Ho deciso di sbrigare un paio di faccende in casa prima di impugnare la tastiera e boom, dal nulla la breaking news che a pensarci bene breaking news non è: Frank Reich non è più l’allenatore dei Carolina Panthers. Appare quindi palese che il destino voglia che inizi da loro, che almeno qua gli ultimi siano davvero i primi.
Lo si vedeva arrivare da un miglio, anche se si sperava che alla fine vincesse il – oggi vergognosamente abusato – buonsenso. I Carolina Panthers sono atroci, inutile girarci attorno. Guardare l’attacco operare non è tanto diverso dal fissare una lumaca sul tapis roulant più lento che possiate immaginare, la difesa fa acqua da tutte le parti e, in generale, i Panthers sono veramente una squadraccia.
Ciò che più preoccupa è che Bryce Young, nel mentre, non abbia palesato miglioramenti tangibili.

Ce lo si poteva aspettare che i Panthers non avrebbero vinto troppe partite, tuttavia che stazionassero sempre sotto il par della decenza no: non c’è nulla che vada bene in questa squadra. Penso che l’unica nota positiva – finora – di questa stagione sia la sempre più annacquata resurrezione di Adam Thielen.
Nel frattempo i Texans, quelli che si sarebbero dovuti “accontentare” di Stroud, crescono settimana dopo settimana davanti ai nostri occhi e sono a tutti gli effetti in corsa per i playoff nell’ultracompetitiva NFC. A Charlotte si è celebrata solamente una vittoria in quasi tre mesi. Se non altro ironia vuole che sia arrivata proprio contro i Texans.

Questi sono segnali inquietanti per Young. Tepper è notoriamente impaziente e aggressivo, figuratevi che in meno di cinque anni da proprietario dei Panthers ha mostrato la porta già a tre allenatori diversi: credevo che quest’anno mancassero aprioristicamente i presupposti per agire con cotanta aggressività. Era il primo anno di quello che a tutti gli effetti può essere visto come un nuovo ciclo. Per quanto possano essere putridi, mi aspettavo – anzi, esigevo – maggior pazienza.

Quando le cose vanno male è sempre e comunque l’allenatore il primo a saltare, poi tocca… al quarterback? No, non vi voglio in alcun modo dire che Carolina durante l’offseason girerà la ruota e si rivolgerà a un nuovo quarterback – non hanno i mezzi per farlo -, ma voglio solo farvi presente che un 2024 deludente di Young potrebbe essere tutto quello di cui necessiterà Tepper per stufarsi definitivamente pure di lui e staccare l’ennesima spina.
Anche perché non reputo possibile licenziare chicchessia allenatore dell’anno prossimo, vero?

Dall’1-10 passiamo al 10-1 dove, naturalmente, si respira aria rarefatta. Poco male se qualcuno continuerà a dichiararsi poco convinto, loro continueranno imperterriti a vincere. Che Philadelphia sia riuscita a vincere una partita come quella di domenica ha del miracoloso. Lungo il corso dell’intera partita Buffalo ha giocato nettamente meglio. Un paio di scelte arbitrali sono finite per costare punti e, in generale, ogni singolo episodio ha strizzato l’occhio ai padroni di casa.
Chi parla per proverbi direbbe che la fortuna premi gli audaci, e sì, questi Eagles sono molto audaci.

Per la seconda settimana consecutiva sono stati in grado di compensare a una prima metà di gioco imbarazzante con trenta minuti di football di altissimo livello. Hurts trasuda un’ineluttabilità molto simile a quella di Tom Brady, e no, non sto dicendo che Hurts sia il nuovo Brady, voglio solo farvi presente che non importa la situazione o il passivo da colmare, in un modo o nell’altro riesce sempre a farcela. Cose del genere non le vedevo dai tempi della Legion of Boom quando Seattle si inventava a cadenza settimanale nuovi modi per vincere partite che non avrebbero dovuto vincere.

Buffalo, in ogni caso, c’è. Per quasi sessanta minuti sono stati prevalentemente perfetti e per un’intera metà hanno annullato completamente l’attacco degli Eagles – che comunque ha segnato sette punti. Il reparto offensivo sembra essere in ripresa, la difesa non giocherà sempre contro Hurts spiritato, anche se il calendario resta proibitivo. La perfezione sembra essere l’unica strada imboccabile per raggiungere i playoff, mentre Philadelphia continua a vincere partite di qualità contro avversarie di qualità.
Non sono ancora perfetti e i giri a vuoto cominciano a essere preoccupantemente frequenti, tuttavia ce riescono ogni volta.

Poi si sa, se gli dei del football sono dalla tua parte noi comuni mortali non possiamo farci poi molto. Non trovo altra spiegazione all’incredibile piazzato con cui Elliott l’ha spedita ai supplementari. Sono cresciuto a pane e Justin Tucker, ma un calcio del genere in condizioni meteorologiche così impervie non me lo riesco a spiegare se non guardando in cielo.
Agli Eagles stanno andando bene davvero tante cose, la speranza è che non sia un po’ troppo presto.

