La settimana scorsa vi avevo invitati alla calma che, essendo solamente Week 1, era troppo presto per trarre qualsivoglia conclusione: ciò, teoricamente, è applicabile pure questo lunedì – o martedì, o quello che volete – ma di cose ne sono successe veramente tante in questa folle domenica di football fra cui, purtroppo, un’inquietante moltitudine di infortuni a giocatori importanti.
Facciamo luce.

Il nostro viaggio non può che partire dall’ultima partita giocata, ossia il fondamentale 36 a 35 con cui i Baltimore Ravens sono riusciti, dopo anni di vani tentativi, ad avere la meglio sui Kansas City Chiefs.
La situazione per Baltimore e Lamar Jackson sembrava essersi compromessa fin da subito in quanto, sul primo terzo down di giornata, il lancio dell’ultra-atletico quarterback dei Ravens è stato intercettato e riportato in end zone da Tyrann Mathieu con una pick six: prima della conclusione del quarto Mathieu ha avuto modo di agguantare un altro pallone per un ulteriore intercetto che sembrava poter essere in grado di togliere dalla partita Jackson.
Malgrado le iniziali avversità l’attacco dei padroni di casa è stato comunque in grado di rispondere colpo su colpo a quanto fatto da Mahomes e soci e la prima metà si è conclusa sul 21 a 17 Chiefs grazie ad un paio di touchdown su corsa di Baltimore – fra cui un fumble recuperato in end zone da Duvernay.

La seconda metà si è aperta con tre touchdown su altrettanti drive: ad aprire le danze ci ha pensato Pringle – ma Hill ieri? -, a cui ha risposto Hollywood Brown prima che il solito ineluttabile Kelce rispedisse i rivali sotto di due possessi a seguito di una magnifica cavalcata da 46 yard.
Sul 35 a 24, dopo un atipico intercetto di Mahomes è salito in cattedra Lamar Jackson che ha ridotto il gap con un touchdown su corsa di 2 yard – seguito da una conversione da due punti fallita – a cui KC non ha saputo rispondere: dopo il punt Baltimore si è prodigata in un monumentale e metodico drive da 14 giocate che ha raschiato via dal cronometro ben otto minuti e, pure in questo caso, il touchdown è arrivato grazie ad una corsa di Jackson.
Sopra di un punto, sul 36 a 35, Baltimore non è stata in grado di mettere a segno la conversione da due che avrebbe dato loro un field goal di margine: con tre minuti rimasti da giocare ed un solo punto da recuperare tutto lasciava presagire ad un finale già scritto, ma in piena zona field goal Clyde Edwards-Helaire si è fatto taccheggiare il pallone dal rookie Oweh che, recuperando il fumble, ha consegnato la fondamentale vittoria a Baltimore.

Successo di inspiegabile importanza per i ragazzi di John Harbaugh che dopo un esordio sciagurato contro i Raiders hanno immediatamente dato un importantissimo segnale di vita prendendo lo scalpo alla squadra più forte della AFC – o NFL? – dando prova di grandissimo carattere e maturità, in quanto una reazione del genere dopo aver lanciato due intercetti nel primo quarto ha dimostrato che Lamar Jackson, con tutti i suoi difetti, è e rimane uno dei migliori giocatori di questa lega: fondamentale, a mio avviso, la costanza e la brillantezza del gioco di corse dei Ravens che muovendo regolarmente le catene via terra ha costretto l’attacco dei Chiefs a 24 miseri minuti di possesso.

A proposito di squadre in cerca di riscatto, che dire dell’ottimo 33 a 30 con il quale i Titans si sono portati a casa la prima vittoria stagionale rimontando con cuore e testa i Seattle Seahawks?
Sotto di due touchdown con poco meno di un quarto da giocare, i ragazzi di Vrabel con encomiabile lucidità sono rimasti fedeli al proprio gameplan rifornendo di palloni Derrick Henry che, si sa, nel quarto quarto difficilmente può essere fermato: un touchdown da 60 yard ha ridotto ad un solo possesso il vantaggio dei padroni di casa che, malgrado un turnover of downs, hanno pareggiato grazie ad un altro touchdown di Henry arrivato con una manciata di secondi rimasti sul cronometro.
Ai supplementari, dopo uno scambio di punt con brivido – Seattle ha rischiato di perderla per safety! – Henry ha guadagnato le yard necessarie per mettere il proprio kicker Bullock nella posizione di vincerla con un tutto sommato agevole piazzato da 36 yard: enorme il cuore dei Titans che nonostante una prima metà di gioco complicata non hanno mai perso la testa continuando a fare ciò che viene bene, leggasi correre, finché la sovrumana fisicità di Henry si è rivelata troppo per la difesa dei Seahawks.

