Con 3 squadre presentatesi nuovamente ai playoffs al termine della stagione 2024, la North Division della National Football Conference si presenta ai nastri di partenza della season 2025 come una delle divisioni piĂą toste, combattute ed intriganti del football professionistico, in un mix affascinante che lega rivalitĂ storiche ormai ben radicate tra i fans ad un football moderno e spettacolare, in grado di rendere decisamente avvincenti le sfide tra le quattro contendenti, pronte a lottare per centrare quante piĂą vittorie possibili e staccare, quanto prima, il biglietto per la postseason.
CHICAGO BEARS
La franchigia della Windy City si trova a ripartire, per la terza volta negl’ultimi sette anni, da un nuovo head coach e un quarterback al secondo anno, un binomio che in precedenza non ha portato assolutamente bene ai predecessori, rispettivamente, di Ben Johnson e Caleb Williams, costretti a ricominciare altrove nel tentativo di rilanciare le loro carriere NFL, siano esse in campo o sulla sideline; a far perlomeno pensare che in questa occasione i risultati potrebbero essere decisamente diversi è l’arrivo di un capo allenatore che si è confermato tra le menti più brillanti della lega ricoprendo il ruolo di offensive coordinator nei sorprendenti Lions guidati da Dan Campbell.

Caleb Williams a colloquio con Ben Johnson
Aggressivo, innovativo, in grado di sfiancare le difese avversarie con un insistente e produttivo running game prima di colpirle con un gioco aereo articolato, a tratti quasi impossibile da arginare, unisce la sua grande abilità nella costruzione degli schemi alla capacità di far progredire rapidamente i quarterback che si trova ad allenare, come dimostrato con Jared Goff, passato dall’essere un punto interrogativo in forte odore di bust dopo le prime stagioni con i Rams, a diventare uno dei passer più temibili e precisi della NFL al centro dell’attacco dei Lions.
Un cambio di rotta che si spera possa effettuare anche la prima scelta assoluta del Draft 2024, reduce da una rookie season tutt’altro che entusiasmante, condita da errori di ogni genere, dalle decisioni non sempre parse così lucide alla gestione del cronometro, passando per quella difficoltà nello scaricare velocemente l’ovale che gli è costata ben 68 sacks nell’arco dell’intera regular season; problemi che hanno fatto storcere il naso tanto ai tifosi quanto ad alcuni addetti ai lavori, mettendo in dubbio il possesso di un talento che aveva dimostrato di essere tra i più cristallini ad aver calcato i campi del football universitario negl’ultimi due lustri.
Dalla crescita di Caleb Williams, indubbiamente, dipenderanno molte delle fortune dei Bears nella stagione alle porte, e per aiutarlo in questo percorso, oltre alla scelta di puntare con decisione su Johnson, il GM Ryan Poles ha cercato di rinforzare adeguatamente i reparti che saranno chiamati ad aiutare maggiormente il numero 18, parco ricevitori e linea offensiva.
Partendo da quest’ultima, l’aggressività con cui è stata approcciata la free agency è indicativa di quanto lo staff dirigenziale di Chicago ritenesse fondamentale un upgrade, tant’è che le due trade completate in primavera, con i Chiefs per Joe Thuney e con i Rams per Jonah Jackson, unite all’ingaggio di Drew Dalman, hanno consentito di rendere molto più solida la O-line, aggiungendo 2 guardi e 1 centro di altissimo valore ad una coppia di tackle tra le migliori della lega, infortuni permettendo, composta da Darnell Wright e dal rientrante Braxton Jones.
Altresì Poles e collaboratori hanno puntato con decisioni a rinforzare e aumentare il numero delle frecce disponibili per l’arco di Williams, spendendo scelte ai primi due round del Draft 2025 per un tight end, l’ottimo Colston Loveland che va ad aggiungersi a Cole Kmet, pronto a rilanciarsi sotto la guida di Johnson, e un WR, l’intrigante Luther Burden III; l’ex Missouri e il free agent Olamide Zacchaeus avranno il compito di sostituire, perlomeno numericamente, Keenan Allen, tornato ai Chargers, e lottare per il ruolo di n.3 a fianco del veterano D.J. Moore, che potrebbe essere allineato spesso anche nel backfield dal nuovo coaching staff, e del second year Rome Odunze, già convincente nel corso della prima stagione tra i professionisti.
