Jimmie Kenneth Johnson. 17 settembre 1975, nato a El Cajon, California.

E’ il pilota più esperto del quartetto in finale, il pilota con più successi, più battaglie ma sopratutto più titoli, sei per la precisione e l’unico ad aver disputato tutti gli anni il Chase sin dalla sua nascita nel 2004.

Un pilota che iniziò a gareggiare nella massima serie ad inizio secolo, per essere più precisi nel 2001 a Charlotte. Da allora ha completato la bellezza di 542 gare con statistiche che lo mettono già tra i più grandi nella storia della NASCAR  ed il mondo dei motori in generale.

Johnson ha ottenuto 79 successi (al sesto posto all time), aggiunge 329 top ten, oltre che ad avere il maggior numero di successi di sempre in 6 tracciati: 6 vittorie all’ Auto Club in California, 8 a Charlotte, 10 a Dover, 3 in Kansas (appaiato a Jeff Gordon), 4 a Las Vegas e 6 sul Texas Motor Speedway. Il tutto a bordo della ormai famosa Chevrolet #48.

Quest’ anno il californiano è a alla ricerca di un posto tra le leggende con la possibilità di eguagliare Richard Petty e Dale Earnhardt tra i piloti più titolati fermi a quota sette, in un ovale che non ha mai vinto in questi sedici anni ma che gli ha regalato in un modo o nell’ altro 6 titoli di cui cinque consecutivi (2006,2007,2008,2009,2010 e 2013).

Nel 2016 Johnson è partito a scheggia conquistando gli ovali d Atlanta e California nelle prime cinque gare oltre che a conquistare il terzo posto a Las Vegas. Dopo le prime gare è riuscito a rimanere competitivo in Texas e a Richmond, nelle entrambe visite primaverili del campionato che hanno controbilanciato dei pessimi risultati in ben cinque gare, includendo la mitica Dover.

Nelle dieci gare successive il campione si spegne salvo la solida prestazione a Charlotte dove riesce a tenere in vita il suo team, l’ Hendrick Motorsport in un periodo buio in cui la mancanza di risultati eccedono enormemente. L’unica pole position di Johnson in New Hampishire con conseguente disastrosa gara porta alla buona prestazione ad Indianapolis conclusasi al terzo posto.

Ma è nella gara estiva di Bristol, quella di agosto che Johnson rientra in carreggiata con la mentalità di vero pilota, quasi come un’ orso uscito dal letargo:  settimo a Bristol, sesto in Michigan, danno segno di vita da parte di Johnson che sfrutta malamente  le ultime tre gare della stagione regolare.

Una volta entrati nel Chase le cose cambiano. A Chicago si mostra attivo nella prima posizione per poi chiudere oltre il decimo posto per un errore in pit lane. Un errore che capiterà anche a Dover un paio di settimane dopo, tuttavia chiude nel top ten giusto per passare il primo turno.

A Charlotte conquista la terza vittoria stagionale con una prova maiuscola  che lo lancia in semifinale, condito dal buon top five in Kansas la settimana successiva. Nel penultimo round è Martinsville a cadere nelle mani del californiano che ottiene così il quarto successo in stagione qualificandosi per la finale, la prima sin da quando il formato del Chase è a eliminazione.

Johnson ha tutte le carte per vincere questo campionato; di certo non è all’ ultima chiamata per poter raggiungere questo traguardo ma non resterà nel circuito per sempre a questi livelli, e conquistare il titolo ora significa avere la possibilità di conquistarne un ottavo nei prossimi anni.

Comunque vada non deve dimostrare nulla a nessuno, anzi un posto nella storia c’e l’ha già, resta solo il passo verso la leggenda.

 

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