Il nostro viaggio non può che partire da una partita insospettabile, una partita con forse molto più pathos di quanto potessimo immaginare: per avere ragione dei Chicago Bears, i lanciatissimi Detroit Lions sono stati costretti a tirare fuori dal cilindro una rimonta epica culminata nel 31 a 26 finale.
Per – quasi – un pomeriggio Detroit è stata l’esatto contrario della squadra che abbiamo imparato a rispettare e, in alcuni casi, a temere.

Il solitamente efficiente attacco ha commesso ogni errore immaginabile, figuratevi che Goff ha concluso la giornata lanciando ben tre intercetti. Dopo un parziale di 13 a 0 che ha fissato il punteggio sul 26 a 14 per i Bears a meno di cinque minuti dal termine, sembrava sul serio essere finita. L’attacco dei Lions, fino a quel punto, si era dimostrato incapace di mettere punti a tabellone con la solita consistenza e la linea d’attacco avversaria stava dominando la linea di scrimmage, tant’è che il drive che ha regalato loro il +12 si è protratto per quasi nove minuti.
Con l’inerzia tutta dalla loro, i Bears sembravano veramente aver fatto tutto il necessario per portarsi a casa l’upset, ma evidentemente non abbiamo tenuto in considerazione il cuore Lions.

Nuovamente seri e competenti, Goff e compagni hanno ripreso a muovere le catene con efficienza ed ecco che in poco più di un minuto si portano sul -5 grazie a un pregevole touchdown di Jameson Williams, pescato libero in profondità da un Goff finalmente rinsavito.
Per poter anche solo pensare alla rimonta era però necessario che la difesa riuscisse a spedire a bordocampo l’apparentemente inarrestabile attacco dei Bears che, fino a quel momento, era stato in grado di correre a proprio piacimento: naturalmente three n’ out e palla nuovamente in mano a Goff.

L’inerzia è ora saldamente in mano a Detroit che, senza alcuna difficoltà, comincia a marciare per il campo catapultandosi velocemente in red zone dove Dan Campbell decide di fare affidamento a David Montgomery, il grande ex di giornata. Con una iarda a separarli dal vantaggio e una trentina di secondi dal fischio finale, Montgomery firma il touchdown del vantaggio – seguito da una conversione da due punti realizzata da LaPorta – che regala a Detroit il +3.
Chicago, con una ventina abbondante di secondi e due timeout a disposizione, teoricamente avrebbe tempo e modo per mettere Santos nella posizione di pareggiarla, ma ecco la zampata di Aidan Hutchinson che strappa il pallone dalle mani di Fields causando il safety che chiude definitivamente i conti.

Non ci aspettavamo certamente una partita così combattuta, ma è alquanto incoraggiante constatare che Detroit abbia la forza mentale necessaria per lasciarsi alle spalle più di 55 minuti di pessimo football e vincere una partita in una giornata che sembrava maledetta. Goff, autore di una prestazione a tratti inqualificabile, è tornato a essere il Goff degli ultimi dodici mesi nel momento più importante della partita dando prova di grandissima resilienza – parola che dopo il 2020 mi provoca epistassi solo a leggerla ma, purtroppo, è alquanto appropriata in questo caso.

L’imponderabile che si dipana davanti ai nostri occhi: i New York Giants di Tommy DeVito hanno vinto una partita di regular season. Malgrado i nove sack incassati, l’attacco di New York si è mostrato sorprendentemente cinico e opportunista sfruttando la sciatta generosità dei Commanders: 31 a 19 il punteggio finale di una partita davvero improbabile.
Washington ha tenuto inutilmente in mano il pallino del gioco per tutta la partita continuando indefessa a commettere l’inevitabile turnover: ne hanno collezionati ben sei, tre intercetti di Howell e tre fumble persi.

New York, cinica come non ci saremmo mai aspettati, ha ricavato ben 24 punti da questi turnover grazie a un ottimo DeVito – tre touchdown lanciati malgrado i nove sack subiti – e a un Saquon Barkley più eroico che mai da 140 yard dallo scrimmage e due touchdown su ricezione.
Perdere in una giornata in cui il proprio reparto difensivo è in grado di racimolare nove sack credevo fosse un qualcosa di inconcepibile, ma sbagliavo: felice di essere stato smentito, è proprio vero che non si smette mai di imparare.

Una sconfitta davvero pesante è quella subita dai Chargers per mano dei Green Bay Packers: 23 a 20 per i gialloverdi il punteggio finale di una partita scandita da sanguinosissimi drop dei ricevitori al servizio di Justin Herbert.
Quella andata in scena a Lambeau è stata una partita vera fra due squadre evidentemente non troppo distanti per valori, ma rendiamo onore al merito, Love e compagni hanno finalmente giocato una buonissima partita prendendosi cura del pallone e, soprattutto, muovendo le catene con efficienza – hanno convertito il 50% dei terzi down giocati.