Quella fra Cardinals e Vikings è stata probabilmente una delle partite più belle a cui assisteremo quest’anno: nel 34 a 33 con cui Arizona si è portata sul 2-0 è successo veramente di tutto.
I primi trenta minuti di gioco ci hanno regalato big play a ripetizione, ed il 24 a 23 Cardinals sembrava volerci preparare ad una seconda metà ancor più esplosiva: per un po’ ciò sembrava essere destinato a trovare riscontro nella realtà, poiché Kyler Murray ha commesso uno dei pochi errori della propria superlativa giornata lanciando una pick six, immediatamente riscattata con un touchdown di A.J. Green arrivato a seguito di un metodico drive.
Da quel momento in poi sono salite in cattedra le difese costringendo entrambe le compagini ad accontentarsi di un piazzato a testa per il resto della partita: sotto di due lunghezze con due minuti rimasti sul cronometro, i Vikings hanno trovato modo di muovere efficacemente le catene e portarsi in zona field goal regalando così a Joseph l’opportunità di soffiare la vittoria ai Cardinals con un tutt’altro che proibitivo piazzato da 37 yard.
Quando si parla di Vikings, purtroppo, la fregatura è sempre dietro l’angolo e, puntualmente, Joseph ha spedito il pallone fuori dai pali regalando così ai Cardinals il secondo urrà stagionale in altrettante partite: magnifico, malgrado due intercetti, Kyler Murray che con 400 yard e quattro touchdown totali – uno di corsa – ha confermato quanto di buono fatto vedere contro i Titans domenica scorsa ribadendo la propria candidatura all’MVP.

Ottimo successo contro un’ottima squadra: i Cowboys, dopo la cocente sconfitta contro i Buccaneers, sono passati all’ultimo respiro sui Los Angeles Chargers imponendosi 20 a 17 grazie ad un impressionante piazzato da 56 yard di Zuerlein.
Quella andata in scena al SoFi Stadium è stata una partita a mio avviso divertente nel quale le contendenti si sono date battaglia rispondendosi colpo su colpo: a deciderla ci ha pensato la scarsa efficienza in red zone dei Chargers che su quattro viaggi sono stati in grado di trovare i sei punti solamente in un’occasione accontentandosi troppo spesso del field goal. Prestazione importante del backfield dei Cowboys: il duo Elliott-Pollard ha guadagnato più di 200 yard dallo scrimmage accompagnate da un touchdown a testa.

Continuano a vincere ed a convincere i Las Vegas Raiders: dopo l’esaltante successo contro i Ravens i ragazzi di Gruden hanno dato continuità a quanto di buono fatto vedere imponendosi 26 a 17 sui Pittsburgh Steelers.
Pure ieri l’attacco di Pittsburgh ha faticato immensamente e quando dall’altra parte si ha contro un Derek Carr del genere – 382 yard e due touchdown – pensare di vincere è difficile, malgrado dubitare di lui sia diventato da qualche anno tediosa moda: dopo il touchdown del -2 Steelers Carr, su terzo down, ha cercato e trovato Henry Ruggs in profondità per un fondamentale touchdown da 61 yard che ha riportato sopra di due possessi gli ospiti che poi non hanno concesso nulla a Roethlisberger e soci rendendo vani i tentativi di rimonta.
Attenzione a questi Raiders, anche se a dire il vero ci hanno un po’ abituati ad inizi di stagione brillanti seguiti da enigmatici collassi.

Poco da dire sul 35 a 0 con cui i Bills si sono scrollati di dosso i Miami Dolphins: non lasciatevi ingannare dal punteggio, Buffalo ha faticato e non poco contro la solida difesa dei Dolphins ma, molto semplicemente, il reparto offensivo avversario non ha mai trovato modo di espugnare il muro eretto dai Bills.
È durata solamente quattro passaggi la partita di Tagovailoa, costretto ad uscire per un infortunio alle costole rimediato nel primo quarto dopo essere stato letteralmente travolto da Epenesa: non ho idea di quanto – e se – sarà costretto a rimanere fuori, so solo che finora l’attacco dei Dolphins malgrado gli importanti innesti in offseason non sta assolutamente brillando, anche se c’è tempo per rettificare ogni singolo errore commesso finora.

La vittoria più impressionante della giornata, almeno per me, è quella dei Carolina Panthers che trascinati da una difesa assolutamente dominante hanno schiacciato 26 a 7 i New Orleans Saints: brusco risveglio per Winston e soci che ad una sola settimana di distanza dall’esaltante assassinio dei Green Bay Packers non sono mai stati in grado di trovare la benché minima parvenza di ritmo facendosi totalmente sopraffare sulla linea di scrimmage dal front seven avversario.
Darnold pure ieri è stato preciso ed efficiente muovendo le catene senza particolari patemi d’animo, anche se il trionfo è stato reso possibile dall’enorme prestazione del reparto difensivo che ha concesso solamente 128 yard di total offense: la difesa dei Panthers signori, la difesa dei Panthers.

