La massa che plasma la massa forgiandone il pensiero con credenze popolari che diventano realtà comprovate – benché non comprovabili tant’è la grandezza dell’affermazione- esempi lampanti nel corso della storia, per restare al piano terra, nell’ambito laicamente prosaico della musica.

Eric Clapton Is God!, un murales a scrivere pagine – anzi- a intitolarne un capitolo con un titolo forte, incisivo e quasi blasfemo. Ma gli anni lo permettevano, l’Inghilterra di fine Sessanta, quella Patria Sovrana genitrice del diritto – madrina democratica- che sempre ha scisso le sfere d’influenza politica e religiosa.

Il dibattito circa la natura dell’affermazione e più di ogni altra cosa lo scopo della stessa resta aperto: operazione pubblicitaria, invocazione idolatra o grido di aiuto e speranza per un’Occidente in fermento, slanciato verso il futuro e desiderante di emancipazione ma comunque fragile, inerme e silenziato: più di ogni altro momento, sottovalutato nell’analisi generale ma non per questo insensato, punto d’ancoraggio – o svolta, lo vogliate chiamare-  l’omicidio Kennedy è rottura tra il mondo moderno e quello contemporaneo. La debolezza della forza, l’impotenza del potere, la legittimazione all’autodeterminazione, paritetici e unidimensionali non più soggiogati ma liberi. Eric Clapton is God! equivalente a Noi siamo Voi.

Inghilterra, quindi, swinging Sixties, situazione irripetibile impossibile da decontestualizzare, reazione all’azione – nell’ottica personale sopra espressa- accaduta dall’altra parte dell’Oceano: quell’America ancora – ma pure tuttora- bigotta e puritana che di certo non avrebbe compreso il senso, nascosta ancora dietro l’esile fusto del Gosh a sostituire Dio come l’elefante che cerca l’invisibilità dietro una canna di bambù.

Il passaggio è intricato, l’introduzione spinge alla riflessione – sportiva- chi è il dio – volutamente minuscolo- della palla ovale? Dio del futuro più che del presente il cui posto è già occupato da chi conta lo stesso numero di lettere a formarne il nome, Tom. Guardando all’attualità con prestazioni alla mano e sfera di cristallo a disegnare l’avvenire, il sentore sempre più pungente della fine del regno, la disperata ricerca del successore: Who Is god (!?)  doppiamente interpretabile, affermativo o questionabile.

Tutti necessitiamo di un dio che possa spingerci ad avere speranza nell’avvenire. La grandezza dell’intangibilità materiale: infinite le forme, il tutto in sé è già un appiglio generale. Quotidianamente, atto di fede collettivo, spontaneo.

Non ci sarà univocità – spoiler–  sfaccettature varie a comporre la complessità del quadro: con molta probabilità incontreremo un’assembramento di santi, meglio che di eroi.

La congregazione laica del sunday gameday si vota a personaggi variabili, talvolta scontati ed altre sorprendenti, salvatori in quel caso, ancor più fugacemente amati, facilmente dimenticati prossimi al cospetto dell’armadio in cui verrà riposta la jersey del campionissimo. Si, quello è il dio. No matter what.

Multiculturalismo e pluralismo religioso, come le chiese vere o supposte heading south – verso sud- affollanti il Lake Powell BoulevardPage, Arizona.

Le celebrazioni domenicali inducono al paganesimo politeista con prestazioni extraterrestri salvo cadute – dolorose- o cacciate dall’Olimpo degne di un Efesto qualunque, conseguenti riammissioni comprese: monumentali effigi pronte all’uso adorabili a convenienza o necessità.

