1) Chicago Bears (from Carolina) – Caleb Williams, QB, USC

Decisione oramai cementata dalla dirigenza dei Bears, la quale ha effettuato tutte le operazioni necessarie – leggasi: cedere Justin Fields – al fine di assicurarsi il miglior talento disponibile nella posizione di quarterback e costruire un futuro a lungo termine in regia. Williams possiede caratteristiche a dir poco intriganti, prima di tutte la capacità d’improvvisare quando la tasca non tiene ed è richiesta l’evasione, con tanto di mantenimento nella precisione del lancio anche in fase di torsione della parte superiore del corpo. Contando sul prosieguo della crescita difensiva, ai Bears non resta che provvedere alla posizione più importante del gioco con un ragazzo che saprà finalmente come muovere le catene, mettendogli in mano un reparto profondamente rinnovato dalle aggiunte di Keenan Allen, De’Andre Swift, e Gerald Everett.

2) Washington Commanders – Jayden Daniels, QB, LSU

Lancio della classica monetina per una scelta che potrebbe andare verso l’ex LSU nella stessa misura in cui si potrebbe rivolgere a Maye. L’idea è che Daniels, giocatore estremamente consistente nella produzione, possa meglio adattarsi alla filosofia offensiva di Kliff Kingsbury, e sia maggiormente attrezzato per tenere le difese costantemente sul chi va là, potendo contare sulla sua propensione a creare guadagni con eccellenti corse. Le qualità atletiche sono assai poco discutibili, il braccio c’è tutto, resta qualche dubbio sulla possibile esposizione ai colpi avversari e sulla relativa longevità di carriera, un aspetto di non poco conto pensando ai fantasmi dell’esperienza-RGIII. Qualora Washington propenda per Daniels si assicurerà un ragazzo più pronto a inserirsi nel professionismo per la pericolosità offensiva che si porta appresso, preferendo tale aspetto al prodotto leggermente meno rifinito che Maye attualmente rispecchia.

3) New England Patriots – Drake Maye, QB, North Carolina

La sensazione è che i Patriots non cederanno alle sirene della trade down per accumulare ulteriori munizioni, dovendo sistemare un roster ricco di lacune. L’urgenza di trovare un quarterback a medio-lungo termine c’è tutta, come segnala la resa nei confronti di Mac Jones, pertanto non si vede alcun motivo apparentemente valido per passare sopra a Maye, un regista dotato di fisico e statura ideali per la posizione, e in ogni caso mobile, in grado di produrre giocate anche al di fuori del copione previsto. Nel caso finisca a New England, il compito primario dello staff sarà quello di insegnargli a giocare meno da eroe, situazione nella quale a North Carolina ha racimolato il maggior numero di turnover e inconsistenze assortite, fermo restando che durante il college è stato un quarterback molto preciso. Dovesse andare a Washington, fatto da non escludere per nulla, difficile che i Patriots rinuncino a Daniels.

4) Arizona Cardinals – Marvin Harrison Jr., WR, Ohio State

Anche in questo caso non ci sentiamo di credere ai numerosi segnali di fumo che vorrebbero i Cardinals in discesa per accumulare altre scelte e occuparsi così di un maggior numero di posizioni scoperte, visto che la necessità di aggiungere un ricevitore primario è assolutamente latente. Le capacità atletiche del figlio del grande Marvin sono di primissimo livello, così come lo sono la concentrazione sul pallone, il controllo totale del corpo anche se in torsione, e la possibilità di creare separazione con il marcatore in ogni singola azione. Gli scout parlano di un prospetto generazionale, che Arizona non dovrebbe farsi sfuggire per aiutare Kyler Murray e ritrovare i migliori momenti della carriera pre-infortunio, dimostrando di poter guidare un attacco molto produttivo.

