Buon anno a tutti e a tutte, lasciatemi cominciare il prima possibile ché questo sarà un maxi-riassunto. Andiamo in ordine cronologico.

L’anticipo fra Dallas e Detroit non ha minimamente deluso le aspettative, anche se purtroppo della partita andata in scena sabato ricorderemo probabilmente solo una flag: a spuntarla sono stati i Dallas Cowboys con un 20 a 19 che definire controverso sarebbe un eufemismo.
Il punteggio finale a primo acchito è sorprendente, in campo dopotutto c’erano due fra i migliori reparti offensivi della lega, ma una partita decisa da un errore non poteva che essere scandita da una serie di errori, come l’intercetto lanciato da Prescott alle porte della red zone, o il fumble di CeeDee Lamb sulla goal line mentre stava provando ad allungare il braccio per mettere a segno un touchdown.

Non che i Lions siano stati da meno, in quanto fra i due intercetti di Goff e il turnover on downs sulle 4 di Dallas questi hanno lasciato – e in alcuni casi regalato – parecchi punti per strada.
Per necessità di cronaca permettetemi di partire dal touchdown di Brandin Cooks a sette minuti abbondanti dal fischio finale, quello del 17 a 13 Cowboys – da segnare pure uno da 92 di un leggendario CeeDee Lamb che ha concluso con 13 ricezioni per 227 yard e un touchdown.
Un veloce scambio di punt ha preceduto il potenziale game winning drive di Detroit che, sotto di quattro lunghezze, aveva a disposizione più di due minuti per mettere a segno il touchdown della vittoria.

Una giocata pazzesca di Donovan Wilson, però, ha funestato i sogni di gloria dei Lions in quanto il sottovalutato safety dei Cowboys è riuscito ad anticipare alla perfezione un lancio rivolto a Sam LaPorta mettendo a segno un intercetto in tuffo di altissima fattura. Con poco più di due minuti rimasti sul cronometro a Dallas sembrava poter bastare un primo down per chiudere definitivamente i conti, ma uno sciagurato sgambetto di Hendershot ha allontanato la chiusura del down di altre 15 yard, costringendoli così ad accontentarsi di un piazzato.
Detroit, senza più timeout ma con comunque un centinaio di secondi fra le mani, ha cominciato a muovere metodicamente le catene affidandosi ai suoi due playmaker più produttivi, LaPorta e St. Brown. Il touchdown del pareggio è stato proprio firmato da quest’ultimo che, però, non ha messo a segno il touchdown del pareggio in quanto Dan Campbell, in pieno stile Dan Campbell, voleva vincere: conversione da due punti, quindi.

La conversione è un successone, Goff sorprende la difesa di Dallas lanciando al tackle Taylor Decker completamente libero, solo che non poteva finire così, assolutamente no: illegal touching di Detroit, Taylor Decker non si è dichiarato eligible agli arbitri prima della giocata, quindi non poteva ricevere quel pallone.
Il problema sta tutto nel fatto che Decker sia andato dall’arbitro Brad Allen a dichiararsi eligible – guardate il tweet sotto, direi che non ci sia spazio per i dubbi. Tendo a evitare di pronunciarmi sulle decisioni arbitrali, ma in questo caso l’errore è così lapalissiano che non posso nascondermi dietro il desiderio di essere democristiano, questo è l’ennesimo sbaglio che ha deciso una partita commesso da un arbitro che quest’anno con le sue decisioni ha condizionato un numero inaccettabile di risultati.

Niente da fare, quindi, penalità fischiata contro i Lions. Campbell, sempre più Campbell, opta per la perseveranza e malgrado le yard da coprire siano sette decide di provare nuovamente la conversione da due che, questa volta, fallisce: attenzione, fuorigioco di Parsons, Detroit ha un’altra possibilità da una distanza più ragionevole… ma pure questo tentativo si conclude con un nulla di fatto, il passaggio è troppo corto e incontra il terreno ben prima delle mani del tight end James Mitchell.
È un peccato che sessanta minuti di football emozionante – seppur sciatto – finiranno occultati da un’unica, disastrosa decisione arbitrale.
Provo a chiudere con una nota positiva: che bel giocatore è diventato CeeDee Lamb?