Allenati dall’ex pro bowler Antwaan Randle-El, che ha seguito Johnson nel trasferimento da Detroit a Chicago, i WR cercheranno di sfruttare appieno lo spazio che dovrebbero aprirgli le corse dei runningbacks, nel tentativo di replicare quanto fatto dal duo Gibbs-Montgomery in Michigan; guidato da un De’André Swift in odore di rilancio dopo essersi ricongiunto con l’OC che lo aveva guidato, con discreto successo, nelle ultime stagioni della sua parentesi con i Lions, il backfield sarà completato da Roschon Johnson, per ora una controfigura del giocatore visto in NCAA con la divisa dei Longhorns, e dalla matricola Kyle Monagai, indicato da molti insider come potenziale sorpresa.
In difesa pochi i cambiamenti operati dai Bears che si sono concentrati principalmente sulla sistemazione della trincea, andando ad ingaggiare il veterano di lungo corso Grady Jarrett dai Falcons, giocatore che in passato ha dimostrato di saper dominare come pochi sulla linea di scrimmage e dal quale cercheranno di spremere le ultime stille di un talento indiscusso, affiancandolo a Gervon Dexter, messosi in buona luce nella scorsa stagione, e coinvolgendolo nella crescita del rookie Shemar Turner, altro prospetto intrigante pescato nell’ultimo Draft.

Montez Sweat
Montez Sweat, che per come ha lavorato durante il training camp è determinato a migliorare sensibilmente i numeri della passata stagione, e Dayo Odeyingbo, ex Colts, completano una linea che, stando a quanto dichiarato dal nuovo defensive coordinator Dennis Allen (“Saremo aggressivi. Sfideremo tutto. Giocheremo con un football duro e fisico, il tipo di football che ti aspetti dal Bears di Chicago.”), avrà il compito principale di alzare la pressione sulla controparte avversaria e aprire gli spazi per i tanti blitz che dovrebbero caratterizzare la difesa dei Bears nel 2025; giochi nei quali si cercherà di sfruttare la velocità del rookie Ruben Hyppolite, ormai quasi certo di partire titolare in mediana, a fianco dei linebacker veterani Tremaine Edmunds e T.J. Edwards, indicati come i giocatori che dovranno garantire equilibrio a tutto il reparto difensivo.
Equilibrio che sarà a dir poco fondamentale per non lasciare le secondarie alla mercé degl’attacchi avversari, come capitato in diverse occasioni lo scorso anno, soprattutto nelle partite in cui è stato assente Jaquan Brisker, al rientro dalla terza concussion che lo ha tenuto nuovamente lontano dai campi; la safety, che sarà affiancata nella deep dall’esperto Kevin Byard, è il leader di un reparto giovane, che nonostante qualche svarione ha dimostrato di saper lavorare piuttosto bene nella copertura a uomo, il tipo di cover utilizzata dal nuovo coaching staff.
Le condizioni per vedere all’opera dei Bears più combattivi ed in grado di reggere il confronto con gli avversari, soprattutto divisionali, in questo 2025 ci sono tutte, spetterà a già citati Johnson, Allen, e a tutti i loro collaboratori portare concetti e idee che sembrano funzionare benissimo sul playbook direttamente sul campo, dove il team sarà impegnato in un tentativo di immediato rilancio.
DETROIT LIONS
Perdere due coordinatori, diversi collaboratori, 6 in tutto, e mantenere alto il livello raggiunto nelle ultime stagioni non sarà una missione così semplice per Dan Campbell, l’allenatore che ha cambiato la storia dei Detroit Lions, rendendoli una delle franchigie più temute dell’intera NFL dopo anni in cui l’aspirazione unica del team, e degli stessi tifosi, era quella di scoprire il nuovo first rounder in cui infondere speranze, sogni e desideri di rivalsa.
Il passaggio dal sogno alla realtà , dopo anni di stallo, ha subito un’accelerazione repentina grazie all’assunzione di Brian Holmes come general manager, il primo tassello, o mattone che dir si voglia, su cui si è costruito il rilancio di uno dei team storici della NFL, passato dall’essere un esempio, in negativo, di mala gestione, ad una delle organizzazioni più apprezzate, sia in termini di gioco, sia per quanto riguarda l’operatività nella stanza dei bottoni, all’interno della quale sono state sempre prese le decisioni necessarie per migliorare ulteriormente.
