Seppur solo all’alba della sesta giornata sulle sedici ufficiali del campionato di football della NCAA, i primi verdetti possono essere già fatti. Non solo quelli delle squadre che più stanno positivamente sorprendendo, come Miami, Ole Miss, Oklahoma, Texas Tech e altre, ma anche di quelle che al contrario più stanno deludendo.
Per partire a fare una disamina di questo tipo basta semplicemente partire dall’osservare quello che era il ranking delle squadre considerate più forti prima del fischio d’inizio della stagione. Al primo posto c’era Texas, che pur non brillando non si può neanche dire che sia in fase di fallimento. Un approfondimento al riguardo l’ho già fatto nello scorso articolo. Basta però scendere di sole tre posizioni per trovare forse il flop finora più inaspettato di questa stagione, ovvero Clemson.
Dall’essere quarta nel ranking all’avvio della stagione si è ritrovata ad essere ottava dopo la seconda giornata, dodicesima dopo la terza e poi addirittura fuori da esso dopo la quarta giornata. Ciò non è ovviamente frutto del caso, semplicemente di ciò che il campo ha dimostrato. I Tigers hanno perso contro LSU, Georgia Tech e Syracuse, vincendo invece solo contro Troy. 91 punti subiti in 4 partite non sono neanche il dato peggiore, considerando i neanche 20 punti di media segnati a partita che gli valgono il centosedicesimo posto su 136 in questa particolare classifica.
Dabo Swinney, head coach di Clemson, ha parlato ai microfoni negli scorsi giorni sottolineando che, nonostante le colpe siano di tutti, a partire dai giocatori arrivando fino allo staff, l’inizio dissestante della stagione dei Tigers è dovuto a un “fallimento degli allenatori”, e che lui e il suo staff hanno il ruolo più decisivo in questo terribile inizio. Il calendario da qui in avanti è impegnativo, ma assolutamente non proibitivo. Il primo ostacolo sarà però passare la University of North Carolina guidata dal grande Bill Belichick.

La scorsa stagione dei Tigers si chiuse con 4 sconfitte totali, tra le quali due contro Georgia e Texas. Quest’anno sono già 3 le partite non vinte, solo che la maggior parte della stagione è ancora tutta davanti
Spostandosi di stato ma non di conference, rimanendo sempre nella discreta ACC, non si può nominare nelle delusioni di questa stagione anche SMU, squadra che nello scorso anno arrivò addirittura a giocare i playoff avendo concluso la stagione al primo posto nella classifica di questa conference.
Pur non previsti come teste di serie pure nella stagione corrente, i Mustangs si ritrovano con 2 vittorie e 2 sconfitte, guidati dal QB Kevin Jennings, tanto bravo quanto poco attento. In tutte le 4 partite disputate fino ad ora da SMU, infatti, almeno 1 intercetto è partito dalle sue braccia.

Le sfide che verranno per Jennings e SMU da qui a fine stagione non sono sicuramente proibitive. Galoppare verso la parte alta della classifica della ACC sarà però tutto tranne che un compito semplice
Cambiando ora sì conference e spostandosi alla Big 12 non si può non nominare come flop numero 1 la squadra che più di tutte quelle appartenenti a questa conference era favorita ad esserne la regina, che invece non lo è. Sto parlando ovviamente dei Kansas State Wildcats, numeri 17 nel ranking prestagionale che si ritrovano invece dopo 5 partite ad avere più sconfitte che vittorie.
La prima di esse è per altro arrivata contro Iowa State, una delle altre favorite a vincere la Big 12. Se questa sconfitta può essere quanto meno perdonata, soprattutto considerando che l’incontro fu giocato addirittura il 23 agosto, non possono esserlo le cadute contro Army e Arizona, ad esempio. La scorsa stagione era ancora un cantiere aperto ma da quest’anno ci si aspettava sicuramente di più. Per vedere dei Wildcats veramente competitivi potrebbe servire un’altra stagione di rodaggio, anche se nella prossima i molti senior presenti nel roster potrebbero aver già chiuso la loro carriera universitaria.
Approdando invece nella Big Ten e, soprattutto, nella Los Angeles ricca di università, non posso non cominciare parlando di UCLA. Pur non essendo assolutamente presente nel ranking dei primi 25 a inizio stagione, né tantomeno favorita alle prime posizioni della Big Ten, i Bruins avevano chiuso la scorsa stagione con carattere, arrendendosi solo a chi evidentemente aveva più qualità tecnica di loro.
Un grande nome della offseason della NCAA, sicuramente il più discusso all’interno della Big Ten, quello di Nico Iamaleava, è stato un fattore che ha portato molti occhi sui Bruins. Il QB è arrivato dai Tennessee Volunteers e si è spostato a UCLA per cercare di riportare i Bruins a posizioni che contano, cercando di migliorare lo storico della scorsa stagione.
Il risultato di questo nuovo matrimonio è però stato finora a dir poco fallimentare, con i Bruins che si ritrovano ad avere 0 vittorie e ben 4 sconfitte sul totale degli incontri disputati. A dare peso a questa debacle è il fatto che le sconfitte siano arrivate contro avversari pienamente abbordabili per UCLA, tra i quali Utah, UNLV, New Mexico e Northwestern.
Approfittando della mia permanenza a Los Angeles mi sono recato direttamente al campus di UCLA per cercare di capire come i media stessi dei Bruins stessero definendo il periodo disastroso della loro squadra di football. Nel nuovo numero di “Daily Bruin”, uscito il lunedì dopo l’ultima sconfitta contro i Wildcats, vengono sottilineati i principali problemi di questa squadra. In primis quello che tutti pensano sia il principale, ma no, la colpa non è di Nico Iamaleava, o per meglio dire, non solo sua.

