Come valutiamo la stagione di debutto dei Seattle Kraken?

La valutiamo come la classica stagione di debutto per una franchigia reduce da un expansion draft. Quello che va capito è che i Vegas Golden Knights sono stati l’eccezione che conferma da regola: Seattle non è riuscita nel miracolo 2.0 ed il motivo è che i GM, avendo già fatto esperienza passata con Vegas, questa volta si sono tutelati meglio per impedire che potesse essere assemblata una squadra potenzialmente pericolosa.
Questo non vuol dire che Seattle non abbia fatto ottime scelte: il primo elogio va fatto a Jared McCann. 26 anni d’età ed un contratto fino al 2027 con 5 milioni di cap hit, in questo momento, sembrano veramente ottimi per il management dei Kraken guidato dall’ex leggenda Flyers Ron Hextall.
Mike Sullivan commentò di come fosse dispiaciuto che McCann dovesse lasciare Pittsburgh nel draft d’espansione, perché il ragazzo sapeva giocare, e con maggior spazio a disposizione rispetto alla sempre ben fornita Pittsburgh, Jared è esploso definitivamente. 50 punti e 27 goal in seconda linea parlano chiaro. Sulla difesa si può lavorare, ma ho la netta sensazione che sia più un problema collettivo che del singolo.

Secondo complimento va fatto a Vince Dunn, Jamie Oleksiak e Carson Soucy, che sono tutti usciti bene nella loro nuova esperienza. Facciamo il punto: Dunn ha sempre avuto potenziale ma si trovava chiuso da uno dei gruppi difensivi migliori della lega a St. Louis, quando ancora lì giocava un certo Alex Pietrangelo, insieme a giocatori come Parayko, Krug e Faulk. Poco spazio che invece ha avuto in quantità a Seattle, soprattutto dopo che Mark Giordano ha lasciato per tentare di vincere tutto con i Leafs: Dunn ha portato a termine la sua migliore stagione e rimane un giocatore di soli 25 anni.
Personalmente, trovo che sia limitato dal compagno di pair Adam Larsson e che al fianco di un partner veramente difensivo ed efficace, potrebbe fare anche meglio.
Oleksiak mi ha sempre impressionato, soprattutto nell’esperienza a Dallas: sottovalutato a livello tecnico, non è solo un armadio ambulante che sfracella gli avversari, ma è un giocatore che lo fa con intelligenza. Insieme a Borgen in un pair poco efficace, è riuscito comunque a limitare un plus/minus a -1, dimostrando di essere un defenseman difensivo di primo livello. 4 anni di contratto a 29 di età parlano di un ottimo futuro a Seattle.
Infine Soucy: se il suo plus/minus positivo parla soprattutto di third pair schierato per la maggiore contro le linee meno produttive avversarie, Soucy arriva però in doppia cifra in goal, cosa mai facile per un defenseman, soprattutto se gioca in third pair. Il backbone difensivo di Seattle è qualcosa su cui si può costruire, e non mi ha sorpreso infatti che nel draft ed in free agency i Kraken si siano fiondati sul parco forward.

Tutto sommato, una stagione nella norma per una squadra che non ha il roster per sperare in un percorso in post-season, ma che con un po’ di pazienza può iniziare perlomeno ha giocare una volta conclusa la regular, quando le partite contano davvero.

Matty Beniers e Shane Wright: i due top pick possono cambiare subito le carte in tavola?

La risposta tende ad essere sì: Seattle ha bisogno di aiuto offensivo. Soffre, similmente ad Arizona, di una “sindrome da tappo” dove l’incapacità di sfogare offensivamente porta a lasciar transitare per troppo tempo l’avversario nella propria zona difensiva, il che si traduce in una quantità pesante di tiri contro. E un volume alto di tiri non è mai un buon amico di una squadra e soprattutto di un goalie.
Beniers e Wright possono aiutare nello “stappare” la situazione: Matty, secondo pick assoluto del 2021, ha la sua principale caratteristica nella transizione con possesso. Porta il disco con nonchalance e lo sposta come vuole, facendo inciampare spesso i difensori. Ha uno skating pulito e potente, oltretutto sa capitalizzare sia come passatore che come tiratore.
Si dovrebbe dimostrare più costante di Wennberg e più adatto al ruolo di Gourde, entrambi giocatori di cui parleremo dopo.

Wright è un complemento ottimo a Beniers per un altro motivo: forse lo snub più grosso del recente draft 2022, Wright è un maestro nel mantenere il possesso nella zona offensiva, proprio il principale problema dei Kraken nella loro stagione da matricole. Questo perché il suo approccio è “contrario” a quello di Beniers: Shane preferisce un gioco collettivo, sa dove mettere il disco, che sia in possesso o mediante un passaggio, in modo che rimanga nella zona avversaria. Nel contempo, sa posizionarsi per massimizzare le sue chance per metterla in rete.
Similmente a Beniers ha che è un produttore in entrambi i sensi, tanto come passatore che come scorer, e dunque può giovare sia di un’ala dalla release facile che di un’ala playmaker.

