NFC NORTH

Chicago Bears – Aver dato una possibilità a Justin Fields

Tifando Baltimore Ravens ho avuto modo di prendere in simpatia piuttosto in fretta Justin Fields in quanto le critiche da lui ricevute sono comicamente simili a quelle che continuano ad attanagliare Lamar Jackson: a differenza dell’ex MVP, però, i dubbi sul suo “essere quarterback” godono di tutt’altro che banale legittimità.
Fields, seppur in grado di completare qualsiasi lancio, appare ancora parecchio a disagio nella tasca, raramente anticipa i lanci e tende a tenere la palla troppo a lungo esponendosi così al rischio di turnover. Ciò nonostante il potenziale tecnico e atletico necessario a trasformarlo in un grandissimo quarterback è sotto gli occhi di tutti e applaudo con vigore la scelta dei Bears di dargli una vera possibilità di affermarsi come loro quarterback del futuro.
Il contesto a lui attorno è indubbiamente migliorato e mi attendo necessari passi in avanti nell’arte di gestire un attacco NFL.


Detroit Lions – L’intelligente ricostruzione della secondaria

Il fatto che i Detroit Lions non siano più una piacevole Cenerentola capace di sorprenderci con improbabili vittorie – che in quanto Lions non sono mai dovute ma sempre inattese – rischia di essere controproducente: in una division in transizione sono loro i favoriti e, per una volta, la pressione è tutta sulle loro spalle. Sapranno reggerla?
Per non deludere le nostre aspettative Detroit ha molto intelligentemente deciso di puntellare una secondaria che durante la prima metà dello scorso campionato era stata storicamente patetica. Non hanno rotto il salvadanaio per assicurarsi nomi altisonanti – anche perché il mercato non ne offriva poi chissà quanti -, ma sono convinto che le acquisizioni di Emmanuel Moseley, Cameron Sutton e C.J. Gardner-Johnson renderanno perlomeno funzionale un reparto che non può assolutamente permettersi di replicare quanto fatto lo scorso anno.


Green Bay Packers – La gestione della trade di Aaron Rodgers

Erano in una bruttissima posizione, schiacciati all’angolo dall’ego di quella che per gli ultimi cinque lustri è stata la loro bandiera. Il manico del proverbiale coltello appariva saldamente in mano a giocatore e front office dei Jets, almeno fino al momento della trade.
Rodgers esigeva i Jets e la faraonica estensione contrattuale firmata più di un anno fa ne abbassava indubbiamente il valore, chi è disposto ad accollarsi cifre simili per un imminente quarantenne?
Vi confesso che mi aspettavo ricevessero un’anonima scelta al terzo round – o giù per di lì -, volontà del giocatore, contratto ed età ci spingevano a pensare che fosse umanamente impossibile che i Jets trovassero modo di svenarsi, eppure ci sono riusciti: salire due posizioni al draft, rimediare una scelta al secondo round dello stesso draft e una potenzialmente al primo del prossimo – se gioca più del 65% degli snap – rappresenta un bottino assolutamente esaltante per Gutekunst e colleghi che sono usciti in modo più che brillante da una situazione disperata.


Minnesota Vikings – Aver ingaggiato Brian Flores

Quella che si ostina a non passare non è stata un’offseason facile per i Minnesota Vikings, soprattutto per il già sospetto reparto difensivo.
La seconda peggior total defense dello scorso campionato – i peggiori, ovviamente, sono stati i Detroit Lions – ha salutato pedine fondamentali come Eric Kendricks, Patrick Peterson, Dalvin Tomlinson e Za’Darius Smith e malgrado l’inefficacia generale del reparto è indubbio che privarsi di veterani del genere sia tutt’altro che ideale.
Anche per questa ragione ritengo provvidenziale l’acquisizione di Brian Flores in qualità di defensive coordinator. Flores si è dimostrato consistentemente capace di ottimizzare il rendimento di qualsivoglia reparto difensivo conferendogli prima di tutto un’identità ben definita.
Il materiale umano a disposizione non è chiaramente di primissima qualità, ma reputo plausibile che giocare contro di loro smetterà di essere l’equivalente di una passeggiata di salute al parco in un campo da football americano.