5) Minnesota Vikings (from L.A. Chargers) – J.J. McCarthy, QB, Michigan

Andiamo incontro alla filosofia di Jim Harbaugh e Greg Roman, che privilegia la costruzione della formazione partendo dalle linee, una possibilità che i Chargers – se resisteranno alla tentazione di selezionare Nabers – possono mantenere scendendo di qualche posizione, tenuto conto delle necessità delle concorrenti posizionate dopo di loro. Uno scambio con i Vikings ha perfettamente senso, se non altro perché Minnesota non ha acquisito casualmente un altro primo giro, per una mossa che appare un preludio per un’ulteriore salita, in cerca del successore di Kirk Cousins. J.J. McCarthy porterebbe una mentalità ferrea al timone offensivo di una squadra che si affiderà a Sam Darnold per fare da soluzione-ponte, dando possibilità di imparare da fuori a un ragazzo comunque maturo, capace di giocare molto bene sotto pressione come dimostrano i risultati ottenuti al college, e in agio quando c’è da scappare dalla tasca trovando soluzioni di fortuna.

6) New York Giants – Malik Nabers, WR, LSU

I Giants hanno disperatamente bisogno di un playmaker offensivo, ma a questo punto del draft i migliori quarterback saranno già stati presi. Nabers sarebbe un bel premio di consolazione, portando a New York un ragazzo assolutamente esplosivo e dal potenziale pressoché illimitato, capace di seminare gli avversari sul profondo – ha segnato 9 mete da oltre 20 yard nel 2023 – come pure di attuare un interessante arsenale di finte per liberarsi nel raggio medio-corto, e far valere le doti in accelerazione. In attesa di meglio comprendere il futuro di Daniel Jones – per il quale immaginiamo provvedimenti nei round successivi – si attrezzerebbe dunque l’attacco con un ricevitore di rari tratti atletici, migliorabile dal punto di vista della pulizia nelle tracce, ma assolutamente intrigante in proiezione futura.

7) Tennessee Titans – Joe Alt, OT, Notre Dame

Avendo già migliorato alcune posizioni offensive grazie alle firme di Pollard e Ridley, i Titans vivono la primaria necessità di trovare un tackle sinistro di altissimo livello per creare la giusta protezione a Will Levis. Le caratteristiche di Joe Alt, ragazzone dai piedi mobili cui è davvero difficile girare attorno, coincidono alla perfezione con la ricerca di Tennessee, che non ha avuto un pari ruolo così affidabile dai tempi di Taylor Lewan. Alt, figlio di quel John che giocò a Kansas City per parecchi anni, possiede una statura che non s’insegna e la abbina alla grande mobilità nei piccoli spazi, nonché alla capacità di prendere gli angoli corretti per respingere la pass rush avversaria. Per tutti i problemi vissuti in fase di protezione del quarterback, Alt somiglia molto alla classica soluzione che, salvo infortuni gravi, può sistemare il ruolo per la prossima decade.

8) Atlanta Falcons – Dallas Turner, EDGE, Alabama

Dopo la consistente ristrutturazione offensiva, i Falcons possono concentrare la loro prima scelta sulla difesa, e occuparsi della latente necessità di un edge rusher. Turner possiede primo passo esplosivo, una buonissima varietà di movimenti per liberarsi dell’opposizione del marcatore, e ottimo raggio d’azione, che utilizza per contrastare i giochi di corsa e seguire i quarterback mobili, qualità che ne hanno contraddistinto la carriera ad Alabama. Può diventare una macchina da giocate nel backfield, e per questo risultare assai d’interesse per una difesa le cui continue concessioni di yard e punti, soprattutto in determinati momenti di gare decisive, hanno determinato in parte l’esclusione dei Falcons dai playoff.

9) Chicago Bears – Jared Verse, EDGE, Florida State

Con due scelte nelle prime nove, il ventaglio di soluzioni disponibili per i Bears si amplia a tre posizioni. Odunze potrebbe essere una possibilità concreta, non si esclude un miglioramento nella profondità della linea offensiva, ma la possibilità di aggiungere un altro elemento pronto a giocare dalla prima partita da porre in coppia con Montez Sweat appare un’ipotesi stuzzicante. Verse potrebbe apportare un’opportuna addizione per una difesa già pronta a recitare un ruolo primario, grazie alla facilità con cui riesce ad attaccare il quarterback – ha portato 50 pressioni nel solo 2023, a Florida State – vista la mistura tra movenze atletiche e di pura potenza appartenente al suo bagaglio, che gli consente saltuari allineamenti all’interno, con il compito di esplodere verso il gap e penetrare nel backfield. Giocatore continuo, che non molla, una costante preoccupazione, che potrebbe permettere a Chicago di formare un tandem di edge rusher di alta qualità.

