Quanto successo a Foxborough ha del clamoroso, soprattutto in luce di quanto ci abbiano mostrato finora i New England Patriots. Con un incredibile 29 a 25 sulla sirena i Patriots prendono lo scalpo ai Bills regalando, nel mentre, la trecentesima vittoria in regular season a Bill Belichick.

Che quella che stavano per vivere sarebbe stata una partita strana lo si è capito praticamente subito, in quanto pronti-via e i Patriots percorrono con sorprendente disinvoltura il campo per poi doversi accontentare di tre punti: il primo snap offensivo dei Bills si conclude con uno sciagurato intercetto di Josh Allen che New England sfrutta nel migliore dei modi portandosi sul 10 a 0 grazie a un touchdown del redivivo Zeke Elliott.
La prima metà termina sul 13 a 3 per i padroni di casa, punteggio sì sorprendente ma che non preclude assolutamente nulla a Buffalo.

Soprattutto perché il primo drive della ripresa termina con un touchdown di James Cook su ricezione: 13 a 10 Patriots ma i Bills sono più che vivi. New England tiene il punteggio in movimento con un altro piazzato e Buffalo, rinvigorita dal provvidenziale touchdown di Cook, ricomincia a marciare: su 4&2, però, il lancio di Josh Allen non trova le mani di Dawson Knox e New England, zitta zitta, si riporta sopra di due possessi quando Jones connette con Bourne per la meta del 22 a 10 – la conversione da due punti si conclude con un nulla di fatto.

Buffalo, alle corde, tira fuori il meglio di sé e in meno di due minuti si rifà sotto con un touchdown del solito Diggs: mancano cinque minuti e i Bills devono solamente recuperare cinque punti.
New England può metterla in ghiaccio limitandosi a muovere le catene e… fumble di Kendrick Bourne, palla ai Bills sulle 29 avversarie. Con più fatica di quanta potessimo preventivare Buffalo rimette il muso davanti grazie a un touchdown su corsa di Josh Allen seguito da una conversione da due che regala ai ragazzi di McDermott tre lunghezze di vantaggio.

New England ha a disposizione meno di due minuti per portarsi in zona field goal e pareggiarla: con Mac Jones under center non sembrerebbero esserci speranze, ma dopo che il tanto criticato – giustamente – quarterback connette con Stevenson per 34 yard c’è quasi la sensazione che questi possano andare per la giugulare e vincerla con un touchdown.
Jones, positivamente irriconoscibile, tiene le catene in movimento e a seguito di una pass interference fischiata a Benford New England si trova sulla goal line con una dozzina abbondante di secondi rimasti a disposizione.

Il primo tentativo si conclude con un nulla di fatto, il lancio di Jones è troppo alto per il povero Douglas, ma su secondo down ecco la giocata della partita e, perché no, dell’anno: Gesicki si libera divinamente al centro del campo e Jones non ha problemi a mettergliela in mano per il touchdown del definitivo sorpasso.

Dei Bills torno a parlarvi oggi, ma permettetemi di dichiararmi preoccupato: la difesa sembra essere troppo acciaccata per poter rendere ai livelli a cui ci ha abituati. Onore a Jones, ci mancherebbe, ma permettere al quarterback più in difficoltà della lega di vivere un pomeriggio del genere fa suonare tutti i campanelli d’allarme immaginabili.

Lezione di gioco e di vita dei Baltimore Ravens ai roventi Detroit Lions: no contest a Baltimore, i Ravens costringono i Lions a tornare con i piedi per terra con un eloquente 38 a 6.
Non ho molto da dirvi su quella che è stata una partita solo di nome, a Baltimore sono bastati meno di trenta minuti per chiudere definitivamente i conti grazie a un Lamar Jackson semplicemente divino: il 28 a 0 con cui le squadre si sono presentate negli spogliatoi stava quasi stretto a Baltimore che, non fosse stato per un fumble alle porte della red zone, avrebbe potuto scollinare serenamente quota 30 punti.

Prestazione paranormale di Jackson che con quasi 400 yard di total offense – 357 di passaggio – e quattro touchdown totali ha messo in mostra una versione di sé che non può che funestare i sonni di tutta la lega. Preciso e paziente nella tasca, Lamar ha vivisezionato la difesa dei Lions distribuendo il pallone con efficienza a ricevitori apparentemente sempre liberi.
Se questo reparto offensivo riesce a trovare consistenza potrebbe essere dura per chiunque giocarsela ad armi pari coi Ravens, soprattutto in giornate in cui la difesa riesce ad arrivare al quarterback avversario così facilmente.