NFC EAST

Dallas Cowboys – Aver regalato a Dak Prescott un’alternativa a CeeDee Lamb

Oramai gli anni buoni buttati stanno cominciando ad accumularsi e c’è il serio rischio che Dak Prescott passi alla storia come brillante accumulatore seriale piuttosto che come colui che ha reso nuovamente rilevanti i Dallas Cowboys ai playoff: serve di più.
Nel 2022 Prescott ci ha collettivamente inquietati lanciando un numero esorbitante di intercetti – 15 in 12 partite, roba da 1970 – reso possibile anche dalla sua debilitante dipendenza da CeeDee Lamb: per maggiori informazioni guardate la partita ai playoff contro i ‘Niners, il 35% dei palloni da lui mandati in orbita era rivolto verso il numero 88.
Avergli messo a disposizione un veterano produttivo e affidabile come Brandin Cooks dovrebbe elevare fin da subito l’attacco dei Cowboys, stiamo pur sempre parlando di uno dei più letali deep threat di questa generazione che ha scollinato quota 1000 yard in ogni singola stagione in cui sia sceso in campo almeno in 16 partite.
Una batteria di ricevitori formata da Lamb, Cooks, Gallup e Tolbert potrebbe aiutare Dak a ritrovare la retta via, o perlomeno un’alternativa alle mani dei difensori avversari.


New York Giants – La ristrutturazione del receiving corp

Se cercate sul dizionario Merriam-Webster la voce “overachieving” quasi sicuramente troverete una foto dei New York Giants del 2022. Lodevoli, eroici e spesso commoventi, ma il loro successo era assolutamente insostenibile: non mi importa quanto apparentemente di basso livello sia la NFC, non puoi sperare di arrivare nuovamente ai playoff – e una volta dentro vincere pure una partita – con il buon Isaiah Hodgins come go-to-guy di Daniel Jones.
Con la precisione che lo contraddistingue, il nuovo front office è andato ad apportare nette migliorie all’intero reparto, aggiungendo i vari Darren Waller – via trade -, Parris Campbell e Jalyn Hyatt, tutti giocatori con caratteristiche tecniche diverse e complementari. Manca un vero WR1, ma credo una profondità del genere possa più che compensare l’assenza di un faro per il gioco aereo, non possiamo dimenticarci dei rinnovi contrattuali dei sottovaluti Sterling Shepard e Darius Slayton.


Philadelphia Eagles – A dire la verità un po’ tutto

Hanno limitato le perdite riuscendo a rinnovare il contratto a Bradberry, Kelce, Cox e Graham.
Hanno aggiunto playmaker dinamici come Penny e Swift spendendo veramente poco sia da un punto di vista economico che, nel caso di Swift, di scelte al draft.
Al draft, per non farsi mancare niente, hanno trapiantato parte della fortissima difesa dei Georgia Bulldogs in Pennsylvania andando a selezionare future stelle – si spera – come Carter, Smith e Ringo che prima o poi saranno chiamati a sostituire i vari Cox, Graham e Slay.
Dulcis in fundo, hanno pure rinnovato il contratto a Jalen Hurts nel modo più silenzioso e serio possibile.
Insomma, un’altra offseason coi fiocchi per i Philadelphia Eagles: i tifosi si stanno abituando decisamente bene.


Washington Commanders – Aver ingaggiato Eric Bieniemy

Ammetto di faticare a comprendere il piano sul lungo termine dei Commanders che, probabilmente, a settembre saranno guidati dall’oggetto misterioso Sam Howell che in quanto tale merita il beneficio del dubbio.
La NFC è quello che è, lo sapete, ma non sono sicuro che siano migliorati chissà quanto rispetto alla scorsa stagione, anche se l’innesto più importante lo troviamo a bordocampo: negli anni Eric Bieniemy ha dimostrato di possedere una delle menti offensive più brillanti della lega. Ho buone ragioni per pensare che l’ex offensive coordinator dei Kansas City Chiefs riuscirà a confezionare uno schema che sappia mettere quanto più a proprio agio il giovane Howell esaltandone i punti di forza e, soprattutto, non chiedendogli di fare troppo.
Sono curioso di vedere come se la caverà lontano dall’ovile nel Missouri.


