Milioni, milioni che sommati fra di loro diventano miliardi, un flusso di soldi invisibile capace di ridefinire gli equilibri dell’intera NFL: la free agency, come ogni anno, ha fatto il suo rumoroso ingresso nella nostra vita stravolgendola, dandoci speranza o, come vedremo per alcune squadre, gettandoci nel più inconsolabile sconforto e con altrettanta sfacciataggine si è già trasformata in una sorta di lontano ricordo al quale pensare nei momenti di noia più assoluta.
Quasi tutti i grandi nomi, in un mercato che a dire la verità non ne era particolarmente ricco, hanno posto la loro firma sotto un nuovo contratto pertanto abbiamo gli strumenti necessari per valutare l’operato – in bene o in male – delle franchigie più attive in quest’ultima frenetica settimana: bando alle ciance, partiamo immediatamente.

Chi sale

Baltimore Ravens

Partiamo dall’ovvio: quando una squadra riesce ad assicurarsi Calais Campbell rinunciando solamente ad una scelta al quinto round le probabilità di non trovare suddetta squadra in questa sezione d’articolo è estremamente bassa, per non dire nulla.
Eric DeCosta, già per forza di cose uno dei migliori general manager della lega nonostante la formalmente “ridotta” esperienza, ha portato a termine una mansione piuttosto semplice, ovvero quella di evitare ad ogni costo un’eventuale replica di quanto visto qualche mese fa contro i Titans: per fare ciò ha puntellato la linea difensiva aggiungendo Campbell e Brockers, due massicci linemen che trasformano il reparto in una delle unità più fisiche ed imponenti della lega e, soprattutto, versatile in quanto sono sicuro che Wink Martindale avrà modo di creare dei sofisticati blitz in grado di togliere il sonno all’offensive coordinator di turno.
Con un buon draft Baltimore potrebbe compiere il definitivo salto di qualità, soprattutto riuscisse a mettere le mani su qualche buon linebacker o ricevitore.

Denver Broncos

Certo, il ricevitore in grado di togliere un po’ di pressione dalle spalle di Sutton non è arrivato, ma considerando la moltitudine di opzioni disponibili al draft ciò non è necessariamente un male: gli sforzi di Elway, invece, si sono concentrati sul reparto difensivo, reparto che il buon mascellone vorrebbe riportare ai fasti del 2015 ed in tutta sincerità, so far so good.
Denver si è tenuta stretta l’ottimo Simmons, ha regalato all’esperto e potenzialmente iper-motivato Bouye la possibilità di raddrizzare la propria carriera ed ha aggiunto alla rotazione il perennemente sottovalutato Jurrell Casey: tutto ciò senza tenere in considerazione l’acquisizione dell’ottimo Graham Glasgow, centro estremamente affidabile che dovrà aprire buchi al duo Lindsay-Gordon, duo creato a sua volta per rendere più facile la vita al promettente Lock. Di lavoro da fare ce n’è ancora tanto, ma la strada intrapresa è quella giusta.

Los Angeles Chargers

Muovere il pallone contro i Chargers potrebbe essere un problema, in quanto con la firma di Chris Harris Jr. la secondaria al momento può contare su Casey Hayward, Desmond King, il sopracitato Harris, l’infinitamente talentuoso Derwin James e lo scalpitante Nasir Adderley: tutto ciò senza dimenticare la fondamentale aggiunta di Linval Joseph, uno dei migliori run stopper della lega.
Affascinante invece quanto fatto per la linea d’attacco, reparto pesantemente modificato soprattutto nel lato destro: oltre alla trade che ha portato in California Trai Turner spedendo Russell Okung ai Panthers, L.A. si è assicurata il veteranissimo Bryan Bulaga, right tackle d’esperienza in grado di portare a termine il proprio lavoro contro chiunque.
Investimenti del genere sul lato destro devono per forza di cose incuriosirci, in quanto il lato destro sarebbe il blind side per un quarterback mancino e, come già saprete, al draft è disponibile un quarterback mancino da Alabama di cui si parla veramente bene.

Arizona Cardinals

Duh?
Chi si sarebbe mai aspettato di trovare in questo spazio l’autrice di una delle più grandi rapine del ventunesimo secolo NFL?
L’offseason dei Cardinals, però, trascende il solo Hopkins, in quanto il general manager Keim ha messo insieme una serie di movimenti che seppur non esplosivi come quello appena citato rendono infinitamente più competitivo e completo l’intero roster: DeVondre Campbell e Devon Kennard infondono atletismo e versatilità al corpo linebacker, Jordan Phillips fortifica immediatamente una D-line bisognosa di tutto l’aiuto possibile e DeAndre Hopkins… scusatemi, ma non riesco a capacitarmi del fatto che siano riusciti a sbarazzarsi di David Johnson e del suo faraonicamente immeritato contratto portandosi a casa uno dei migliori ricevitori di questa generazione.

