La situazione qui sta degenerando, mi son forse lasciato un po’ troppo prendere la mano da queste maledette tier list: il primo passo per risolvere un problema è riconoscere di averne uno, no?
Non posso promettervi di farle ruolo per ruolo – anche perché il sito non ne propone poi chissà quante -, ma il fatto che reagiate ad articoli del genere è estremamente positivo visto che luglio è solitamente il mese dell’apatia: tutto è lecito purché si discuta con cognizione di causa di football americano. Soprattutto in un momento in cui la rancida minestra che sono chiamato ad allungare – leggasi “articoli sulla offseason” – mi dà così nausea da costringermi a cambiare stanza: abbiamo trovato una fugace alternativa, esattamente ciò di cui avevo – avevamo? – bisogno.

Running back, quindi. Bistrattati sia contrattualmente che moralmente, il motivo per cui siamo ancora timidamente interessati a questa specie in via d’estinzione è ovviamente il fantasy football dove la fanno – ancora per poco – da padroni: c’è poco da fare, con McCaffrey a roster la tua squadra ha sempre una marcia in più, a patto che rimanga sano.
Non è un bel momento storico per essere un running back, sempre più front office li considerano quasi intercambiabili l’uno con l’altro e possiamo facilmente constatare la loro titubanza una volta che questi provano a battere cassa: si pensi ai casi di Saquon Barkley e Josh Jacobs.
Riordiniamoli, dai.

Come sempre, ho fatto del mio meglio.


Il meglio del meglio

Portatori di palloni consistentemente nella discussione per il riconoscimento di miglior interprete della propria posizione.

Derrick Henry, Tennessee Titans

Età e chilometraggio stanno cominciando a farsi sentire, ma non posso umanamente permettermi di esordire mancando di rispetto al re.
Nei suoi giorni migliori il running back più dominante della lega dai tempi di Adrian Peterson MVP.

Christian McCaffrey

Se sano, McCaffrey è il singolo running back più impattante in attività. Eccelle sotto ogni punto di vista immaginabile, non fosse così brillante a correre fra i tackle potrebbe tranquillamente essere lo slot receiver titolare pressoché ovunque.
Spaventa pensare cosa sarà in grado di fare dopo aver avuto l’opportunità di trascorre l’intera offseason nella Baia ad affinare l’intesa con Shanahan.

Nick Chubb, Cleveland Browns

Fenomenale è una parola che sta stretta a Nick Chubb in quanto al suo interno ci troviamo stupore, straordinarietà, una netta deviazione dalla norma capace di toglierci le parole e gettarci fra le braccia della meraviglia: Chubb, invece, è fenomenale su base settimanale.
Non ha alcun senso che un running back con le sue caratteristiche tecniche e fisiche abbia guadagnato almeno 5.0 yard a portata in ogni singola stagione fra i professionisti, cose del genere dovrebbero essere prerogativa dei vari Jamaal Charles e Barry Sanders, non di un giocatore così fisico.
Il mio running back preferito.


Gente che ti avrà fatto vincere il fantasy

Indubbiamente fra i migliori in assoluto ma non possono vantare la consistenza stagione-dopo-stagione dei signori appena celebrati.

Josh Jacobs, Las Vegas Raiders

Nel 2022 nessun running back ha giocato meglio di Josh Jacobs che, però, era reduce da un paio di stagioni che definire sottotono sarebbe un eufemismo: qual è la sua reale dimensione?
Lo stallo contrattuale ci suggerisce che nemmeno i Raiders sappiano trovare una risposta a questa domanda, l’unica cosa di cui sono certo è che nei suoi giorni migliori è fra i running back più completi ed efficaci in circolazione.

Saquon Barkley, New York Giants

Il cuore pulsante del redivivo attacco dei Giants, con maggior salute (fortuna) avrebbe senza ombra di dubbio trovato un posto nella prima fascia.

Jonathan Taylor, Indianapolis Colts

Non lasciamo che un 2022 condizionato pesantemente dagli infortuni ci spinga a dimenticare che giocatore spettacolare possa essere Jonathan Taylor. La grande domanda, in questo caso, riguarda il contesto in cui è calato in quanto per un running back è complicato eccellere giocando in squadracce sempre e comunque costrette a rincorrere.