Il dato più tragico che mette in mostra la prima pagina del giornale di UCLA è quello sottolineato alla seconda riga: i Bruins non hanno passato neanche un secondo di questa stagione in vantaggio
Tra tutti i giocatori coinvolti in questo terribile periodo Iamaleava è infatti quello che imperterrito continua a mettere a disposizione le sue migliori caratteristiche per il bene della squadra. L’ex Volunteer, ottimo atleta agile e con gambe veloci, è stato leader della squadra in yard corse in questo e altri 2 incontri, un dato che mette in mostra l’inadeguatezza del reparto dei RB, ma anche quello dei ricevitori, che non trovano mai spazio per essere cercati dal numero 9. I Bruins, riguardo quest’ultimo reparto, hanno almeno potuto riaccogliere Rico Flores Jr, rientrato da un infortunio lungo un anno.
Prendendo in esame solo l’ultimo incontro con Northwestern i due RB hanno corso 66 yard combinate contro le 65 corse dal solo QB, che poi ha trovato solo 7 passaggi da più di 10 yard e solo 1 da più di 20. Anche le penalità, come viene citato sempre sul “Daily Bruin”, hanno inciso e non poco. Esse sono state ben sei, concedendo 60 yard ai Wildcats. I problemi per UCLA sono insomma un po’ ovunque. Quello che più fa timore non riguarda però ciò che è stato, forse più ciò che sarà. I Bruins ospiteranno sabato Penn State, numero 7 nel ranking, e avranno da affrontare da qui a fine stagione Indiana, numero 8, Ohio State, numero 1, e il consueto appuntamento con USC.
Nella top dei flop non mi sento ancora di inserire quelle squadre che hanno ottenuto una sola sconfitta, come nel caso di Penn State, Georgia o Alabama, considerando che un passo falso può essere alla fine concesso a tutti. Non inserisco neanche Notre Dame, che pur avendo accusato già due passi falsi nelle prime due partite si è ripresa con due vittorie da 56 punti l’una. Per i Fighting Irish era improbabile ripetere l’impresa dello scorso anno di arrivare alla finale nazionale in ogni caso. Arrivare ai playoff è ancora possibile e totalmente alla loro portata, evitando possibilmente altri inciampi che comprometterebbero certamente l’impresa.

Un dato che potrebbe sorridere agli Irish in vista di una possibile epica rimonta nel ranking come avvenne nella scorsa stagione: nel calendario rimanente al momento non c’è nessun avversario presente nel ranking
Escluse da questo articolo si trovano anche altre squadre che stanno facendo fatica in questa stagione, ma che appartenendo a conference minori è difficile valutare, considerando l’enorme differenza qualitativa e tecnica rispetto alle principali.
Per tutte le squadre citate magari potrebbe risultare difficile raggiungere i playoff o anche entrare nel ranking, per fare meglio di prima però non è mai troppo tardi, quantomeno. Ecco gli incontri più importanti del weekend a venire:
- Kentucky contro Georgia
- Texas contro Florida
- Vanderbilt contro Alabama
- Boise State contro Notre Dame
- Penn State contro UCLA
- Minnesota contro Ohio State
- Miami contro Florida State
Amante degli Stati Uniti, a cui ho dedicato un blog(@ParlandodiUSA), e dei suoi sport, passo volentieri il tempo scrivendo articoli sulla NFL e sul campionato di college NCAA, oltre che sul basket femminile.