La partita di venerdì sera è stata imbarazzante. Per carità, mi ha regalato football in una serata non designata per il football, ma fatico ancora a capacitarmi del fatto di aver visto Tim Boyle dare battaglia ai Miami Dolphins che, seppur mai vincenti contro le grandi, non avranno sicuramente problemi a sbranare vivo Tim Boyle.
Immagino che sia una presenza positiva per lo spogliatoio e, in quanto amico di Rodgers, meritevole di contratto, tuttavia vedendolo schiantarsi ripetutamente contro il muro avversario mi è apparso chiaro che lo abbiano mandato in campo esclusivamente per provare a salvare il salvabile con Zach Wilson, atleta che a questo punto non può necessariamente avere autostima residua. Saleh e Hackett dovevano essere necessariamente consapevoli che con lui a dirigere l’orchestra i risultati sarebbero sì cambiati, ma in peggio. Non lo credevo possibile.

L’attacco dei Jets è incommentabile. Miami si è limitata a un compitino un po’ più teso del solito, si stava pur sempre parlando di uno scontro divisionale. Tua sta incappando un po’ troppo spesso in errori assolutamente gratuiti che contro squadre del genere non hanno modo di presentare il conto ma che, se riproposti a gennaio o nelle ultime settimane di dicembre, potrebbero costare cari.

Purtroppo la netta vittoria è offuscata dall’infortunio occorso a Jaelan Phillips. Il ragazzo è il cuore pulsante dell’intero reparto difensivo, quando è in campo il rendimento del pass rush migliora esponenzialmente. Mi ricorda molto da vicino Maxx Crosby, le sue inesauribili batterie gli permettono di essere ovunque, è uno dei rari giocatori con il dono dell’ubiquità capace di aver un impatto su ogni singolo snap.
Giocatori del genere non li rimpiazzi ed è un peccato mortale che il tendine d’Achille lo abbia tradito proprio quando la difesa dei Dolphins sembrava avesse definitivamente ingranato.

Malgrado il risultato tipicamente Steelers, mi sento di dire che nella partita senza Matt Canada si siano visti incoraggianti passi in avanti. Oltre all’impressionante dato relativo alle 400 yard di total offense – quota superata per la prima volta dopo 59 partite! – li ho visti finalmente in grado di sostenere drive: per una volta muovere la palla è stata norma, non eccezione.
Escludendo quello degli inginocchiamenti finali, nella ripresa ogni singolo drive ha portato loro punti. Non sono incappati in nessun three n’ out. Pickett, finalmente, ha spinto la palla in verticale. Hanno convertito quasi la metà dei terzi down giocati.
Pretendere già efficienza in red zone mi sembrerebbe eccessivo. Bene così?

Stando a Tom Brady il 2023 è un anno finora definito dalla mediocrità under center. Posso accettare ciò che dice, non ha assolutamente torto – basti pensare a quanto poco appassionante sia la lotta per l’MVP -, tuttavia fatico a prenderlo sul serio: si è ritirato lo scorso febbraio.
Sarei disposto ad accettare una critica del genere solo se mossa da Joe Montana o da qualsiasi quarterback proveniente da un’altra generazione, non da uno ritiratosi l’altro ieri che ha pure beneficiato di suddetta mediocrità – qualcuno ricorda il record con cui l’anno scorso si è garantito la NFC South?

C’è tanto equilibrio e dal momento che le gaffe fanno più rumore dell’efficienza tendiamo a ingigantire qualcosa che di per sé non è così preoccupante. Per esempio, scommettiamo che la nostra mente archivierà questa domenica come quella di Patriots-Giants e Panthers-Titans, facendo scivolare nell’oblio il football di qualità a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere?
Penso sia una questione di percezione. Ci sono squadre offensivamente in difficoltà come Jets, Giants, Panthers e Patriots – solo per menzionare le peggiori – e vederle faticare settimanalmente a superare i dieci finirà per inquinare la nostra opinione su ciò che stiamo guardando.
C’è tanta qualità nella classe media, inequivocabile sintomo di buona qualità.

Dà pace vedere i running back dominare.
Jonathan Taylor è tornato a essere Jonathan Taylor e pure domenica ha timbrato il cartellino mettendo a segno due touchdown.
Bijan Robinson a quanto pare può essere usato nei pressi della goal line, anzi, può addirittura essere coinvolto nel gioco aereo in modo da creare svariati mismatch.
Con Kyren Williams nuovamente alle spalle di Stafford l’attacco dei Rams si è magicamente trasformato nella schiacciasassi – anche se parte del merito va attribuita ai Cardinals – il cui volto era quello di Todd Gurley.
Senza dimenticare i soliti noti.