I’m from west side, 60, shit, I might got killed
Standin’ so tall, they think I might got stilts
Legendary baller, like Mike, like Wilt

Grinding All My Life, Nipsey Hussle

Ad un piano più materiale, senza trascendenza alcuna, scintillanti quanto effimere contemporaneamente tasselli a scolpire immagini di carriere ancora agli albori: Deshaun WatsonChristian McCaffrey in una domenica da ricordare. Al livello più alto della grandezza sportiva, quello che prende nome e cognome da His AirnessMichael Jordan game wrecker per eccellenza, il quarterback di Houston lancia per oltre 400 yards, 5 touchdown e incompleti di ugual numero diventando così il primo a farlo nella storia statistica della NFL. Con l’aurea di MVP addosso, il runningback di Carolina demolisce – in un match entusiasmante- i Jaguars di un Minshew ancora in luce: CMC – 587 yards corse e 279 ricevute in questi primi 5 incontri- avvicina il proprio nome a quello dell’hall of famer Thruman Thomas, unico altro a riuscirci nello stesso lasso di tempo.

Corali e di orchestrale impatto i successi di Indianapolis che annulla l’attacco dei Chiefs e Oakland che al cospetto della Regina ammutolisce i Bears. Storie coraggiose, di dedizione, mitologiche nel richiamo alla lotta contro i giganti: squadre forgiate nel fuoco, Colts Raiders, non domi alle avversità che le hanno colpite, molto devono alla personalità – ingombrante e vulcanica quella di Gruden quanto autoritaria ma silenziosa quella di Reich– dei rispettivi head coaches.

Religiosa fedeltà, incrollabile speranza ora pagabile, i faithful 49ers  demoliscono i Browns autoreferenziali nonché immaturi, incapaci di dar seguito a promesse di offseason in quella che si sta rivelando essere una stagione più buia della tristemente famosa 0-16. Sgonfiato quanto irrispettoso Baker Mayfield, redarguito ed umiliato dalla difesa di San Francisco guidata da quel Richard Sherman che qualche anno fa guadagnava la cover di Madden.

Tagliando corto, i nodi al pettine delle previsioni scorse.

START

  • Jimmy Garoppolo 14.94, Carson Wentz 12.06, Matt Ryan 31.90, Deshaun Watson 41.74
  • Christian McCaffrey 47.70, Le’Veon Bell 15.60, Leonard Fournette 23.70, Ezekiel Elliott 17.10
  • Stefon Diggs 7.40, DeAndre Hopkins 15.80, Chris Godwin 31.50, Mike Evans 0.00
  • Travis Kelce 11.00, Will Dissly 12.80, Jared Cook 14.10
  • Patriots 14.00, Bears 4.00, Vikings 12.00, Bills 9.00

SIT

  • Daniel Jones 10.48, Gardner Minshew 21.16, Baker Mayfield – 2.00
  • Austin Ekeler 22.30, Devonta Freeman 18.00, Jordan Howard 12.10, Wayne Gallman 1.40
  • Terry McLaurin 8.10, AJ Brown 4.70, Tyrell Williams 0.00
  • Austin Hooper 13.60, Delaine Walker 2.00, OJ Howard 2.00
  • Rams 2.00, Bengals 1.00, Steelers 11.00, Ravens 5.00

Differenziale.

  • Quarterbacks + 29,26 al netto della prestazione di Watson
  • Runningbacks + 50,3
  • Widereceivers + 42
  • Tightends + 20,3
  • Defense + 20

Risultato buono: le soddisfazioni più grandi arrivano dallo start indirizzato a Jared Cook – pienamente ripagato- cui pochi davano credito e il sit riservato a Mayfield in caduta libera.

Guardando avanti, preparando il prossimo sermone.

Quarterbacks 

L’unica certezza settimanale risiede in quella griglia di accoppiamenti -processo di selezione decisamente intricato per non dire misterioso- comunemente chiamata schedule: il resto sono mere supposizioni a grado statistico di realizzazione variabile, salvo tremendi upsets.

Tom Brady, almeno nel fantasy, non ha nemmeno la parvenza di semidio che generalmente lo accompagna in tutto ciò che fa: qui, campo neutro. O forse avverso, azzardando, poichè nei vari draft di inizio stagione lo trovi relegato anche all’ultimo giro. Tom è pragmatico, l’ha ripetuto più volte: vincere è l’unica cosa che conta. Il match, TNF,  contro i Giants ha un grosso appeal e la difesa dei newyorkesi invita a schierare titolare il signalcaller dei Patriots: fino ad ora i blues hanno concesso oltre 1480 yards e 10 touchdowns ai quarterbacks avversari cui, però, vanno aggiunti 5 intercetti.

