LA SITUAZIONE AI NASTRI DI PARTENZA

Dopo la sconfitta con le Aces le Sparks hanno dovuto ricercare fiducia e coraggio per riprendere una missione che a metà stagione sembrava quasi impossibile, ovvero centrare l’ottavo posto alla fine di essa che avrebbe significato solo una cosa: playoff. Parlando delle Sparks prima della pausa per l’All Star Game avevo spiegato come l’obiettivo di Los Angeles fosse certamente fin da inizio stagione quello di arrivare oltre la regular season, ma che il percorso da metà strada in poi sarebbe stato molto complicato e in salita.

Dopo l’All Star Game, però, le cose sono cambiate abbastanza drasticamente, con la squadra dell’head coach Roberts che ha intavolato cinque vittorie di fila, candidandosi ufficialmente per un posto tra le prime 8. Lo stop in casa contro le Aces non le ha certo spaventate, nella partita seguente è arrivata infatti una vittoria soffertissima che comunque le ha garantito ciò che più era necessario: arrivare a 12 nella lista dei successi stagionali.

Crypto.com Arena ancora una volta piena, a testimoniare la crescente passione per i tifosi di basket nei confronti della WNBA

Tutto quindi molto più che bene, con 6 vittorie nelle ultime 7, non fosse che a presentarsi alla Crypto.com Arena fosse questa volta l’altra squadra più in forma del momento, ovvero le Indiana Fever. Con 5 vittorie di fila che le avevano posizionate al quinto posto prima di quest’incontro, Indiana è ritornata una seria contenditrice alle posizioni che contano. Anche con l’infortunio di Clark le Fever sono riuscite a tirare fuori il loro meglio, grazie soprattutto all’incredibile stagione di Kelsey Mitchell, presentatasi con una media di 19,5 punti a partita a questo scontro.

Chi era esattamente sopra di lei in questa classifica è un’altra Kelsey, ovvero Plum. Quest’ultima non è stata protagonista contro le Aces, ma ha comunque timbrato 22 punti nell’ultima trasferta a Seattle, pur essendo stati ottenuti in un tempo di gioco ben maggiore del normale.

Los Angeles arrivava comunque col massimo delle energie e il massimo della forma fisica da parte di tutte le giocatrici, con solo Cameron Brink necessitante di maggior tempo per un recupero completo dal suo infortunio dello scorso anno. Le premesse per una partita spettacolare c’erano tutte, per fortuna non sono state neanche deluse.

IL RACCONTO DELLA PARTITA

La partita inizia in modo abbastanza prepotente per entrambe le squadre. Rickea Jackson infiamma subito il pubblico di casa con una tripla che però viene contrastata subito da un’altra da parte dell’avversaria Cunningham. Al canestro del pareggio la bolgia è anche delle tifose e tifosi delle Fever, a denotare un’alta presenza anche dei tifosi della squadra ospite. La confidenza sui tiri da tre continua anche con Plum, entrata con un appiglio decisamente diverso rispetto alle ultime due partite, e Stevens.

Il dato più curioso di questo primo breve spezzone contrassegnato dall’esuberanza offensiva di entrambe le squadre riguarda le giocatrici andate a segno almeno una volta. Infatti, ben 9 delle 10 titolari al primo timeout avevano già realizzato almeno un canestro. L’unica ancora a secco era rimasta solo Allemand. Dopo il timeout è stato subito il momento di Cameron Brink, che entra ancora una volta con l’ovazione del pubblico. Il primo quarto finisce nell’equilibrio, con Indiana che comanda di un solo punto per 27 a 26. Fino a quel momento Mitchell è stata senza dubbio la migliore in campo, anche se Plum è rimasta decisamente concentrata e ha ottenuto 7 punti fondamentali per la squadra.

La partita entra davvero nel vivo nel secondo quarto, nel quale le Sparks riescono subito a ribaltare il risultato grazie a delle grandi giocate. Tra le altre una bellissima tripla di Burrell, entrata col piede giusto dalla panchina come sempre, e un bellissimo assist di Plum per Hamby. Mentre quest’ultima diventava la prima ad entrare in doppia cifra di punti realizzati anche per le Sparks, non si poteva dire lo stesso di Brink, a quota zero ed evidentemente delusa dalla panchina a vedere l’ottima prestazione di Burrell, partita anche lei come riserva. Un timeout diventa a quel punto necessario per Indiana, la quale aveva perso troppo momentum.

Il rientro dal break non cambia per nulla le cose, con la squadra di coach Roberts che riesce ancora a estendere di più il risultato. Hamby è protagonista anche in questa sezione, essendo sempre presente sottocanestro per ricevere dalle compagne il passaggio decisivo che la porti a realizzare marcature. Solo Natasha Howard sembra realmente intenzionata in questa fase a recuperare lo svantaggio di Indiana. Nel momento del bisogno Mitchell rimane a quota zero punti, non riuscendo a continuare il buon ritmo che aveva trovato nel primo quarto.