Doveva essere la partita della settimana, tuttavia ciò che hanno fatto i Ravens ai Dolphins difficilmente può rientrare nella definizione di partita: con un 56 a 19 che lascia poco spazio all’immaginazione Baltimore si è garantita il primo seed in AFC.
Apparentemente Lamar Jackson bazzica spesso su Twitter, non ho altre spiegazioni. A pochi giorni di distanza dal collettivo strappo di capelli causato dalla scarsa brillantezza delle sue statistiche individuali, Jackson si è regalato una partita che dovrebbe aver definitivamente chiuso la corsa all’MVP lanciando più touchdown che incompleti: contro Miami Jackson ha completato 18 dei 21 passaggi tentati per 321 yard e cinque touchdown, cifre che ci restituiscono un passer rating perfetto.
In realtà, per più di metà contesa Miami è rimasta abbondantemente in partita portandosi sotto di due possessi all’inizio dell’ultima frazione di gioco, ma memore di quanto successo più di un anno fa Baltimore non ha tolto il piede dall’acceleratore e ha continuato ad attaccare a testa bassa mettendo a segno tre touchdown negli ultimi dieci minuti di gioco.

Blindano il primo seed pure i San Francisco 49ers che con un agevole 27 a 10 ai danni dei poveri Commanders si sono garantiti una fondamentale settimana di riposo che contribuirà in qualche modo a svuotare un’infermeria che ieri ha accolto pure Christian McCaffrey a causa di un fastidio al polpaccio – non sembrerebbe trattarsi di nulla di grave, è stato tolto dalla partita per precauzione.
Esattamente come nel caso dei Ravens, il punteggio finale ci dice tutto quello che dobbiamo sapere di una partita mai veramente in dubbio. Purdy e i 49ers in generale si sono presi cura efficacemente del pallone senza però mai rinunciare all’esplosività mentre Washington, dall’altra parte, ha tenuto il possesso per la miseria di meno di 22 minuti, un tempo insufficiente a impensierire una corazzata come San Francisco.

A favorire il “doppio” successo dei 49ers ci hanno pensato gli Arizona Cardinals che hanno inguaiato ulteriormente i Philadelphia Eagles andandoli a battere in extremis con un 35 a 31 che ha messo nudo la squadra allenata da Sirianni.
L’attacco di Hurts non ha giocato particolarmente male quando ha avuto modo di scendere in campo. Lo specifico perché Kyler Murray e compagni hanno dominato la battaglia relativa al tempo di possesso con 39 minuti e 39 secondi che hanno indubbiamente sfiancato la difesa degli Eagles incapace di opporre resistenza al gioco di corse avversario – 221 rushing yard per Arizona che ha guadagnato circa il doppio dei primi down di Philadelphia, 32 a 17.

Sopra 21 a 6 al termine della prima metà di gioco, Philadelphia si è lasciata scivolare dalle mani una vittoria apparentemente agevole facendo terminare con un touchdown ogni singolo drive avversario, un ritmo a cui l’attacco di Hurts non ha saputo adeguarsi. Sapete come la penso, quando si perde pur avendone segnati trenta è il reparto difensivo quello che dovrà essere messo alla sbarra. Eccezion fatta per una pick six figlia di un errore di comunicazione fra Murray e Wilson e di uno sforzo sovrumano di Sydney Brown, non sono stati in grado di fermare l’inarrestabile marcia di James Conner che ha messo a segno un paio di touchdown fra cui quello della vittoria a una trentina di secondi dal termine.
Il drive della disperazione dei padroni di casa si è concluso con un intercetto in end zone di Joey Blunt.

Nel 27 a 21 con cui Buffalo è sopravvissuta a New England non solo troviamo riassunto tutto quello che non è andato per il verso giusto ai Patriots in questa stagione, ma pure il presupposto necessario a rendere memorabile l’ultima settimana di regular season: la vittoria dei Bills combinata con la sconfitta dei Dolphins ha reso determinate il testa a testa di domenica prossima. Chi vince si garantirà il titolo divisionale.
E pensare che fino a un mesetto fa il discorso AFC East sembrava essere definitivamente chiuso. Non è stata una partita facile per i Bills, Allen ha faticato a completare la metà dei lanci tentati racimolando solamente 169 passing yard, anche se per fortuna sua e di Buffalo ci ha pensato il povero Bailey Zappe a sopperire a ogni loro eventuale mancanza commettendo turnover a ripetizione: 20 dei 27 punti di Buffalo sono arrivati o grazie o a seguito dei quattro turnover di cui si è macchiata New England.
Segnalo una pick six dell’ispiratissimo Rasul Douglas che ha concluso il proprio pomeriggio con due intercetti.

