Come ogni estate di WNBA tra poco, il 19 luglio, arriva l’ora dell’All-Star Game, nel quale si sfidano due squadre con le migliori giocatrici della lega. La scorsa stagione lo scontro è stato tra le convocate della nazionale statunitense per le Olimpiadi e un’altra squadra che ha incluso tutte le altre migliori giocatrici escluse dal roster della nazionale.
Quest’anno a scontrarsi saranno due squadre capitanate da due delle giocatrici più forti della lega: Caitlin Clark e Napheesa Collier. Clark, come Satou Sabally e Rhyne Howard erano tutte incluse nelle due squadre, ma per infortuni non potranno essere presenti. Per il Team Clark Caitlin sarà quindi presente in panchina ma senza poter essere in campo. La sua squadra si schiererà così:
- Aliyah Boston
- Sabrina Ionescu
- A’Ja Wilson
- Kelsey Mitchell
- Gabby Williams
- Sonia Citron (riserva)
- Kiki Iriafen (riserva)
- Jackie Young (riserva)
- Kayla Thornton (riserva)
- Brittney Sykes (riserva)
- Brionna Jones (riserva)
Per il Team Collier ci saranno invece:
- Napheesa Collier
- Breanna Stewart
- Allisha Gray
- Nneka Ogwumike
- Paige Bueckers
- Courtney Williams (riserva)
- Skylar Diggins (riserva)
- Angel Reese (riserva)
- Alyssa Thomas (riserva)
- Kelsey Plum (riserva)
- Kayla McBride (riserva)
Solo il pool iniziale era stato deciso dai fan, con le due giocatrici più votate finite ad essere capitane. In seguito, chi andasse in che squadra e in quale ordine è stato scelto proprio da Clark e Collier stesse.
L’All-Star Game non è solo un momento di pausa per le squadre, che hanno circa una settimana di riposo dalle partite, ma anche un vero e proprio giro di boa della stagione, visto il numero di partite giocate e quelle ancora da disputare.
La classifica al momento vede in testa le Minnesota Lynx, indiscutibilmente le migliori fino ad ora. All’opposto della classifica ci sono le Connecticut Sun, protagoniste della più disastrosa off-season della storia della WNBA, probabilmente.
Analizzando però dettagliatamente in ordine di classifica le squadre ecco cosa penso per ciascun team:
- Minnesota LYNX: su 24 partite giocate le Lynx ne hanno vinte ben 20, siglando il loro miglior avvio di stagione di sempre. Il segreto di questi risultati non è più tanto tale. Al momento, infatti, reputo il roster di Minnesota quello più completo e forte in tutte le sue 5 titolari. Napheesa Collier, in primis, fa uno sport a parte. 23,2 punti di media a partita la rendono, per ora, la migliore in questa statistica tra tutte le squadre. Courtney Williams continua a fornire assist per le compagne (6 di media), Kayla McBride è la garanzia dei canestri da tre punti. Alanna Smith e Bridget Carleton rimangono altrettanto garanzie quando la squadra tira fuori tutta se stessa in situazioni complicate. Altrettanto affidabile è comunque anche la panchina, con opzioni concrete che danno freschezza e continuità durante la partita con giocatrici come Natisha Hiedeman o Jessica Shepard. Prima posizione più che meritata per un roster che è rimasto praticamente identico rispetto alla scorsa stagione. D’altronde squadra che vince non si cambia.
Minnesota ha una media di 84,7 punti a partita, non è però la prima. A comandare questa classifica c’è New York con 86,9
- New York LIBERTY: le Liberty arrivano a questa pausa con un secondo posto che sicuramente le risulta un po’ stretto e, soprattutto, amaro. Complice di ciò è sicuramente stato il breve periodo di fine giugno dove sono arrivate sconfitte pesanti contro Mercury (per due volte), Storm e Dream, tutte squadre che insidiano New York in classifica. Non può non fare la differenza anche l’assenza di Jonquel Jones, una giocatrice determinante per la squadra nella vittoria del campionato WNBA lo scorso anno. L’ultima vittoria prima della sosta contro le Indiana Fever per 98 a 77 ha confermato quanto le Liberty siano tornate in pista pronte a essere di nuovo protagoniste nella seconda parte di stagione.
- Phoenix MERCURY: dopo aver detto addio ad una leggenda della WNBA come Diana Taurasi il futuro delle Mercury era più che mai incerto, considerando anche in questo caso un notevole stravolgimento del roster. La scommessa più grande della off season di Phoenix è stata l’acquisizione di Satou Sabally, non tanto per le sue indiscusse qualità tecniche quanto più per la sua tendenza agli infortuni. Al momento Sabally è infatti infortunata e salterà anche l’All-Star Game. Nonostante ciò la trascinatrice principale delle Mercury è stata lei, con una media di 19,1 punti e 7,7 rimbalzi a partita. Nonostante l’infortunio di un’altra super titolare della squadra come Kahleah Copper, le Mercury hanno trovato un buon ritmo dall’inizio della stagione, portando sempre qualità offensiva con giocatrici come Alyssa Thomas e DeWanna Bonner.