New Orleans Saints

New Orleans è ufficialmente pronta all’ultima(e) carica(he) al Lombardi: con Brees sotto contratto per un altro paio di stagioni il front office ha pensato giustamente di aggiungere quanta più esperienza e mentalità vincente possibile mettendo sotto contratto veterani pluridecorati come Emmanuel Sanders e Malcolm Jenkins, rinnovando ottimi pezzi rotazionali del calibro di D.J. Swearinger e Janoris Jenkins ed assicurandosi per il futuro prossimo giocatori draftati ed allevati come David Onyemata e Andrus Peat.
Ora o mai più.

Philadelphia Eagles

Servono chiaramente dei ricevitori che mettano Wentz nella posizione di non direzionare l’ovale a scarti di practice squad a ridosso dei playoff, ma è altresì vero che urgevano decisi investimenti in difesa, soprattutto in secondaria: missione compiuta, credo.
Philadelphia si è regalata un nuovo paio di cornerback totalmente capaci di ridisegnare le prospettive della squadra aggiungendo Darius Slay e Nickell Robey-Coleman, ottimo specialista della slot che nonostante le ridotte dimensioni gioca con ferocia e determinazione raramente viste in un uomo così “minuto”: oltre a questi due signori il GM Roseman ha aggiunto l’ottimo Javon Hargrave, il nonostante tutto ancora promettente Jatavis Brown ed ha rinnovato il contratto agli affamati Rodney McLeod e Jalen Mills.
Tante scommesse, ma non si può sicuramente rinfacciargli inoperosità e pigrizia.

Buffalo Bills

Zitti zitti i Bills stanno mettendo insieme uno dei progetti più intriganti dell’intera NFL: sfruttando il fatto di pagare Josh Allen “come un rookie” il front office ha caricato di talento una squadra che nel 2019 ha finalmente dimostrato di avere una direzione.
Oltre alla trade che ha portato ad Orchard Park il perennemente scontento Diggs, il GM Beane ha rinforzato la linea difensiva con i vari Addison, Butler e Jefferson, anche se vorrei dilungarmi su Diggs: il trio Diggs-Brown-Beasley dà vita ad uno dei receiving corp più intriganti della lega, in quanto ognuno dei tre giocatori menzionati è specializzato nell’attaccare una zona precisa del campo ed un raffinato route runner come Diggs, specialista in guadagni “intermedi”, metterà i reparti difensivi avversari di fronte ad una dolorosa scelta, in quanto per neutralizzarlo potrebbero concedere a Brown maggiore libertà in profondità o, nel caso di Beasley, sul corto raggio.
In ogni caso ci troviamo davanti ad una squadra pronta ad iniziare a vincere pure ai playoff.

Tampa Bay Buccaneers

Nonostante i miei ben motivati dubbi, l’approdo di Brady in Florida rende i Buccaneers una delle squadre più interessanti della lega aumentandone esponenzialmente il numero di tifosi o di semplici simpatizzanti: non credo che l’anno prossimo avremo modo di vedere interi settori del Raymond James Stadium vuoti.
Qua ci si concentra principalmente sui risultati sul campo, ma credo vivamente che voi, cari lettori ben più vissuti di me, possiate comprendere appieno l’importanza del cosiddetto business side.

Chi scende

Houston Texans

Seriamente, devo spiegarvelo?

Chicago Bears

Il GM Pace è ufficialmente alla frutta e la stagione 2020 è quasi certamente la sua ultima opportunità per salvare un lavoro irrimediabilmente compromesso tre anni con la folle trade “per Trubisky”: fa indubbiamente sorridere il fatto che questa missione di salvataggio sarà condotta da Nick Foles, ma lasciatemi spiegare.
Non vi sto dicendo che a tentare di trascinarli ai playoff troveremo obbligatoriamente Foles under center, ma è chiaro che il successo di Trubisky passerà dalla semplice presenza del Super Bowl MVP che, oltre a fornirgli inestimabile tutoraggio, gli metterà addosso pressione potenzialmente in grado di destarlo una volta per tutte.
Il mio problema, però, riguarda Robert Quinn e Jimmy Graham: 70 milioni di dollari per un giocatore che fino allo scorso anno sembrava essersi definitivamente perso? Capisco l’idea, ed anzi, l’apprezzo pure, costruire un pass rush formidabile a la Broncos 2015 è un buon modo per compensare all’inettitudine del proprio quarterback, ma siamo sicuri che 70 milioni sia un buon prezzo?
E che dire dei 16 milioni in due anni a Jimmy Graham?

