Tecnicamente mancherebbe la partita fra Ravens e Commanders, ma non lascerò che un singolo incontro sgretoli l’unico mio caposaldo, ovvero che il lunedì è il giorno della riflessione su quanto successo il weekend, preseason o regular season che sia.
Abbiamo visto all’opera qualche titolare in più rispetto alla settimana scorsa e, come già vi avevo spiegato sette giorni fa, prendete per buono quanto visto solamente se le cose sono andate per il verso giusto, altrimenti buttate tutto nel cassonetto dell’indifferenziata con un secco «è solo preseason».
Ciò detto…


Chi sale

L’attacco titolare dei New York Giants

Una delle cose che più mi appassiona della preseason è tenere traccia del rendimento dei reparti offensivi titolari che, in un campione limitatissimo di snap, possono regalare sonni dorati alla propria fanbase o gettarla nello sconforto più inconsolabile che possiate vivere in qualità di tifosi.
Per quello che può contare, il singolo attacco che più mi ha impressionato durante l’ultimo weekend è stato quello dei New York Giants, ineccepibile nell’unico drive giocato contro i tutt’altro che banali – almeno difensivamente – Carolina Panthers: dieci giocate per 75 yard in poco meno di cinque minuti, un touchdown.

Daniel Jones è apparso chirurgico e completamente a proprio agio lanciando solamente un incompleto su nove passaggi tentati per 69 yard e un touchdown. Ciò che più mi esalta è il coinvolgimento di Darren Waller, cercato da Jones in ben quattro occasioni che hanno fruttato tre ricezioni per trenta yard… in un singolo drive.
Traslando questi numeri su una stagione intera otteniamo qualcosa come 561 ricezioni per 5610 yard. Forse non andrà così, ma possiamo comunque parlare di una prima impressione estremamente incoraggiante per i Giants.


Austin Watkins Jr., WR, Cleveland Browns

Il cugino del ben più noto Sammy sta vivendo una preseason da sogno affermandosi, per quello che può contare, come prima opzione del gioco aereo dei Cleveland Browns… in preseason.
Sia quello che sia, Watkins Jr. ha chiuso da leading receiver tutte e tre le amichevoli dei Marroni, onore che seppur privo di valore sta obbligando il front office a riflettere a lungo sulla sua posizione nel roster: come puoi non trovare un posto a un giocatore che ha dominato ogni singola volta in cui i tifosi hanno potuto vederlo in azione in un contesto – circa – competitivo?
Al di là degli ottimi numeri messi insieme nel pareggio contro gli Eagles – 7 ricezioni per 139 yard e un touchdown -, a impressionare veramente sono i 14 target, numero che testimonia quanto i vari quarterback si fidino di lui.
Mica male per uno che non troppi giorni fa portava avanti il proprio sogno di football professionistico in USFL.


Jaylen Warren, RB, Pittsburgh Steelers

Malgrado l’enorme investimento al draft compiuto relativamente poco tempo fa, il nome di Najee Harris in cima alla depth chart degli Steelers è tutto fuorché scolpito nel granito. Negli ultimi mesi ho letto tante belle cose su Jaylen Warren, da tutti visto come plausibile protagonista nell’attacco diretto da Matt Canada nonché come minaccia per un Harris che finora non ha affatto convinto.
Contro la rocciosa difesa dei Buffalo Bills a Warren è bastato solamente un tocco per caricare – ulteriormente – di pressione il titubante Najee Harris: a voi il video, merita.


Kyle Trask, QB, Tampa Bay Buccaneers

Esattamente quello che gli aveva prescritto il dottore.
Contro i New York Jets, Trask è riuscito nel proprio intento di tenere in vita la battaglia con Baker Mayfield per la maglia da titolare: a una decina scarsa di giorni dalla morte naturale d’agosto, i Buccaneers devono ancora annunciare il proprio quarterback titolare per la regular season.

In metà partita ha depositato il pallone in mani amiche in quasi il 70% dei lanci tentati racimolando 218 yard e un touchdown, numeri non sicuramente senza precedenti storici ma che bastano a rafforzare la sua candidatura come possibile titolare.
Per carità, appassionante la competizione fra lui e Mayfield, ma la regular season si sta avvicinando a grandi falcate – non grandi a sufficienza – e sarebbe ideale per chiunque aver già eletto un quarterback titolare, soprattutto per lo stesso quarterback titolare: attento Todd, non la stai gestendo nel migliore dei modi.


Jake Hummel, LB, Los Angeles Rams

L’addio di Bobby Wagner ha creato un cratere – o meglio, uno dei tanti – nel reparto difensivo dei Los Angeles Rams: chi sarà l’inside linebacker titolare che affiancherà Ernest Jones?
A questo punto possiamo tranquillamente identificare l’undrafted free agent Jake Hummel come vero favorito. Tutto ciò che ha saputo fare finora in preseason è stato mettere a segno più tackle di qualsiasi altro giocatore dei Rams e, giusto per non farsi mancare niente, pure una bella pick six contro i Raiders che ha più che esaltato Sean McVay.
È così che si vincono maglie da titolare.