- Seattle STORM: nonostante la quarta posizione, risulta difficile inquadrare il possibile destino delle Storm da qui a fine stagione. Il roster, qualitativamente parlando, rimane uno dei più forti della lega, con veterane del calibro di Skylar Diggins Smith e Nneka Ogwumike che trascinano le giocatrici più giovani come Gabby Williams. Quest’ultima, senza dubbio, è alla sua migliore stagione finora, come dimostrano anche le statistiche. Troppe però le partite perse contro squadre di fasce decisamente inferiore, come le Golden State Valkyries e le Connecticut Sun.
- Atlanta DREAM: una grande e piacevole sorpresa delle zone alte della classifica sono proprio le Atlanta Dream. Due acquisizioni della off season avevano fatto già ben sperare per una stagione migliore rispetto alla scorsa, Brittney Griner e Brionna Jones, ma l’apporto più grande è stato dato da chi in squadra c’era già. Sto parlando in primis di Rhyne Howard, una macchina da punti soprattutto considerando anche la media di praticamente 3 canestri da 3 punti a partita. Anche Allisha Gray non è da tanto meno, con una media di 2,3 a partita. La garanzia dei canestri da 3 assieme agli inserimenti di Griner e la brutale forza fisica di Jones hanno reso questa squadra una vera contendente alle posizioni che contano. Ottimo anche l’inserimento in squadra di Te-Hina Paopao, rookie da South Carolina.
- Indiana FEVER: quest’anno doveva essere finalmente quello della consacrazione definitiva come squadra di alto livello per le Fever. Senza girarci troppo intorno, così non è stato. Non si può non pensare che con Caitlin Clark presente in tutte le partite le cose sarebbero andate meglio, ma ciò non è stato assolutamente l’unico problema delle Fever, solo seste in classifica. Più di qualcuno, incluso me stesso, avrebbe pensato ad Indiana in lotta per le prime due/tre posizioni. Lo storico attuale alla sosta parla invece chiaro: 12 vittorie e 11 sconfitte. Clark ha avuto vari infortuni, ma le Fever hanno comunque in Kelsey Mitchell la quarta giocatrice per media di punti segnati in questa stagione, oltre che le prime due nella classifica di maggior percentuale di field goal riusciti, ovvero Aliyah Boston e Natasha Howard. Cosa non ha funzionato quindi? Sicuramente la difesa. Nonostante le Fever segnino tanto, subiscono anche altrettanti punti. In secondo luogo sono da valutare anche le tensioni di inizio stagione, nella quale le Fever hanno rescisso il contratto di DeWanna Bonner, che era arrivata nella off season. Salvo particolari imprevisti le Fever arriveranno ai playoff, ma la vittoria del campionato sembra ancora essere una distante luce in fondo al tunnel.
Le Fever hanno dovuto fare a meno di Clark in ben 10 occasioni su 23 partite totali. Prima di questa stagione Clark non aveva mai saltato nessuna partita, includendo anche gli anni alla University of Iowa
- Washington MYSTICS: le Mystics hanno sicuramente reso più di quel che probabilmente ci si aspettava, considerando i tanti volti nuovi e giovani della squadra. Kiki Iriafen e Sonia Citron si sono prese subito il posto da titolari, venendo affiancate da giocatrici più esperte ma non di certo veterane come Brittney Sykes, leader della squadra per media di punti a partita, e Shakira Austin. Il record attuale di 11 vittorie e 11 sconfitte sottolinea quanto questa squadra faccia comunque fatica a trovare una costanza all’interno della stagione. Arrivare ai playoff sarebbe già un successo.
- Las Vegas ACES: ancor prima delle Indiana Fever la delusione più grande di questa stagione, per me, sono proprio le Aces. Nonostante quella che a mio parere è la giocatrice più forte di tutta la WNBA attuale, ovvero A’ja Wilson, e un roster di livello assoluto, rafforzato nella off season dall’arrivo di Jewell Loyd, le Aces hanno comunque faticato per tutta la stagione. 11 vittorie e 11 sconfitte, come le Mystics, e tanti tanti rammarici, in primis la cessione di Kelsey Plum. A’ja Wilson comanda 4 delle 5 statistiche più importanti della squadra, essendo prima in media di punti per partita, rimbalzi per partita, steals e blocks. La vittoria dei campionati nel 2022 e anche nel 2023 sembra ormai solo un lontano ricordo.