Detroit Lions

Indubbiamente la qualità media della loro difesa si è alzata, ma la storia ci insegna che ricreare i Patriots in provetta non è mai una buona idea: credo che Patricia, a differenza d’altri allenatori, sia in grado di tirare fuori il meglio dal plotone di ex-patrioti da lui assoldato, ma ripeto che basandoci sui precedenti storici di motivi per covare un tiepido ottimismo non ne abbiamo molti.

Jacksonville Jaguars

Manca coerenza, manca consistenza nel processo decisionale, manca una direzione: che senso ha vendere anche il magazziniere per poi dare un quinquennale da 53 milioni di dollari all’assolutamente mediocre Schobert?
Il mancato raggiungimento di un accordo con il pressoché già firmato Dennard ci fornisce poi l’ennesima prova d’incompetenza di un front office uscito direttamente da The Office.

Los Angeles Rams

Los Angeles sta pagando al più caro dei prezzi gli errori commessi un paio di anni fa quando, nell’esaltante impeto portato da una stagione finalmente vincente, regalarono contrattoni e destra e a manca: in meno di una settimana hanno perso Gurley, Matthews, Robey-Coleman, Fowler, Littleton e Brockers, senza contare il ritiro di Weddle ed il licenziamento del coordinatore difensivo Phillips.
Ahia.
[Che dire poi del nuovo simbolo?]

Carolina Panthers

Analogamente ai Jaguars ci troviamo dinanzi ad una pressoché inesistente chiarezza d’intenti: tanking?
Rebuilding?
Trevor Lawrence?
Trevor di GTA V?
Fare piazza pulita per poi mettere sotto contratto Bridgewater in una squadra nella quale non avrà alcuna opportunità per fare bene?
Perché? Non si meriterebbe di meglio?

5 thoughts on “Chi sale e chi scende dopo l’inizio della free agency NFL

  1. I tifosi di Seattle alla notizia del passaggio ai Ravens di Campbell sono rimasti a bocca aperta: non tanto x le noccioline date da Baltimore x acquisirlo (un quinto giro al draft).. non per i pochi (relativi) soldi che il fortissimo difensore ha ottenuto col nuovo contratto (biennale da 27 milioni).. Ma perché negli ultimi 4-5 GM e HC dei Seahawks hanno continuato a smenarla col fatto che Campbell fosse un loro sogno-obiettivo, e che addirittura per alcune recenti selezioni al Draft (Collier al primo giro l’anno scorso) avessero preso come modello tecnico-fisico proprio il 93 dei Jaguars. E al momento di poter affondare il colpo se lo fanno soffiare così?!? Spero che la volontà del giocatore di andare a Baltimore abbia avuto la meglio su tutto, altrimenti Schneider e Carroll non ci hanno fatto una bella figura..

    • Essere empatico sarebbe difficile ed ipocrita in quanto conflitto d’interessi: meno male che è andata così ;)

  2. Brockers non ha più siglato il triennale con Baltimore (si parla del tentativo di cambiare i milioni garantiti, 21 su 30, dato un referto medico sulla caviglia destra infortunata a fine stagione) ed ha rifirmato con i Rams, sempre un triennale praticamente alle stesse cifre che inizialmente doveva avere dai Ravens.

  3. Houston Texans
    Seriamente, devo spiegarvelo?

    Grazie per queste perle di humor, mi fanno sbellicare!!!
    Leggo sempre volentieri i tuoi articoli e apprezzo soprattutto la tua ironia.
    Che ne pensi di questi Dolphins? Sai mi sono avvicinato anni fa al football dopo aver perso entusiasmo per il calcio (e dopo aver visto stravincere la mia inter, il fattore tifo non mi interessava più) e ogni anno c’è una squadra diversa che prendo in simpatia. Sinceramente il del duo Flores / Fitzmagic mi ha colpito la competenza dell’uno e la capacità del secondo, pur non essendo un fenomeno (come me nel capire il football), di non mollare mai. Secondo me nel giro di un paio d’anni potrebbero dire la loro, ovviamente con un altro QB :D
    un saluto.
    m.

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