Malgrado una quantità imprevista di pathos, missione compiuta per i Los Angeles Rams che si sono garantiti un posto ai playoff scampandola 26 a 25 su dei tanto combattivi quanto imprecisi New York Giants.
Los Angeles non è mai riuscita a dare lo strappo decisivo e a lasciare nella polvere New York che, a sua volta, non è stata in grado di opporre alcun tipo di resistenza al sempre più eroico Kyren Williams che ha firmato tre dei quattro touchdown messi a segno da Los Angeles in un pomeriggio in cui chi di dovere calcia palloni ha davvero faticato a spedirlo in mezzo ai pali. Havrisik dei Rams ha infatti sbagliato due extra point, mentre Mason Crosby – sì, quel Mason Crosby – è stato più equo ciccando sia un extra point che il piazzato da 54 yard che quasi certamente sarebbe valso la vittoria ai Giants.
Pesantissimo in tal senso pure l’errore di Tyrod Taylor sulla conversione da due dopo il touchdown su punt return di Olszewski: il suo lancio per un liberissimo Barkley si è imperdonabilmente spento alle spalle del running back.

Pratica playoff – e division – liquidata pure per i Kansas City Chiefs che sono tornati al successo contro dei Bengals non più particolarmente ispirati: a rendere possibile il 25 a 17 finale ci ha pensato principalmente Harrison Butker che ha realizzato ben sei field goal capaci di sopperire alla deprimente sterilità dei Chiefs in red zone, porzione di campo che fino a non troppo tempo fa dominavano.
Come già detto, la speranza per i Chiefs deve essere quella di trovare miracolosamente ritmo ai playoff, pure ieri l’attacco è apparso spesso troppo legnoso per essere vero: in particolare, KC ha faticato sui terzi down convertendone solamente 3 su 12 – immagino che le tre ricezioni per 16 yard di Travis Kelce abbiano dato un apporto fondamentale a tale inefficienza.
Sugli scudi Pacheco che con 165 yard dallo scrimmage ha perlomeno fornito del necessario supporto a un Mahomes sempre più solo.

Week 18 si rivelerà decisivo anche per il destino della AFC South in quanto tutte e tre le squadre in lizza per i playoff hanno iniziato l’anno con una vittoria.
La più sofferta è senza ombra di dubbio stata quella degli Indianapolis Colts, un 23 a 20 sui Las Vegas Raiders reso possibile da una sfuriata dei ragazzi di coach Pierce durante gli ultimi minuti di gioco. Sotto 20 a 10 con metà dell’ultimo quarto ancora a disposizione, O’Connell e compagni hanno come per magia trovato il ritmo che li aveva elusi fino a quel punto con due scoring drive intervallati da un piazzato di Matt Gay che, col senno di poi, si è rivelato essere decisivo per Indianapolis.
Partita malinconica quella di Davante Adams che con 13 ricezioni per 126 yard e due touchdown ci ha ricordato quanto sprecato sia il suo talento in una squadra del genere.

Tutto troppo facile per i Jacksonville Jaguars che seppur costretti a rinunciare a Trevor Lawrence non hanno avuto alcuna difficoltà a sbarazzarsi 26 a 0 di ciò che rimane dei Carolina Panthers.
La sterilità dell’attacco guidato da Young – 124 yard di total offense e solo un terzo down convertito sui 13 giocati – ha permesso a Beathard e compagni di sopravvivere a uno scabroso 1 su 5 in red zone. Oltre che al kicker McManus a far correre il punteggio ci ha pensato Travis Etienne con un paio di touchdown che hanno regalato a Jacksonville una vittoria più che tranquilla…

…proprio come quella dei Texans sui Titans. Nel giorno del rientro di C.J. Stroud i ragazzi di coach Ryans hanno liquidato l’agevole pratica Titans con un secco 26 a 3. Esattamente come nel caso dei Panthers, i Titans non sono riusciti a combinare niente in attacco convertendo solamente un terzo down e guadagnando la miseria di 134 yard di total offense mentre Houston, senza fuochi d’artificio, continuava a incrementare il proprio vantaggio un piazzato alla volta.
Tutto si deciderà la settimana prossima.