Prima gioia stagionale per i Chicago Bears: il 20 a 17 con cui hanno avuto la meglio sui Cincinnati Bengals porta la firma anche di Justin Fields, subentrato all’infortunato Dalton ed a questo punto verosimilmente titolare.
Ad indirizzare la contesa nella direzione di Chicago ci hanno pensato tre intercetti consecutivi di Joe Burrow che hanno permesso ai nuovamente temibili orsi di costruire un vantaggio poi rivelatosi insormontabile per gli avversari: sotto 20 a 3 con meno di metà quarto quarto da giocare, Burrow è stato capace di riportare sotto di tre i suoi grazie a due touchdown in altrettanti drive ma, purtroppo per loro, il tempo rimasto sul cronometro era troppo poco ed a Fields sono bastati un paio di primi down per chiudere definitivamente i conti.

Buona vittoria, seppur assai sofferta, quella dei San Francisco 49ers che con un combattuto 17 a 11 sono passati su dei buoni Philadelphia Eagles.
Decisivo per il punteggio e per l’inerzia della partita è senza ombra di dubbio stato il drive da 16 giocate – conclusosi con un touchdown su corsa di Garoppolo – con cui San Francisco oltre che ad essersi portata sopra di due possessi ha pure tolto ben nove minuti dal cronometro: malgrado la reazione di Hurts culminata nel touchdown del -6 a quattro minuti dal fischio finale, i ‘Niners hanno portato a termine il compito guadagnando il primo down che ha permesso a Garoppolo di passare gli ultimi due minuti ad inginocchiarsi rendendo omaggio a Kaepernick.
Concedetemela.

Restano imbattuti pure i Los Angeles Rams: dopo una partita estremamente combattuta con gli Indianapolis Colts, i ragazzi di McVay si sono assicurati la vittoria con un sofferto 27 a 24.
Maiuscola la prestazione di Kupp che con 163 yard e due touchdown ha lanciato la propria candidatura al ruolo di miglior amico di Stafford, anche se devo notificarvi che gli ultimi drive della partita di Indianapolis sono stati orchestrati da Jacob Eason subentrato all’acciaccato Wentz: sotto di tre lunghezze con due minuti rimasti da giocare i Colts avevano l’opportunità di riacciuffare la parità, o addirittura vincere, ma l’inesperienza di Eason si è rivelata essere decisiva poiché senza un motivo preciso, su secondo down, ha lanciato un delirio in profondità trovando le pronte ed avide mani di Jalen Ramsey per l’intercetto che ha chiuso definitivamente i conti.
Sicuramente meno brillante della settimana scorsa, Stafford è stato autore di una buona prestazione nella quale ha fatto quello che doveva fare per mettere i suoi compagni nella posizione di vincerla, anche se ad un certo punto della partita l’attacco dei Rams sembrava essere totalmente fuori sincro.

Chi firmerebbe una petizione online per rendere illegale schierare un quarterback rookie contro Bill Belichick?
Non ho molto da raccontarvi sul 25 a 6 sui Jets grazie al quale Mac Jones si è assicurato la prima vittoria fra i professionisti, poiché fra le due squadre non c’è mai stata veramente partita in quanto i ragazzi di Belichick hanno fatto vedere i fantasmi – cit. – al povero Zach Wilson intercettandone ben quattro lanci: ci saranno sicuramente pomeriggi migliori per la seconda scelta assoluta all’ultimo draft.

Prima vittoria stagionale pure per i Cleveland Browns, passati faticando sugli Houston Texans: il 31 a 21 finale è stato favorito da un infortunio che ha tolto dalla contesa un brillantissimo Tyrod Taylor.
Mayfield, dopo aver fatto salire in gola il cuore ai fedelissimi tifosi ammaccandosi il braccio sinistro nel tentativo di completare un tackle dopo aver lanciato un intercetto, è tornato in sella non sbagliando più niente – ed affidandosi al fenomenale backfield – e per Mills e compagni non c’è più stato nulla da fare.
Il talento a roster è poco, ma questi Texans stanno indubbiamente scaldando milioni di cuori.