10) New York Jets – Brock Bowers, TE, Georgia

Le mosse in free agency hanno risolto, almeno fino alla prossima offseason, il bisogno di offensive tackle, di conseguenza il pensiero più logico è andare a collegare i Jets ad un talento offensivo che possa fare la differenza in quello che potrebbe essere l’ultimo anno di Aaron Rodgers. Bowers è tre spanne sopra a qualsiasi altro tight end disponibile quest’anno, un ricevitore versatile racchiuso in un corpo atletico di 243 libbre, eccellente in accelerazione e di conseguenza ideale per fare danni alle difese nelle ricezioni corte, con ampie possibilità di guadagno in campo aperto. Immaginare cosa potrebbe uscirne con Rodgers a lanciargli il pallone è da pura salivazione, essendo un giocatore produttivo in verticale e difficilissimo da placcare in corsa; richiede un utilizzo creativo, dal momento che può posizionarsi ovunque, e potrebbe dare la scossa a un reparto affossato dalla sua stessa natura stagnante.

11) Los Angeles Chargers – Taliese Fuaga, OT, Oregon State

L’ipotetica trade down con i Vikings potrebbe permettere ai Chargers di reperire il talento richiesto nel ruolo di tackle, miglioria essenziale per ricominciare a costruire un roster assai scarso di possibilità di rilievo. La scelta di Fuaga ha perfettamente senso per la sua abitudine nel giocare a destra, in quanto andrebbe a fornire maggior completezza a una trincea che già possiede Rashawn Slater sul lato cieco, addivenendo alle esigenze di Harbaugh nell’edificare un reparto muscolare, brutale, esattamente corrispondente al modo di porsi di un ragazzo eccellente nel muovere il difensore dalla sua posizione. Il rinnovato backfield californiano fa ben intendere le intenzioni di giocare un football molto più fisico, e Fuaga pare caratterialmente e strutturalmente adatto per far parte di questa nuova corrente di pensiero.

12) Buffalo Bills (from Denver) – Rome Odunze, WR, Washington

La facciamo questa pazzia dopo aver ceduto Stefon Diggs, aver perso Gabe Davis, ed essersi ritrovati con tre mestieranti quali ricevitori titolari? Il materiale per salire così tanto tutto sommato c’è, a Denver non dispiacerebbe affatto ricevere scelte extra dopo il disastro-Wilson, e l’ipotetico utilizzo di queste dipenderà dalla volontà dei Bills nel privarsi di un pezzetto di futuro per giungere a un talento al quale, sulla carta, non possono rinunciare. Ottimale per vincere gli uno-contro-uno in redzone e nei terzi down – situazioni che per pura coincidenza hanno negato il Super Bowl a Buffalo – Odunze è un ricevitore ultra-produttivo nelle tracce verticali, nelle quali sa crearsi un ideale cuscinetto di separazione, sa tracciare la traiettoria del pallone aggiustandosi ove necessario, vincendo spesso i lanci contesi grazie a mani assai forti. Sarebbe un upgrade istantaneo per Josh Allen, che di sicuro, il braccio per innescarlo, ce l’ha.

13) Las Vegas Raiders – JC Latham, OT, Alabama

Come Fuaga, pure Latham è un tackle destro naturale, dato che in quella posizione ha giocato 27 partite di qualità da titolare per Alabama. Pensando al quarterback in occasione del secondo round, i Raiders potrebbero mettere le mani su un prospetto ideale da contrapporre a Kolton Miller nello schieramento frontale, aggiungendo un notevole grado di fisicità a un reparto che nelle idee di Antonio Pierce deve per forza diventare più aggressivo. Latham gioca con controllo nella parte superiore del corpo, ha braccia lunghe e parte bassa del corpo più che stabile, ideale per aprire varchi favorendo le corse, ha una cattiveria agonistica innata, ideale per l’identità che si sta cercando di plasmare a Las Vegas.