Austin Ekeler, Los Angeles Chargers

Intendiamoci, Ekeler è un giocatore che adoro e per il quale tifo con immotivata passione, ma sfortunatamente è il prototipo del “running back da fantasy”, ossia quel giocatore la cui produzione è inflazionata da un numero esagerato di sterili passaggi – squisitamente in orizzontale – del proprio quarterback.
Come ci ha dolorosamente ribadito la sconfitta ai playoff contro i Jacksonville Jaguars, Ekeler spesso non è in grado di muovere le catene nel momento del massimo bisogno e chiudere una partita.
Esattamente ciò che pretendiamo dal nostro running back ideale.

Aaron Jones, Green Bay Packers

Non avesse dovuto condividere il backfield prima con Jamaal Williams e poi con A.J. Dillon potrebbe vantare numeri ancor più esaltanti – in carriera non ha mai ricevuto più di 236 portate in una singola stagione.
Altro running back che in carriera ha guadagnato, in media, più di 5.0 yard a portata.


Giovani stelle

Potete vedere questa fascia come la primavera della precedente: fra i giovani qui citati trovate i futuri dominatori della posizione.

Travis Etienne, Jacksonville Jaguars

La sua prima stagione in NFL ci ha aiutato a digerire la scelta del front office di spendere una preziosa pick al primo round del draft per assicurarselo. Ventisei corse oltre le dieci yard ci dicono tutto quello che dobbiamo sapere sulla sua esplosività.

Tony Pollard, Dallas Cowboys

Che sfortuna che la sua stagione si sia chiusa con un infortunio che probabilmente avrà ripercussioni sulla prossima.
Pollard non è semplicemente lo yang allo yin un tempo portato da Zeke Elliott, ma uno dei running back più completi in assoluto, figuratevi che il suo pass-blocking grade (PFF) di 75.3 è stato il secondo migliore nella lega durante la scorsa stagione.
Merita il ruolo da padrone assoluto di un backfield.

Bijan Robinson, Atlanta Falcons

Zero snap all’attivo, già considerato universalmente una stella in questa lega: immagino siano queste le conseguenze di essere un running back selezionato all’interno della top ten del proprio draft.

Kenneth Walker, Seattle Seahawks

Un po’ troppo o-tutto-o-niente – il 31.7% delle sue corse hanno fruttato una o meno yard -, Walker è sinonimo vivente di pericolo: letteralmente ogni sua corsa può terminare in end zone, non importa la zona di campo da cui parte.
Nel momento in cui troverà maggior consistenza e si accontenterà della portata da tre/quattro yard sarà considerabile fra i migliori in assoluto.

Rhamondre Stevenson, New England Patriots

Con un filo di velocità in più parleremmo di lui come di un futuro Hall of Famer. Definirlo sottovalutato non rende l’idea di quanto effettivamente sia sottovalutato.

Breece Hall, New York Jets

Per qualche settimana era riuscito a compensare all’inettitudine di Zach Wilson caricandosi sulle proprie spalle l’intero attacco dei Jets guadagnando ben 5.8 yard a portata.
Delle dieci partite giocate senza di lui New York ne ha vinte solamente due, credo che questo vorrà pur dir qualcosa, soprattutto se si tiene presente che li ha salutati sul 5-2.

J.K. Dobbins, Baltimore Ravens

In tre anni in NFL è sceso in campo solamente in 23 delle 50 partite totali, ma in questi 23 incontri ha abbondantemente dimostrato d’essere uno dei running back più esplosivi della lega, basti pensare che fino a questo punto della propria carriera abbia guadagnato 5.9 yard a portata.
Se resta sano e recupera la velocità di punta dei giorni migliori può seriamente dominare.


Produttivi

Buoni giocatori che seppur non annoverabili fra i migliori nel ruolo possono rendere molto più di quanto suggerirebbe il loro contratto.

James Conner, Arizona Cardinals

Zitto zitto, nel deserto Conner s’è riaffermato come uno dei running back più concreti della lega. In due anni ai Cardinals ha segnato 26 touchdown totali in 28 partite, numero che ci mette davanti a un’apprezzabile automaticità nei pressi della goal line.

Raheem Mostert, Miami Dolphins

Non riuscirò mai a mettere a tacere le voci nella mia testa che si chiedono ossessivamente cosa ne sarebbe stato di Raheem Mostert se fosse riuscito a eludere gli infortuni con la stessa facilità con cui elude esseri umani in campo aperto.
Veloce e naturale con il pallone fra le mani, Mostert è uno dei miei più grandi rimpianti di questa generazione.