- Golden State VALKYRIES: le Valkyries sono state, per ora, una delle più grandi sorprese. Lo sarebbero state ancora più in grande non fosse per l’ultimo recentissimo periodo, dove in 6 partite sono arrivate solo 2 vittorie e 4 sconfitte. Considerando le premesse, ovvero di una nuova squadra nella lega che si va a formare con qualche nuovo prospetto dal Draft e un po’ da quelli che sono gli “scarti” delle altre squadre, l’esito attuale non è comunque per nulla male. La giocatrice più rappresentativa attorno a cui è stata costruita la squadra è stata Tiffany Hayes, riserva d’eccellenza nella scorsa stagione alle Las Vegas Aces che ha trovato ora l’ambiente giusto per valorizzarla. Chi ha però più eccelso è stata senza dubbio Kayla Thornton, unica della squadra presente all’All-Star Game. Il periodo di pausa arriva nel momento migliore quanto meno, con le Valkyries chiamate ad una ripresa convincente che, se non avvenisse, potrebbe far sprofondare Golden State in posizioni che, francamente, non si merita.
- Los Angeles SPARKS: dopo aver visto le Sparks dal vivo, posso confermare come le ambizioni di questa squadra siano ben più alte della loro attuale posizione in classifica. L’arrivo di una delle giocatrici più forti come Kelsey Plum, l’esplosione del talento (finalmente) di Azura Stevens e la costanza e grinta di Rickea Jackson sono elementi che farebbero pensare ad una squadra in lotta quantomeno per i playoff. Troppi infortuni però, come quello che vede ancora fuori una giocatrice determinante come Cameron Brink, e troppi momenti di calo fisico durante le partite sono ciò che lascia Los Angeles in un’amara decima posizione. Se Brink dovesse ritornare a breve in campo, come sembrerebbe poter essere, i giochi potrebbero cambiare drasticamente. Per ora, difficilmente, pronosticherei le Sparks presenti nella post-season.
- Chicago SKY: la squadra la cui posizione sta più stretta rispetto a tutte le altre è forse proprio Chicago. Un cambiamento parziale del roster durante la off season aveva fatto ben sperare la windy city, quantomeno per un posto ai playoff. Un calendario non semplice ed evidentemente svantaggiante, con le Sky che nel giro di 20 giorni si sono ritrovate e troveranno ancora le Minnesota Lynx, non è stata la migliore delle premesse. La perdita di Courtney Vandersloot, che finalmente andava ad aggiungere esperienza al ruolo di guardia per le Sky, è stato un altro fattore che ha inciso in negativo. Le Sky hanno dimostrato spesso carattere e voglia di vincere, basti vedere le prestazioni disumane di Angel Reese, ma ciò spesso non può bastare per una squadra che è ancora un pieno cantiere in costruzione. I giovani talenti ci sono eccome, la voglia di tornare grandi altrettanto. 18 partite potrebbero però non essere abbastanza per sovvertire un risultato che sembra già scritto.

Angel Reese è finora protagonista di una stagione sensazionale. Per ora la sua media stagionale è di 14 punti e ben 12,6 rimbalzi a partita
- Dallas WINGS: dando il benvenuto a Paige Bueckers nella WNBA le Wings speravano di poter ritornare a competere, ma lei da sola non può bastare a cambiare le sorti di una squadra che è ancora piena di giocatrici di basso livello tecnico. Gli infortuni di Ogunbowale e Carrington, le altre due giocatrici più forti della squadra, stanno avendo ripercussioni importanti su questa squadra. Il problema non è però solo questo. Le Wings sono una squadra molto giovane che ha bisogno di tempo per avere uno spazio nelle posizioni importanti. Un progetto a lungo termine che valorizzi le rookie, come si sta facendo già con Aziaha James e JJ Quinerly, potrebbe portare soddisfazioni in futuro. Bisogna però ancora aspettare.
- Connecticut SUN: il disastro del nuovo progetto delle Sun è evidente a tutti e lo dimostra anche la classifica. Passare dall’essere una delle squadre da top 3 nella scorsa stagione a sprofondare in ultima posizione è stato un attimo. Tutto è partito dalla folle decisione di rovesciare un roster e cambiarlo totalmente con giocatrici che, semplicemente, non sono di alto livello. L’unico innesto di qualità è stato quello di Tina Charles, che però ha evidentemente superato il momento di picco della carriera. Un grande lavoro dopo questa stagione, che si premette continuare in questo disastroso modo, sarà necessario. L’alternativa per i fan delle Sun è prepararsi ad anni difficili.
L’All Star Game andrà in scena nella notte italiana tra sabato 19 e domenica 20 luglio, alle ore 02:30. Pur essendo un orario abbastanza proibitivo consiglio comunque la visione di quello che si presuppone poter essere un grande spettacolo tra le migliori giocatrici della lega. Tutto ciò in attesa della seconda parte di stagione, che si preannuncia essere una delle più combattute di sempre.
Per la prima volta Indiana ospiterà un All-Star Game della WNBA
Amante degli Stati Uniti, a cui ho dedicato un blog(@ParlandodiUSA), e dei suoi sport, passo volentieri il tempo scrivendo articoli sulla NFL e sul campionato di college NCAA, oltre che sul basket femminile.

