Favorite del pre ranking Ap e dei 66 capo allenatori, Bulldogs e Wolverines si mantengono al vertice di tali classifiche anche nella vigilia della week 7, con 6 vittorie di cui rispettivamente 3 in SEC e altrettante nella Big Ten, senza nessuna sconfitta a carico.

South Carolina, Auburn e la numero 20 Kentucky rappresentano le W di spessore per Georgia, mentre Michigan scruta gli eventuali primi seri ostacoli solamente a fine schedule, con gli incroci novembrini a Penn State (5) e in casa con OSU (3).

L’immacolato torneo e il dominio SEC della scorsa stagione, che hanno portato Georgia alla vittoria in back to back, imitando Nebraska (1994 e 95) ed Alabama (2011 e12), la ponevano su di un piano superiore a tutte le dirette concorrenti, specialmente per aver vinto ben 29 partite su 30, di cui 22 al cospetto di squadre partecipanti ai bowl game.

I ragazzi di Kirby Smart, in sella da 8 stagioni col primato 82/15, si presentavano al via e si stanno confermando in questo quasi half time stagionale quale gruppo lungo e profondo, da “attenzionare” soltanto nei turnover; i punti di forza vanno cercati nella rotazione fra le due linee e tra gli attaccanti via terra, nonché negli stellari angoli della secondaria, con Malaki Starks, Tykee Smith e Javon Bullard già a 5 intercetti, 7 passaggi deviati e più di 60 placcaggi combinati.

Il front five, reduce dalle migliori stats della nazione in sack ricevuti e tackle for loss, conferma il tris d’assi formato dallo jr centro Sedrick Van Pran e il tandem di guardie Truss e il sophomore Ratledge. Grazie ai loro blocchi poi, le 205 yard su corsa per gara del 2022 erano una primizia che oggi non si sta ripetendo: le assenze del neo Seahawk McIntosh, anche ottimo ricevitore, e dell’infortunato Brandon Robinson, out for season per la rottura del tendine rotuleo, hanno difatti lasciato da solo Daijun Edwards, responsabile di quasi tutte le tracce terrene.

Passati in NFL Nolan Smith e Robert Beal, si attende il salto di qualità dallo junior Chambliss, mentre restano a tenere alta la feroce nomea di monumentale linebacker room Dumas-Johnson e Mondon. In linea, l’eredità di Jalen Carter e del Freshman All American Jordan Davis, spettano ora al senior Brinson e al mastodontico Nazir Stackhouse.

Le incertezze iniziali, a seguito della dipartita in NFL di Bennett con conseguente divisione dei compiti fra il titolare Beck, il freshman Stockton e il sophomore Vandagriff, comunque tutti big-time recruit e quest’ultimo dall’appeal da high school superiore a tutti, sono dimenticate grazie ad un comparto magnifico, che si spartisce ben 350 iarde a partita fra il top target Bowers (TE) e i WR Rosemy-Jacksaint, Lovett e il transfer da Mississippi State Rara Thomas.

Lo shock targato TCU al Fiesta Bowl nei vecchi CFP ridonda sovente nella psiche di Jim Harbaugh, dominus e già leggenda a Michigan (75/25 in 9 stagioni il suo score), ma un prorompente inizio sta catapultando i Wolverines nelle alte sfere NCAA.

Sono difatti loro l’attuale miglior alternativa al three-peat di Georgia, con statistiche pregevoli in attacco e clamorose in difesa, dove i mantra blocchi/tackle/run defense/rushing offense sono tuttora determinanti nei nemmeno 7 punti a match incassati e nei 37.3 segnati.

La regia dual threat di JJ McCarthy provoca molti climax ma anche poca sicurezza pensando a sfide clutch in divenire, al pari dell’esplosiva tecnica wideout di Cornelius Johnson e Roman Wilson.

Le garanzie per il coach sono tutte nelle due linee, dove poco cambia se la superstar Oluwatimi è oggi a Seattle, dato che Nugent, il top transfer Henderson e la combo di assi Zinter e Keegan performano allo stesso modo, aiutando il senior Blake Corum a sfiorare  le 185 yarde a terra per game, mentre nell’altro lato del campo la coppia Colson e Barrett si conferma macchina di placcaggi (49), il pass rusher Josaiah Steward un versatile tackle e DE da 3 sack, Harrell l’edge coi fiocchi e Kris Jenkins futuro starter da Major.

Possesso ovale, conversione dei propri quarti down (82%) e contrasto altrui (32%), limitazione delle corse rivali (meno di 1.440 totali nel 2022) e attacco via ground in modo massiccio: niente di nuovo sotto il comando di Harbaugh per scalare l’olimpo, basterà per vincere il titolo?

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.