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NBA – Pronto il rientro di Bargnani

E’ dal 22 gennaio che Andrea Bargnani non calca un parquet NBA. Tornerà a farlo questa notte allo Staples Center di Los Angeles contro i Clippers.

Dopo un’attesa interminabile,ormai durata quasi un anno,è tempo per Andrea di rimettersi in gioco,anche se dopo vari infortuni (gomito,bicipite femorale e poi ginocchio) non sarà facile. E’ stato un 2014 difficile, molto difficile per Andrea,che oltre al problema infortuni ha subito diverse critiche dai giornali di NY che di certo non si risparmiano.

E’ stato accusato di rubare (questo il termine usato) lo stipendio, ed è stato detto che le squadre in cui gioca diventano magicamente squadre da Lottery.

La situazione che lo circonda non è particolarmente felice, tutt’altro anzi. Dopo l’arrivo di Phil Jackson si pensava che le sorti di New York potessero tutto a un tratto cambiare, ma non è stato così. I Knicks si ritrovano a sguazzare nella palude della Eastern Conference, con il terzo peggior record della Lega e un con un sistema di gioco (il famoso “attacco Triangolo”) che non ha funzionato, proprio per niente.

Sicuramente Andrea potrà essere un ottimo interprete di questo sistema che potrebbe esaltare le sue caratteristiche, ma il suo futuro è incerto. Bargnani dovrà cercare in questi mesi di tornare a esprimersi su buoni livelli, per essere appetibile sul mercato quest’estate dato che il Mago sarà free agent. Poi si vedrà naturalmente, noi tutti e forse anche gli stessi Knicks non abbiamo capito quale sia il progetto per la squadra della Grande Mela.

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NBA New York Knicks Team Report

New York Knicks: Preview 2014 2015

La stagione 2013/2014 è stata foriera di delusioni per i New York Knicks, che con una partenza ai limiti del disastroso hanno compromesso da subito la loro posizione nella corsa alle posizioni privilegiate della Eastern Conference. Il finale positivo non è stato sufficiente a riacciuffare una posizione nella griglia Playoff e la squadra di Carmelo

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Cose di basket NBA

La crisi delle Newyorchesi

Meno di 2 mesi fa JR Smith e Jason Terry si provocavano, in modo anche abbastanza infantile, via twitter considerando la rispettiva squadra come la regina della Grande Mela. Paul Pierce buttava benzina sul fuoco professando il suo odio per i Knicks trasmesso dalla sua militanza Celtics ed i tifosi blu-arancio si sentivano traditi da

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NBA

Il Mago sbarca a Manhattan

Il Mago l'anno prossimo sarà il compagno di squadra di Tyson Chandler

Il Mago l’anno prossimo sarà il compagno di squadra di Tyson Chandler

Diciamocelo senza troppi giri di parole: nella normalità delle cose, e bene o male in qualsiasi settore professionale, approdare a New York City difficilmente sarebbe vista come una cosa negativa. Non che lo sia per forza se ti chiami Andrea Bargnani e se i tuoi prossimi datori di lavoro sulla cassetta della posta hanno scritto New York Knicks.

Se di Pro di questa operazione, lato giocatore, qualcuno ne troviamo, si fa davvero fatica a scovarne per quel che riguarda la squadra, che fino a prova contraria sarebbe anche quella che ha dato il via a tutta l’operazione. Ma andiamo con ordine.

Andrea è stato scelto come tutti sanno con la chiamata n° 1 al Draft del 2006. Le aspettative – logico – erano altissime. Nelle stagioni passate in Canada Bargnani però ha confermato pregi e difetti.

Non è cresciuto come ci si sarebbe aspettati in difesa e a rimbalzo (4.8 in carriera, pochini per un 7 piedi che gioca lontano da canestro) e in generale la squadra, quasi sempre scarsina, è andata ai playoffs una sola volta.

Insisti, insisti… si può comprendere come ai Raptors abbiamo ora pensato di voltare pagina, essendo arrivati (alleluja) anche loro a capire che sulle spalle del giocatore ex-Benetton non si può costruire una franchigia.

Nell’ultima stagione oltretutto il Mago è stato pesantemente condizionato dagli infortuni. La sua media carriera di 15.2 ppg è scesa a 12.7 nelle sole 35 gare disputate, e anche la percentuale da tre, in linea con la stagione precedente, è andata a picco ulteriormente, scendendo sotto la non gratificante soglia del 30%.

Davvero poco per un lungo, come detto, che ama di più il tiro frontale e da lontano rispetto alle battaglie sotto ai tabelloni. Ciliegina sulla torta è stata poi senza dubbio l’assenza che è perdurata per tutto l’ultimo mese di stagione, a causa di un infortunio al gomito destro.

Cosa ci si può dunque aspettare, o meglio, cosa può aspettarsi Andrea da questo sbarco nella Grande Mela? La stampa canadese cominciava a non essere più tanto tenera, almeno da quando ha capito che i “goal da tre punti” nel basket moderno ti fanno vincere. Figuriamoci cosa può accadere con quella newyorkese!!!

