La chiamavano Fiore di Maggio ed era un calmo e silente mattino del 1620. Siamo a Plymouth una città di 241.500 abitanti nel sud-ovest della Terra di Albione nella contea del Devon. Nel Devon ci deve essere per forza un fascino unico che colpisce i suoi abitanti; attratti dal mare come una calamita che ti spinge con forza a solcare quelle acque. Qui è nato Sir Francis Drake, affascinante corsaro. Narrano le leggende su di lui che se l’Inghilterra fosse in pericolo, battendo sul tamburo di Sir Francis, lo si farebbe ritornare in tempo per salvare la sua madre patria. A lui si ispira Drakul Mihawk del manga One Piece, a lui si deve tutta la serie di videogiochi di Uncharted. Capolavoro fidatevi.

Dal Devon il 6 settembre del 1620 salpa la Mayflower. Due mesi dopo, l’11 novembre, la nave con a bordo i padri pellegrini raggiunse Cape Cod, il miglior posto al mondo dove mangiare un aragosta appena pescata; a proposito se capitate da quelle parti fatevi un giretto da The Lobster Pot. Altro capolavoro, fidatevi.

I padri pellegrini, non lo sanno ancora, ma inizieranno non solo la Storia degli Stati Uniti d’America ma daranno vita, in qualche modo, anche a questo viaggio tra cinema, musica, cibo, storia, football e il passatempo inventato dal professor James Naismith. Un viaggio tra i 50 stati dell’Unione. Un lunga corsa che parte dall’Alabama.

welcome to Alabama

Welcome to Alabama the Beautiful

Soffia un vento caldo a Montgomery, camminando lungo Monroe Street si costeggia l’Alabama State Capitol, il Campidoglio dello Stato, costruito in stile neoclassico.

Alabama State Capitol

Alabama State Capitol

Proseguite ora lungo Bainbridge Street e girate a sinistra su Dexter Avenue; al numero 138 troverete il Chris’ Hot Dogs. Dal 1917 il Chris’ Hot Dogs ha servito i suoi famosi panini con una salsa Chilli che farebbe commuovere il più integralista degli amanti della salsa messicana. Il locale è aperto 24 ore su 24 e ha servito i suoi panini anche al grande e indimenticato Hank Williams.

É il posto ideale per sederci, ordinare un hot-dog (con chilli ovviamente) e una Coca-Cola ghiacciata. É il posto ideale per raccontare l’Alabama State. Dalle Black Belt, regno della caccia ai cervi, alle catene montuose, dalle bianche spiagge che si affacciano sul Golfo del Messico all’Edmund Pettus Bridge a Selma. In Alabama tutto ha qualcosa da raccontarci.

In attesa del mio hot-dog mi guardo intorno cercando di respirare l’aria secca che entra nelle narici e profuma di Dixieland. Let’s go. 

  • Alabama&Cinema

Grazie Auguste e Louis che nel lontano 1895, il 28 dicembre per la precisione, con L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat avete fatto scappare le persone dal Salon indien du Grand Cafè sul Boulevard des Capucines a Parigi.  Grazie perché ci avete regalato la settima arte.

E molti anni e treni dopo una giovane regista americana, Ava DuVernay, ha girato il film Selma – La strada per la libertà, rievocazione poetica e cruda delle marce da Selma a Montgomery che dal 1965 segnarono l’inizio della rivolta per i diritti civili negli Stati Uniti. Il film inizia nel 1964 quando Martin Luther King Jr. riceve il premio Nobel per la Pace a Oslo e a differenza di Robert Allen Zimmerman va a ritirarlo.

Il predicatore del discoso di I have a dream al suo ritorno negli Stati Uniti viene ricevuto dal presidente Lyndon Johnson, a cui chiede di garantire il pieno diritto di voto ai cittadini neri. Piccolo dettaglio della trama: questo diritto al voto ai neri è negato negli Stati del sud (Alabama), i neri non hanno alcun rappresentante nei seggi e nei tribunali; i neri subiscono attentati, linciaggi, pestaggi. La segregazione, con buona pace di Abramo Lincoln, è viva e profonda più che mai. Gli autori di crimini contro i neri, anche se arrestati, vengono facilmente scagionati da tribunali presidiati da soli bianchi. Ma dai? Davvero?

Chiaramente il presidente Johnson nicchia, scavicchia ma non apre, insomma tutto molto bello ma No!