NFC WEST

Arizona Cardinals – Le macchinazioni durante il draft

Qui si tratta solamente di allargare i nostri orizzonti ché se pensiamo al loro 2023 c’è ben poco di cui stare allegri.
Constatato il disastro ereditato, il GM Ossenfort ha saggiamente optato per sacrificare il prossimo campionato – intanto con Murray fuori le loro prospettive non erano particolarmente rosee – in nome del futuro facendo incetta di pick per i prossimi draft. Solamente nel 2024, infatti, potranno contare su due scelte al primo round, una al secondo e ben tre al terzo, insomma, sei scelte nei primi due giorni del draft che potrebbero rivoluzionare più prima che poi la formazione titolare.
Non potevano fare molto e, soprattutto, non potevano fare meglio di così.


Los Angeles Rams – Aver staccato (circa) la spina

Negli ultimi anni abbiamo avuto modo di appurare che il modello Rams, per quanto vincente, non sia sostenibile sul lungo termine. Anni trascorsi a scambiare ossessivamente scelte al draft in cambio di veterani pronti a contribuire da subito – e da pagare – hanno presentato bruscamente il conto e molto saggiamente il GM Snead ha deciso di staccare la spina: all’infuori di Stafford, Kupp, Donald e qualche offensive lineman, i Rams del 2023 non possono nemmeno essere considerati parenti di quelli che solamente un anno e mezzo fa vincevano il Super Bowl.
Non ho idea di quali siano le loro intenzioni con Stafford, un 36enne con una cartella clinica piuttosto spessa non ha ovviamente tempo per aspettare che i rookie e i giovani in generale si ambientino e trovino la propria dimensione fra i professionisti, quindi sarà interessante vedere cosa riserverà loro il futuro, ammesso voglia giocare ancora a lungo.
Esattamente come nel caso dei Cardinals, il 2023 si prospetta essere un anno avaro di soddisfazioni, ma credo siano mentalmente pronti ad affrontarlo: era la cosa giusta da fare.


San Francisco 49ers – Aver rincarato la dose con Javon Hargrave

Siamo arrivati a un punto in cui parlare dei 49ers in offseason non ha quasi più senso, il discorso è sempre lo stesso, roster e coaching staff sono di primissimo livello, sono profondi, completi, ben allenati e talentuosi dove conta… poi arriva settembre e si inizia a stare come d’autunno (anticipato) sugli alberi le foglie.
Ciò nonostante permettetemi di elogiare la decisione di investire con aggressività su Javon Hargrave, interior lineman in grado di portare pressione al quarterback avversario come fosse un edge rusher di prima fascia. Una defensive line formata da Hargrave, Armstead, Bosa e il sophomore Jackson può verosimilmente replicare quanto fatto lo scorso autunno dall’ex squadra di Hargrave, i Philadelphia Eagles, che con 70 sack tondi tondi avevano costantemente dominato qualsiasi linea di scrimmage.


Seattle Seahawks – Tutto?

Mi risulta molto difficile trovare qualcosa fatto dai Seahawks negli ultimi diciotto mesi che non mi sia piaciuto, soprattutto in luce della debacle Wilson in Colorado.
Negli ultimi quattro mesi Seattle, a mio avviso, non ne ha sbagliata una. Hanno ricompensato il leggendario 2022 di Geno Smith rinnovandogli il contratto a cifre più che accettabili senza compromettere il futuro, hanno ampliato l’arsenale a disposizione del quarterback regalandogli Smith-Njigba e Charbonnet e, soprattutto, hanno restaurato il reparto difensivo con un brillante sforzo congiunto fra draft e free agency.
La secondaria a questo punto ha tutto il necessario per affermarsi perlomeno come una delle migliori dieci in assoluto e ho buone ragioni per aspettarmi che l’innesto di Jones e il ritorno di Wagner possano aiutare il front seven a opporsi con maggior efficacia alle corse avversarie. Non ve li voglio far passare come contender, ma attenzione che in una NFC lassù piuttosto povera potrebbero dire la loro.