Di questo però Bargnani non deve preoccuparsi. Deve pensare anzi ad allenarsi per presentarsi finalmente in condizione al training-camp di Ottobre. Deve pensare a come ottimizzare le sue qualità, “riciclandosi” in un giocatore di ruolo, se andasse bene in un terzo violino, pur sempre con un contratto che recita 22.2 milioni per altri due annetti. Poteva andargli peggio…

Questi dunque i famosi pro, per un giocatore che deve obbligatoriamente tirare fuori – anche se non so da dove… – la ferocia agonistica che gli è sempre mancata e che forse non avrà mai, quella determinazione che ha fatto ad esempio innamorare New York di Danilo Gallinari.

I Knicks inspiegabilmente cercavano un giocatore con le sue caratteristiche, fondamentalmente un tiratore per aprire ulteriormente il campo a favore dell’1vs1 di ‘Melo Anthony. C’era Novak con questi compiti (spedito a Toronto insieme a Camby e a una prima scelta futura), che evidentemente non dava sufficienti garanzie. NY si aspetta anche che la media punti dell’ala italiana torni a salire, per garantire così una spalla come scorer allo stesso Anthony.

Le ragioni di New York, dunque, sembrano queste, e sembrano anche pochine, se consideriamo l’importanza del contratto e l’affollamento in front-line. Vero che Bargnani gioca in zone di campo che non sono competenza di Stoudemire, che anzi occupa il post (alto) dove evoluirebbe volentieri Carmelo, ma il ruolo è lo stesso.

Pensare a Bargnani da centro, difensivamente parlando e come back-up in alcuni frangenti di Chandler è una pazzia, soprattutto se vista dal lato difensivo del gioco. Più facile, al di là dei centimetri, che per alcuni minuti questo ruolo possa essere occupato dallo stesso Stoudemire, con Anthony da ala forte e tre esterni.

Bargnani ha bisogno di un centro fisico al suo fianco, e quindi l’accoppiata con Chandler sarebbe l’ideale, con Melo dirottato all’ala piccola. Queste considerazioni non possono non aver attraversato la mente di chi decide al MSG, e saranno fondamentali nel trovare una collocazione e debito minutaggio ad Andrea.

New York in parallelo deve risolvere molte cose legate anche al back-court. Il ritiro di Kidd, il contratto di J.R. Smith da rinnovare (e così è stato), ulteriori trade che possano portare giocatori capaci di vincere e subito. I Knicks non sono affatto una squadra da ricostruire. Sono un team che ha bisogno di identità. Questa c’è stata per almeno la prima parte della stagione scorsa, quando l’essere diventati un “jump shooting team” dava appunto un’idea precisa, magari non vincente nella post-season ma precisa, di dove New York stesse andando. Poi il rientro di Amar’e e tutto quello che ne consegue, ha portato a un finale così così. Non fa testo probabilmente l’eliminazione dai playoffs per mano degli Indiana Pacers, comunque dopo aver superato i Boston Celtics al primo turno, perchè Anthony&C. non sono ancora pronti per quel livello.

Cosa serve dunque ai bluarancio per il definitivo salto di qualità? Innanzitutto una point-guard degna di questo nome, che sappia alternativamente spingere o controllare il gioco, non necessariamente con punti nelle mani ma capace di innescare un attacco che se ben costruito potrebbe diventare mortifero (per gli avversari). Uno Steve Nash per capirci, ma ovviamente come il canadese non ne nascono tutti i giorni, e sarà un bel problema per la dirigenza newyorkese individuare un potenziale regista, sempre che sia prendibile viste le regole salariali e la malsana abitudine di affondarsi da soli sotto a milioni di dollari di luxury tax.

Nello spot di guardia potrebbe partire nuovamente Shumpert, con compiti prettamente difensivi, avendo magari alle spalle un J.R. Smith pronto a subentrare per una rapida scossa alla partita e punti istantanei, ovvero la cosa che riesce meglio all’ex-giocatore della lega cinese (sigh). Come small-forward abbiamo detto di Anthony, in un quintetto alto, con Bargnani/Stoudemire in ala forte e Chandler da centro.

Carmelo nell’ultima stagione ha dimostrato ulteriori miglioramenti. Se il suo arsenale offensivo rimane illimitato, fronte o spalle a canestro, partendo dalle tacche o tirando anche da 10 metri (!!!), è nel coinvolgimento dei compagni che l’ex-stella di Syracuse ha fatto i maggiori passi avanti.

Anthony è e rimane una delle stelle della Lega, capace di incendiare il Madison Square Garden e di caricarsi offensivamente la squadra sulle spalle. Nel farlo – come detto – deve stare attento a non isolarsi in un 1vs5 mai produttivo e continuando al contrario a leggere bene i raddoppi ai quali è ormai abituato, fidandosi dei compagni e dividendo con loro “l’arancia”.