MLK prosegue la sua lotta a Selma, l’Alabama era governata dal razzista George Wallace. Wallace diciamo che non è di larghe vedute, per usare un eufemismo, e decide di organizzare una spedizione punitiva in risposta a una marcia non violenta. La spedizione punitiva è perfetta, rapida, chirurgica e il giovane Jimmie Lee Jackson muore, ucciso da un poliziotto a sangue freddo mentre tentava di difendere il nonno. MLK organizza una marcia di protesta pacifica che finisce nel sangue. The white man pull the trigger. Sangue in diretta nazionale, visto da milioni di persone, donne, bambini, bianchi, neri. Quelle scene commuovono gran parte dell’America. Altra marcia, ancora i neri a protestare pacificamente e al loro fianco i bianchi. Il governatore Wallace sembra inetto come Joe Pesci in Mamma ho perso l’aereo.

Il presidente Johnson decide di accettare la richiesta di MLK. Sorride il predicatore marciando verso il Campidoglio, a Montgomery, dove terrà uno dei suoi discorsi più ricordati, consapevole dei rischi ai quali sta per esporsi. Alla fine l’hanno ammazzato a Memphis il 4 Aprile del 1968 sul balcone del Lorraine Motel. James Earl Ray il colpevole (forse). Ma in fondo aveva ragione MLK:

I have a dream: that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: “We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal”

Il mio hot-dog è arrivato, delizioso, unico, sublime. Da quelle strade è passato MLK e forse sulla mia stessa sedia ha mangiato e bevuto  un certo Nathaniel Adams Coles. Nat King Cole. It’s time to play the music. 

  • Alabama&Musica

Quando Nat nasce il posto dove sto mangiando il mio hot-dog è già due anni che delizia i cittadini di Montgomery.  La mamma di Nat è organista della Chiesa Battista di Chicago, Windy City dove nel frattempo si erano trasferiti lasciando l’Alabama, e insegna al piccolo Nat a suonare il pianoforte. La musica Gospel che ascoltava ogni giorno in Chiesa fu il suo primo amore, ma l’ultimo, l’ultimo amore, il più importante, il più potente fu per il Jazz.

Nel sobborgo di Brozenville dove Nat viveva la vita notturna andava avanti seguendo le note di Jazz che uscivano dai locali. Louis Armstrong, Earl Hines, e Jimmie Noone, ascoltava le loro note il piccoletto quando usciva di casa di nascosto per passare gran parte del suo tempo fuori dai club.

Flash-Forward mentre la Coca ghiacciata scende frizzante nella mia gola. 

Nat King Cole e il suo piano

Nat King Cole e il suo piano

Nat King Cole è famosissimo. Primo artista afro-americano ad avere un suo programma radiofonico, primo ad avere uno show televisivo a copertura nazionale. Nat King Cole, come MLK, combatté il razzismo per tutta la sua vita, non si è mai esibito, ad esempio, nei locali dove venivano applicate le norme sulla segregazione razziale.

Nel 1956 lo Stato dell’Alabama perde per sempre la possibilità di vedere dal vivo King. Succede che a Birmingham membri del White Citizens’ Council lo attaccano a un palo in piazza. Pare che vogliano rapirlo. La polizia interviene tempestiva ma Nat King Cole giurerà di non tornare mai più ad esibirsi nella Dixieland, nel sud degli Stati Uniti, promessa che mantenne strenuamente.

La sua musica è senza tempo. Ma forse non è sufficiente per spiegare il genio speciale di Nat King Cole. Sono passati più di 50 anni dalla sua morte, l’ultimo dei crooner, l’ultimo che faceva battere i cuori con le sue musiche: Unforgettable, When I fall in Love e Mona LisaWell Done Nat. Chapeau.

Hot-dog finito, Coca-cola evaporata. É tempo di rimettersi in marcia. Destinazione Bryant-Denny Stadium. Seguiamo Dexter Avenue giù fino Saint Lawrence Street; imboccando la Interstate 85 e subito dopo la US-82 in direzione Tuscaloosa arriviamo in Wallace Wade Avenue dove si staglia la casa degli Alabama Crimson Tide. Niente Delay of the Game oggi, oggi siamo in perfetto orario.

  • Alabama&Football

La casa dei Crimson Tide.