Sotto di quattro dopo un touchdown di Keenan Allen, Love non si è scomposto minimamente e connettendo con Wicks e Doubs per un paio di big play ha riportato sopra i suoi di tre lunghezze a circa due minuti dal termine.
Uno scambio di punt ha preceduto il drive della verità di Los Angeles che, in pieno stile Chargers, è stato scandito da goffaggine ed errori assolutamente marchiani: pesa in modo particolare un orribile drop di Johnston – completamente libero in profondità – su terzo down. Con una ricezione Los Angeles si sarebbe trovata in zona field goal, anche se non escludo che vista la separazione creata potesse portare direttamente il pallone in end zone per il TD della vittoria.
Partita che malgrado tutto reputo utile in quanto ci ha messo davanti a ogni singolo limite dei Chargers, squadra che ha disperatamente bisogno di ripartire da capo con un nuovo allenatore.

Abbiamo avuto quello che volevamo, o perlomeno quello che ci aspettavamo. Quella fra Steelers e Browns è stata una partita d’altri tempi, una guerra di trincea fra due squadre estremamente fisiche che ci hanno messo davanti a tutto quello che rende unica la AFC North e il suo brand di football. Il 13 a 10 con cui i Browns di Dorian Thompson-Robinson si sono imposti sugli Steelers ribadisce che sì, Cleveland può vincere partite grazie quasi esclusivamente al lavoro del proprio reparto difensivo.
Non è stata una giornata facile per i reparti offensivi che hanno convertito complessivamente 7 dei 31 terzi down giocati, numero che ci restituisce parte della grandezza di un paio di difese veramente granitiche.

Sul 10 a 10 a poco più di un giro d’orologio dal fischio finale, nel momento più importante della giornata, Thompson-Robinson ha cominciato a trovare automaticamente le mani dei propri ricevitori trascinando Cleveland in piena zona field goal in fretta e furia, mettendo così Hopkins nella posizione di realizzare il secondo buzzer beater – circa – consecutivo in altrettante domeniche.
Non troveranno sempre dall’altra parte un attacco problematico come quello degli Steelers – solamente 106 yard per Pickett -, ma in un modo o nell’altro la difesa riuscirà a tenerli in partita: sì, si può vincere anche così. Ci si può addirittura andare ai playoff in questo modo.

Sopravvivono alla garra dei Cardinals i Texans, che forse con più patemi d’animo del previsto danno continuità all’incredibile momento positivo che stanno vivendo: il 21 a 16 finale vale provvisoriamente a Houston un posto ai playoff. Incredibile.
Non è sicuramente stato il miglior pomeriggio del campionato per Stroud che, udite udite, ha concluso la propria giornata lanciando tre intercetti dai quali, però, Arizona non è riuscita a ricavare punti.
A onor del vero i Cardinals avrebbero anche avuto modo di vincerla, ma il drive decisivo si è concluso con un turnover on downs a una ventina di yard dalla end zone. È lapalissiano che sia molto incoraggiante che Houston sia riuscita a trovare modo di vincere pure in una giornata in cui Stroud si è ricordato di essere umano come tutti noi miseri mortali.

Possiamo classificare come “vittoria sofferta” pure quella dei Dolphins sui Raiders che riprendono il proprio cammino con un tutto sommato scialbo 20 a 13.
Miami ha commesso più errori del solito accumulando tre turnover nella propria metà campo, ma per sua fortuna coach McDaniel può contare su fuoriclasse assoluti come Tyreek Hill e Jalen Ramsey. Il primo, tanto per cambiare, ha dominato ricevendo per 146 yard e uno squisito touchdown in cui ha messo nello specchietto retrovisore tutto il reparto difensivo avversario grazie alla sua inimitabile velocità, il secondo ha firmato due intercetti fra cui quello che ha chiuso definitivamente i conti a una trentina di secondi dal fischio finale.
Una vittoria è una vittoria, questo è il mantra, tuttavia è fuori questione che Miami abbia vissuto pomeriggi ben migliori.

No contest a Duval County dove i Jaguars si sono lasciati alle spalle l’umiliazione patita contro i 49ers infliggendone una ai Tennessee Titans: il 34 a 14 finale non rende giustizia al dominio perpetrato da Trevor Lawrence e compagni.
Trevor Lawrence, finalmente. Il quarterback dai capelli più belli del mondo ha sfoderato la prestazione di cui aveva disperatamente bisogno mettendo a segno un paio di touchdown con il proprio braccio e un paio con le proprie gambe. Sugli scudi pure un magnifico Calvin Ridley da 121 yard dallo scrimmage e due touchdown.
Quello con i Titans non rappresentava sicuramente il test più probante, ma lasciatemi ribadire che una prestazione del genere fosse tutto quello che il medico aveva prescritto per aiutare Lawrence e i Jaguars in generale a ritrovare l’autostima apparentemente demolita dai 49ers.

