I “seventies” di Bobby Orr e Montreal annata 1976/77 sono nel mirino dei Boston Bruins versione Jim Montgomery per sconfiggere due storici primati tuttora imbattuti: il record di franchigia da 121 punti e quello NHL di 132 all’82,5% di W!

Con gli attuali 83 in 51 gare, Bergeron e soci sono difatti in ritmo per farne 130, leggermente sopra alla prima impresa e di poco sotto la seconda, considerando che i match totali di allora furono 78 e 80 anziché 82; inoltre diverrebbero il settimo team di sempre a chiudere con .800+ di pts%. Per di più, le 12 vittorie novembrine casalinghe in striscia rappresentano un’ulteriore e inedita primizia della storica lega.

Ciò che sta accadendo nella tornata attuale è semplicemente incredibile, una sorta di canto del cigno di una delle più grandi dinastie degli ultimi 15 anni, team stoico e qualitativo allo stesso tempo che purtroppo in bacheca manca forse di qualche gagliardetto, ma che non finisce mai di stupire.

Dati per bolliti e in erosione tecnica e anagrafica, gli Orsi del novello skipper hanno infatti trovato nuova linfa vitale grazie a tre situazioni decisive: la nomina di David Pastrnak a dominus dell’intero roster, un allungamento qualitativo di ognuna delle 4 linee offensive e la clamorosa esplosione in gabbia di Linus Ullmark, prodigiosa saracinesca svedese!

Altri aspetti secondari ma non meno decisivi riguardano l’appaiamento dell’esperienza offensiva alla freschezza di D-Men veloci e produttivi, i rinnovi di Taylor Hall (triennale) e Pavel Zacha (quinquennale), perfetti collanti fra bottom e top six ed infine la progressione di DeBrusk unita alla clamorosa seconda giovinezza di David Krejci.

In questo modo la prima linea dei sogni tanto cara a Bruce Cassidy ma fonte unica di produzione e un po’ troppo spesso “monodimensionale” divide adesso la costruzione di chance offensive con almeno 12 compagni. Così facendo le icone Bergeron e Marchand vengono sfruttate con l’identica qualità del passato, ma per minor tempo, permettendo loro di riposare e stressare meno dei corpi segnati da decenni di battaglie sul ghiaccio.

I Bruins dominano perciò l’NHL come mai riuscito a nessuno negli ultimi lustri, eccellendo e primeggiando sia sulle segnature (192) che nelle reti incassate (111) e prenotando sin da ora il pennant del Presidents’ Trophy. A niente serve poi ricordare la presenza dei Gold, Black and White nel feroce Est, visto che compagini attrezzate per il titolo e alla stagione della vita quali Hurricanes e Maple Leafs sono tenute finora a distanza di sicurezza!

Parlavamo di Pastrnak e della sua incidenza maggioritaria rispetto al resto del gruppo; una scelta ponderata da Montgomery che gli cede più responsabilità che in passato, nonostante la classe eccelsa del ceco risplenda nell’olimpo NHL da almeno 7 anni. E’ dunque lui l’unico totem di un team finalmente paritario come produttività, visto che raddoppia le statistiche dei secondary scorer Bergeron, Marchand e DeBrusk ed è in scia per superare il proprio best da 48 gol.

Il segreto? L’allenatore gli “ha ordinato” di passare da 3.46 tiri in porta per game a 5 e passa per 245 totali, cifra numero uno NHL secondo le advanced stats di covers.com, che lo avvicinano al volume storico di MacKinnon e del “Great 8” di Washington, sebbene l’asso di Colorado e Ovechkin preferiscano conclusioni da power play e transizioni fisiche inarrestabili, mentre il ragazzo da Havirov preferisce “lavorare” il disco e creare regia. Tutto ciò non altera però le geniali geometrie in quarterback spot durante le superiorità numeriche, dove oltre a siglare ben 14 reti dispensa altrettante assistenze vincenti!

Che la free agency di Ullmark del 2021 lo avrebbe poi portato nel Massachussetts non era nelle previsioni dei critici più attempati, e l’accordo a 4 anni con 5 milioni di cap hit rappresentano finora un affare pazzesco, visto che il mito Rask non viene affatto rimpianto. Il sesto giro 2012 dei Sabres con zero esperienza da postseason se non in AHL è difatti una delle spiegazioni primarie che spingono Boston nella leadership difensiva di lega. Con la save percentage NHL più bassa dal 2006 (StatPack) il muro svedese si difende con 901 parate totali per 1.90 reti a match al .937: cifre pazzesche!

Ad aiutarlo un comparto ineguagliabile e top ten per tiri subiti, primi sugli unblocked e terzi negli expected, capitanato dalla superstar McAvoy e la certezza Lindholm, leader per tecnica di un gruppo sia pericoloso in blue line che arcigno e duro nella protezione dello slot, grazie alla forza di Clifton, Carlo e Forbort.

I Bruins mantengono pure l’alone di “sporchi” e cattivi, sfruttando come in passato le situazioni casuali seppur decisive nel clutchness, grazie al primato sugli ingaggi vinti e nell’attitudine a segnare ma a non subire reti su rimbalzo: episodi che ai playoff possono cambiare il corso di una serie.

La deadline a nostro avviso non dovrebbe apportare nulla, in primis perché lo spazio di manovra non supera il milione, ma anche perché andato Horvat si concentrerebbe solo su Kane quale upgrade immediato; secondo noi invece i Boston di oggi rappresentano al meglio la casistica di win now team impossibile da migliorare.