Una crescita costante che nel 2025 si troverà di fronte alla prima, vera, “prova del 9”, con l’avvento di 2 nuovi coordinator, John Morton e Kelvin Sheppard, che saranno chiamati a sostituire colleghi di altissimo livello come il pluricitato Johnson, passato ai rivali Lions, e l’espertissimo Aaron Glenn, chiamato a ricoprire il ruolo di head coach dei New York Jets; due cambiamenti importanti, ma che almeno sulla carta non sembrano andare ad apportare grosse modifiche, e di rimando altrettante problematiche, in seno al coaching staff o ai concetti offensivi e difensivi che hanno caratterizzato il gameplan di Detroit dal 2021 in poi.

Amon-Ra St. Brown
Morton, che fu senior assistant di Campbell proprio nella prima stagione in Michigan, ha lavorato con Denver nelle ultime season, aiutando, non poco, il QB Bo Nix nel passaggio dalla NCAA alla NFL lo scorso anno, pertanto si ritiene che possa fare altrettanto bene con Jared Goff, QB cresciuto tantissimo con il suo predecessore che ha già avuto modo di conoscere nel corso della sua precedente esperienza; il numero 16, dal canto suo, dopo aver dimostrato di aver trovato ormai una certa continuità , ritrova tutti i suoi target primari, dall’ottimo Amon-Ra St.Brown, tra i migliori interpreti del ruolo per 2/3 abbondanti dello scorso torneo, al collega di reparto Jameson Williams, passando per il produttivo TE Sam LaPorta, sempre più pezzo fondamentale dell’attacco.
A questi, protagonisti indiscussi nello sviluppo del passing game, si è aggiunto l’interessantissimo rookie Isaac TeeSla, giocatore meno pubblicizzato rispetto ad altri nelle tappe di avvicinamento al Draft 2025 ma che sembra avere tutte le caratteristiche necessarie per emergere fin da subito nel sistema offensivo di Detroit, andando ad insidiare Khalif Raymond per il ruolo di terzo WR; posizione che ricopre una certa importanza negli schemi del team, visto che spesso risulta fondamentale per colpire sul profondo le difese avversarie, in precedenza messe a dura prova dal tandem di runner composto da Jahmyr Gibbs e David Montgomery.
Ormai conosciuti con il binomio “Sonic & Knuckles” restano il punto di forza principale dell’attacco, vista la loro capacitĂ di accumulare yards e convertire down ad ogni azione, rendendo, a tratti, indomabile la offense dei Lions, quasi stessero giocando costantemente la two-minute offense; produttivi e complementari, nelle ultime due stagioni hanno sfruttato appieno la collaborazione di una delle Offensive Line piĂą forti della lega, un reparto che nella season alle porte rischia però di non offrire piĂą le stesse garanzie del recente passato, vista la perdita di due tasselli fondamentali come il centro Frank Rangrow, ritiratosi per ripetuti problemi fisici, e la guardia Kevin Zeitler, passata ai Titans.
Con l’altra OG veterana Graham Glasgow spostata nel mezzo della OL per cercare di garantire una buona solidità al reparto, spetterà ai giovani Christian Mahogany e Tate Ratledge, una matricola, dimostrare di essere fin da subito all’altezza del compito che gli spetta, rendendo nuovamente impenetrabile, o quasi, il quintetto completato dai tackle Penei Sewell e Taylor Decker, permettendo così a Goff di lanciare senza pressione all’interno della tasca, una condizione che gli ha consentito di ottenere il secondo miglior passer rating della NFL.

Aidan Hutchinson
Pressione che invece è stata da sempre uno dei punti cardine di questa difesa sotto Glenn e che dovrebbe rimanere tale anche con Sheppard al timone, soprattutto dopo che i Lions hanno recuperato il fuoriclasse Aidan Hutchinson, uscito di scena nelle prime settimane della passata stagione per un brutto infortunio alla gamba e pronto a riprendersi un ruolo di assoluto protagonista mettendo nel mirino quanti più QB avversari possibili; capace, con la sua sola presenza, di spostare gli equilibri sul terreno di gioco, sarà affiancato all’esterno da Marcus Davenport, che ha rinnovato per un’altra stagione, e all’interno dal nuovo arrivato D.J. Reader, punto fisso attorno al quale ruoteranno Alim McNeill, al rientro da un infortunio, e il rookie Tyleik Williams.