Vittoria più che tranquilla quella dei Cowboys sugli impalpabili Panthers. Nel 33 a 10 di ieri troviamo racchiuso il delta tecnico fra due squadre che sembravano appartenere a due leghe professionistiche diverse.
Malgrado l’eloquente punteggio finale l’attacco di Prescott non ha dominato come ci saremmo aspettanti, tant’è che il quarterback dei Cowboys è stato limitato a meno di 200 yard di passaggio: poco male, in quanto a dargli manforte c’ha pensato – finalmente – Tony Pollard che ha pure messo a segno un touchdown per la prima volta da Week 1.
Vi segnalo l’ennesima – la quarta – pick six stagionale dell’incredibile DaRon Bland.

Danno continuità all’ottima vittoria sui Jaguars i San Francisco 49ers che liquidano senza troppi problemi la pratica Buccaneers con un sereno 27 a 14 parzialmente rovinato, però, dall’infortunio di Talanoa Hufanga: la stagione del forte safety dei ‘Niners è finita, si teme che si sia rotto il crociato.
Maestoso Purdy che con l’84% di completi, 333 yard e tre touchdown ha concluso la sua giornata con un passer rating di 158.3, numero sinonimo di perfezione. Hufanga a parte, San Francisco ha vissuto un pomeriggio davvero sereno dato che la vittoria non è mai stata veramente in discussione, il divario tecnico fra le due squadre era troppo marcato per sperare che Tampa Bay riuscisse a tenere aperta una partita mai in discussione.
Di nuovo: respirate amici dei ‘Niners.

Chi invece ha bisogno di un sacchetto di carta per respirare è il tifoso dei Seattle Seahawks. Non si sa come, ma Seattle è riuscita a buttare via una partita iniziata sotto i migliori auspici venendo rimontata in extremis da Los Angeles: i dieci punti segnati negli ultimi quindici minuti di gioco hanno regalato a Los Angeles un insperato 17 a 16.
Sopra 13 a 0 dopo venticinque minuti, Seattle è lentamente ma inesorabilmente uscita dalla partita anche a causa degli infortuni occorsi a Smith e a Walker, entrambi estromessi dalla contesa ben prima del fischio finale.

Los Angeles, con pazienza e opportunismo, si è rifatta sotto per poi mettere il musetto davanti grazie a un piazzato Havrisik a un minuto e mezzo dal fischio finale – arrivato dopo un intercetto di Lock.
Seattle, a dire il vero, avrebbe pure avuto l’opportunità di effettuare il controsorpasso ma il piazzato di Myers da 55 yard ha concluso la propria parabola un po’ troppo a destra.
Sconfitta che potrebbe avere pesanti ripercussioni questa.

Vittoria netta, serena e finalmente di squadra quella dei Bills su dei Jets che a un certo punto ti tolgono tutte le parole di bocca. Non ho molto da raccontarvi sul 32 a 6 con cui i Bills hanno costretto Saleh a spedire in panchina il pessimo Zach Wilson.
A Buffalo tutto è finalmente girato per il verso giusto, l’attacco è apparso più bilanciato ed esplosivo del solito – ben 38 tentativi di corsa – mentre la difesa, dopo un mese difficile, si è regalata uno splendido pomeriggio generando quattro turnover e costringendo il reparto offensivo avversario a un impresentabile 0 su 11 su terzo down.
L’attacco dei Jets, a questo punto, è sempre più senza speranze… anche se si parla di un rientro lampo di Rodgers a metà dicembre: saranno ancora in corsa per i playoff, in caso?

In un modo o nell’altro i Broncos continuano a vincere. Pure questa notte, in modo rocambolesco, Denver ha completato una rimonta sensazionale negli ultimissimi minuti di gioco firmando un fondamentale 21 a 20 su Minnesota che regala loro la quarta vittoria consecutiva.
Quella andata in scena in Colorado è stata una partita vera fra due squadre in forma che, alla fine, ha premiato l’opportunismo di Denver che ha costretto l’attacco di Dobbs a tre turnover che, anche se sfruttati solo parzialmente con tre piazzati, hanno ovviamente fatto la differenza visto il misero punto di scarto nel punteggio finale.
Decisivo è stato l’ennesimo touchdown spettacolare di Courtland Sutton che apparentemente ogni settimana ne segna uno dal coefficiente tecnico più alto di quello della settimana precedente. A quanto pare gli dei del football stanno strizzando l’occhio a questa squadra che si è definitivamente scrollata di dosso l’inizio tragicomico.

