Il mercoledì sono – ero? – solito proporvi approfondimenti su squadre che, per un motivo o per l’altro, avevano catturato la mia attenzione, tuttavia non posso continuare a sottopormi passivamente a quest’umiliazione. O almeno, una settimana di pausa era necessaria.
Cosa sto dicendo? Che da quando ho definito i Broncos una causa persa questi tutto ciò che hanno fatto è stato vincere. Ho associato gli Steelers all’aggettivo “frustranti” e, esattamente come i Broncos, a loro modo hanno continuato a vincere. Dopo aver provato a convincervi della legittimità dei Vikings di Dobbs, questi hanno perso di uno e due punti partite assolutamente abbordabili contro Broncos – legittimo – e Bears: per Dio, sono pure stato capace di resuscitare i New York Giants di Tommy DeVito.

Perché, dunque, non parlare della corsa all’MVP? Non c’è un chiaro favorito – anche se c’è – e, in generale, più che una corsa all’oro quella di quest’anno mi sembra essere una puntata di Takeshi’s Castle nella quale, prova dopo prova, la bagarre si sfoltisce fino a mandare all’assalto del castello del conte Takeshi solamente mezza dozzina scarsa di concorrenti stremati.
I vari favoriti non sono mai stati tali a seguito di prestazioni consistentemente eccellenti, ma purtroppo in reazione ai ripetuti scivoloni di chi gli stava davanti – tranne forse nel caso di Hurts che è stato abbastanza consistente nel corso dell’anno e, mica per niente, è favoritissimo.

[Per dare struttura a questo articolo mi sono servito delle quote di FanDuel Sportsbook: stiamo parlando di quote americane, quindi +150 significa che scommettendo 100 dollari ne vinci 250, ossia i 100 scommessi sommati ai 150 vinti.]


Jalen Hurts, QB, Philadelphia Eagles (+150)

Perché la sua candidatura è legittima: Perché gioca nella squadra con il miglior record della lega e si è confermato essere il giocatore che lo scorso anno ha portato gli Eagles a un passo di distanza dal Super Bowl. Riavvolgiamo il nastro di dodici mesi: prima di infortunarsi alla spalla contro i Chicago Bears era lui il favoritissimo per l’MVP, ma purtroppo le due partite perse e la brillantezza di Mahomes si sono rivelate sufficienti a far passare di mente agli elettori quanto assurdo sia stato il suo 2022.
Ha finora firmato quattro game winning drive, lo stesso identico numero di quelli racimolati nei primi tre anni fra i professionisti. È il protagonista della singola giocata più devastante della NFL, il Brotherly Shove. Quest’anno non solo è il favorito, è l’unico che può perderlo.

Motivi per storcere il naso: Un po’ troppi turnover, ma quest’anno i quarterback d’élite stanno generalmente lanciando più intercetti del solito quindi pace se ne ha già sparacchiati dieci.


Patrick Mahomes, QB, Kansas City Chiefs (+350)

Perché la sua candidatura è legittima: Perché è Patrick Mahomes.

Motivi per storcere il naso: Questo finora non sicuramente è stato il suo migliore anno. Sono consapevole che suoni ridicolo tanto quanto proferire le parole “la pizza meno buona”, ma mi risulterebbe difficile trovare un motivo per premiare con l’MVP quella che, da un punto di vista meramente statistico, è stata la sua peggior stagione fra i professionisti.
Due numeri spiccano: il 5.1% di touchdown – ossia il numero di touchdown lanciati ogni cento passaggi – e il 2.2% di intercetti – stessa cosa ma con gli intercetti. Entrambi rappresentano il peggior dato in carriera, anche se va da sé che abbia tutto il tempo necessario per rettificare queste anomalie.
Fa comunque sorridere che la sua “peggior stagione” sarebbe la stagione della vita per qualsiasi altro quarterback. O quasi.


Dak Prescott, QB, Dallas Cowboys (+600)

Perché la sua candidatura è legittima: Nelle ultime sei partite ha accumulato 20 touchdown totali e due soli intercetti, numeri che pure il miglior Mahomes faticherebbe a replicare. In sette delle otto vittorie ottenute finora l’attacco dei Cowboys ha segnato almeno 30 punti, superando quota 40 in ben quattro occasioni diverse.
Al momento è impensabile trovare un quarterback più on fire di Dak che dopo l’umiliazione patita per mano dei 49ers si è reso protagonista di una metamorfosi che l’ha trasformato in uno spietato sicario. C’è un asterisco, purtroppo.

Motivi per storcere il naso: Mancano vittorie di spessore contro le avversarie dirette. Dallas si sta sì rendendo protagonista di un’ottima stagione, ma mi risulta impossibile sorvolare le sconfitte contro 49ers ed Eagles, o se preferite le uniche partite giocate contro squadre con un record attualmente positivo.
Nel prossimo mese è atteso da Seahawks, Eagles, Bills, Dolphins e Lions: quattro vittorie corroborerebbero la sua candidatura.


