L’introduzione sarebbe superflua pure in questo caso.

Le due scelte dei Baltimore Ravens

David Ojabo poteva e doveva essere un giocatore selezionato al primo round del draft ma, visto che la dea della sfortuna è tutt’altro che bendata, la rottura del tendine d’Achille rimediata durante il Pro Day lo ha fatto scivolare al secondo round: Baltimore, squadra che al draft sa sempre quello che fa, non ha semplicemente potuto resistere.
Ai Ravens Ojabo ritroverà come defensive coordinator lo stesso Mike Macdonald che lo ha reso grande a Michigan e, soprattutto, avrà a disposizione tutto il tempo necessario per guarire e sgrezzarsi: probabilmente il suo contributo arriverà nel 2023 ma quando si parla del contributo di un potenziale Pro Bowler pazientare non è poi così difficile.

La scelta di Travis Jones è, se possibile, ancora migliore in quanto Baltimore si è assicurata un giocatore di cui aveva disperatamente bisogno, un Jordan Davis in provetta capace non solo di congestionare la linea di scrimmage con la propria stazza, ma anche di mettere le mani addosso al quarterback avversario: figuratevi che in alcuni mock draft Jones era dato ai Ravens con la numero 14, non sicuramente con la 76.
Giocatori forti che rispondono a necessità selezionati molto più tardi di quanto avrebbero dovuto: è un sogno questo?

Le due scelte dei Pittsburgh Steelers

Analogamente ai Ravens, entrambe le scelte degli Steelers sono state a mio avviso due capolavori.
George Pickens nella stragrande maggioranza dei mock draft era associato a Packers o Chiefs al primo giro e, a questo punto nella storia, credo che noi tutti abbiamo ben presente cosa succeda a un ricevitore ricolmo di potenziale selezionato al draft dagli Steelers: ovviamente ci sono degli interrogativi ma Pickens è un rischio che con la 52 vale assolutamente la pena prendersi.
Tranne nel caso di rarissime eccezioni – ehm ehm, James Washington – questa franchigia sa sviluppare ricevitori trasformandoli in vere e proprie superstar meglio di qualsiasi altra.

Sempre analogamente ai Ravens – non mi stupirei se entro sera iniziassi a tifare per sbaglio per i gialloneri – gli Steelers hanno devoluto la scelta al terzo round per un interior lineman ricolmo di potenziale che molta gente accostava al primo round. Pittsburgh è un ottimo punto d’approdo per uno che di professione fa il terrorizzatore di quarterback e non mi stupirei se iniziasse a produrre da subito beneficiando della presenza di quel mostro di T.J. Watt.
Fino a questo punto gli Steelers hanno messo insieme un grandissimo draft, chapeau.

Skyy Moore, WR, Western Michigan ai Kansas City Chiefs con la numero 54

Bravissimi Chiefs, veramente.
Che avessero bisogno di un ricevitore era chiaro assolutamente a chiunque, motivo per cui terminato il primo round con due difensori selezionati noi tutti abbiamo inconsciamente storto il naso: avevano un piano.
Skyy Moore è un giocatore elettrizzante in grado di generare yards after catch meglio di tanti professionisti, esattamente la pedina con cui Andy Reid può dare sfogo alla propria creatività.
Malgrado dimensioni tutt’altro che impressionanti, Moore può vantare mani sicure e ultra-affidabili: quando un ricevitore viene accostato a Golden Tate, uno dei miei più grandi giocatori feticci da quando seguo la NFL, le probabilità che io sia effusivo nei suoi confronti sono parecchio alte.

Drake Jackson, EDGE, USC ai San Francisco 49ers con la numero 61

Il margine di miglioramento è ancora ampio e Jackson è tutt’altro che un prodotto finito, ma i sempre saggi 49ers si sono assicurati un pass rusher potenzialmente da Pro Bowl con una scelta tutto sommato ragionevole: come nel caso di un linebacker di cui parlerò a breve, non è raro imbattersi nella parola “steal“.
Quella più utilizzata in assoluto è value, e sì, Drake Jackson è l’emblema di una value pick: è dura non restare affascinati dall’idea di vederlo dall’altra parte di una linea difensiva che può già vantare un certo Nick Bosa.
Non credo potessero immaginarsi di vederlo ancora disponibile con la numero 61.

Bernhard Raimann, OT, Central Michigan agli Indianapolis Colts con la numero 77

Raimann è uno dei prospetti più polarizzanti del draft per varie ragioni, prima fra tutte la mancanza di esperienza: questo ragazzo, nella propria carriera universitaria, ha giocato solamente 18 partite da left tackle in quanto tight end di nascita.
Ha già 25 anni e una cartella clinica piuttosto ingolfata, ma il suo atletismo lo rende terribilmente sexy e intrigante, poiché se allenato correttamente potrebbe effettivamente trasformarsi in uno dei migliori tackle della lega: il suo passato da tight end lo si intercetta in una velocità e agilità assolutamente insensata per un essere umano di quelle dimensioni.
Durante l’ultima stagione a Central Michigan Raimann ha concesso solamente un sack: Indianapolis aveva disperatamente bisogno di un tackle dopo il mancato rinnovo contrattuale di Eric Fisher e, a parer mio, se ne è assicurato uno con immenso margine di miglioramento.

Nakobe Dean, LB, Georgia ai Philadelphia Eagles con la numero 83

In molti mock draft l’ho visto sistematicamente dentro la top venti.
In tanti casi ho letto di lui come “miglior linebacker disponibile al draft”.
In nessun mock l’ho mai visto scivolare fuori dal primo round.
Era impossibile – quella sorta di scenario ipotetico che non ha nemmeno senso sfiorare per un secondo, tipo io a cena fuori con Margot Robbie – immaginarselo disponibile a termine del secondo round.
Questo è lo steal di un draft che finora è stato molto benevolo con i Philadelphia Eagles.

Malik Willis, QB, Liberty ai Tennessee Titans con la numero 86

Ammesso che lo scenario in cui i Lions spendevano la seconda scelta assoluta per lui mi è sempre sembrato bizzarro, penso che pochi potessero preventivare uno scivolone del genere per Willis.
Può muovere le catene sia servendosi del proprio braccio che delle gambe e malgrado ciò faccia storcere il naso ai puristi della posizione – che fatalità hanno più o meno tutti la stessa età -, è chiaro che con un po’ di lavoro Willis possa trasformarsi in un buon quarterback.
Considerando la presenza a roster di Ryan Tannehill, è chiaro che le probabilità che giochi nel 2022 sono minime – salvo infortuni -, quindi il tempo non è sicuramente un problema: ciò che più mi affascina è il fatto che dopo la prossima stagione Tannehill potrebbe essere scaricato da Tennessee senza compromettere eccessivamente lo spazio salariale, perciò le possibilità che i Titans diventino la squadra di Malik Willis non sono assolutamente remote.
Vi invito alla cautela, ma assicurarsi un quarterback così promettente con la scelta numero 86 è indubbiamente un affare.

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