Grazie ad un buon 23 a 13 sugli enigmatici Jaguars, i Denver Broncos si portano sul 2-0.
La difesa dei Broncos è veramente forte, inutile provare ad affermare il contrario, e sapete benissimo quanto le nostre reazioni di pancia possano essere inappropriate soprattutto se si parla di un quarterback rookie dopo due partite in NFL, ma pure ieri Trevor Lawrence ha faticato immensamente completando meno della metà dei lanci tentati per la miseria di 118 yard, un touchdown e due intercetti: Teddy Bridgewater si è “limitato” ad un magnifica “amministrazione” evitando pure questa settimana qualsivoglia forma d’errore e muovendo le catene con brillantezza e decisione.
Attenzione a questi Broncos.

Concludiamo il nostro viaggio con il roboante successo dei Tampa Bay Buccaneers sugli Atlanta Falcons: il 48 a 25 finale potrebbe essere ingannevole, in quanto ad un certo punto dell’ultimo quarto Atlanta si era portata sotto di tre sole lunghezze, ma di lì in avanti è salita in cattedra la difesa dei Buccaneers sfruttando magnificamente i due intercetti di Mario Edwards riportati in end zone in entrambi i casi.
Poco da dire sull’avvilente brillantezza di Tom Brady che pure ieri è stato perfetto lanciando non uno, non due, non tre, non quattro ma CINQUE touchdown, due dei quali ricevuti dal compagno di merende Gronkowski: qualcuno può dirgli che giocare così a 44 anni non è rispettoso nei confronti del genere umano?

10 thoughts on “Il riassunto della seconda domenica del 2021 NFL

  1. Ok e’ solo regular season , ok I conti si fanno alla fine .. pero’ voglio dire che GODO veramente per la prova dei Ravens. Il gioco di corse va anche senza I titolari e Lamar che fa il cinema.
    Grande rivalita in AFC

  2. “…abituati ad inizi di stagione brillanti seguiti da enigmatici collassi.”speriamo di sfatare questo trend,anche perché gruden inizia ad avere i mesi contati.

  3. Che vittoria dei Ravens, che carattere, non me l’aspettavo. Sul sito dei Ravens ho visto il discorso di Harbaugh nello spogliatoio dopo la partita, un’energia pazzesca

    • Deve stare attento che se ci mette troppa energia si strappa la laringe e lo mettono in IR
      Vittoria pazzesca sì, comunque!

  4. Considerazioni sparse:

    – La follia di Harbaugh su quel 4° down.

    – Prater che la mette da 62 yard… e stavolta non era in altitudine.

    – Brady 9 td pass in due gare: mi sembra che con l’età, invece che calare, migliori. Questo giocherà fino a 50. E vincerà fino a 50.

    – In Colts-Rams non si capiva niente: avevano entrambe delle divise bianche e blu. Sarebbe bastato che i Rams mettessero dei pantaloni gialli. Purtroppo devo dire che in Nfl accade spesso: forse è l’unica cosa in cui il calcio è meglio del football.

    • Potrei farci un articolo d’encomio sulla follia del quarto down, ma poi mi danno dell’ultrà – ed avrebbero pure ragione

  5. Se ci fosse un QB vero a Balitmore avreste già vinto almeno un paio di anelli in più ultimamente. Grande vittoria e grandissimo gioco di corse che ha letteralmente spazzato via la difesa Chiefs. non dimentico però i 3 intercetti di Lamar, che poi da ottimo… RB quale è, ha poi spaccato la partita a suo modo. Harbaugh è un grande poi. I miei Dolphins sono incappati in una partita disastrosa e continuano sulla falsa riga dell’anno scorso: ottima difesa, zero attacco. Domenica ci sono stati errori su errori a ripetizione e penalità davvero desuete. Tua non dimostra nulla e non può nemmeno farlo, il che inizia a preoccupare: la linea offensiva continua a essere la peggiore della lega e consente sacks a ripetizione, oltre a non aprire un minimo varco per le corse. Adesso, al terzo anno di attività come HC, anche Flores deve capire che SERVE METTERE A POSTO LA LINEA OFFENSIVA, altrimenti non si marca un punto sul tabellone. Se poi tornano i misteri classici dello spogliatoio Dolphins del passato con il caso Fuller (droga?doping? fatti suoi?rissa con compagni?) allora ci sono tutti gli ingrediente per un tristissimo ritorno alla mediocrità passata.

  6. Sarebbe interessante un articolo sul quel 4° down.

    Ho letto su un sito straniero che Harbaugh ha fatto bene, perché tentando il 4° down aveva l’82% di possibilità di vincere, mentre facendo il punt avrebbe avuto solo il 58%.

    Io sono dubbioso su queste statistiche: sbagliando il 4° down la partita era praticamente persa, col punt i Chiefs sarebbero stati costretti a risalire tre quarti di campo in un minuto, con un solo time-out.

    Secondo me ha preso questa decisione perché dall’altra parte c’era Mahomes: se dall’altra parte ci fosse stato un novellino, come Lawrence o Wilson, sarebbe andato di punt.

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