Al giro di boa le Sparks comandano per 54 a 43, con Plum e Hamby a guidare Los Angeles in un bellissimo secondo quarto. Le Fever non sono riuscite a trovare continuità, ottenendo solo 17 punti in confronto ad altri 27 delle sfidanti. A incidere in negativo per la squadra di Stephanie White è soprattutto la panchina, che non solo ha ottenuto zero punti, ma che ha anche dimostrato poca volontà quando chiamata in causa.

La panchina di Los Angeles decisamente meglio, con 8 punti tra Burrell e Vanloo. Tra le più deludenti per le Fever fino a questo punto sicuramente Boston e Mitchell, anche se quest’ultima ha comunque avuto un eccellente primo quarto.

Al rientro dagli spogliatoi Indiana riesce a ritornare protagonista e a ridurre fino a 6 punti lo svantaggio. Non senza troppe coincidenze ciò è stato allineato con il rientro prepotente anche di Mitchell, che nei primi cinque minuti di gioco del quarto ottiene ben 11 punti. Le Sparks continuano a giocare bene offensivamente, concedendo però evidentemente troppo in difesa.

Un timeout è questa volta necessario per le Sparks, che al rientro realizzano subito una tripla con Kelsey Plum, riportando il margine ad un più tranquillo +10 punti. Un vantaggio non certamente abissale ma che sembrava abbastanza facile da gestire in previsione dell’ultimo quarto, quantomeno.

Se fino a metà partita la rivalità tra le due Kelsey non si era ancora ancora intravista più di tanto, il terzo è il quarto in cui entrambe sono nell’apice della forma della serata. Mitchell lo chiude con 14 punti mentre Plum diventa la miglior marcatrice per le Sparks continuando anche a sfornare assist decisivi alle compagne. Anche Rickea Jackson entra nel vivo della partita e ne diventa protagonista. Prima dell’ultimo quarto il risultato è di 76-64, un vantaggio incoraggiante per Los Angeles in vista di esso.

Nell’ultima sezione della partita il il vantaggio continua sorprendentemente ad aumentare, grazie anche ad una tripla di Allemand, la quale si libera probabilmente di un grande peso portando le Sparks a +17. Lo show delle triple per la squadra di casa continua, ed una di esse da parte di Rickea Jackson porta le Sparks a +22. Coach Roberts opta quindi per una formazione che vede tante delle titolari riposare, in favore di Barker, Burrell e Vanloo.

Mitchell, forse anche troppo egoisticamente, è l’unica che continua a trovare spazio per andare a canestro, raggiungendo quota 32 punti a 3 minuti e mezzo dalla fine. Il ritmo per le Fever si alza di nuovo e tre triple clamorose di Aari McDonald, vista poco fino a quel momento, accorciano sorprendentemente il risultato fino a 6 punti. Solo altri ennesimi tre punti ottenuti da Los Angeles in questa serata, questa volta con Stevens, riportano il vantaggio a 9 punti ad un minuto dalla fine.

Non senza una grande sofferenza finale le Sparks riescono comunque a trionfare per 100-91.

IL COMMENTO POST PARTITA

Questa è solo la seconda volta nella loro stagione in cui le Fever subiscono almeno 100 punti in una sola partita. Salgono così a 7 le vittorie nelle ultime 8 partite delle Sparks, che compiono ufficialmente anche il primo sorpasso in classifica dopo questo momento di gloria. Superate infatti le Washington Mystics, sconfitte dalle penultime in classifica delle Chicago Sky.

Complice della sconfitta delle Fever un secondo quarto decisamente non all’altezza della aspettative e un apporto inadeguato dalla panchina. 34 minuti di gioco combinati tra Lexie Hull e Sydney Colson hanno prodotto zero punti, un elemento da rivedere assolutamente in vista dei prossimi impegni. Mitchell e Howard sono le uniche due salvabili in questa partita delle Fever, anche se questo elemento è visto da tanti tifosi della squadra di Indiana come un chiaro egoismo nei confronti delle altre giocatrici in campo.

Tiro libero da parte di Natasha Howard nel terzo quarto

In ogni caso il risultato non può per certo scoraggiare le Fever, che non perdono nessuna posizione in classifica e rimangono pienamente in corsa per raggiungere quanto meno la top 3 nella regular season. Le Sparks, oltre a conquistare il nono posto in classifica, sono ormai ad un passo dal superare le rivali californiane delle Valkyries. Il sorpasso sarebbe significativo perché le permetterebbe di entrare ufficialmente nelle prime 8 e guadagnarsi un posto ai playoff.

Le Fever dovranno affrontare da cui a fine stagione le Minnesota Lynx per ben tre volte, oltre che ritornare a Los Angeles per un’altra trasferta. La prossima partita con le Mercury dirà tanto sulle condizioni reali della squadra di Stephanie White. Le Sparks invece affronteranno le Connecticut Sun nella prossima partita, per poi trovare le Valkyries nello scontro ufficiale per i playoff.

 

 

 

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