Come ogni autunno-inverno, riprendiamo la nostra rubrica sui film che parlano di baseball.

Iniziamo con due produzioni Walt Disney, la prima e più importante è “Un sogno, una vittoria”, traduzione discutibile dell’originale “The rookie” (la matricola), basato sulla storia vera di Jim Morris, interpretato dal grande Dennis Quaid.

Il film inizia con Morris bambino, costretto a continui traslochi dal padre, impiegato nell’esercito degli Stati Uniti. Il sogno del piccolo Jim è giocare a baseball, e quando sbarcano in Florida, il paradiso di questo sport per il clima ideale, Jim riesce a trovare una squadra che lo valorizza. A metà stagione, però, il babbo si muove ancora, e non curante delle esigenze del figlio, lo porta in Texas, in un posto in cui il baseball non è praticato.

La pellicola fa poi un salto di 25 anni, e ci presenta un Jim Morris, ormai sopra i 30 anni, con moglie e 3 figli, insegnante di chimica ed istruttore di baseball per alcuni ragazzini del medesimo paesino del Texas. Questi conoscono le doti del loro coach, e lo costringono ad una scommessa: se loro vinceranno il campionato lui dovrà presentarsi ad una selezione degli scout delle Majors.

Ovviamente l’impresa riesce, e Jim porta i 3 figli a vederlo in un campo pieno di giovani promesse… ma quando le sue fastball raggiungono le 98 miglia orarie, iniziano le telefonate dalle Majors. Dopo alcune titubanze, decide di accettare la sfida, e parte dal doppio A dei Tampa Bay, già un buon punto se fosse stato un giovane prospetto, ma a 35 anni il percorso gli sembra infinito, avendo a casa moglie e figli che lo aspettano e che non riescono a vivere bene con i 600 dollari al mese che guadagna.

Il salto nel triplo A è veloce, mentre per le Majors deve aspettare settembre… ma la chiamata arriva proprio quando i Devil Rays giocano ad Arlington, in Texas, e tutta la cittadina va a festeggiarlo, compreso il babbo (a cui dà ancora del lei) che non lo aveva mai supportato (e capito?).

Un film davvero bello, che racconta appunto di una storia vera, perché Jim Morris ha davvero esordito con i Devil Rays a 35 anni (nel settembre 1999), dopo che non aveva potuto firmare con gli Yankees nel 1982 (scelto al diciottesimo giro) o con i Brewers, che lo avevano scelto nel draft di riparazione del gennaio successivo.

La sua carriera durerà appena pochi mesi, dato che, come rilievo mancino, lancerà 4 inning nel 1999 e 10 nel 2000, prima di ritirarsi nel 2001 dopo aver firmato un contratto con i Dodgers, senza però lanciare nemmeno un inning.

Il secondo film che segnaliamo è “La leggenda di Mickey Tussler”, un bambino affetto dalla sindrome di Asperger, che viene tenuto chiuso dai genitori nella loro fattoria e tenuto lontano dalle insidie del mondo.

L’incontro casuale con un insegnante di baseball gli cambierà la vita, perché riuscirà a vincere le resistenze della famiglia ed a giocare in una squadra. Il tema trattato è quello delle diffidenze verso chi è colpito da una sindrome ai più sconosciuta, una forma di autismo che se da un lato limita il linguaggio e le relazioni interpersonali, dall’altro nasconde doti eccezionali. Sindrome che si dice possa essere appartenuta a molti geni del passato come Newton, Darwin, Hitchcock e Mozart.

Il film è a tratti rovinato dalla solita mala traduzione dei termini tecnici: sentirete ad un certo punto dire che il “lanciatore è eliminato”(??).

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