Derrick Barnes, altro giocatore ristabilitosi in offseason, inizierà nuovamente la stagione come linebacker sul lato forte andando a completare una mediana che ritrova Alex Anzalone e Jack Campbell, giocatori produttivi che hanno, soprattutto il primo, saputo beneficiare del sistema difensivo introdotto dall’attuale HC dei Jets e che, pertanto, dovrebbero mantenere invariate le loro statistiche anche con il nuovo DC, che pare intenzionato a sfruttare maggiormente il lavoro delle S Kerby Joseph e Brian Branch, altri perni indiscussi del team. Sulle sideline la perdita di Carlton Davis III dovrebbe essere facilmente sopperita dal nuovo arrivato D.J. Reed, giocatore fisico e istintivo che sembra essere fatto su misura per il gioco dei Lions, mentre si attendono conferme da parte di Terrion Arnold dopo la positivissima rookie season e Amik Robertson, sempre più a suo agio nella posizione di nichel.
Proprio nella gestione delle secondarie si trova conferma della bontà del lavoro sottotraccia svolto da Holmes in queste ultime stagioni, conscio infatti dell’addio di uno dei suoi migliori giocatori, Davis, e dei problemi incontrati da Detroit nella parte finale della passata stagione, il GM non ha perso tempo ed ha investito pesantemente sul ruolo di CB durante la free agency, non solo andando ad assicurarsi uno dei migliori giocatori sul mercato, Reed, ma anche acquisendo veterani di spessore in grado di fornire ricambi adeguati e garantire una buona profondità al reparto come Rock Ya-Sin e Avonte Maddox. Mosse all’apparenza poco significative ma che, indubbiamente, potrebbero contribuire a mantenere in alto i Lions e chissà , magari spingerli ancora più oltre i traguardi raggiunti di recente.
GREEN BAY PACKERS
C’è stato un momento, nel corso della passata stagione, in cui i Packers sembravano avere tutte le carte in regola per diventare la principale contender degli Eagles nella corsa verso il Championship della NFC poi, improvvisamente, tutto, o quasi, è crollato con l’infortunio che ha messo fuori gioco Christian Watson, privando l’attacco di una delle sue armi fondamentali, che aveva permesso a Jordan Love di mantenere un buon rendimento nonostante lottasse continuamente con problemi fisici di vario genere.

Jordan Love
Una perdita, quella del WR da North Dakota State, che ha reso incredibilmente meno efficace l’offense dei Packers, soprattutto sul profondo, ma che è risultata fondamentale per indicare al general manager Brian Gutekunst qual’era il ruolo su cui occorreva investire maggiormente durante la successiva offseason, gettando quindi le basi per cui la franchigia del Wisonsin tornasse ad investire su un wide receiver al primo giro del Draft dopo decenni.
Appunto su carta tramutatosi in un nome vero e proprio all’atto della scelta di Matthew Golden, prospetto di Texas che si unirà ai receiver Jaylen Reed, Romeo Doubs, Dontavion Wicks, la matricola Savion Williams e lo stesso Watson per completare il numero di opzioni a disposizione di Love, pronto a costruire una nuova connessione dopo aver già creato un buon legame con i giovani sbarcati a Green Bay nelle ultime stagioni; reduce da una stagione che lui stesso ha definito “incoerente” a causa dell’altalena prestazionale di cui si è reso protagonista, il prodotto di Nevada ha tutte le intenzioni di dimostrare di aver raggiunto una maggiore maturità dando più continuità alle sue prove e gestendo in maniera leggermente diversa il suo gioco, magari provando a coinvolgere maggiormente entrambe i tight end, Tucker Kraft e Luke Musgrave, come richiestogli dall’HC Matt LaFleur.
Capo allenatore che sembra sempre intenzionato a puntare sulle corse di Jonathan Taylor, reduce da un’ottima stagione d’esordio con Green Bay, chiusa con 1,431 yds e 11 TD, come ha dimostrato con la sua chiara volontà di migliorare la linea offensiva aggiungendo giocatori più fisicati come il rookie Anthony Belton e l’ex 49ers Aaron Banks al mix; quest’ultimo, valido run blocker, sarà il volto nuovo in un quintetto che ha confermato Zach Tom e Sean Rhyan sul lato destro, prima di mescolare le carte sul lato sinistro, dove Rasheed Walker si inserisce all’esterno mentre la guardia Pro Bowler Elgton Jenkins si sposta al centro, nel tentativo di garantire anche una maggior protezione al QB.

