Se si scorrono le preview delle scorse stagioni riguardo a Tampa Bay si nota sempre come il team dovesse essere a un passo dall’esplodere per tornare definitivamente a rinverdire i fasti storici di questa franchigia, invece qualcosa è sempre mancato a tal punto da far saltare completamente le posizioni di head coach e general manager iniziando così un nuovo percorso sperando sia finalmente quello giusto.

I nomi nuovi corrispondo a Lovie Smith come allenatore e Jason Licht nelle vesti di GM dopo la delusione del suo predecessore  Mark Dominik arrivato al termine dell’ultima stagione con il record di 4-12.

Lovie Smith

Lovie Smith

Lovie Smith è una faccia nota nella Nfl specie nei pressi della Wind City dove aveva terminato il suo percorso e ritorna a Tampa dopo il quadriennio 1996-2000 come allenatore dei linebackers.

Il compito di Smith sarà soprattutto di ricucire lo spogliatoio dopo la dottrina militare imposta da Greg Schiano purtroppo rivelatasi inadeguata alla Nfl, poi dovrà fin da subito cercare di far saper rendere una difesa ricca di pezzi interessanti ma ancora incompiuta nonostante i numerosi soldi spesi per assemblarla.

A tale compito arriva come coordinatore difensivo  Leslie Frazier, rimosso dal ruolo di capo allenatore dei Vikings potendo così tornare al suo ruolo principale ricoperto nel corso del primo decennio del nuovo millennio

La preoccupazione maggiore per Tampa di fronte a questo 2014 sta nel ruolo di quarterback: Josh Freeman non è mai riuscito a fare lo step tanto atteso dopo le incoraggianti prime stagioni tra i professionisti, così ora il posto sarà di Josh McCown, ripescato da Marc Trestman nel suo primo anno a Chicago inserendolo in un sistema molto favorevole alle statistiche dei quarterback portando il prodotto di Sam Houston State a lanciare 1,829 yards, 13 pass touchdown e un solo intercetto in 8 partite coi Bears.

Così Tampa gli ha garantito due anni di contratto e nominarlo subito titolare al posto di Mike Glennon uscito da un 2013 ancora incoraggiante se si pensa le condizioni presentatosi intorno a un quarterback probabilmente destinato a fare almeno un anno di apprendistato in panchina prima di essere provato titolare.

Josh McCown

Josh McCown

Che il sistema di Trestman abbia potuto trasformare McCown da disperso o semplice back up a un QB titolare è molto realistica come ipotesi, perciò il rischio maggiore è rappresentato da un passaggio a vuoto del regista principale della squadra e con esso di gran parte dell’attacco.

Starà al nuovo offensive coordinator Jeff Tedford il compito di evitare questo rischio sfruttando al meglio il potenziale dei giovani presenti a roster seppure debba fare i conti con una situazione in linea parecchio preoccupante.

Il batterio MRSA ha costretto la forte guardia Carl Nicks al ritiro lasciando un buco nel ruolo di guardia dato che l’esperto Davin Joseph ha salutato la Florida per andare a St.Louis oltre al left tackle Donald Penn diretto a Oakland; la scelta di salutare la ciurma l’hanno presa pure  Jeremy Zuttah e Ted Larsen, atterrati a Baltimore ed Arizona, così ora ci si ritrova con una linea tutta nuova da ridisegnare.

Doug Martin

Doug Martin

Attualmente la linea da sinistra a destra sembra essere così composta: Anthony Collins, Oniel Cousins, Evan Dietrich-Smith, Jamon Meredith e Demar Dotson.

Ad eccezione del lato destro dove i due citati hanno già avuto modo di essere provati in campo per rimpiazzare gli infortunati, il lato sinistro e lo spot di centro sono ancora delle incognite così si spera in una immediata crescita del quinto giro di quest’anno Kadeem Edwards nel ruolo di guardia.

