La preseason sa essere ingiusta e ciò è risaputo, ma vedere due delle più interessanti scelte all’ultimo draft finire a metà agosto il proprio campionato è estremamente doloroso: Isaiah Wynn, tackle di New England scelto per rimpiazzare il dipartito Solder, ha terminato ancor prima di giocare uno snap ufficiale la propria stagione rimediando una rottura del tendine d’Achille, finendo così insieme a Derrius Guice in un purgatorio dal quale usciranno solamente fra un anno di questi tempi.
In questa seconda giornata abbiamo avuto modo di vedere le prime linee impegnate in ben più che una sola serie e di conseguenza l’interesse generale attorno alle partite è risultato indubbiamente più alto rispetto alla scorsa settimana: avere la possibilità di assistere a trenta minuti di Tom Brady voglioso di esorcizzare i propri demoni e battere gli Eagles non rappresenta sicuramente la norma a metà agosto.
Vediamo un po’ chi si è distinto in positivo e chi, purtroppo, in negativo.
Chi sale
James Washington, WR, Pittsburgh Steelers
Che l’attacco degli Steelers sia fra i migliori della lega non è sicuramente una novità, in quanto poter contare sulle tre B -Roethlisberger, Bell e Brown- e sull’eccentrico Smith-Schuster è un lusso di cui pochi possono fregiarsi: aggiungiamo alla conversazione pure James Washington, elettrizzante ricevitore selezionato al secondo round dell’ultimo draft ed autore di una delle prestazione più impressionanti del fine settimana. Tramite cinque ricezioni -su sette targets- Washington è riuscito a raccogliere 114 yards e due pregiatissimi touchdowns: nel primo ha rispolverato il termine “Mossed” andando a strappare l’ovale di prepotenza sopra la testa del defensive-back in copertura mentre nel secondo si è assicurato una fifty-fifty jump ball raramente nelle corde di un ricevitore alto poco più di un metro e ottanta.
Rich get richer, Pittsburgh ha un’altra minaccia nel proprio parco ricevitori.
Josh Jackson, CB, Green Bay Packers
Forse sono un po’ monotono in quanto Jackson è il secondo giocatore impegnato in Steelers-Packers a trovare spazio in questa colonna, ma la prestazione del rookie di Green Bay racchiude tutto ciò che tifosi e front office potevano desiderare: solo preseason, ovvio, ma Jackson ha confermato il proprio potenziale non concedendo nessuna ricezione ai vari ricevitori da lui coperti e prendendosi pure il lusso di mettere a segno una pick-six arrivata dopo un’ottima diagnosi della traccia corsa dal receiver da lui marcato. Una giocata in preseason non può e non deve far urlare al colpo dell’anno, lo ripeterò a breve, ma la partita messa insieme da Jackson ha dimostrato che il reparto difensivo di Green Bay quest’anno potrebbe seriamente fare il tanto chiacchierato salto di qualità atteso oramai da anni.
Patrick Mahomes, QB, Kansas City Chiefs
Una giocata in preseason non ha alcun valore e non mi stuferò mai di ripeterlo, ma il touchdown lanciato da Patrick Mahomes a Tyreek Hill è una fedele rappresentazione del motivo per cui il front office dei Chiefs si è sentito a proprio agio a lasciar andare il veteranissimo Smith e consegnare al sophomore le chiavi dell’attacco: con una sola giocata ha dimostrato ottima consapevolezza nella tasca, la mobilità che ci si aspetta da un quarterback così giovane e tutta la forza di quel braccio destro che lo ha portato ad essere la decima scelta assoluta del draft 2017.
La sua prestazione non è stata assolutamente perfetta, buona al massimo, ma in una sola giocata Mahomes è riuscito ad esibire tutto ciò che Kansas City voleva vedere: un pistolero senza alcun timore di far viaggiare il pallone per quasi 70 yards in aria.
Jaleel Johnson, DT, Minnesota Vikings
Riuscire a trovare uno spazio nei 53 finali dei Minnesota Vikings giocando come defensive tackle è semi-impossibile vista la profondità della loro rotazione, anche se per il front office sarà altrettanto difficile riuscire a rinunciare a Jaleel Johnson: contro Jacksonville è stato assolutamente incontenibile ed i sei tackles messi a segno raccontano solo parzialmente la bontà della sua prestazione, in quanto per serie intere sembrava aver impiantato una tenda nel backfield di Jacksonville.
La scelta al quarto round dello scorso anno viene da una stagione rookie anonima nella quale è riuscito a sporcare il proprio stat sheet tramite un misero tackle effettuato, ma se continua così il suo utilizzo potrebbe drasticamente aumentare.