Micah Parsons
In difesa la recentissima trade che a portato il fenomenale Micah Parsons in Wisconsin ha risolto il più grande problema del reparto allenato da Jeff Hafley, decisamente carente in pass rushing, dove il seppur valido Rashan Gary sembrava in procinto di essere affiancato da Lukas Van Ness, poco convincente nelle sue prime due stagioni nel football professionistico; l’arrivo dell’ex stella dei Dallas Cowboys ha consentito ai Packers di raggiungere quell’upgrade a lungo inseguito durante l’offseason, andando così a sistemare la defensive line con una sola mossa, utile per alzare la pressione sul backfield avversario e, allo stesso tempo, sfruttare il grande lavoro svolto all’interno dall’emergente Devonte Wyatt.
Perso Kenny Clark, volato in Texas nello scambio che ha coinvolto il nuovo numero 1 di Green Bay, toccherà probabilmente a Colby Wooden affiancare Watt all’interno, dove la linea cercherà di arginare i bloccatori avversari per creare gli spazi di manovra al trio di linebacker composto da Quay Walker, Isaiah McDuffie e Edgerrin Cooper, tra i migliori della lega dopo un solo anno trascorso in NFL; abile a leggere rapidamente lo sviluppo del gioco e fiondarsi sul ball carrier, dividerà con l’esperta FS Xavier McKinney la leadership del reparto difensivo, fungendo da esempio e guida per tutti i compagni.
Proprio l’ex Giants è il giocatore indicato dal coaching staff come atleta in grado di aiutare le giovani secondarie nel percorso di crescita, resosi necessario dopo l’addio di Jaire Alexander, punto di forza del team che ha lasciato il Wisconsin dopo un tira e molla durato a lungo, aprendo le porte delle depth chart a giocatori, sulla carta, meno affidabili come Keisean Nixon e Carrington Valentine, in procinto di affiancare il nuovo arrivato Nate Hobbs nelle posizioni di CB o NB; sul profondo la conferma di Evan Williams nel back end garantisce un minimo di solidità ad un gruppo che si presenta al via con diversi punti interrogativi e il timore di dover affrontare diversi attacchi aerei ben attrezzati in Division.
Reduci da una stagione conclusa con 11 vittorie e 6 sconfitte e freschi di un cambio ai vertici dirigenziali con Ed Policy subentrato alla presidenza della franchigia in estate, i Packers sembrano arrivati al punto cruciale della gestione Gutekunst, giunto alla sua ottava season a Green Bay e in scadenza al termine della season 2026, come l’head coach LaFleur; in una recente intervista il nuovo Presidente ha già annunciato che gradirebbe evitare di affrontare la prossima stagione con due tasselli importanti dell’organizzazione nel contract year, pertanto per entrambi potrebbe essere l’ultima occasione di lasciare un segno nella storia delle Cheeseheads.
MINNESOTA VIKINGS
La capacità di gestire le situazioni più complicate sviluppata dal head coach Kevin O’Connell nel corso delle ultime stagioni unita alla genialità del defensive coordinator Brian Flores, due delle menti più brillanti della lega sui rispettivi lati dell’ovale, rendono i Vikings uno dei team da seguire con maggiore attenzione nel corso della stagione alle porte, soprattutto dopo la campagna di rafforzamento condotta dal GM Kwesi Adofo-Mensah in primavera, con scambi e firme che hanno reso decisamente più solido il roster di Minnesota.
La grande novità , anche se, fondamentalmente, di novità non si tratta, sarà rappresentata da J.J. McCarthy, il primo quarterback realmente scelto dal capo allenatore, che ha puntato su di lui nel corso del Draft 2024 ma ha dovuto rinunciarvi solo dopo pochissimi snap della passata preseason, quando il riacutizzarsi di un problema al ginocchio avuto già ai tempi del college lo ha tolto di mezzo per l’intera season; il suo rientro, i progressi mostrati già nel corso del training camp, le doti caratteriali, atletiche e umane del prodotto di Michigan sembrano aver infuso parecchia fiducia nei dintorni di Minneapolis, tanto che a pochi giorni dalla partenza della nuova stagione il GM ha fatto un ultimo sforzo per mettere il numero 9 nelle migliori condizioni possibili, andando a riprendersi l’ex Adam Thielen, acquisito via trade dai Panthers.