Probabilmente la possibilità di sviluppare gioco, oltre da McCown o Glennon che sia, passa attraverso i primi cinque in quanto starà a loro aprire varchi per un backfield molto interessante oppure lasciar attaccare lo spazio profondo dai wide receiver.

Doug Martin ha saltato gran parte della scorsa stagione per un grave infortunio alla spalla, adesso è chiamato a confermare l’ottima rookie season disputata due anni fa. In sua assenza Bobby Rainey e Mike James hanno portato bene il pallone, peccato che mancherà almeno per 10-12 settimane a causa di un infortunio alla caviglia il terzo giro di quest’anno Charles Sims, ragazzo solido e molto interessante.  Comunque sia attorno a questi nomi girerà parecchio della stagione dei Bucs: se Martin dovesse riprendere a correre come fece nel 2012 potrebbe alleggerire parecchio il compito del proprio quarterback.

Mike Evans

Mike Evans

Molte attenzioni saranno poste sui target a disposizione di Tedford: Vincent Jackson è reduce da un anno chiuso con 1,224 yards e 7 touchdown, da quest’anno potrà godere dell’aiuto della settima scelta assoluta del draft Mike Evans, wide receiver da Texas A&M fisicamente molto simile al suo collega e da molti ritenuto la fortuna di Manziel nell’esperienza al college.

Giocatore elegante, potente, mani sicure e potenti, se dovesse sviluppare al meglio la sua abilità di correre le tracce potremmo parlare presto di un altro big boy WR da 100 yards a partita oltre a essere una continua minaccia in end zone.

Attorno a loro però rimane da scoprire parecchio:  Louis Murphy esce da un’annata triste dalla sua esperienza nella Big Blue, Chris Owusu non può essere considerato un target concreto. Il rookie sesto giro da Wyoming Robert Herron potrebbe così ricavarsi un bello spazio nel ruolo di slot essendo uno dei pochi così all’interno del roster.

Al draft al secondo giro si è rinforzato il ruolo di tight end prendendo Austin Sefarian-Jenkins, giocatore fisicamente davvero dotato ma tecnicamente da sgrezzare, ecco perché la firma di Brandon Myers risulta parecchio utile per tappare una falla che Luke Stocker non ha dimostrato di essere in grado di colmare.

Gerald McCoy

Gerald McCoy

Cosa di sicuro porta Lovie Smith è la capacità di saper costruire difese da top della Lega e con il materiale a disposizione il compito non sarà difficile.

La linea difensiva è il settore che intriga di più: Gerald McCoy nella sua quarta stagione ha confermato di valere la terza scelta assoluta spesa su di lui nel 2010 con 9.5 sacks e 50 placcaggi ed ora dovrà confermarsi essendo leader del riparto.

Suo compagno sarà Clinton McDonald arrivato da Seattle per dare una mano insieme alla stella dei Bengals l’end Michael Johnson, lasciato andare da Cincinnati dopo non aver rinnovato. Johnson dovrà cercare di tornare ai 11.5 sacks realizzati due anni fa invece del 3,5 sacks raccolti nell’ultimo episodio a Cincinnati.

Stesso ragionamento per Adrian Clayborn, 13 sacks in tre anni, che ora dovrà rendere come una prima scelta del draft arrivando alla doppia cifra. Dietro i titolari scalpitano i sophomore William Gholston e Akeem Spence, autori di un incoraggiante primo anno e pronti ad essere validi elementi da rotazione.

Assieme a McCoy la star del reparto è l’outside linebacker Lavonte David, autore di 145 placcaggi, 7 sacks e 5 intercetti, numeri da capogiro e degni dei top della Lega; peccato che attorno a lui ci sia poco perché Mason Foster non è esploso come ci si aspettasse evidenziando limiti in copertura mentre l’altro esterno Jonathan Casillas è buono solamente nello special team.