Sconfitta davvero brutta quella rimediata dai Buccaneers davanti ai propri tifosi per mano dei migliori New Orleans Saints della stagione. Il 23 a 13 finale è alquanto fuorviante, i Saints hanno dominato per tutta la contesa tant’è che i primi punti della giornata dei Bucs sono arrivati a poco meno di otto minuti dal fischio finale.
Atipicamente sciatti con il pallone, Mayfield e compagni hanno commesso quattro turnover che, intuitivamente, li hanno messi con le spalle al muro mentre Carr e compagni giocavano una buona partita tenendo in mano il pallino del gioco a suon di corse.
Brutta battuta d’arresto questa per i Bucs, ma per loro fortuna una vittoria domenica prossima contro i Panthers garantirebbe loro il titolo divisionale.

La matematica al momento è l’unica consolazione per i poveri Atlanta Falcons umiliati 37 a 17 da dei Chicago Bears che mi sono piaciuti davvero: se i ragazzi di Arthur Smith sono ancora in corsa per i playoff lo devono esclusivamente all’aritmetica.
Atlanta ha giocato una partita pessima scandita da errori – quattro intercetti – e da atipiche difficoltà in run defense: il gioco di corse dei Bears ha prodotto ben 268 yard che oltre ad aver permesso a Fields e soci di dominare il tempo di possesso hanno costretto Heinicke e Ridder all’imprecisione e alla grossolanità, non le migliori condizioni sotto cui operare per un attacco con queste difficoltà.
Nell’ultimo mese Fields ci ha messo davanti a una serie di miglioramenti che renderanno interessantissimi i primi mesi di offseason: cosa farà Chicago con la prima scelta assoluta? La venderà a peso d’oro a dei Falcons che hanno disperatamente bisogno di un quarterback? Sto degenerando, scusatemi.

Ottima vittoria quella degli Steelers sui Seahawks, un 30 a 23 che li tiene in corsa per i playoff – domenica prossima Baltimore potrebbe scendere in campo con le seconde linee.
Per la seconda settimana consecutiva l’attacco guidato da Rudolph si è dimostrato consistente ed esplosivo sia via terra che via aria, dato che il nuovo sindaco di Pittsburgh ha completato il 75% dei lanci tentati tenendo le catene perennemente in moto e apparecchiando la tavola per il duo Harris-Warren che ha prodotto quasi 200 rushing yard e ben tre touchdown. Seattle non ha sicuramente sfigurato ma in una partita punto a punto come quella di ieri uno strip sack sulle proprie 25 a metà dell’ultimo quarto costituisce una vera e propria condanna a morte: Pittsburgh, sopra di sette, a seguito di questo fumble ha incrementato il proprio vantaggio di tre punti che sono valsi loro due possessi di vantaggio, un baratro da cui Seattle non è stata in grado di uscire.

Difficile mettere insieme decine di parole sul 16 a 9 con cui i Broncos di Stidham si sono imposti sui Los Angeles Chargers. Quella andata in scena a Denver è stata una partita oltremodo noiosa nella quale i kicker hanno rubato la scena a tutti mettendo a segno ben 19 dei 25 punti complessivi.
Il reparto offensivo di Denver, sotto la guida Stidham, è stato davvero consistente… rispetto a quanto fatto vedere finora in stagione: no, non è arrivata la tanto agognata “scossa”, Denver ci ha regalato i soliti sbadigli mentre Los Angeles, più spuntata che mai, non trovava modo di mettere insieme un drive sensato. Possiamo andare oltre?

Tornano prepotentemente al settimo posto in NFC i Green Bay Packers grazie al netto 33 a 10 sui poveri Minnesota Vikings: sugli scudi un Jordan Love da quattro touchdown totali che ha demolito sistematicamente ciò che resta della difesa dei Vikings.
Il punteggio finale ci restituisce efficacemente quanto andato in scena a Minneapolis, Green Bay ha dominato per tutti e sessanta i minuti di gioco chiudendo la prima metà sopra 23 a 3 e amministrando senza alcun problema il vantaggio negli ultimi due quarti.

13 thoughts on “Il riassunto della diciassettesima domenica del 2023 NFL

  1. Buffalo è in una posizione allucinante: se vince l’ultima partita è testa di serie n. 2, se la perde rischia seriamente di non fare i playoff.

