Proseguiamo nel nostro viaggio all’insegna della comprensione di tutte quelle sigle e acronimi che rendono di difficile comprensione all’occhio del neofita tutto ciò che ruota attorno ad una partita di baseball.

Nella prima puntata di questi appuntamenti con l’approfondimento abbiamo parlato in lungo e in largo del lato offensivo del gioco, di quali siano i numeri sui quali un battitore viene valutato, cosa contribuisce a spingere verso dei numeri record le sue prestazioni e di cosa serva (e cosa no) per fare i calcoli e collezionare i dati.

Nella puntata di oggi passiamo nell’altro dugout di un ideale inning fra due squadre su un altrettanto ideale diamante. Se i battitori vengono scrutinati minuziosamente in tutti gli aspetti della loro performance al piatto e del loro atteggiamento sulle basi, andiamo a vedere ora quanto e in che modo riusciremo a capire quanto bravo ed efficace possa essere un giocatore di posizione che contribuisce ai 27 out necessari per lasciare a secco gli avversari

Benvenuti nel mondo del Fielding!

 

A

A sta per assist. Viene assegnato ad ogni difensore che tocca fisicamente la pallina prima che l’out venga certificato da un suo compagno di squadra.

Es: lo shortstop che lancia la pallina al prima base per l’out in prima.

L’assist viene assegnato anche se il contatto con la pallina prima dell’out era non intenzionale.

Es: la pallina, dopo essere stata messa in gioco dal battitore, va a sbattere addosso al pitcher e carambola nella direzione dello shortstop che eseguirà di routine l’out in prima base. In questo caso sia pitcher che shortstop verranno accreditati di un assist.

PO

PO sta per putout, ossia l’atto dell’eliminazione di un avversario per collezionare un out a favore della propria squadra.

Esempi di putout possono essere: il toccare la base camminandoci sopra con la pallina nel guantone; l’applicare il tag al corridore sulle basi; il ricevere il terzo strike al piatto (catcher); agguantare una pallina al volo per effettuare l’out.

Di solito il numero di PO più alto è appannaggio dei catcher e dei prima base per ovvie ragioni di frequenza di casi di out al piatto o in prima base piuttosto che in altre zone del campo. E’ raro che il PO, ad esempio, venga eseguito dal catcher sul corridore in arrivo dalla terza base, sia che questo sia un caso di tag sul corridore, sia che esso sia un caso di tocco di casa base col piede causa basi piene.

E

Un difensore viene accreditato di un E (errore) quando fallisce nel convertire in un out una situazione in cui la media dei giocatori sarebbe invece stata in grado di convertirla.

Questa valutazione dell’Official Scorer è una valutazione di merito anche sulla qualitĂ  dell’operazione difensiva. Sarebbe a dire che l’errore, per essere errore, non deve per forza essere stata una amnesia di dimensioni gigantesche o che abbia permesso smisurati vantaggi agli avversari. Può anche ad esempio essere un lancio effettuato male, o che rimbalza prendendo una direzione strana senza che la colpa sia per forza attribuibile a qualcuno in particolare.

L’errore viene valutato oggettivamente dall’Official Scorer su una valutazione che deve aderire alla gaussiana dei comportamenti tenuti da difensori di livello Major League in situazioni comparabili.

Per semplificare: una operazione difensiva di routine, se non convertita in un out, diventa un errore ad unico ed insindacabile giudizio dell’official scorer.

INN

INN sta per inning giocati. Viene determinato calcolando il numero di out che viene registrato mentre il giocatore è in campo e dividendo questo numero per tre.

L’utilizzo principale di questo dato è legato alle operazioni di voto per l’assegnazione di premi “difensivi” quale il Gold Glove, dove i votanti devono attenersi alle prestazioni rese da un certo giocatore in un determinato ruolo del campo.

TC

TC sta per “Total Chances”. Rappresenta il numero delle occasioni che un difensore ha per collezionare un out a favore della propria squadra. Viene calcolato tramite la somma algebrica di A+PO+E.

L’utilizzo principale di questo dato è quello relativo alla costruzione della formula matematica per il calcolo di un ben più efficace valore per determinare le prestazioni delle difese, ovvero il Fielding Percentage (FPCT) che vedremo fra poco.

TP

TP sta per “Triple Play” e rappresenta la rara occasione nella quale la difesa riesce ad ottenere tutti e tre gli out necessari per porre termine all’inning in una e una sola giocata.

Le condizioni sotto le quali questa eventualità può accadere sono le seguenti:

  1. la squadra in attacco deve avere almeno due uomini in base, ma mai meno di due
  2. nessun’out deve ancora essere stato accordato alla difesa

Eventualità ancora più rara del classico TP è l’Unassisted Triple Play, il quale accade quando tutti e tre gli out vengono messi a segno da un solo difensore senza che la pallina esca mai dal suo guantone.

Es: corridori in prima e seconda base. Il battitore mette la palla in gioco, la quale viene afferrata dal guantone del terza base che, ponendo il piede sulla terza base, elimina il corridore che dalla seconda stava avanzando in sua direzione. Ciò fatto, lancia la pallina al seconda base/shortstop per l’out in seconda sul corridore che affluiva dalla prima. Il seconda base/shortstop, a propria volta, lancerà la pallina al prima base per l’ultima e definitiva eliminazione del battitore. 3 out, the inning is over. Per fare in modo che il TP abbia successo è necessaria una velocità fulminea di esecuzione delle operazioni difensive abbinata, va detto, ad una velocità di corsa non entusiasmante da parte di almeno due dei tre attaccanti.