Generosa di punti e spettacolo può diventare – già lo è sulla carta- la sfida tra Chiefs TexansStart convinto per entrambe i quarterbacks Mahomes Watson, uomini copertina del prossimo decennio NFL: entrambe le difese hanno fino ad ora concesso molto alla posizione.

Restando in tema green – niente a che fare con Greta, riferimento alla gioventù- start anche per Lamar Jackson casalingo contro i Bengals: la difesa delle tigri di Cincinnati fatica ad imporsi come unità solida e se tanto ha concesso ai lanci, molto di più hanno potuto le corse dove, per giunta, sappiamo essere abile Lamar.

In panchina, con convinzione, Matthew Stafford on the road contro i Packers nel MNF: già sette gli intercetti per la difesa di Green Bay, tra le prime della classe contro i quarterbacks.

Compito difficile anche per Marcus Mariota al Mile High di Denver casa dei Broncos capaci di battere i Chargers a Los Angeles.

Nonostante l’ottima prova di domenica, sit per Teddy Bridgewater contro i Jaguars a Jacksonville e Jameis Winston contro i PanthersRon Rivera vanta uno record più che positivo come headcoach contro i Buccs e la difesa di Carolina mantiene saldamente la sua posizione nella top5 della classifica di passing defense.

Runningbacks

CHARLOTTE, NORTH CAROLINA – OCTOBER 06: Christian McCaffrey #22 of the Carolina Panthers reacts after scoring a touchdown in the first quarter during their game against the Jacksonville Jaguars at Bank of America Stadium on October 06, 2019 in Charlotte, North Carolina. (Photo by Jacob Kupferman/Getty Images)

Titolari inamovibili, McCaffreyCook nei rispettivi match contro Jags Eagles: l’ago della bilancia pare essere più favorevole nei confronti del runningback di Carolina – Jacksonville tra le peggiori difese contro la posizione- ma Cook ci ha abituato a numeri importanti ed è pronto a ripetersi – magari con un impiego maggiori in ricezione- anche contro Philadelphia.

Il ritorno di Darnold può ridare fiducia ai Jets chiamati al riscatto dopo la deprimente sconfitta contro gli Eaglesstart per Le’Veon Bell contro la difesa dei Cowboys molto generosa nei confronti dei runningbacks avversari.

Dopo la prestazione mostruosa di domenica sera, start anche per Aaron Jones casalingo contro i Lions Mark Ingram che può regalare soddisfazioni contro il colabrodo Bengals.

Fermo al box, sitTodd Gurley che affronterà il fortissimo front seven di San Francisco, migliore compagine difensiva contro i runningbacks cui hanno concesso 0, zero, touchdowns.

Poca la fiducia in Philip Lindsay impegnato contro i Titans che fino ad ora hanno concesso veramente poco alla posizione: 2 touchdowns e poco più di 400 yards.

A differenza di quanto esprime il consensus generale sit per Nick Chubb contro i Seahawks: 4 touchdowns regalati ai RBs avversari ma solamente 307 le yards lasciate sul campo.

In un’annata brutta, anche affrontare i Cardinals può essere rischioso: sit per Devonta Freeman ospite allo State Farm Stadium.

Widereceivers

La chimica a legare un rapporto così speciale spinge a preferire Will Fuller piuttosto che DeAndre Hopkins ma la logica, o meglio, il contorsionismo cerebrale induce al ragionamento – forse semplicistico- per cui: con tutti gli occhi puntati su di lui dopo la domenica da fenomeno, Nuke troverà più spazio. Start quindi per il numero 10 di Houston.