Lamar Jackson, QB, Baltimore Ravens (+600)

Perché la sua candidatura è legittima: Sta giocando il miglior football della propria carriera. Se continuate a millantare dubbi sul suo braccio destro probabilmente siete solo in malafede ché, a questo punto, ha ampiamente dimostrato di poterla mettere ovunque – a patto che chi di dovere la riceva – e di saper fare tutte quelle piccole cose che competono a un grande quarterback: è preciso, affidabile e finalmente consapevole nella tasca.
Arrivati a tre quarti di stagione Jackson ha trascinato Baltimore al miglior record nell’ultracompetitiva AFC.
Resta uno dei più pericolosi playmaker della lega.

Motivi per storcere il naso: I suoi numeri individuali sono tutt’altro che esaltanti, basti pensare che in dodici partite abbia lanciato “solamente” tredici touchdown – a cui però ne vanno aggiunti cinque su corsa. Purtroppo per lui e per i suoi sogni di gloria Baltimore in red zone fa pesantissimo affidamento sul gioco di corse più prolifico della lega – 22 touchdown, miglior dato della lega – e questo naturalmente si ripercuote sulle sue statistiche.


Tua Tagovailoa, QB, Miami Dolphins (+800)

Perché la sua candidatura è legittima: Miami ha un ottimo record e, in generale, gioca un football estremamente gradevole. È oltremodo efficiente senza mai rinunciare all’esplosività ed è al timone di uno dei due reparti offensivi che ne segna in media 30 a partita – i Cowboys l’unica altra squadra a poter fregiarsi di questo onore.
Forse era un’opzione più sexy un paio di mesi fa.

Motivi per storcere il naso: Nel corso della stagione si è indiscutibilmente raffreddato diminuendo il numero di touchdown lanciati e aumentando, purtroppo, quello degli intercetti… anche se non è questo il punto. Lui e Miami sono tartassati della spada di Damocle dei big match. Le tre sconfitte stagionali sono arrivate per mano di Bills, Eagles e Chiefs, tre autentiche contender – sì, pure i Bills – che una squadra che vuole togliersi grandi soddisfazioni dovrebbe trovare modo di battere: in quelle partite il rendimento dei Dolphins – e di Tua – tende a calare spaventosamente.
Attenzione che il finale di stagione con in programma Dallas, Baltimore e Buffalo potrebbe permettergli di cambiare questa narrativa.


Christian McCaffrey, RB, San Francisco 49ers (+3000)

Perché la sua candidatura è legittima: Ho voluto fornirvi qualche quota di un-non-quarterback: il primo nome a fare capolino nella lista è quello di Christian McCaffrey e sinceramente non fatico a comprenderne il motivo. CMC è il cuore pulsante dell’attacco dei ‘Niners, un’ineluttabile macchina da touchdown alla quale basta allacciarsi le scarpe per raccogliere più di cento yard dallo scrimmage. È il running back perfetto per l’attacco di Kyle Shanahan che ne sta esaltando ogni caratteristica tecnica utilizzandolo nel migliore dei modi: 1328 yard totali e 16 touchdown in undici partite sono numeri semplicemente senza senso.
Non è un quarterback, quindi non lo vincerà nemmeno se i votanti fossero presi in ostaggio e la loro sopravvivenza dipendesse da una preferenza a suo nome.

Motivi per storcere il naso: Non è un quarterback.


Tyreek Hill, WR, Miami Dolphins (+4000)

Perché la sua candidatura è legittima: Ha una più che concreta possibilità di diventare il primo ricevitore nella storia del gioco a sfondare il muro delle 2000 yard in una stagione e, insieme a McCaffrey, è consistentemente l’attaccante più minaccioso della lega. Malgrado chiunque sia perfettamente al corrente che Tua gli direzionerà il pallone almeno una decina di volte a partita, Tyreek continua a rivelarsi immarcabile e immune al gameplan avversario producendo big play a grappoli.
Lui e CMC si daranno battaglia fino all’ultimo per l’Offensive Player of the Year, ossia l’MVP al miglior non-quarterback della lega – sempre e comunque in attacco, sia chiaro.

Motivi per storcere il naso: Non è un quarterback.


Myles Garrett, EDGE, Cleveland Browns (+15000)

Perché la sua candidatura è legittima: Attualmente a mezzo sack di distanza dai leader Hunter e Watt, Garrett è il miglior giocatore della miglior difesa della lega: avete presente la diceria secondo la quale l’MVP lo vince il quarterback della miglior squadra del campionato? Qualcosa di simile. Ci sono state partite come quella contro i Colts nelle quali la sua presenza ha costituito il delta fra sconfitta e vittoria: senza di lui Cleveland avrebbe perso.
Credo sia il nemico pubblico numero uno della lega – almeno lungo il versante offensivo -, gli offensive coordinator avversari prima di affrontare i Browns devono preparare un gameplan nel quale l’obiettivo principale è rallentare Garrett: sì, rallentare, poiché anche solo pensare di fermarlo è pura utopia.