Difatti quello attuale potrebbe essere il Last Dance per Bergeron, Marchand e Krejci, e un totale di nove Bruins si ritroverà plausibilmente libero da contratto a fine anno, con scarse possibilità di rinnovo, dato che la prerogativa di Sweeney e soci sarà di trattenere “Pasta” ed evitare l’arbitrato di Frederic, imprescindibile per una futura legacy. Ad amplificare quest’ultimo concetto facciamo notare come le forward di stanza al TD Garden hanno l’età media più alta di tutta l’NHL, con 31 anni e 62 giorni.

Non resta quindi che vincere ora, prima di sedersi a tavolino ed iniziare a ricostruire una nuova dinastia sotto l’egemonia di Pastrnak il ceco!

8 thoughts on “Il campionato a parte dei Boston Bruins

  1. Ciao! Seguo un po’ la Nhl: più che altro, nella stagione regolare, guardo gli highlights delle partite di Buffalo, poi le altre squadre inizio a seguirle ai playoff. Devo ammettere che prima di leggere questo articolo non mi ero accorto che Boston fosse in corsa per battere il primato di 132 punti di Montréal.

    Però mi chiedo questo: al di là delle due gare in più (problema che può essere risolto calcolando la percentuale di punti ottenuta), una squadra odierna non è comunque avvantaggiata dalla presenza di supplementare e rigori? All’epoca di Montréal, se una squadra pareggiava, prendeva un punto. Oggi, se pareggia, ha a disposizione supplementare o rigori per prendere il secondo punto e, male che vada, un punto lo prende comunque.

    Questo sistema di assegnazione dei punti della Nhl mi lascia perplesso. Io non avrei inserito supplementare e rigori in stagione regolare: a differenza di baseball e basket, il pareggio nell’hockey era sempre esistito, quindi per tradizione lo si poteva mantenere.

    • Ciao Nick.. complimenti x la scelta Sabres, team amato da tutti i veterani della prima ora con campioni spaziali quali Ruff, Satan, Turgeon, Foligno, Vanek, Andreychuk, La Fontaine, il “pugile” Rob Ray e Dominik Hasek, più forte goalie di tutti i tempi..seppur sfortunati come i cugini Bills..non sono xo’ d’accordo con te sull’OT rules! Uno sport così tecnico ma macho e agonistico come l’hockey non era giusto mantenesse la vecchia regola del punticino a testa, senza “l’obbligo” di concludere con una W la sfida..era un’anomalia rispetto a tutti gli altri 5 sport nazionali che andava corretta..

      • Sì, all’inizio avevo il cuore a metà tra Buffalo e Columbus, poi è stata proprio la storia dei Sabres a far pendere l’ago della bilancia verso Buffalo!

        Sul pareggio: ma allora, a questo punto, non conviene lasciare solo W e L? Oppure cambiare l’assegnazione dei punti: 3 e 0 se finisce nei tempi regolamentari, 2 e 1 se finisce nel prolungamento? Quel che mi lascia perplesso è che una partita che va al supplementare o ai rigori assegni più punti di una partita normale.

        P. s. Quali sono gli altri cinque sport nazionali, oltre a football, baseball e basket?

        • Ncaaf e Ncaab..hanno un bacino d’utenza superiore all’hockey e paritario alla Nba

          • Grazie!

            Io ero già andato a pensare a roba come il lacrosse, invece la risposta era più semplice!

  2. Sono tifoso da sempre dei Bruins, ma non mi sarei mai aspettato una regular season come quella che finora si è vista. Il gruppo sembrava logoro, reduce da eliminazioni scialbe e premature agli ultimi tre playoffs e pareva davvero che la finale persa coi Blues nel 2019 fosse stato il canto del cigno per questa infornata storica di grandi giocatori (parlo di Bergeron, Marchand, Krejci, Rask). Quest’estate speravo in un inizio di rebuilding imperniato su Pastrnak e McAvoy, ma invece ho visto richiamare Krejci e firmare ancora per un anno il pur mitico Bergeron. E non ero molto soddisfatto. Invece devo dire che i vecchietti si sono ricompattati e stanno mettendo insieme una stagione coi fiocchi. Ullmark e Swayman blindano la porta. La difesa è enormemente cresciuta con Lindholm che gioca veramente da fenomeno anche nella metà avversaria, sfornando assists a ripetizione (mancava un playmaker diefensivo e da power paly dai tempi di Torey Krug!). Davanti, Pasta è ormai il leader, Marchand può tirare il fiato ogni tanto, Patrice ha ancora lampi di grande classe, De Brusk ha finito con le sue beghe contrattuali e sta giocando e soprattutto si è risvagliato Foligno dopo lo scorso disastroso campionato. bene anche Zacha che sembra un alatro rispetto a quando giocava nei Devils. Tutti stanno dando il 100% e quindi, inopinatamente, i Bruins saranno un osso durissimo per tutti. La profondità del roster è nettamente migliorata rispetto agli ultimi 2 campionati, ma un merito particolare va attribuito al nuovo coach Montgomery. Dopo anni di mr. Cassidy, dove l’attacco era sistematicamente castrato, adesso si vede un’impronta nettamente più offensiva della squadra. Quasi in ogni partita i Bruins tirano più degli avversari e stazionano maggiormente nella metà campo avversaria. La mentalità è chiaramente più offensiva e questo coinvolge e entusiasma maggiormente i giocatori. Siamo al canto del cigno per alcuni grandissimi (Bergeron e Krejci), ma ci sarà ancora da divertirsi quest’anno.

    • La sfortuna dei Bruins è quella di abitare una Conference 10 volte+forte dell’altra.. Purtroppo l’Est è una polveriera..ad oggi e sulla carta una fra Capitals e Penguins sarebbe l’avversaria del primo turno..poi una fra MLeafs e TB ed infine Hurricanes o Rangers..ho detto tutto..ed in futuro sarà uguale, vedendo come “crescono” Devils, Senators e Sabres…

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