14) New Orleans Saints – Olu Fashanu, OT, Penn State

I Saints posseggono una chiara esigenza migliorativa per un ruolo dove Trevor Penning non ha dimostrato di valere il primo giro speso due anni fa, per una posizione delicata come quella di tackle sinistro. Fashanu si porta appresso un’ottima fama a tal riguardo, avendo concesso un solo sack in quasi 700 azioni a protezione del quarterback nella sua esperienza a Penn State, grazie all’estrema forza nelle braccia e a un bilanciamento del corpo che gli consente facilmente di recuperare l’inerzia positiva nel blocco. Un’addizione essenziale per tenere pulita la tasca, visti i colpi che Derek Carr si è dovuto sorbire per tutta la scorsa stagione.

15) Indianapolis Colts – Terrion Arnold, CB, Alabama

Pare una tra le chiamate più logiche, rapportando l’alta percentuale di big play concessa dai Colts a causa dell’inefficienza delle secondarie, plagiate dall’inesperienza e dalla mancanza di comunicazione. Arnold ha esperienza in una difesa di alto livello collegiale, nella quale ha ricoperto posizioni nello slot come pure all’esterno, sviluppando un interessante istinto per l’intercetto. Il suo saper giocare qualsiasi ruolo e quella particolare propensione a rompere il gioco ancor prima che sia partito il lancio, cosa che gli riesce particolarmente bene difendendo in profondità, è esattamente ciò che serve a Indianapolis per mettere in campo una secondaria molto più efficiente di quella vista l’anno passato.

16) Seattle Seahawks – Troy Fautanu, OT, Washington

Non sottovaluteremmo la tendenza di John Schneider a scendere di qualche posizione, ma la necessità urgente di rimpinzare la linea offensiva farebbe propendere a un pensiero contrario. Certo, qualora Fautanu non fosse più disponibile una trade down diverrebbe assai più concreta – a maggior ragione vista l’assenza di un secondo round – tuttavia la sua possibile presenza coinciderebbe con la possibilità di giocare con l’offensive coordinator che lo allenava al college – Ryan Grubb – potendosi inserire alla svelta nei meccanismi di un attacco per il quale potrebbe rivestire più ruoli, avendo giocato da tackle sinistro al college ma potendo tranquillamente posizionarsi pure a destra, e disputare all’occorrenza qualche snap da guardia. Versatilità e costruzione fisica sono infatti le caratteristiche principali di un ragazzo molto stabile nel piantarsi a terra e spingere indietro con forza il difensore, usufruendo nel contempo di piedi agili e veloci nello stretto.

17) Jacksonville Jaguars – Quinyon Mitchell, CB, Toledo

Per dichiarazione stessa del general manager Trent Baalke, i Jagaurs devono anzitutto soddisfare le esigenze nella rotazione di cornerback, dato che dietro a Ronald Darby e Tyson Campbell c’è assai poco di cui fruire. Mitchell, da questo punto di vista, è un prospetto sicuramente attraente, in quanto mischia il modo di giocare aggressivo anche contro i down di corsa a doti fisico/atletiche ideali per giocare in verticalità e intercettare il passaggio, e poter deviare il pallone prima che giunga al ricevitore. Non ha grossi problemi a recuperare se inizialmente battuto, vista l’accelerazione in dote, può reggere il passo in verticale e tende a non anticipare troppo il lancio, facendosi trovare in posizione, fidandosi delle sue capacità fisiche.