    Dipenderà molto dalla decisione di Baltimore se schierare i titolari con Pittsburgh oppure optare per le seconde linee, come dice Mattia. Spero che alla fine pensino che tenere fermi i titolari due domeniche di fila faccia perdere loro il ritmo e quindi li scherino.

    • Scopro ora che Miami-Buffalo sarà il sunday night, mentre Pittsburgh giocherà addirittura il sabato. Almeno sapremo in anticipo se saremo obbligati a vincere.

      Buon anno anche a voi!

    • Meglio tenere fermi e integri i titolari che rischiare, visto il record, altri infortuni.
      Quelli che abbiamo in infermeria bastano e avanzano…sti cavoli della rivalità coi steelers

      • Sì, non credo che la rivalità con gli Steelers influenzi in qualche modo la decisione. La questione riguarda tenere fermi i titolari due domeniche, visto che quella dopo Baltimore avrebbe il bye: significherebbe aver giocato il 31 dicembre e tornare in campo il 21 gennaio; tre settimane di stop potrebbero arrugginire l’ingranaggio. Potrebbe anche esserci una via di mezzo: schierare i titolari solo per mezza partita.

        Va detto che Buffalo andrebbe ai playoff anche con una sconfitta di Jacksonville con Tennessee: sembra improbabile, ma mai dire mai. Certo, mi seccherebbe non andare ai playoff dopo il finale di stagione che abbiamo fatto.

    • Si ti garantisco che Baltimore schiererà le riserve, si capisce anche dall’ uscita della quota di Pittsburgh oltretutto già crollata. Almeno al momento le cose stanno così e non penso cambieranno

      • Beh, trovarsi lungo la strada per Las Vegas i Bills che da un mese giocano (e soprattutto vincono: vincere aiuta a vincere) partite “di playoffs” credo che sia un’opzione che Baltimore preferirebbe evitare volentieri. Poi in campo ci vanno i giocatori e non è assolutamente detto che gli eventuali subentrati siano tanto dell’idea di tenere il piede sollevato dall’acceleratore (posto che Rudolph, Warren e Pickens non sono diventati Big Ben, Bell e Brown nel loro prime in due settimane e gli Steelers sono perfettamente in grado di suicidarsi)

  2. Buon Anno a tutti!!
    A me questo campionato ha emozionato tantissimo, ogni domenica abbiamo assistito a resurrezioni e cadute, come mai a mia memoria, in tutte le posizioni di classifica. Credo, e spero, ci aspettino dei playoff coi botti!
    L’amara constatazione è che, come noi tifosi Niners temevamo, nonostante le ironie, il trofeo dall’infermeria è indiscutibilmente nostro anche quest’anno.
    Leggendo le injury lists delle varie franchigie che faranno la postseason, la nostra è lunga un romanzo. Non sarà facile affrontare avversari sani in quel periodo dell’anno dove il football diventa un’altra cosa.

  3. La notizia buona per noi è proprio quella che ci assicura la bye week, consentendo anche di scegliere se risparmiare a qualcuno l’ultimo turno di regular season. Tra quello con i Rams difficilmente è un impegno di routine, indipendentemente dal risultato in palio.

    Spesso leggo che una squadra “fa veramente paura” dopo una serie di impegni vinti in modo autorevole ma contro avversarie di caratura più modesta. Senza nulla togliere a chi costituisce l’ossatura di questa lega, oggi Baltimora “fa paura” perchè vince in controllo anche contro squadre di livello. In barba ad alcuni infortuni. Altrochè.

    Buon anno a tutti, in particolar modo al ns caro ospite.

  4. Quegli ultimi 2 minuti coi Titans costeranno carissimi ai Dolphins che, comunque, sono squadra da massimo primo turno di Playoff.

  5. Complimenti ai Ravens, nella seconda metá di stagione praticamente perfetti.
    Complimenti al trio Harbaugh-Monken-McDonald, che ha allestito una macchina per cui gli avversari non hanno avuto risposte.
    La sfida sono ora i playoff, in questi anni un po’ indigesti per Lamar.

    • Hai ragione il miglioramento sta tutto la..
      In un anno in cui Chiefs balbettano ed i Bills faticano occorre approfittare. La cosa buona è che sono in forma in questa fase del campionato…
      Poi nulla è scontato nello sport ma questo lo vedremo più in avanti

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.