Justin Jefferson
L’arrivo del veterano che ha scritto pagine importanti nella storia dei purple & gold rappresenta un’ulteriore garanzia per tutto il reparto offensivo e per il passing game, costretto a rinunciare a Jordan Addison, segnalato tra i più in forma nelle sedute estive, nelle prime settimane di regular season; la sospensione affibiata al prodotto di USC consentirà a Minnesota di ricostruire il tandem di WR protagonista della stagione 2022, con il numero 19 che tornerà ad affiancare lo stellare Justin Jefferson davanti ad un gruppo di giovani composto da Jalen Nailor, Myles Price e l’interessantissimo Tai Felton, pescato nell’ultimo Draft.
Tornato a pieno regime un altro pezzo fondamentale nello sviluppo del gioco aereo come il TE T.J. Hockenson, recuperato nel corso della passata stagione dopo l’infortunio al ginocchio che lo aveva tenuto lontano dai campi a lungo, coach O’Connell cercherà di aprire ulteriori spazi per attaccare verticalmente l’endzone avversaria migliorando il contributo dei runningback, reparto dove l’ex Niners Jordan Mason si è aggiunto al veterano Aaron Jones, arrivato con poca benzina nel motore alle battute finali della season 2024.
Il cambio di passo che potrà garantire il prodotto da Georgia Tech, unito agli ingaggi degli esperti free agents Ryan Kelly e Will Fries, entrambi ex Colts, e del rookie Donovan Jackson, che hanno cambiato volto all’interno della linea offensiva, rendendola decisamente più solita, dovrebbero consentire a Minnesota di produrre con costanza anche via terra, sfruttando finalmente appieno il lavoro svolto dall’ottima coppia di tackle composta da Brian O’Neill e Christian Darrisaw, anch’egli rientrato da un brutto infortunio.
Centro della linea che è stato oggetto di grossi cambiamenti anche sul lato opposto della palla, dove Flores ha finalmente ottenuto quella tipologia di giocatori che inseguiva da tempo, ovvero dei DT in grado di dominare in trincea tenendo impegnati quanti più bloccatori possibili per aprire spazi ai tanti blitzer che è solito mandare a caccia del quarterback avversario in ogni singolo down; i veterani Javon Hargrave e Jonathan Allen sembrano rispondere adeguatamente alle richieste del DC e a dimostrarlo non sono solo le loro statistiche, ma anche le giocate di cui si sono resi protagonisti nel corso delle loro carriere.
Con due aggiunte di questo livello all’interno la già temibile pass rushing dei Vikings, tra le più produttive nel corso della passata stagione, ha tutte le carte in regola per diventare ancora più efficiente con Jonathan Greenard e Andrew Van Ginkel che promettono di migliorare ulteriormente i numeri fatti registrare nel 2024; alle loro spalle Dallas Turner, che oltre a fungere da alternativa per i due outside linebacker è stato impiegato spesso all’interno nel corso degli scrimmage disputati durante il training camp, andando ad affiancare sia Blake Cashman, sia l’aggressivo Ivan Pace Jr. in mediana, dove ha ricevuto diversi elogi la matricola Kobe King, che potrebbe ritagliarsi già un po’ di spazio in rotazione nel 2025.

Harrison Smith
Sempre pronto a dividersi tra le posizioni di LB e S Josh Metellus sarà ancora una volta determinante per garantire equilibrio al reparto difensivo di Minnesota, nel quale continua a splendere la stella di Harrison Smith, giunto al suo quattordicesimo anno tra i professionisti; a 36 anni suonati “Hitman” rimane una delle safety migliori della lega e la sua esperienza tornerà sicuramente utile in delle secondarie che cambiano ancora volto, con l’ex backup Theo Jackson che si appresta a giocare titolare nella deep e Byron Murphy che sarà affiancato dal nuovo arrivato Isaiah Rodgers sulle sideline, dove potrebbe riemergere l’ex first rounder Jeff Okudah, talento dispersosi in quel di Detroit che rappresenta la nuova scommessa del GM Adofo-Mensah, sempre alla ricerca di giocatori da rilanciare.
Proprio il general manager dei Vikings, liberatosi da alcuni gravosi contratti che pesavano ancora sul salary cap del team, è stato uno dei grandi protagonisti durante l’offseason, con mosse che, come anticipato, hanno rafforzato pesantemente il roster della franchigia, rispondendo alle richieste avanzate dallo stesso O’Connell all’indomani della sconfitta rimediata contro i Rams nel Wild Card Weekend; un traguardo che, nei dintorni di Minneapolis, sperano vivamente di raggiungere, e magari questa volta superare, anche quest’anno.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite TelepiĂą, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…