13 thoughts on “Il riassunto dell’undicesima domenica del 2023 NFL

  1. non vedo le partite in diretta, ma ieri seguivo sui canali le statistiche, vedo a poco dalla fine che i Lions stavano perdendo, mi rassegno, penso che nella division le cose sono tranquille ed una sconfitta ci può stare, dopo poco controllo e vedo il punteggio non cambiato, ma proprio alterato, qualcosa non mi quadrava, appena ho potuto ho guardato gli HL, ma la cosa ancora non mi è chiara,….

  2. Considerazioni sparse
    In generale partite combattute e con punteggi bassi, non so se per merito delle difese che stanno salendo di livello o per l’inettitudine di tutti questi QB lanciati allo sbaraglio.
    partitaccia offensiva dei miei Dolphins che hanno fatto sembrare la difesa dei Riders quella dei Browns.
    finalmente l’ha vinta la difesa con ciliegina sulla torta nell’ultimo fantascientifico intercetto di Ramsey.
    sembravano i dolphins di brian flores. male Tua.
    Sutton è un signor WR
    Washington smantella la difesa e ne becca 30 da Tommy De Vito, mamma mia.
    Divise dei Packers da sballo.

    • Sulle divise dei miei Packers concordo, semplicemente spettacolari. Per i punteggi bassi basta guardare i qb di Carolina, New York, Pittsburgh, New England e hai la risposta, purtroppo mai come quest’anno un livello cosi mediocre in NFL.

  3. Concordo sulle divise Packers, hanno anche portato bene!
    Più difese che attacchi, sembra un trend consolidato quest’anno.
    Si è aggiunta ieri quella di Miami, finalmente all’altezza dei nomi che ne fanno parte.
    Visto che non c’è un QB che giochi costantemente bene, potrebbe essere l’anno giusto per un difensore MVP.
    Garrett sarebbe il mio front runner, ma Bland ed i suoi 4 TD difensivi…
    Peccato per gli infortuni a giocatori chiave. Un po’ di sfortuna c’è, ma si potrebbero risparmiare almeno i tackle come quello ad Andrews. L’hip drop è vietato da tempo nel rugby, ho letto che anche il football ci sta pensando (10 volte maggiore rischio di infortunio rispetto al tackle standard…), ma c’è l’assurda opposizione del sindacato giocatori. Non capisco.
    In NFC il quadro playoff sembra piuttosto definito, in AFC c’è un magma impronosticabile.

  4. E se i Browns ripetessero la stessa annata dei Bengals arrivati al superbowl con i Rams? Difesa ottima che magari ai playoff continuerà a fare faville…

    • Senza watson la vedo dura …però mai dire mai… cmq anche le divise dei browns sono semplici e belle.. finalmente hanno abbandonato quelle con la scritta della città sul petto…

  5. Coriacei e mai domi i Browns, un posto ai play off se lo meritano. Bravi anche i Broncos ad uscire dalle torbide acque in cui erano immersi. Al di la’ dell’ottimo risultato, solita sfortuna infortuni per i 49ers. Speriamo finisca qui. Trevor Lawrence come… il principe azzurro di Shrek?

  6. Ad ora Chargers delusione dell’anno. Probabilmente colpevole io nel considerarli di maggiore valore (la WLD CARD dell’anno scorso me la ricordo anche troppo bene). Herbert però non può fare molto più di quello che sta facendo

  7. Tua Tagovailoa mi convince sempre meno. Incerto, vuole strafare, a volte perde la visione tattica. I Dolphins (per cui tifo) arriveranno ai playoff ma si fermeranno presto. Per il resto rimonta dei Lions strepitosa, ma che polli i Bears! Jaguars vera squadra rivelazione. In attesa dell’epico scontro Chiefs-Eagles.

  8. Nonostante la sconfitta, ho visto delle buone cose da Justin Fields, sia nelle corse che sui lanci.
    Come gli Steelers siano in corsa per i playoff con un antifootball anni ’30 rimane per me un mistero.

  9. Chiefs 26 drops leader in NFL …quando si decideranno a dare a Mahomes dei ricevitori del livello delle altre squadre forse vinceranno un Superbowl senza che Mahomes debba fare i miracoli con una gamba zoppa… Che poi Kelce quest’anno il più grosso errore della carriera di uno sportivo mettersi con una celebrità, non sorride più in campo e fa una cavolata dietro l’altra in una partita come questa

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.