Vittoria entusiasmante e strana dei Cleveland Browns che dopo aver riabbracciato Deshaun Watson solamente per una manciata di snap si portano a casa un fondamentale 39 a 38 contro dei buonissimi Colts.
Watson, uscito per una concussion che in realtà non gli è stata diagnosticata, è apparso visibilmente limitato da un infortunio alla spalla non ancora smaltito, ma fortunatamente per loro i Browns possono contare su un fenomeno generazionale come Myles Garrett che è stato capace di sopperire alla comprensibile inefficienza di P.J. Walker.

Il candidato al Defensive Player of the Year ha infatti parato un field goal e pignorato il pallone a Minshew nella propria end zone permettendo così ai compagni di recuperarlo per un fondamentale touchdown.
Dopo che Minshew ha connesso con Pittman per il touchdown del 38 a 33 sembrava essere finita per i Browns, ma con pazienza e un pizzico di fortuna – quella pass interference fischiata a Baker urla vendetta – si sono portati sulla goal line avversaria con una trentina di secondi rimasti da giocare.

Dopo tre incompleti consecutivi coach Stefanski ha saggiamente optato per aggiungere quanta più massa possibile sulla linea di scrimmage e, con la partita in bilico, ha messo il pallone nelle mani di Hunt che senza troppi problemi l’ha accompagnato in end zone per il touchdown della vittoria.
Come vi ho accennato, prestazione irrispettosa di Garrett che ha concluso la giornata con nove tackle, due sack, un fumble causato e un piazzato parato: giocate del genere in una partita vinta di un punto rappresentano intuitivamente la differenza fra vittoria e sconfitta.

Ottima doppiavù pure per i Kansas City Chiefs che trascinati da un Kelce indemoniato – davanti agli occhi dell’amata Taylor Swift – hanno affossato i Chargers con un fuorviante 31 a 17: dico fuorviante perché la partita è stata molto più in equilibrio di quanto possa suggerire il punteggio finale.
Dopo una prima metà spumeggiante in cui le due squadre hanno dato vita a un interessante botta e risposta scandito da touchdown – 24 a 17 per i Chiefs il punteggio a fine primo tempo -, sono salite in cattedra le difese costringendo i due attacchi a sei punt consecutivi.

Kansas City, con il pallone in mano a non troppi minuti dal fischio finale, ringrazia il rientrante Hardman – arrivato dai Jets in settimana – che con un punt return da cinquanta yard regala loro un’ottima posizione di partenza che, eventualmente, permetterà a Mahomes di pescare Pacheco completamente libero per il touchdown che chiude definitivamente la contesa.
Come vi accennavo, prestazione oltremodo dominante di Travis Kelce che con 179 yard e un touchdown ci ha benedetto la domenica con la prima prestazione à la Kelce del suo campionato: ci ha abituati fin troppo bene negli anni. Sugli scudi, ovviamente, pure Patrick Mahomes che con 424 yard e quattro TD ha banchettato sui tanti limiti difensivi dei Chargers.

Successo fondamentale per gli Atlanta Falcons che in una partita che può essere elevata a emblema della NFC South regola Tampa Bay all’ultimo respiro grazie a un favoloso piazzato di Koo: 16 a 13 il punteggio finale.
Atlanta, a essere onesti, non aveva alcuna ragione di stazionare sul pareggio a pochi secondi dal termine visto che ben due drive si sono spenti sulla goal line avversaria a causa di sciagurati fumble di Ridder. Fortunatamente per loro, però, il monodimensionale attacco dei Buccaneers non è stato capace di punirli per la sciatteria in red zone e, dopo che Mayfield ha fatto il necessario per permettere a McLaughlin di pareggiarla con un piazzato da 36 yard, Ridder si è redento con un pregevole ultimo drive concluso dal field goal di Koo di cui vi ho parlato poc’anzi.

Tornano a vincere i New York Giants che guidati da un Taylor infinitamente più efficiente di Jones, regolano 14 a 7 i fumosi Commanders che, malgrado tutto, sono arrivati a tanto così dal pareggiarla.
Grazie a un paio di touchdown firmati da Waller e Barkley New York è volata su un 14 a 0 che, in luce della comica incapacità della linea d’attacco dei Commanders di proteggere Howell, sembrava potesse bastare per intascarsi la vittoria.

Dopo che Washington è tornata in partita con un touchdown di Robinson – reso possibile da un pessimo fumble di Shepard su punt return -, gli attacchi hanno smesso di muovere le catene fino all’ultimo drive dei Commanders che, però, si è concluso con un turnover on downs a una manciata di yard dalla end zone.
Howell in sette partite ha già incassato 40 sack – sei ieri – e condurre un attacco NFL in condizioni del genere non sarebbe risultato possibile neanche al miglior Tom Brady: il ragazzo ha bisogno d’aiuto.