In più, tutti e due sanno fare il loro a livello difensivo, sono prospetti completi che possono svilupparsi in armi two-way efficaci. È inutile dire di come il centro sia un ruolo che necessita sempre di grande equilibrio: tutti i migliori centri sanno giocare sia offensivamente che difensivamente ad alto livello. Anche il fenomeno McDavid è stato criticato ad inizio carriera per essere poco difensivo e attento, cosa che ha corretto, diventando giocatore ancora più straripante.
Wright, in particolare, è il prototipo del centro per antonomasia e mi aspetto di vederlo diventare un leader in poco tempo.
Unico dubbio è capire se Hakstol avrà il coraggio di affidare a due rookie le sue due top line, nonostante la presenza di giocatori più esperti.

Chi tra gli “expansion pick” dovrebbe dimostrare di più?

Il primo è sicuramente Philipp Grubauer: il goalie tedesco, come detto prima, è stato messo sotto pressione fin troppo in questa stagione appena trascorsa, e dunque non possiamo essere troppo severi. Rimane il fatto che “Gru” è un ex titolare sia a Washington che a Colorado, anche se il fatto che gli Avs lo abbiano in qualche modo scaricato mette in dubbio le sue credenziali da “goalie da titolo”. In ogni caso, a Seattle ora serve semplicemente qualcuno che possa offrire prestazioni solide, non un trascinatore per la Stanley Cup, e questo Grubauer lo può fare. I “weak goal” incassati in questo biennio 21-22 sono tanti e non è da lui.
A livello forward va chiamato in causa Yanni Gourde: sappiamo cosa sa fare, ma il dubbio dopo il suo addio a Tampa c’era. È sempre così quando si parla di superteam: un “gregario” potrebbe essere molto migliore, ma non avere spazio per dimostrarlo, oppure molto peggiore, ma sopravvalutato a causa di chi ha intorno.

Con Gourde, tutti si aspettavano il primo scenario. In realtà, abbiamo visto qualcosa classificabile come la solita via di mezzo: Gourde ha prodotto quanto produceva a Tampa, ma difensivamente è crollato. E di nuovo, colpa del singolo o dell’atteggiamento di squadra?
Cooper ha sempre utilizzato Gourde come un giocatore doppio ruolo: quando aveva bisogno di energia e forecheck, lo spostava ala, mentre lo lasciava in centro per favorire la rush ed il possesso in offensive zone. Personalmente, con l’avvento di Beniers e Wright, scommetterei su Yanni come ala per offrire supporto veterano ad uno dei due. Potrebbe tornare a brillare, essendo un discreto playmaker ma soprattutto un motore importante, che aiuterebbe i due rookie a sopperire le mancanze di ritmo.

Adam Larsson ed Alex Wennberg sono due giocatori, a mio parere, mancati: una scommessa persa in partenza. Il primo è rimasto dov’era quando ha debuttato, non brilla in difesa, non brilla in attacco, è un gregario quando a Seattle serve un top. Wennberg è discontinuo e piuttosto inefficace come centro, lo vedrei anche lui più a suo agio come ala, ma non da top six.

Oltre ai due prospetti già menzionati, ci sono nuove aggiunte al roster che possono dare una scossa?

Dalla free agency è arrivato con un ricco contratto il recente campione dagli Avs Andre Burakovsky: non è una stella assoluta, ma è una solida ala da top six con capacità di scoring, passaggio e anche abilità difensiva, grazie ad una velocità che per lui è sempre stato marchio di fabbrica.
Sarà un aiuto valido per qualsiasi centro, ma penso si troverebbe molto bene con Beniers dato che entrambi hanno un folgorante cambio di passo, e potrebbero portare a termine entry rapide per creare chance importanti.
In free agency si somma a lui Justin Schultz, giocatore di esperienza che potrebbe sostituire Borgen nelle rotazioni e magari formare un tandem equilibrato con Oleksiak.

I prospetti sono pochi: d’altra parte Seattle ha condotto due draft nella sua storia. Unico degno di nota è Kole Lind, ex Vancouver e stella dell’American Hockey League ancora incompiuto a livello delle major.
Potrebbe esserci potenziale inespresso, e l’impronta offensiva del suo gioco potrebbe garantirgli una chance dato il goal drought a cui i Kraken sono sottoposti.

Qual è l’obiettivo per l’anno prossimo?

Essere audaci quanto basta con i giovani, portare pazienza, cercare di risolvere il principale difetto. Pensare ai playoff non serve a granché: arriveranno se sarà il momento, anche se dubito. Il passo fondamentale è fornire a Beniers e Wright il contorno giusto per ambientarsi e poi fare un salto verso la stardom.
Credo che gli strumenti ci siano: Burakovsky e McCann potrebbero formare una linea equilibrata, veloce e fisica quanto basta insieme a Beniers, mentre Wright avrebbe grande supporto da un Gourde rivisto come ala e da un Jordan Eberle ancora funzionante a livello offensivo.

Serve anche aspettarsi un passo ulteriore da Vince Dunn, che deve prendere in mano il reparto. Ma serve capitale nella pipeline per permettere ai Kraken di diventare rilevanti in questa lega: a dirla in modo semplice, serve tempo.
Non vanno bruciati quei due, che formano un’ossatura che poche squadre hanno in mezzo, perchè hanno il potenziale di guidare la franchigia per i prossimi 10 anni. Se questo obiettivo sarà centrato, a prescindere dalle classifiche finali, i Kraken avranno condotto un’ottima stagione.

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