Kasim Edebali, OLB, Chicago Bears
Che i Bears abbiano bisogno di qualcuno che porti pressione al quarterback avversario venendo dall’esterno non è esattamente una novità, e le partite di preseason sono un’ottima occasione per inoltrare la propria candidatura: Edebali, journeyman nato e cresciuto ad Amburgo, ha messo a segno solamente un tackle ed un sack, nulla di trascendentale, però ciò che non mostrano le crude stats è quante volte abbia battuto il tackle avversario già allo snap grazie alla propria velocità ed esplosività. Come ci insegna Von Miller da anni, spesso per atterrare il quarterback avversario ciò che più conta è una partenza fulminante: Edebali, con tutte le proporzioni da applicare al discorso, ha dimostrato tutto ciò.
Mike Williams, WR, Los Angeles Chargers
In una sola giocata Williams ha mostrato perché i Chargers lo abbiano scelto in una posizione così alta durante il draft dello scorso anno: elevazione, concentrazione, capacità di localizzare la palla ed una sana dose di rabbia utile ad assicurarsi l’ovale.
Una rondine non fa primavera, ma sembra che quest’anno saprà rendersi utile alla sciagurata causa Chargers.
Chi scende
Halapoulivaati Vaitai, T, Philadelphia Eagles
Il copia-incolla con un nome del genere è d’obbligo.
Che Adrian Clayborn ami giocare contro tackles di riserva era abbondantemente palese dopo la mostruosa prestazione contro i Cowboys dello scorso anno: pure in questo caso Clayborn è riuscito a dominare il malcapitato OT di turno, Vaitai, battendolo senza nessun problema snap-dopo-snap accumulando così pressioni su pressioni e riuscendo anche a mettere a segno uno strip sack che ha di fatto eliminato Foles dalla contesa a causa di un infortunio alla spalla.
Tutto ciò è stato reso possibile dalla pessima prova di Vaitai che ha ribadito un concetto piuttosto semplice: a questa squadra serve il prima possibile Jason Peters, la salute di Wentz è troppo preziosa per il loro futuro.
A.J. McCarron, QB, Buffalo Bills
Che McCarron fosse poco più che un quarterback di passaggio al quale dare, per un breve periodo, la prima vera opportunità per giocare da titolare era risaputo: esprimendosi a buoni livelli sarebbe riuscito in qualche modo a prolungare la propria carriera, probabilmente lontano da Orchard Park, but still.
Con la rottura alla clavicola rimediata contro Cleveland McCarron sarà costretto alla tribuna per mesi, concedendo di fatto la maglia da titolare a Peterman che la indosserà fino a quando Josh Allen non sarà pronto: una volta arrivato il tempo di Allen difficilmente McCarron riuscirà a vedere ancora il campo, in quanto mettere in panchina il proprio quarterback del futuro per dare spazio ad un veterano appena rimessosi da una lunga convalescenza è così poco sensato che probabilmente pure Buffalo rifiuterebbe questa opzione, anche se dalla squadra che ha panchinato Taylor in nome di Peterman ci si deve veramente aspettare di tutto.
John Kelly, RB, Los Angeles Rams
Il backfield dei Rams è di proprietà di Todd Gurley, e fin qui assolutamente nulla di nuovo, ma ogni squadra ha bisogno di almeno un paio di gambe fresche in panchina pronte a far rifiatare le leve dell’ultimo MVP offensivo della lega: con una buonissima prestazione contro i Ravens John Kelly sembrava essersi assicurato un posto nel roster e qualche portata la domenica, ma dopo l’opaca prestazione di sabato sera ciò è non sembra più essere così garantito. Guadagnando 3.1 iarde a portata e malapena due a ricezione, Kelly è spesso sembrato in balia degli eventi e disperato nella ricerca di qualche yards in più: tanti movimenti inutili, troppe yards guadagnate in orizzontale arrivate a discapito di letture più facili e produttive. A volte è meglio prendere quattro yards piuttosto che perderne due per aver cercato con troppa insistenza l’home run.
Akhello Witherspoon, CB, San Francisco 49ers
Su Witherspoon gli ambiziosi 49ers ci puntano davvero tanto e non sorprende quasi nessuno il fatto che nell’attuale depth chart, sul lato opposto a quello controllato da Richard Sherman, si trovi il suo nome; purtroppo per lui, però, la prestazione messa insieme contro Houston ha sottolineato quanto ancora questo giovane cornerback debba crescere prima di poter diventare un affidabile titolare in NFL: troppe big plays concesse ed un’ingenua flag rimediata su un punt hanno gravemente penalizzato San Francisco, uscita poi sconfitta per soli tre punti.
Perdere o vincere in preseason non ha alcun valore, ma dopo tale prestazione sicuramente Shanahan sarà andato a dormire un po’ più perplesso: c’è tempo -e modo- per rifarsi.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
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