Vittoria autoritaria dei Chicago Bears sui sempre più insipidi Las Vegas Raiders. Guidati dal rookie Tyson Bagent, i Bears hanno dominato i Raiders per tutti e sessanta i minuti di gioco regalandosi un più che meritato 30 a 12.
Bagent è stato protagonista di una prestazione veramente solida, si è preso cura del pallone con sorprendente maturità senza mai forzare, anche perché con un D’Onta Foreman del genere non c’era alcun bisogno di provare a elevarsi a supereroi: chiamato in causa per sopperire alle assenze di Herbert e Johnson, Foreman ha realizzato non uno, non due ma ben tre touchdown.
Poco da dire sui Raiders, questa squadra non sembra aver alcun genere di prospettiva per il futuro immediato: credo proprio che con Garoppolo in campo l’esito non sarebbe stato diverso.

Il 24 a 17 con cui i Steelers hanno regolato i Rams a domicilio è stato quanto di più Steelers possiate vedere.
Pittsburgh per più di metà partita ha faticato tremendamente a muovere le catene ma, per loro fortuna, il sempre eccezionale reparto difensivo ha limitato brillantemente i danni impedendo ai Rams di prendere il largo.
A mio avviso la giocata della partita è stata firmata, tanto per cambiare, da T.J. Watt che ha intercettato il primo lancio della seconda metà di Stafford regalando a Pickett un’ottima posizione di partenza che ha condotto l’attacco degli Steelers al primo touchdown della giornata.

Da lì in avanti Pickett e compagni hanno cominciato a sostenere drive lunghi e fruttuosi che prima hanno permesso loro di impattarla sul 17 pari e, poi, di completare il sorpasso grazie al touchdown della vittoria firmato da Najee Harris. Dopo aver costretto i Rams al punt, gli Steelers hanno fatto quello che dovevano fare muovendo le catene quel tanto che bastava per relegare a bordocampo Stafford e compagni – anche se quell’ultimo primo down… non sono convinto.
Pittsburgh appare sempre più pericolosa, soprattutto qualora Pickett dovesse trovare fiducia.

Tornano al successo i Seahawks che, forse faticando un po’ più del previsto, si lasciano alle spalle la cocente delusione rimediata contro i Bengals con un meritato 20 a 10 sui poveri Cardinals.
Malgrado il successo Seattle ha molto di cui riflettere, i tre turnover commessi hanno tenuto in partita dei Cardinals in apparente difficoltà: se è vero che contro una squadra del genere ciò non basta a mettere in discussione il risultato finale, mi preme ribadire che le ambizioni dei Seahawks vadano ben oltre la sopravvivenza contro i Cardinals.
Dopo la partita di ieri ho un nuovo eroe, il ricevitore Jake Bobo autore di questa meraviglia.

Buoi pesto a Green Bay: dei Packers offensivamente impalpabili sono scivolati 19 a 17 contro i Denver Broncos, squadra che fino a ieri non poteva essere associata in alcun modo al concetto di vittoria.
Green Bay è stata tenuta in partita dal reparto difensivo che ha costretto gli avversari a un ignobile uno su quattro in red zone. Sotto 9 a 0 al termine della prima metà, Love e compagni hanno progressivamente risalito la china fino a portarsi sopra di un punto a otto minuti dal termine. Wilson, però, non ci è stato e con personalità ha fatto il necessario per regalare a Will Lutz l’opportunità di rimettere il musetto davanti – sfruttata grazie a un piazzato da più di 50 yard.

Il drive della verità dei Packers si è concluso con un nulla di fatto, con un insopportabile intercetto di Love che pure ieri è apparso tremendamente inconsistente: partite del genere Green Bay non può nemmeno sognare di perderle, eppure…
Forse è questa la loro dimensione, non lo so.

Concludiamo la nostra rassegna con il 31 a 17 con cui gli Eagles si sono sbarazzati dei Dolphins. Quella andata in scena a Philadelphia è stata una partita incredibilmente frustrante per i Dolphins i cui tifosi, infatti, stanno tappezzando Twitter di proteste a causa di un arbitraggio non sicuramente ineccepibile.
Miami ha faticato a sostenere drive convertendo solamente quattro degli undici terzi down giocati, dato tuttavia migliore rispetto a quello degli Eagles che pur avendone convertiti solamente quattro su dodici sono risultati, tanto per cambiare, perfetti su quarto down con uno squisito quattro su quattro.

Hurts potrebbe essersi fatto male – ha giocato tutta la seconda metà con un tutore sulla gamba – ma fortunatamente non ha pagato a caro prezzo la pick six con cui ha battezzato il secondo tempo: negli ultimi trenta minuti di gioco l’attacco dei Dolphins è sparito dal campo permettendo così agli avversari di prendere il largo e portarsi a casa una vittoria che, dopo la disastrosa sconfitta patita contro i Jets, dà morale e fiducia.
Pazzesco, tanto per cambiare, A.J. Brown che con 137 yard e un touchdown ha spesso e volentieri tolto la castagne dal fuoco all’intero reparto offensivo.