Considerando l’opzione già esplorata di Stoudemire e Smith dalla panchina è giusto fare una riflessione: chi può vantare così tanto potenziale nelle sue seconde linee? Pochi, veramente pochi.

Per questo è compito (non facile) dello staff tecnico di trovare i minuti per tutti, sempre che Amar’e non venga mandato altrove. Inutile negare l’interesse dei Knicks in questa opzione, ma sarà davvero arduo scovare qualcuno disposto a investire su un contratto del genere, e su un giocatore che non è più tornato lo stesso dopo l’infortunio al ginocchio.

Tornasse “l’ira di dio” che era a Phoenix – in coppia con Nash, guarda caso… – per lui si spalancherebbero le porte di tantissimi spogliatoi e nuovamente quelle dell’All-Star Game. Ma come si dice in questi casi, non si possono spostare indietro le lancette dell’orologio: nature decision!

 

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NBA

Toronto Raptors: Preview

Dopo la mancata, quanto annunciata, qualificazione ai playoff nella stagione 2011-2012 la franchigia canadese proverà a dare un seguito al progetto di ricostruzione post-Bosh che coach Dwane Casey ha sposato con tanto scrupolo e dedizione. L’obbiettivo è lo stesso dello scorso anno: i playoff. La qualificazione non è un’utopia ma di certo si rivelerà un’impresa

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NBA News News

NBA – News sui Minnesota Timberwolves, i Toronto Raptors, ascolti TV…

I Minnesota Timberwolves, tra Rubio e la scelta numero 2: Ricky Rubio ha fatto sapere ai dirigenti del Barcellona che entro giugno prenderà una decisione: egli sceglierà se rimanere in Spagna un altro anno oppure se andare in NBA, naturalmente ai Timberwolves che lo hanno scelto. In realtà il giocatore ha già scelto di iniziare la propria carriera americana, ma aspetta nuove notizie sul lock-out dato che non vorrebbe stare fermo per troppi mesi. Per quanto riguarda sempre i Timberwolves, essi hanno ottenuto la scelta numero 2 per il prossimo Draft, e secondo quello che riporta la ESPN potrebbero cederla a qualche squadra in cambio di giocatori esperti e in grado di elevare da subito il livello di competitività della squadra.

E’ tempo di grandi decisioni a Toronto: il General Manager dei Toronto Raptors, Bryan Colangelo, ha confermato l’allenatore Jay Triano e il suo staff tecnico anche per la prossima stagione, nonostante i risultati poco esaltanti di questo 2010-2011. Ma la situazione di Triano non è l’unica in bilico. Il vice-presidente Maurizio Gherardini, ad esempio, rischia il posto, e lo stesso Colangelo ha detto che la dirigenza non ha preso ancora una decisione sul suo futuro. Nelle prossime settimane il quadro sarà più chiaro, certo è che per la prima volta si parla in modo concreto dell’allontanamento di Gherardini, che fu il massimo sponsor di Andrea Bargnani come prima scelta del Draft 2006, effettuata proprio dai Raptors. E se insieme a lui se ne andasse da Toronto anche Bargnani?

Vanno benone gli ascolti televisivi dei Play-Off: la NBA ha comunicato alcuni dati relativi agli ascolti televisivi in America dei Play-Off tuttora in svolgimento. Le partite del primo turno hanno fatto segnare una media di 4 milioni e 920 mila telespettatori, in aumento rispetto ai 3 milioni e 740 mila dell’anno scorso. Per quanto riguarda il secondo turno, quest’anno la media è stata di 6 milioni e 140 mila telespettatori per ogni partita, mentre l’anno scorso erano 4 milioni e 420 mila. Infine, Gara-1 delle finali della Eastern Conference tra i Chicago Bulls e i Miami Heat è stata vista da ben 11 milioni e 100 mila telespettatori.

Larry Bird non ha ancora scelto il futuro allenatore degli Indiana Pacers: il presidente degli Indiana Pacers, Larry Bird, ha fatto sapere che ancora non ha scelto l’uomo che allenerà la squadra il prossimo anno. Per ora Indiana ha un allenatore in carica, che è Frank Vogel, e lo stesso Bird ha ammesso che “lui è attualmente il nostro candidato numero uno. Molte persone sono convinte che allenerà anche la prossima stagione da noi, ma in realtà ancora non abbiamo deciso. Gli altri due candidati sono Mike Brown e Rick Adelman. Brown ha fatto un lavoro fantastico sia qui da noi che ai Cleveland Cavaliers, mentre Adelman è un altro grande allenatore, che sa tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Sta adesso a noi la scelta. Io sono sicuro che questa squadra abbia delle potenzialità, e che possiamo fare molto meglio rispetto alle 37 vittorie della scorsa stagione. Per questo dobbiamo scegliere l’uomo giusto”.

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