In offseason ci strapperemo i capelli vedendo i vari Henry, Jacobs, Barkley, Pollard, Ekeler, Edwards e Swift non ricevere le cifre che a nostro avviso meriterebbero. Ci interrogheremo ancora una volta sul valore di un running back, su quanto sia più conveniente sfruttare il contratto da rookie di un giovinastro preso al quarto round del draft piuttosto che coprire d’oro il veterano usurato – vedasi Miles Sanders -, ma non possiamo negare che anche nel 2023 un running back di primo livello sia un lusso capace spesso di riflettersi nel record finale di una squadra.

E pure per oggi abbiamo finito.

9 thoughts on “Considerazioni (il più possibile) lucide su Week 12 del 2023

  1. Mattia, dopo l’infortunio di Phillips, ennesimo al tendine di Achille, credo che una disamina approfondita sul perché dell’incremento di questo tipo di infortuni andrebbe affrontata. Ci sono altri due sport, almeno, che si giocano su campi in erba o misti o sintetici, nei quali questo tipo di malanno non si verifica, sto parlando del rugby e del calcio (o soccer che dir si voglia). Ci deve essere un perché…..

    • Il ruolo che più amo e mi entusiasma è il running back. Oltre al fisico alla tecnica all’intelligenza penso che ci voglia un cuor di leone infinito. Impattare e picchiare tutto ciò che trovano davanti e venire al tempo stesso pesantemente picchiati, solo il cuore lo consente. Ho l’impressione, non ho statistiche in mano, che i RB siano quelli che durino di meno ad alto livello. Forse è per questo che non sono pagati a dovere. Meriterebbero di essere coperti d’oro.

      • Bè sì, la valutazione che penso facciano in tanti è quella che il RB, per quanto forte, rischia un infortunio serio ad ogni portata. Per questo credo, si faccia fatica ad allocare su di lui una fetta consistente di budget. Detto questo io amo i 49ers, e quindi amo CMC e a questo punto lo ricoprirei d’oro a prescindere😂
        Poi secondo me c’è anche una questione di mode. Un anno si fanno follie per WR anche così così, quello dopo non ed li fila più nessuno. Nell’iperspecializzato mondo NFL ci sono franchigie che operano con grande razionalità e competenza, altre un poco meno. E qualcuno forse si fa influenzare da quel tale che cinguetta molto e dalla varia sarabanda, queste cose non le seguo ma Mattia gli aveva dedicato un articolo.

        • inoltre avendo una carriera più breve gli anni migliori sono quelli uscendo dal college. quindi quando dopo i 4 anni devono rinnovare il contratto coi soldi veri chi è disposto a ricoprirli d’oro quando probabilmente hanno davanti ancora 1/2 anni di football ad alti livelli e il meglio lo hanno già dato?

  2. 2 parole, 2, sul MN.
    Partita di rara bruttezza ( non fatela vedere a Brady), con i Bears che non arrivavano in Red Zone nemmeno ad ammazzarli e Dobbs che è tornato sulla Terra direttamente in picchiata dallo spazio, intercettato 4 volte. L’unico TD è arrivato dopo 55 minuti di football.
    Bears che vincono senza segnare un TD ( non gli succedeva da 30 anni ) il che da l’idea dello spettacolo a cui abbiamo assistito.
    Propongo a fine stagione un articolo sui peggiori MN di quest’anno. C’è l’imbarazzo della scelta.

  3. “Tepper è notoriamente impaziente e aggressivo”.
    E difatti si vedono i risultati😎

  4. Nella NFL sono ormai rari i casi di grandi contrattoni dati ai Running Backs. Quest’estate c’è stato quasi un consorzio di Running Backs che hanno fatto di tutto per strappare contrattoni, salvo poi addivenire a più miti consigli (vedi Dalvin Cook ai Jets e Taylor a Indy). Per carità….sempre bei soldoni si prendono, ma rispetto ad altri ruoli non sono pagati allo stesso livello. Il running back è importantissimo, ma avete ragione, si logora presto, spesso si infortuna e (dulcis in fundo) dipende molto anche dalla propria linea offensiva che ha di fronte: se hai una linea indecente o che comunque non sa aprirti spazi sulla linea di scrimmage, puoi aavere anche il migliore RB del mondo, ma fai poco comunque e devi inventarti qualche cosa per passare sempre all’esterno. Altra cosa: Bryce Young è giovane ed è vero che fino ad ora è stato un QB orrendo in una squadra orrenda, ma è pur sempre un rookie e ha tempo per migliorare. I Panthers adesso sono uno sfacelo e lui ne è stato risucchiato. Gli auguro una pronta resurrezione nei prossimi due anni (ricordate il primo anno di Lawrence? La sagra dell’intercetto a Jacksonville, poi via il coach e lui è pian piano maturato). Sono ormai pochissimi i veri fenomeni che già dal primo anno fanno vedere di avere la stoffa NFL! Recentemente forse solo Burrow (infortuni permettendo) e Hurst e Herbert….

  5. Tepper gestisce una squadra di football come se fosse un fondo speculativo.
    Ho letto che ha voluto fortemente Bryce Young, che non mi sembra abbia il fisico per stare nella Nfl.

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