18) Cincinnati Bengals – Jer’Zhan Newton, DT, Illinois

C’è un’alta percentuale di possibilità che i Bengals privilegino un’occhiata alla linea offensiva, data la necessità di proteggere meglio Joe Burrow, tutto sommato il cuore della linea difensiva non è poi un bisogno così tanto secondario, dato che la difesa necessita di una produzione migliorativa per la posizione di tackle. L’acquisizione di Sheldon Rankins in free agency va a risolvere la questione solo in parte, l’ex Houston è in ogni caso prossimo ai trent’anni e non può garantire una presenza costante sui tre down, pertanto il pensiero che conduce a Newton, del tutto fuori luogo non è. L’ex-Illinois andrebbe ad aggiungere forze fresche e talento a una rotazione corta e poco dimostrativa di soluzioni concrete, è un ottimale pass rusher interno grazie alla combinazione di movimenti atti a liberarsi dal possibile blocco, la penetrazione costante nel backfield gli consente di creare la giusta confusione, e soprattutto sa difendere molto bene anche le corse, un aspetto cui Cincinnati deve istantaneamente porre rimedio per alzare il rendimento del reparto.

19) Los Angeles Rams – Byron Murphy II, DT, Texas

Il ritiro di Aaron Donald lascia un vuoto insostituibile, rendendo prioritario il rifornimento di defensive tackle da accoppiare alla rivelazione Kobie Turner. Murphy è un giocatore leggermente sotto-dimensionato, fatto al quale risponde con ottima agilità laterale e capacità distruttiva della tasca, per merito della rapidità con cui è in grado di evitare il blocco avversario e colpire il gap in verticale. Ha messo assieme 45 pressioni del quarterback dall’interno in tutto il 2023, con il 30.4% di successo nella pass rush, quest’ultimo secondo miglior dato assoluto per i defensive tackle collegiali; è aggressivo contro le corse, dispone di buona accelerazione per andare a caccia del running back con aggressività, senza mai spegnere il motore. Potrebbe essere un’addizione di qualità per una difesa orfana di un grande campione.

20) Pittsburgh Steelers – Jackson Powers-Johnson, C, Oregon

Ragazzo leggermente sottodimensionato in termini di misure, ma comunque molto forte nella parte superiore del corpo, Powers-Johnson è tra i migliori centri disponibili quest’anno, discretamente atletico, dotato di senso della posizione, attento alle dinamiche della pass rush. E’ svelto nel processare l’azione e riconoscere le intenzioni difensive, e potrebbe fornire un significativo passo in avanti per la linea offensiva degli Steelers, che per quanto fumo abbiano sparso ai media, non sembrano essere così soddisfatti di ciò che hanno attualmente in casa.

21) Miami Dolphins – Graham Barton, OT, Duke

La perdita di Robert Hunt via free agency porta i Dolphins a dover operare con particolare attenzione sulla linea offensiva, per quanto vi siano necessità non meno impellenti in altri settori. Barton potrebbe profilarsi quale prospetto ideale per soddisfare tale esigenza, nel senso che a Duke ha sempre giocato da tackle dimostrando un alto livello atletico in rapporto alla stazza, ma che nei professionisti si profila essere una guardia o centro, vista la statura non eccelsa e la versatilità tecnica che gli permette di ricoprire più ruoli. Potrebbe occupare dal primo giorno il posto di guardia destra, posizione per la quale i Dolphins non posseggono comprovata solidità.

22) Philadelphia Eagles – Nate Wiggins, CB, Clemson

Gli Eagles non hanno grossi problemi nelle secondarie, se non l’età che avanza inesorabile. Con un occhio al futuro, il pensiero di Howie Roseman potrebbe posarsi sulla selezione di un giovane dal grande potenziale come Wiggins, il quale possiede ogni qualità per eccellere a patto che rinforzi la parte alta del corpo. Sarebbe un’aggiunta ad alto voltaggio per un reparto che potrebbe arricchirsi con la sua propensione al big play, dato che statura e capacità in elevazione sono di prima fascia, così come lo è il senso di anticipo. E’ possibile che gli Eagles guardino anche ai prospetti per la linea offensiva, dato il ritiro di Kelce.