Motivi per storcere il naso: Non è un quarterback e non giocando in attacco il suo impatto non si può quantificare in funzione dei touchdown. Questi siamo.


 

14 thoughts on “Qualche considerazione sulla corsa all’MVP della NFL

  1. Bello! Giusto parlare anche dei non QB. Hill in particolare, più MVP lui del compagno di squadra Tagovailoa. Però, proprio perché hai inserito il QB dei Dolphins nei possibili candidati al titolo di miglior giocatore della lega, trovo che avrebbe diritto ad esserci anche Brock Purdy, e non lo dico in quanto tifoso. Da mr Irrilevant a QB di una squadra con le caratteristiche per arrivare sino in fondo non può essere sopravanzato dal QB che difficilmente arriverà fino in fondo….

    • Mi tengo stretto il ns irrilevante sperando bene che non incorra più in passaggi a vuoto. A mio parere non ci sta nella lista per l’MVP perchè non ha fatto i fuochi artificiali di Tua (non che li rimpianga granchè) ma a infilato quelle tre partite orrende là (e quelle sì, che mi danno noia). Per questo secondo me, se parliamo di MVP, lui quest’anno non ci sta; confidando comunque che con la maturazione, lui possa essere il baluardo a cui la squadra possa ispirarsi nel momento di difficoltà, e non uno di quelli che affondano.

      Detto questo è un peccato che anche in un anno non brillantissimo in assoluto per i QB, in ns McCaffrey sia dato così indietro. Lui sì che sta facendo i fuochi d’artificio e soprattutto è molto determinante.

      Comunque rimango profondamente pessimista;-D

      • Rispondo a te (ma in realtà rispondo a tutti): Purdy era quello immediatamente dopo a Tua ma per esigenze di lunghezza (leggasi: stanco) ho deciso di tagliarlo per dare spazio a CMC, Tyreek e Garrett giusto per mettervi davanti alle quote irrispettose date a questi tre non-quarterback. Concordo con voi, Purdy meriterebbe più considerazione :)

  2. Hurts sta giocando bene, anche se meno dell’anno scorso. Lo vedo più leader quest’anno. Sta incidendo soprattutto quando conta, prendendosi la squadra sulle spalle con grande coraggio. Questo lo rende il favorito, più delle statistiche. Spero che resti sano, ha preso un bel po’ di colpi. Lo stesso vale per gli altri, per il loro bene e il nostro piacere. Le infermerie sono già abbastanza piene di talento.
    Avrei considerato Purdy anche io e, tra i non QB, Watt insieme a Garrett.

  3. Sorpreso che, in un anno in cui nessun QB stia giocando in modo eccellente, i giocatori negli altri ruoli siano così indietro. A mio parere McCaffrey a Tyreek Hill dovrebbero essere al pari di Hurts se non davanti.

    • esatto. Garrett/Watt/CMC sarebbero il mio podio (ordine fate voi). Alla fine credo lo porterà a casa il QB che chiuderà meglio la Stagione,

      E comunque a Josh Allen diamo sempre premio “cuore oltre l’ostacolo”

  4. Mvp? Io lo darei ha Mattia che con quello che scrive ha contribuito ha migliorare questo sport sopratutto per chi non può vedersi le partite in tutto il loro svolgimento. Grazie a lui é come vederle.

  5. Concordo con chi dice che in questa stagione, caratterizzata dall’assenza di qb dominanti, bisognerebbe prendere in considerazione anche gli altri ruoli: il mio personale voto va a McCaffrey.

    Se continueranno a darlo tutti gli anni a un qb, rischia di diventare un premio barzelletta. Non vorrei ritrovarmi fra qualche anno a raccontare ai nipotini: “Eh, ai miei tempi ho visto la Nfl dare l’mvp a un rb, Adrian Peterson”, suscitando in loro sguardi di incredulità.

    Comunque invidio molto chi ha potuto seguire la stagione 1982 😁 !

  6. A me piacciono i paradossi, le sottili provocazioni e giocare con le parole, per cui non posso non notare che per tutte le categorie c’è il “best ___ player” o meglio il “___ player of the year”, ma per il titolo assoluto si usa l’espressione “Most Valuable”. E qual è il giocatore “di maggior valore”? Quello che occupa il ruolo più importante della squadra con il miglior record della lega o quello di cui si sente più la mancanza quando non c’è? Per questo il mio MVP per ora è (come da pronostico ad inizio stagione) CMC, ma se si deve premiare un QB il più “valuable” di tutti non può che essere Joe Burrow.

  7. Io comunque preferirei che qualche mio beniamino risultasse MVP del Superbowl😎

  8. Se CMC o Hill batteranno qualche record entreranno nella conversaZione, proprio come capitò a Peterson e Tomlison. Per i giocatori di difesa speranZe inesistenti. Non lo diedero ad Aaron Donald al suo picco…

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