DP

DP sta invece per “Double Play”. E’ l’eventualità nella quale la difesa, in un’unica giocata, riesca ad ottenere due out.

Serve ovviamente che ci sia almeno un uomo sulle basi per fare in modo che la difesa possa mettere in pratica quello che viene definito come “il miglior amico dei lanciatori”…

Es: un corridore in prima base. Il battitore mette la pallina in gioco in direzione del seconda base che, tuffandosi per terra, riesce ad agguantare la pallina e lanciarla nel rialzarsi allo shortstop per l’out in seconda base del corridore che ivi affluiva dalla prima. Lo shortstop, calpestata la base con la pallina nel guantone, lancia senza remore al prima base prima che il battitore riesca ad arrivare in corsa e mettere il proprio piede sulla base. 2 out e il lanciatore, col minimo sforzo, si trova già due terzi del lavoro portato a casa.

O

O sta per out. Abbiamo sopra parlato del PO. L’out rappresenta semplicemente un terzo dell’inning. E’ una statistica oggettiva, riferibile solo parzialmente al difensore nel senso che va a calcolare a quanti out egli abbia partecipato durante una stagione o porzioni della stessa.

Si calcola prendendo il numero di INN e moltiplicandolo per tre.

La differenza con il PO sta nel fatto che quest’ultimo è l’atto fisico dell’eliminazione di un battitore/corridore avversario sul basepath, non il numero di out della squadra ai quali si è partecipato mentre si era in campo.

OFA

OFA sta per “Outfield Assist”. E’ un tipo particolare di A (assist). Accade quando un esterno riesce a spedire la pallina nell’infield laddove, proprio in seguito a questo lancio, un out riesce ad essere messo a segno dalla difesa.

Spesso c’è bisogno che un infielder o comunque un altro componente della difesa raccolga il lancio dell’outfielder e, data la maggiore vicinanza alle basi e al/ai corridore/i sulle stesse, riesca ad effettuare meglio l’assist per l’out. In questi casi, l’esterno viene accreditato di un OFA mentre l’altro giocatore che partecipa al divenire di successo dell’azione difensiva riceve invece una A.

Nel caso non uno, bensì due outfielders partecipino all’azione difensiva toccando entrambi la pallina e l’azione prosegua con un out fra le basi, entrambi gli esterni verranno accreditati di un OFA.

Questa statistica è un indice molto importante di quanto potente e preciso possa essere il gettito a lungo raggio di un esterno.

PB

PB sta per “Passed Ball”. Sta ad identificare tutte quelle volte in cui un catcher non riesca ad effettuare la presa su un lancio del pitcher e, come risultato di questa inaccuratezza difensiva, un corridore sulle basi riesca ad avanzare di una o più di una base.

Il giudizio dell’official scorer viene effettuato sulla base della media capacità di un catcher di riuscire ad avere la presa su quello specifico lancio. Non viene ovviamente accreditato di PB un catcher che si trovi spiazzato da un lancio decisamente fuori misura del pitcher.

FPCT

FPCT significa “Fielding Percentage”. A cosa serve? Serve a calcolare con quale frequenza un giocatore o una difesa riescono a rispondere efficacemente, ossia accreditando un out a favore della propria squadra, alle palle messe in gioco dall’attacco avversario. Il calcolo è il seguente: PO + A diviso per le TC. Ricordiamo che le TC sono date dalla somma di errori + assist + putout.

I valori di FPCT differiscono molto a seconda della posizione ricoperta in campo da un giocatore. Se shortstop e terza base affrontano spesso le più difficili palline rimbalzanti uscenti dal giro di mazza dell’avversario al piatto, catcher, prima base e esterni sono di solito aiutati dal minore grado di difficoltà delle eventualità a loro riservate dallo status della posizione in campo.

CS%

Se CS (“Caught Stealing”, ossia tentativo di rubare una base andato male) lo abbiamo già visto nelle Statistiche Offensive e, lo ricordiamo, è, se alto, un valore negativo per il corridore sulle basi, guardando alle cose dal punto di vista opposto, quello della difesa, la “Caught Stealing Percentage” si riferisce alla frequenza con la quale un catcher riesce ad arrestare con un out un corridore che tenta di rubare la seconda base, la terza o casa base. Ovviamente in questo caso, se i valori sono alti è un bene per il catcher.

Il calcolo è presto fatto: n. di volte nelle quali il catcher è riuscito ad intercettare con successo il tentativo di rubargli la base diviso per il n. di tentativi (aventi e non aventi successo) fatti mentre lui era dietro al piatto. Trattasi quindi di una statistica riferibile ai soli back-stop.

 

Ecco allora svelati gli arcani del Fielding, la branca delle statistiche MLB che calcola l’efficacia sia collettiva che individuale delle difese “di movimento” delle Majors.

Per la difesa “statica” dei lanciatori rinviamo al prossimo e terzo ed ultimo appuntamento con l’approfondimento sulle statistiche del baseball. A la prochaine fois!

One thought on “Focus: le statistiche difensive del baseball

  1. Lancio dell’outfielder oppure tiro dell’outfielder? Lancio e tiro non sono sinonimi…

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