23) Los Angeles Chargers (from Minnesota through Cleveland and Houston) – Bryan Thomas Jr., WR, LSU

Ecco perché la discesa dei Chargers avrebbe senso, colpendo due esigenze latenti nel solo primo giro. Dopo aver sistemato la questione right tackle ecco servito un wide receiver da 17.3 yard per ricezione, indice di una tendenza alla grande giocata possibilmente intrigante da appaiare a Justin Herbert. Ottimo senso di tracciamento del pallone, capacità di esplosione in campo aperto, statura eccellente per vincere le battaglie in endzone, le qualità ci sono tutte, l’unico dubbio degli addetti ai lavori rispetto ai più blasonati colleghi è la sua produttività collegiale, improvvisamente allargatasi a 17 touchdown nel 2023, quasi tutti su ricezioni verticali e senza la possibilità di comprovarne la continuità. Meno completo e rifinito di altri colleghi rookie, ma una possibile macchina da punti, un’arma che i Chergers potrebbero utilizzare alla Mike Williams.

24) Dallas Cowboys – Tyler Guyton, OT, Oklahoma

Potenziale starter a medio termine per una linea che ha perso parecchio nel ruolo di tackle, e lui possiede le capacità per occupare entrambi i lati estremi dello schieramento. Potrebbe necessitare di uno o due anni di lavoro ma ha mostrato un potenziale molto interessante, i piedi sono ottimi nella fluidità di movimento e la stazza è notevole, eccelle in protezione sui passaggi e deve migliorare la capacità di buttare indietro il difensore sulle corse. Se nessun altro prima dei Cowboys dovesse scommettere sulla sua proiezione futura, Jerry Jones dovrà seriamente pensare di comporre il suo numero di telefono. Non guasta la provenienza da Oklahoma, dopo una prima parte di carriera trascorsa a TCU.

25) Green Bay Packers – Amarius Mims, OT, Georgia

I Packers sono giovani e ricchi di talento in molte posizioni, un vero lusso per una franchigia che ha comunque il merito di aver operato molto bene nel progettare il dopo-Rodgers. La perdita di tre dei vecchi titolari della linea offensiva è l’unico aspetto che fa propendere all’operare in tal senso, pertanto il potenziale approdo di Mims nel Wisconsin porterebbe con sé un’ottima dose di logica. Questo perché non è un giocatore pronto a partire immediatamente da titolare ma possiede un potenziale immenso, è una montagna d’uomo che a Georgia ha fatto intuire tratti dominanti sia in protezione che nel creare varchi per le corse, il problema è ha solo otto partite da starter alle spalle ed è una sorta di modello da plasmare. Con la situazione attuale Green Bay potrebbe anche permettersi di aspettarlo, assicurandosi un talento grezzo di quelli che raramente passano al convento.

26) Tampa Bay Buccaneers – Laiatu Latu, EDGE, UCLA

Chiariamolo subito, Latu potrebbe essere già sparito dalla circolazione in questa posizione; se resta il dubbio che possa scendere è a causa di una red flag medica relativa alle condizioni del collo, parte delicatissima per un giocatore di football, problema che l’aveva già fatto fermare al college. Una volta superati i dubbi, ci si ritrova con un ragazzo letteralmente esplosivo, in grado di creare problematiche tanto all’esterno quanto all’interno grazie alla sua estrema rapidità nel primo passo, ultra-aggressivo e capace di controllare il corpo quando deve girare l’angolo per dirigersi verso il quarterback. Se disponibile, i Buccaneers non dovrebbero nemmeno pensarci su andando di best player available, coprendo una necessità non latente al pari della linea offensiva, ma godendo di un’occasione irripetibile per sistemare la pass rush.

27) Arizona Cardinals (from Houston) – Chop Robinson, EDGE, Penn State

Veloce, tanto che in due passi è già a lato del tackle, il quale si deve già preoccupare di non perdere l’inerzia del blocco tant’è difficile contenerlo. Robinson potrebbe dare una consistente mano nella risoluzione dei problemi dei Cardinals nel mettere pressione al quarterback, essendo un pass rusher rapido e sufficientemente tecnico, nonché disciplinato. Ha bisogno di qualche libbra di massa magra in più, perché già al college ha evidenziato qualche problematica nel rimanere intrappolato tra i blocchi che ne ha probabilmente minato la produzione – 11.5 sack in tre anni – ma il potenziale è davvero molto, molto alto.