16 titoli nazionali. Nick Saban. Joe Namath. John Hannah. Mark Ingram. Vado avanti?

Lo stadio è imponente, 101.821 spettatori urlanti, è il quinto stadio più grande degli Stati Uniti, dietro solo al Michigan Stadium, al Beaver Stadium (Penn State), al Neyland Stadium (Tennessee) e all’Ohio Stadium.

Si chiama colpo d'occhio no?

Si chiama colpo d’occhio no?

Gli aneddoti e la tradizioni dei Crimson Tide sono innumerevoli. Siamo nel 1892 quando viene dato il primo kick-off della nostra Università. W.G. Little di Livingston, Alabama chiaramente, il primo giocatore. All’epoca si giocava al Lakeview Park e Alabama vince la sua prima partita per 56-0. Bene. Ma non benissimo. Difatti nel 1898 il programma di football cessa di esistere. Divergenze tra Stato e studenti si disse. Una volta ripreso il programma è una romantica e vincente cavalcata con il primo titolo nazionale che arriva nel 1922: vittoria per 9-7 contro la University of Pennsylvania. Una cavalcata con l’ultima tappa nel 2015, altro titolo nazionale sotto la gestione di Nick Saban (5 volte campione NCAA, 4 con i Crimson Tide e una volta con la sua ex squadra i Tigers di LSU).

Il nome Crimson Tide lo dobbiamo invece a Hugh Roberts, ex editore sportivo della Birmingham Age-Herald, che lo scrisse in un articolo che descriveva l’Iron Bowl del 1907 svolto a Birmingham con Auburn, favorita alla vittoria finale. La partita, epica, si gioca in un mare di fango rosso che macchia la maglia bianca di Alabama facendo diventare i ragazzi di allora per la prima volta la Marea Cremisi.

Ad accompagnare la squadra c’è sempre la Million Dollar Band che dal 1913 scandisce con la musica i tempi di gioco degli eroi in maglia cremisi. Ecco, spiegare bene da dove derivi il nome necessita di raccontare una storia. La leggenda narra che Alabama vivesse un periodo in cui il football non stava, per così dire, splendendo di luce propria. Partita a Georgia Tech, sconfitta imbarazzante (33-7), coach di Georgia Tech che dichiara al suo collega di Alabama:

La tua squadra di football non vale un nichelino.

Risposta di W.C. Pickens, coach di Alabama:

Ma ho una banda da un milione di dollari.

Aveva ragione. Yea Alabama è sempre una grande emozione.

Avrei ancora da raccontarvi di Elefanti e grandi partite, di Hall of famer e emozioni uniche. Ma, ancora una volta si è fatto tardi, fermiamoci a mangiare il celeberrimo pesce gatto fritto. Capolavoro anche questo fidatevi. Ultima tappa. La più bella. La più leggendaria.

  • Alabama&Basket

Lui. E ancora lui. E di nuovo lui.

Eternamente lui.

Robert Keith Horry, nato in Andalusia, si avete letto bene Andalusia ma non quella che pensate voi incastonata intorno alla meravigliosa Siviglia, terra di Toreri. Andalusia in Alabama. É il 25 agosto del 1970. Circa 4 decadi dopo vincerà 7 titoli NBA. Più del più forte della storia del

Robert con Panco Pinco e Pinco Panco

Robert con Panco Pinco e Pinco Panco

gioco con la palla a spicchi (Re Micheal). Uno dei due cestisti (l’altro è John Salley) ad aver vinto il titolo NBA con 3 diverse franchigie. Che vuoi dire di uno così? Cosa si può dire che non si sappia già?

Il soprannome? Big Shot Rob parla da solo. Ha giocato, indovinate un pò dove? Si! University of Alabama.

133 partite giocate con la maglia cremisi. 12 punti, 7 rimbalzi, 1.4 assist di media ad allacciata di scarpe. E sopratutto un cuore grande così. Un cuore degno dell’Alabama. The Beautiful. Heart of the Dixie.

 

Bye bye Alabama.

Bye bye alla regione dove viveva la tribù indiana Alibamu, che significa tagliatori di bosco: da qui il nome dello Stato.

Bye bye allo stato del motto “Audemus jura nostra defendere”.

Bye bye a voi guys se mi avete seguito fino a qui. Con Hot-dog, Pesci Gatto e Coca-cole. Keep in touch. Heading to Alaska.

See you soon.

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