Qualche quarterback

Procederò con un elenchino puntato perché sì, anche in preseason si è costretti a parlare di quarterback:

  • Aidan O’Connell, Las Vegas Raiders: lo dico? Ma sì, non ho niente da perderci: in questi due weekend di preseason nessun quarterback ha giocato meglio di O’Connell, rookie o veterano che sia;
  • Brock Purdy, San Francisco 49ers: lasciamo perdere i numeri, Purdy è tornato e sembra essere in piena salute, ottima notizia se si considerano i tempi di recupero pronosticati immediatamente dopo l’NFC Championship Game;
  • Blaine Gabbert, Kansas City Chiefs: ‘sto miracolato che passa dall’essere il backup di Tom Brady a quello di Patrick Mahomes! Prestazione à la Mahomes per lui contro i Cardinals, sette completi su otto lanci tentati per 120 yard e un paio di touchdown;
  • Skylar Thompson, Miami Dolphins: preseason quanto volete ma tre touchdown sono sempre tre touchdown. Mike White ha il nome dalla sua parte, ma attenzione che potrebbe essere lui il backup di Tua, ruolo purtroppo importante.

Chi scende

Rodrigo Blankenship, K, Tampa Bay Buccaneers

Gli vogliamo tutti sinceramente bene – anche se qualcuno l’ha di fatto trasformato in un meme solo per il suo aspetto fisico – ma così non ci siamo.
In una partita a basso punteggio come quella vinta sabato contro i New York Jets sbagliare due piazzati fa tutta la differenza di questo mondo. Se possiamo perdonarlo per un errore da 55 yard – anche se al giorno d’oggi l’aspettativa è di metterlo -, colpire il palo da 32 è estremamente inquietante, soprattutto perché questa distanza coincide quasi con quella dell’extra point.
McLaughlin il suo l’ha fatto convertendo un ostico piazzato da 48 yard e ora c’è il serio rischio che quest’ultimo soffi il lavoro al nostro amato Rodrigo per la seconda volta in un anno: lo scorso settembre fu proprio lui a rimpiazzarlo una volta messo alla porta dai Colts.


La run defense – o quello che è – dei Minnesota Vikings

È solo preseason, i titolari, il caldo, le cavallette, tutto quello che volete, ma la prestazione di sabato sera del front seven dei Vikings, titolare o meno, è stata avvilente.
Tennessee, guidata dal buon Malik Willis, ha vinto una partita di football americano nel 2023 lanciando solamente 85 yard: a cosa serve spedire il pallone in orbita quando il tuo gioco di corse guadagna in media sette yard a portata? O se preferite 281 rushing yard totali?
Quelli che dovrebbero essere vichinghi sono stati dominati da ben tre corridori diversi, Malik Willis con 91 yard (8.3 a portata), Julius Chestnut con 98 yard (7.5) e un touchdown e Tyjae Spears con 57 (8.1) e un touchdown.
Considerando quanto vogliano migliorare in difesa – hanno assunto Flores esattamente per questa ragione – una prestazione come quella di sabato sera non può che destare estrema preoccupazione. Anche se siamo in preseason.


Gli schiavi dell’hype

Diciamo la verità, uno dei singoli aspetti più interessanti della prestagione è dato dall’opportunità di vedere in azione l’onda verde di quarterback arrivata via draft: nello specifico, quest’anno bramavamo Bryce Young, C.J. Stroud, Anthony Richardson e marginalmente Will Levis.
Dunque, questo weekend Richardson e Levis non sono nemmeno scesi in campo e Young e Stroud, malgrado miglioramenti rispetto a giorni fa, non hanno sicuramente esaltato il pubblico lanciando complessivamente per 95 yard e nessun touchdown.
E l’hype? E gli shorts su Instagram e su YouTube con gli inutili touchdown del rookie di turno?

Niente di tutto questo, gli schiavi dell’hype dovranno pazientare fino a settembre per sfregarsi le mani sulle prodezze delle stelle di domani. Com’è giusto che sia.


L’attacco titolare dei Buffalo Bills

Vi ho già parlato poc’anzi della mia fascinazione per gli attacchi titolari – ma va? -, quindi non mi perdo in preamboli: tutto a posto cari Buffalo Bills?
Il bottino di Josh Allen è alquanto misero: tre drive, 15 snap per 36 yard totali e zero punti. Ripeto, tutto a posto?
Non abbiamo seri motivi per preoccuparci e proiettare un rendimento simile in regular season, ma dato che questo è un articolo che parla di chi si è distinto, in bene e in male, durante il secondo weekend di preseason mi è risultato impossibile non trovare un posto in questa sezione al reparto guidato da Allen.

Faranno sicuramente di meglio.


Il resto della NFL per aver permesso ai Pittsburgh Steelers di prendersi Nick Herbig

Come non avessero già abbastanza pass rusher: com’è possibile che Nick Herbig sia scivolato al quarto round dell’ultimo draft?
E soprattutto, perché il resto della NFL ha messo gli Steelers nella posizione di conferire ulteriore profondità a un pass rusher già oltremodo dominante?
Guardate lo strip sack al rallenty nel video.


 

3 thoughts on “Chi sale e chi scende dopo la seconda settimana di preseason NFL del 2023

  1. E’ ancora preseason ma a leggere i tuoi articoli: Salivazione pavloviana: ON

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