28) Denver Broncos (from Buffalo) – Bo Nix, QB, Oregon

Scendere così in basso, ricavare qualche scelta aggiuntiva, e ritrovarsi con lo stesso giocatore che si sarebbe preso sedici posizioni prima senza che il valore fosse realmente quello, ha tutto il senso del mondo per Denver. Nonostante vi siano esigenze di sistemazione per più settori del roster, i Broncos non possono permettersi di iniziare la stagione con Stidham e DiNucci come unici registi a disposizione, e c’è bisogno di programmare il futuro. A Nix serve affinare alcuni aspetti tecnico/mentali del gioco, ma risulta avanzato nell’interpretare l’allineamento difensivo e nell’estendere il gioco sotto pressione, per via dell’orologio interno che sa come gestire quando arrivano gli difensori addosso, il quale è un ottima caratteristica di partenza. Sotto gli insegnamenti di Sean Payton può migliorare i suoi difetti, ovvero il lanciare fuori misura in situazioni facili di endzone e l’efficacia generica nella percentuale di completi, ma il potenziale appare come quello di un potenziale titolare a medio-lungo termine.

29) Detroit Lions – Cooper DeJean, CB, Iowa

Giocatore molto adattabile a vari ruoli, anzitutto per la struttura fisica d’impatto, che non ne ha mai condizionato la velocità. DeJean è un corner di 200 libbre, capace di recuperare con agilità eventuali svantaggi iniziali nei confronti del ricevitore, e possiede molta esperienza nel disporsi all’esterno come pure nello slot, con saltuari snap giocati nel box, mostrando tratti da strong safety. Ha un discreto fiuto per l’intercetto – al college ne ha riportati tre in meta – una caratteristica che a Dan Campbell non dispiace senz’altro, oltre al fatto di essere un ragazzo tosto, capace di infliggere il placcaggio punitivo senza pensarci due volte. Potrebbe scendere, arriva da una frattura al perone dello scorso novembre, e in casi come questo i Lions tendono ad andare con il miglior prospetto disponibile.

30) Baltimore Ravens – Jordan Morgan, OT, Arizona

Il turno dei Ravens può andare in una moltitudine di direzioni differenti, dipende da dove si vuol cominciare a ripianare le ingenti perdite vissute in free agency, senza escludere ipotesi di uscita dal primo giro. Morgan costituirebbe un interessante prospetto nel ruolo di tackle sinistro, laddove Ronnie Staley è un titolare non del tutto garantito per via dei numerosi problemi fisici, con possibilità di poter magari partire a destra, posizione scoperta dalla trade di Morgan Moses. L’ex-Arizona possiede un’ottimale forza nella parte superiore del corpo, che gli consente simile efficacia tanto sui passaggi quanto sulle corse, è mobile e intuitivo riguardo le intenzioni difensive e possiede una buona tecnica, in ogni caso migliorabile. La scuola-Ravens potrebbe giovargli parecchio, essendo un ragazzo utilizzabile in più posizioni in una trincea che John Harbaugh considera da sempre il punto di partenza per l’edificazione dell’attacco.

31) San Francisco 49ers – Zach Frazier, C, West Virginia

I 49ers hanno vissuto parecchie problematiche riguardanti la linea offensiva, tant’è che il lato destro ne ha sostanzialmente determinato la sconfitta al Super Bowl. Frazier potrebbe approdare a San Francisco ed essere sviluppato per la sostituzione di Jake Brendel, aggiungendo alla trincea un ragazzo dinamico e capace di controllare il corpo, grazie al passato da wrestler. Nell’ultimo anno a West Virginia non ha fatto passare sostanzialmente nulla in termini di pressione, statistica molto interessante per dei Niners che devono assolutamente ridurre le incursioni nel backfield per lasciare a Purdy la tranquillità esecutiva necessaria. Frazier ha la mentalità del piantagrane, è tosto, provocatorio, fisicamente forte, sa come portare a termine i blocchi, e potrebbe stabilirsi nella Bay Area come centro in un futuro non troppo distante.