Najee Harris, Pittsburgh Steelers

I suoi primi due anni in NFL sono stati tutt’altro che efficienti, in questo momento storico non è funzionale che un running back abbia concluso entrambe le stagioni fra i professionisti sotto le canoniche 4.0 yard a portata sinonimo di sufficienza, ma c’è un enorme ma: dietro quella linea d’attacco nemmeno Emmitt Smith sarebbe stato in grado di produrre.
Vediamo se con una linea sensibilmente migliorata – sulla carta – riuscirà a raggiungere la tanto elusiva efficienza.

Alexander Mattison, Minnesota Vikings

Dalvin Cook in provetta è chiamato a non far rimpiangere il vero Dalvin Cook. Negli anni, quand’è stato chiamato in causa, ha sempre risposto presente.

David Montgomery, Detroit Lions

Dietro la manesca linea d’attacco dei Detroit Lions Montgomery chiarire un paio di dubbi riguardanti la sua efficienza. In quattro stagioni ha guadagnato in media 3.9 yard a portata, numero che difficilmente può giustificarne la presenza in NFL, ma la linea d’attacco dei Chicago Bears deve obbligatoriamente essere tenuta presente come attenuante.

Miles Sanders, Carolina Panthers

La miglior stagione della propria carriera – nonché la prima in quadrupla cifra – è stata parzialmente rovinata dall’incomprensibile decisione del coaching staff di estrometterlo dal gioco aereo.
A Carolina avrà un ruolo fondamentale all’interno di un attacco pronto a compiere grandi passi in avanti.


Giovani promettenti

Tutti giovani da cui vorremmo vedere qualcosina in più prima di poterli definire stelle.

Isiah Pacheco, Kansas City Chiefs

Lui e McKinnon erano, a mio avviso, la coppia di running back meglio assortita della lega. Pacheco non costringe i difensori avversari ad abbracciare involontariamente l’erba a suon di finte, predilige piuttosto correrci sopra come un vero e proprio bulldozer: 510 delle 830 yard guadagnate durante la scorsa regular season sono arrivate dopo il contatto.

Rachaad White, Tampa Bay Buccaneers

Fatico tremendamente a esprimermi sul giovane White, nel 2022 il gioco di corse dei Buccaneers è stato fra i più inefficienti e deprimenti che io abbia mai visto, tuttavia mi sento di affermare che con lui in campo le cose andassero leggermente meglio rispetto a quando a ricevere l’hand-off era Fournette.

James Cook, Buffalo Bills

Incrementargli immediatamente il volume, per favore.

Khalil Herbert, Chicago Bears

Stando a PFF, in carriera Herbert ha mandato a farfalle gli avversari in 47 occasioni su 232 misere portate. La presenza del rookie Roschon Johnson potrebbe rubargli le redini del backfield, ma credo vivamente che il ragazzo meriti più prima che poi l’opportunità di essere titolare.
Ha troppo potenziale per essere usato come semplice pezzo rotazionale.

Dameon Pierce, Houston Texans

Mi rendo conto solo ora di quanto stretta possa stargli questa categoria. Malgrado l’imponente stazza Pierce è più agile di quello che sembra, anzi, è una vera e propria macchina da tackle mancati: per PFF è a pari merito con Nick Chubb in cima alla classifica per missed tackle forced per attempts – ossia il risultato della divisione fra tackle mancati dai difensori e portate.


Non più quelli di una volta

Non troppo tempo fa erano fra i migliori in assoluto nella propria posizione: un evidente e inesorabile calo di rendimento ci spinge a chiederci se i loro giorni migliori appartengano a un passato sempre più distante.

Alvin Kamara, New Orleans Saints

Dopo aver segnato sei rushing touchdown contro i Minnesota Vikings durante il Natale del 2020, Alvin Kamara ne ha segnati altrettanti nelle due stagioni successive. Cumulativamente.
Fra 2021 e 2022 ha guadagnato in media 3.9 yard a portata e il suo minor coinvolgimento nel gioco aereo sta contribuendo a renderlo un running back normale, non più il mismatch vivente che nei primi anni di carriera ha umiliato l’intera NFL con una disinvoltura a tratti disumana.
Una delle più grandi vittime del ritiro di Drew Brees.