NFC SOUTH

Atlanta Falcons – Aver accettato definitivamente la propria identità

Non ho alcun problema con la scelta di Atlanta di investire così massicciamente su un running back al draft, soprattutto in luce di quanto emerso nel 2022 quando nessuno ha corso più volte di loro: sì, nemmeno Bears e Ravens con i loro quarterback mobili.
Se Bijan Robinson si conferma essere il running back generazionale di cui ci hanno parlato per mesi gli analisti, rallentare il gioco di corse dei Falcons potrebbe rivelarsi quasi impossibile per chiunque. Stiamo pur sempre parlando di una squadra estremamente fisica che può contare su una linea d’attacco di qualità e un allenatore particolarmente brillante per quanto concerne il running game, quindi sì, per una volta ottimismo e realismo non sono lontani parenti ma bensì fratelli. Se la loro filosofia è questa ben venga, credo che correndo in modo efficiente possano seriamente ambire al titolo divisionale.
In ogni caso, ritengo fondamentale che una squadra da anni incastrata in un limbo abbia finalmente deciso cosa fare della propria vita: nella peggiore delle ipotesi possono constatare serenamente il loro fallimento e ripartire (nuovamente) da zero.


Carolina Panthers – Bryce Young e ciò che rappresenta

Questa è esattamente come sembra, facile facile.
Se si parla di limbo la prima squadra che viene in mente è proprio quella di Charlotte, apparentemente da secoli ingabbiata nella più desolante e mediocre irrilevanza. A differenza dei Colts, che se non altro ci hanno provato con quarterback dal bel nome, i Panthers si sono messi nelle mani dei vari Bridgewater, Darnold e Mayfield, tutta gente allo stato attuale dell’arte potrebbe rendere solo in contesti più che perfetti e che nel contesto imperfetto per eccellenza non hanno minimamente reso.
Indipendentemente da come andranno le cose, Young costituisce la necessaria rottura con un modus operandi che non ha portato a nulla se non alla più totale apatia nei cuori dei tifosi. Avevano bisogno di dare un volto a una franchigia oramai senza nome, per il momento ci sono riusciti: sono abbastanza convinto che il buon Reich riuscirà a rendergli soddisfacente la vita fin da subito.


New Orleans Saints – Derek Carr, immagino

Non so veramente cosa dirvi in questo caso, è dal ritiro di Drew Brees che fatico tremendamente a capire quale sia il piano dei New Orleans Saints, squadra la cui finestra per vincere si è chiusa da tempo. La NFC South è quello che è ma dubito basti aggiungere Derek Carr per pensare di poter seriamente competere ai playoff – in caso di qualificazione, ovviamente.
Carr è un buon quarterback che in un contesto perfetto potrebbe fare bene, tuttavia il 2019 è lontano e questa squadra a mio avviso non ha quello che serve per fare strada a gennaio.
Ah sì, questo è l’articolo in cui dovrei essere positivo, quindi viva Derek Carr, viva la procrastinazione seriale della ricostruzione!


Tampa Bay Buccaneers – Il rinnovo contrattuale di Jamel Dean

Perdere il più grande giocatore di tutti i tempi è un qualcosa a cui non puoi credere di compensare affidandoti a Baker Mayfield, tuttavia c’è del buono anche nella loro offseason, nello specifico ho apprezzato il rinnovo di Jamel Dean, comodamente uno dei migliori cornerback disponibili in questa sessione di free agency e tolto dal mercato con un ragionevolissimo contratto da 13 milioni all’anno.
Tampa Bay può ancora contare su un roster tutto sommato di livello e sufficientemente veterano da barcamenarsi nella decenza per lunghe porzioni di campionato, anche se dubito che una squadra reduce da un 8-9 con Tom Brady under center possa fare chissà quanto bene con Baker Mayfield o chi per lui.
Ciò nonostante quello di Dean resta un affare che merita di essere elogiato in articoli del genere.


 

2 thoughts on “NFL: la miglior decisione di ogni squadra della NFC durante l’offseason 2023

  1. Penso che Belichick abbia fatto bene a scegliere O’Brien come Offensive Coordinator.
    Si ricorda il finale disastroso con Houston, tuttavia secondo me rimane un buon OC.
    Può portare nuove idee (di cui ai Patriots hanno gran bisogno) e può aiutare Mac Jones, avendolo giá allenato a Alabama.

  2. Ci sono 3 contender sulla carta, Eagles, ‘Niners e Cowboys. Seattle e Detroit sono intriganti, il resto è
    davvero impronosticabile

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.