32) Kansas City Chiefs – Adonai Mitchell, WR, Texas

Nonostante l’acquisizione di Marquise Brown in sostituzione di Valdez-Scantling, la profondità nel ruolo di wide receiver dei campioni in carica non è per nulla convincente, a maggior ragione dopo i guai con la giustizia di Rashee Rice. Il ruolo ha dato evidenti problemi a Patrick Mahomes, per quanto l’intesa sia progredita nei playoff serve in ogni caso un’iniezione di nuovo talento, che potrebbe essere individuato in Adonai Mitchell, il cui abbinamento piace più di altri per la tendenza a volere il pallone quando la posta in palio diviene tremendamente elevata, un tratto congruente alla cultura di spogliatoio a Kansas City. A Texas non è mai stato il miglior produttore di yard e mete, ma resta un elemento pericoloso tanto sul medio-corto, quanto sul profondo grazie alle finte e alle double-move che gestisce con consistenza, e in un contesto del genere non ci sarebbe nemmeno bisogno di farlo diventare un ricevitore primario.

3 thoughts on “NFL Mock Draft 2024

  1. Ma da quando il saper uscire dalla tasca che collassa è diventata la prima caratteristica che si cerca in un QB? Se lo è, è una stupida ossessione dei tempi moderni. Il QB più vincente della storia era un palo fermo nella tasca. E questo lo ha avvantaggiato per un semplice motivo: se stai fermo con i piedi ben piantati per terra è più facile prendere la mira e fare un lancio preciso, piuttosto che farlo mentre stai correndo da qualche parte (oltre al fatto che se prendi una sack mentre stai correndo indietro perderai molto più terreno rispetto a uno che stava fermo nella tasca, vero Russell Wilson?). Il che conferma che la precisione è il requisito più importante per un QB.
    Poi, per carità, Caleb Williams sarà un grande professionista, non sto qui a dire che non lo sarà.
    Piuttosto tremo davanti a Turner per i miei Falcons, giocatore dal grande fisico, ma dalla produzione modesta. Ho letto che ricorda Vic Beasley. Ecco paragone peggiore non poteva esserci… preso pure lui alla 8.

    • Lo è diventato da quando Mahomes fa le sue magie e vince titoli su titoli lanciando anche in torsione. Oggi un quarterback così fa gola a tutti, perché il gioco cambia. Ovvio che ci sono decine di altre caratteristiche che vengono valutate. Questa qualità fa comodo a Chicago in particolare, dato che aveva un attacco pressoché immobile, se non quando Fields correva in campo aperto. Su Turner, come per tutti, sarà testimone il tempo, nessuno sa quali tra questi ragazzi avrà successo. Non è una scienza esatta, e mai lo sarà.

      • E’ giusto, il migliore detta le “mode”, però poi la cosa più probabile è che cerchi un nuovo Raffaello, ma ti ritrovi un Pinturicchio… e ti è già andata bene.
        Sul draft assolutamente, sono tutte scommesse, però credo bisognerebbe usare il buon senso, soprattutto al primo giro, che è il giro meno scommessa fra i vari. Ecco ATL invece mi sembra sempre fuori contesto, ha inseguito scelte al primo giro in attacco quando c’erano talenti enormi in difesa (Parsons e Carter su tutti, che non ha chiamato) e, quasi sicuramente, si butterà sulla difesa questo anno in cui la difesa sembra invece offrire molte meno “certezze” dell’attacco.
        Poi, per carità, fu fatto anche l’anno, credo il 2008, in cui scelsero Matt Ryan, e la classe di QB era definita modesta da tutti, con forse Ryan proprio come unica potenziale eccezione, e si ritrovarono non con un buon giocatore, ma con uno che ha fatto la storia della franchigia.
        Come detto sono scommesse, e magari Turner farà anche lui la storia dei Falcons. Oppure verrà chiamato un CB, magari quello dalla prestigiosissima Toledo…

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