8 thoughts on “Il riassunto della settima domenica del 2023 NFL

  1. finito di vedere eagles dolphins. che dire…eagles troppo solidi per questi dolphins nonostante un Hurts che sembra lontano parente di quello dello scorso anno. soliti problemi per i delfini : 10 penalità a 0, tante, troppe, solito intercetto di Tua che ha cambiato l’inerzia della sfida quando pareva prossimo il pari a 24. soliti snap ad minchiam. e ho avuto la sensazione di una sofferenza a livello fisico con i nostri piccoletti lì davanti soffocati e goedert e brown a fare il bello e cattivo tempo contro la nostra secondaria a cui mancavano comunque i CB titolari.
    in definitiva manca sempre un soldo per fare una lira e onestamente prevedo per miami al massimo una W ai Playoff, no di più.

  2. Non mi aspettavo che i Ravens stravincessero sui caldissimi lions .
    Che bello vedere Eagles e Giants con le uniformi degli anni 90

  3. Straordinaria prestazione dei Ravens, praticamente quasi perfetti (se non ci fosse stato quel fumble… fortunatamente indolore)- Li davo per vincenti, ma non credevo in modo così dominante. Belle vittorie per i disastrati Giants, Broncos, Bears e Patriots (due su quattro le avevo previste) e per gli Eagles. Mi dispiace invece per i Colts, forse avrebbero meritato di più..

  4. Dolphins e Lions hanno preso degli schiaffoni belli forti ieri, tanto per capire che l’elitè Nfl è ancora distante. A Philadelphia si è visto il solito film per Miami: penalità a iosa, Tua non all’altezza nei momenti topici e in generale una inadeguatezza generale a certi livelli. Come dico da tempo, l’obiettivo massimo di questa squadra è andare ai playoffs e magari vincere la wild card, non altro. Il cammino positivo dei Lions invece si è bruscamente interrotto: la partita coi Ravens è stata una mattanza. C’è un livello fisico e di gioco NFL che solo pochissime squadre possono al momento raggiungere costantemente: sicuramente Phila, 49 ers e Chiefs ne fanno parte. Fino a qualche giorno fa pensavo che anche i Bills ne facessero parte, dopo ieri non saprei…

  5. Su Buffalo resto moderatamente ottimista: mi sembra quel momento no che capita tutti gli anni, ma che poi si supera. Come nel 2021, quando nel giro di un mese abbiamo perso 9-6 coi Jaguars di Urban Meyer, 41-15 coi Colts di Carson Wentz e 14-10 coi Patriots (con Mac Jones che lanciò due soli passaggi completi, per un totale di 19 yard). Poi ci siamo svegliati e siamo diventati un rullo compressore, che solo le magie di Mahomes, unite a una monetina maligna, sono state in grado di stoppare.

    Gli infortuni capitano a tutte le squadre e si deve andare avanti (a meno che non ti si rompa il qb, come ai Jets): spero che in breve tempo la difesa si assesti.

    Certo non mi aspettavo di trovarmi a fine ottobre 4-3 (visto anche il calendario agevole) e ritrovarmi già a questo punto della stagione a tifare per le squadre Nfc contro le squadre Afc nelle partite interconferenziali, affinché tolgano vittorie alle nostre potenziali rivali per un posto nei playoff.

    P. s. Complimenti a Philadelphia per la sua bellissima divisa, e soprattutto complimenti alla sua mischia, che funziona meglio di quella del Sudafrica 😆 !

    • Io mi sbaglierò, ma ho la sensazione che i Dolphins siano una squadra più adatta a battere records che a vincere SB.
      Finché giocano con squadre normali, i due piccoletti bastano e avanzano per dominare le partite.
      Quando, invece, trovano squadre più attrezzate, il fatto di non avere TE di un certo livello e di avere un QB molto statico (domenica 1 run – 3 yards), limita molto l’attacco e facilità molto il gioco della difesa avversaria.

  6. Et voilà! I Niners sono riusciti a perdere anche in quel di Minneapolis, anche in questo caso mi baso sui commenti degli articoli letti su ESPN, ma mi è sembrato che si sia caduti in una certa sciatteria: fumble di CMC, ulteriore piazzato sbagliato dal rookie Moody, ben due intercetti di Purdy. Wilks che schiera ben sette blitzers per sorprendere Cousins, il quale non si fa sorprendere e tira un Hail Mary che Ward non riescw ad intercettare e spalanca la via al touchdown che, di fatto, chiude l’incontro.
    Adesso ci aspetta una striscia rovente, e forse le due sconfitte potrebbero servire per fare un bagno di umiltà e far sì da non dare per scontate anche le partite sulla carta più facili.
    See you soon! Go Niners!

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