Se ci si aspetta risposte da Larry English c’è da star freschi, la speranza è che almeno Smith si inventi qualcosa per risollevare le sorti di Da’Quan Bowers, end da cui ci si aspettava molto ma che sino ad ora ha solo deluso.

Lavonte David

Lavonte David

L’arrivo nel 2013 di Darrelle Revis in cambio della prima scelta ha purtroppo riscontrato solo insuccessi in quanto l’ex Jets non si è minimamente adattato al sistema zona infatti è stato lasciato andare alla corte dei Pats.

Per sostituirlo sono stati ancora spesi parecchi soldi su Alterraun Verner, non trattenuto dai Titans dopo  un anno da 5 intercetti; su di lui si punta molto seppure rimanga ancora un punto interrogativo in quanto deve ancora dimostrare di avere le qualità per essere un cornerback di prima fascia a cui ancorare la difesa.

A dargli una mano è stato chiamato Mike Jenkins, una promessa mai sbocciata a Dallas, fuggito un anno a Oakland dove si è comportato dignitosamente ed ora è in cerca di un nuovo riscatto tornando nello stato del suo college. Dietro scalpita il secondo anno Jonathan Banks, 3 intercetti nel suo anno da rookie che ci hanno fatto intravedere un giovane molto interessante. Rashaan Melvin e Leonard Johnson completano il reparto offrendo una sensibile profondità seppure debba ancora essere definito lo schieramento titolare.

Mark Barron

Mark Barron

Di certo la coppia di safety sarà composta da Dashon Goldson, safety punitiva purtroppo non ancora all’altezza dei soldi percepiti per offrire i suoi servigi ai Bucs anche se 72 placcaggi restano un buon numero; manca però sempre di quell’ abilità di playmaker che lo possa rendere un vero pilastro della difesa.

Ruolo che sarà richiesto a Mark Barron e qui l’arrivo di Smith potrebbe fare davvero la differenza per il deciso step della settima scelta assoluta del 2012: Barron nel suo secondo anno ha già fatto notevoli progressi producendo 88 placcaggi, 2 sacks e 2 intercetti, ora c’è bisogno che diventi in tutti i sensi il giocatore capace di fare la differenza per assicurarsi una posizione d’elite all’interno della Lega.

Un altro prodotto dei Bears Major Wright sarà il primo cambio del duo titolare dopo essere stato uno dei pochi a salvarsi nell’Illinois.

Nel ruolo di kicker torna l’affidabile gamba di Connor Barth, assente la scorsa stagione perché in estate si ruppe il tendine d’Achille durante una partita di basket per beneficenza. Michael Koenen rimane il punter (media di 44.2 yards a calcio nello scorso anno) mentre il long snapper sarà uno tra Jeremy Cain oppure Patrick Murray. Eric Page rimane l’incaricato per qualsiasi tipo di ritorno.

Tampa attualmente rispetto alle altre tre squadre ha qualche certezza in meno a livello di roster perché Atlanta, seppure vittima di un reparto linebackers tutto da scoprire, in attacco ha un trio di wide receiver e un quarterback ben affiatati e complementari in più con l’aggiunta di Jake Matthews e Davonta Freeman rischiano di tornare subito a girare su numeri interessanti. Stesso discorso per i Panthers che con Newton in cabina di regia godono di maggior sicurezza e il loro front seven li terrà in partita a lungo.

La situazione del quarterback sarà l’ago della bilancia della stagione dei Bucs: Smith ci ha abituato a vedere squadre competenti con QB mediocri, purtroppo oggi i tempi sono diversi, la difesa non è all’altezza delle migliori in Nfl e l’asse linea-quarterback lascia tutti col fiato sospeso.

Avvicinarsi a un record di otto vittorie potrebbe essere il vero obiettivo della stagione, siamo sempre in Nfc South dove l’imprevedibilità è padrona della division ma tra loro e i Saints ci sono ancora troppi gradini.

 

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