numerino come dal macellaio).

Dopo quasi 45′ ininterrotte di domande, i giocatori se ne vanno e la security cordialmente ci invita ad andarcene. Prima, però, vedo con la coda dell’occhio il buon Scott Hanson di “Red Zone” e prima gli chiedo una foto, poi riesco a strappargli anche un video che chiude, per me, al meglio una giornata eterna (30 ore sveglio in maniera continuativa, in quanto sull’aereo io non dormo manco con i sonniferi)

That’s it, baby. Per le prossime puntate, rimanete sempre sintonizzato su Play.it che di cose da raccontarti qui ce ne sono e ce ne saranno.

See you sooooooon!

5 thoughts on “Live from Las Vegas: qui è proprio un altro mondo!

  1. Il pass Press non da diritto a vedere la partita?…..
    Finalmente un paese serio! No come qui da noi, dove basta avere il tesserino da pubblicista per entrare a sbafo ovunque

    • È lo stesso paese dell’NBA: 82 giornate di puro circo per arrivare al basket i primi di maggio.
      In NFL filtrano perché ha un indotto mostruoso e ultimamente se ne approfittano vari pagliacci ‘vip’ per mettersi in mostra: ogni pagliaccio in più aumenta la richiesta di security eccetera.

      • Appunto!! Comunque non era una critica all’articolo, voglio precisare.
        Nutro della sana invidia per te che sei lì e respiri quella atmosfera.

  2. Qui nel profondo centro italia si pensa ( quei pochi che impazziscono per l’NFL ) al SB di domenica. Avere resoconti di ciò che intanto avviene a LVeg a ns insaputa è meraviglioso e prepara con maggiore intensità al giorno. Grazie e… continua

  3. Ah, sei quello che ha intervistato Roberto Gotta: qualche sera fa ho visto la prima parte sul baseball, poi mi sono dimenticato di vedere le altre parti, ma adesso vado a recuperarle 😃 .

    Sono davvero felice per te: goditela più che puoi, ma mi raccomando, stai lontano dalle macchinette mangiasoldi. Meglio investire in magliette e berrettini 😁 !

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