La secondaria di Philly regala soddisfazioni ai ricevitori avversari: avendo perso fiducia in Diggs il ripiego naturale è lo start per Thielen

DJ Chark sta avendo a hell of a season e il matchup contro i Saints spinge a schierarlo titolare. Nello stesso match, altro possibile e consigliato titolare, Michael Thomas fenomeno di NOLA: il giorno seguente l’infortunio di Brees in tanti hanno dato per spacciato il ricevitore dei Saints che, invece, è riuscito a far tacere i gufi instaurando un ottimo rapporto con Bridgewater.

Prossimo hall of famer, bandiera dei Cards, fantastico atleta, Larry Fitzgerald può ambire ad una domenica da leone contro i Falcons peggior difesa contro i ricevitori cui ha concesso la bellezza di 10 touchdowns per oltre 980 yards.

Nella supersfida californiana sit per Cooper Kupp: i 49ers hanno concesso 6 touchdowns ai vari ricevitori avversari ma il numero di yards è limitato a 703 con una percentuale di completi inferiore al 54%.

Chris Godwin è il miglior fantaricevitore della stagione ma questa settimana il consiglio è di ponderarne l’utilizzo: azzardo il sit per il talento dei Buccs che affronta la secondaria – molto efficace- dei Panthers capace di annichilire on the road il duo HopkinsFuller due settimane fa.

Sebbene la percentuale di completi realizzati contro non è tra le migliori – oltre il 66%- la difesa dei Titans si è dimostrata efficace contro i vari WRsSit per Courtland Sutton, ricevitore numero uno dei Broncos, che viene da due partite numericamente importanti.

Sit per Marquise Brown contro i Bengals: benchè non risultino essere una difesa credibile, pochi sono stati i punti concessi ai ricevitori avversari.

Tightends

La tentazione di far partire titolare Greg Olsen è tanta: ascoltiamola. Start per il tightend di Carolina contro la difesa di Tampa che ha concesso tanto alla posizione.

Inamovibile anche Austin Hooper target indispensabile per un attacco in difficoltà come quello di Atlanta: la sfida contro Arizona può regalare punti importanti.

Ancora in prima linea Will Dissly: i Browns hanno concesso tanto ai vari tightends capaci di segnare già quattro volte.

Rischio che può pagare Noah Fant contro i Titans, tra i peggiori contro la posizione.

Sit settimanale per OJ Howard costantemente deludente. A riposare anche Evan Engram contro i Pats nel giovedì notte e Jared Cook contro i Jaguars.

Personalmente eviterei anche TJ Hockerson contro i Packers ma fosse per me vi direi di tenere in panca anche Travis Kelce contro i Texans che fino ad ora non hanno concesso score alla posizione.

Ve lo dire, anzi, ve l’ho detto!

Defense

Nell’aggregato delle ultime quattro settimane i Patriots sono inavvicinabili con 88 fantasy points totalizzati: il match contro i Giants impone lo start.

Dominanti nelle ultime due settimane gli Eagles sono un why notStart per loro nel match contro i Vikings: mossa rischiosa che può pagare.

Titolari ancore le compagini dei Chargers che ospitano gli Steelers e i Broncos – in risalita- contro Tennessee.

Da tenere a riposo le difese dei Cardinals contro Atlanta in un match che può rivelarsi interessante da guardare, la compagine degli Steelers contro i Chargers e – rischiosamente- i Texans che affronteranno i Chiefs. Andando controcorrente, a riposo anche i Redskins che affronteranno i Dolphins in una guerra tra poveri.

The Very Last Take

Eric Clapton odiava essere dio, era una condizione cui non ambiva, animo inquieto alla continua ricerca di stimoli: per intenderci approdò anche in Grecia nel 1965 con un gruppo che la storia ricorderà limitatamente, The Glands.

Peter Green chiamato a sostituirlo, ambiva ad essere meglio di dio.

Condizioni e ambizioni contrastanti, la storia a scegliere la propria verità.

Tutto è buono quando esce dalle mani del Creatore, tutto degenera nelle mani dell’uomo

Jean Jacques Rousseau

 

 

 

 

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