Joe Mixon, Cincinnati Bengals

In questo caso non si sa quanto possa aver contribuito la linea d’attacco dei Bengals, ma al momento l’unica fortuna di Mixon è quella di giocare in un reparto offensivo di primo livello e, esclusivamente per questa ragione, non essere il chiodo fisso dei defensive coordinator avversari.
In un attacco con Burrow, Chase, Higgins e Boyd è chiaro che fermare Mixon non possa essere la priorità, ciò nonostante nelle ultime tre stagioni non ha saputo guadagnare le canoniche quattro yard a portata.


Per un motivo o per l’altro non hanno reso come avrebbero potuto

Infortuni continui o delusioni varie sono costati a questi promettenti running back l’opportunità di confermare l’enorme hype che li ha accompagnati in NFL.

Antonio Gibson, Washington Commanders

Dopo un’incoraggiante stagione da rookie Gibson è via via calato fino a farsi soffiare il posto da Brian Robinson. È alquanto indicativo che un ex ricevitore non riesca a stare in campo sui terzi down a causa dell’imperdonabile inefficacia in pass blocking: salvo miracoli in extremis la sua tenuta a Washington sta per concludersi nel modo più anonimo possibile.

Javonte Williams, Denver Broncos

Prima Melvin Gordon, poi un terribile infortunio a inizio stagione: quando arriverà l’anno in cui Javonte Williams potrà godere di 250/300 portate e affermarsi come uno dei migliori giovani running back in NFL?

Cam Akers, Los Angeles Rams

Non so più cosa pensare di Cam Akers, a un certo punto della scorsa stagione sembrava che la relazione coi Rams fosse insanabile… ora è il titolare (a matita) per la stagione che verrà. Sarebbe dovuto essere l’erede putativo di Todd Gurley, invece niente.

Rashaad Penny, Philadelphia Eagles

Il problema qui sono esclusivamente gli infortuni. Quando è in campo è uno dei running back più esplosivi della lega, i guai cominciano quando vivisezioniamo quel “quando”: in cinque anni di carriera ha giocato circa la metà – 42 – delle 82 partite possibili.
Che peccato.


 

6 thoughts on “Una classifica (pressappoco) sensata dei running back NFL del 2023

  1. Mi spiace non vedere James Robinson, messo da parte dalle squadre NFL senza che abbia mai capito bene il perchè…

  2. Caro Mattia, andando in là con i Tiers sui ruoli con più protagonisti per ogni roster, rischierai sempre di più di dimenticare qualcuno….
    Elijah Mitchell, per esempio, 6.2y di media l’anno scorso, a fronte di sole 5 gare giocate nella seconda stagione in NFL, nonostante l’infortunio… direi che lo si può nominare nelle giovani promesse

    • Caro APe, purtroppo devo attenermi a quello che mi offre la tier list (che trovo già pronta, troppo pigro per farne una io lol) e da quanto ho capito hanno messo solamente i 32 running back titolari, ammesso esistano ancora running back titolari nel 2023.

  3. Manca Cook Senior, se non sbaglio ancora free agent (per questo non c’è?). Io lo metterei tra i produttivi. Per il resto concordo. Che situazione bizzarra vivono i RBs, è l’unica categoria per cui i compensi top non salgono col crescere del salary cap, anzi.
    Ci sono giocatori col contratto da rookie da 4-5° giro che hanno un compenso modestissimo rispetto alla mole di gioco e blocchi che gli tocccano. Che ne pensi?

  4. Pensa che incubo essere un DC che deve pianificare una difesa contro CMC e Samuel schierabili in tutti i modi possibili. Più Kittle. E vabbé, pure Aiyuk. E sapere che se riesci a prevedere e contrastare le mosse di tutti questi comunque a muovere la catena ci pensa Kyle Juszczyk.

    P.S.: si fa per parlare, ché la logica del tier l’ho capita, poi non so neanche se il prossimo anno ci sarà ancora, però come nota di colore in chiusura ci stava bene pure la categoria “Cordarrelle Patterson”.

  5. Uno per squadra, certo. Però, perché come scrivi in molti casi non si capisce chi sarà il titolare, i Falcons hanno già dichiarato che Robinson sarà un uomo ovunque, anche perché la natura gli ha dato pure delle ottime mani e loro non sono messi benissimo come WR2 (in più immagino vorranno pure preservargli la salute e non fare la figuraccia di vederselo “sfondato” subito, tipo Etienne nella sua prima stagione). Al contrario Allgeier farà solo il RB e l’anno scorso ha scollinato quota mille. E forse in questa lista ci stava più lui di Bijan.

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