Dopo il magico se non quasi surreale viaggio alle Finals, i Senators hanno iniziato a regredire, ribaltando completamente un roster divenuto stellare con un core di giovani profili.

Passato il giusto tempo e ricreato un gruppo qualitativo, mischiando i prospetti di cui sopra nel frattempo diventati garanzie, è arrivato adesso il momento di raccogliere i frutti e puntare più in alto.

Ciò vuol dunque sottintendere che finita la rebuilding Ottawa è oggi una contender o almeno pretendente ai playoff? Non pensiamo proprio, l’asticella massima – forse tuttora irraggiungibile – sono le 90 W, ma l’obiettivo da qui ai prossimi tre anni è progredire grazie alla crescita di Brady Tkachuk e Tim Stutzle, attendendo inoltre il breakout del diamante grezzo Shane Pinto, per costituire poi un tris d’assi dominante nel decennio.

In quest’ottica si è proceduto al recente prolungamento del primo a 7 anni per 57,5 milioni, più che meritato considerando che è dietro solamente a Gudas e Matthews per hit (248) e tiri verso la porta (220), oltre che costante nelle medie sui pts per game dal debutto (0.63/0.62/0.64).

Inoltre, sono da non sottovalutare le conferme delle altre stelline under 24 Josh Norris, Thomas Chabot, Victor Mete e Drake Batherson, nonchè la futuribilità di Jacob Bernard-Docker, ventunenne D-man da 18 punti in 27 partite AHL, e soprattutto Zack Ostapchuk, centro di 18 anni anch’egli in entry level contract da 2,775M triennali, most improved player dai Vancouver Giants e mix di velocità, puck control e altresì stazza nel forecheck.

Usufruendo dell’oculata gestione finanziaria di Pierre Dorion e i relativi 22 milioni di spazio salariale, dopo il puntellamento difensivo con le pesche di Holden e Del Zotto e la trade coi Blues Sanford/Logan Brown/4° giro 2022, l’ultimo esempio di rinforzo veterano prende le sembianze di Tyler Ennis, immediatamente protagonista in superiorità numerica e sovente nello spot da centro, rimasto sguarnito dagli addii di Anisimov e Stepan, lasciati andare in offseason assieme a Dadonov, Dzingel e Hogberg.

Fra i pali, oltre al backup Forsberg, c’è l’ennesimo giovane prodigio, Filip Gustavsson, in lizza come titolare, specialmente dopo i problemi fisici di Matt Murray, in cap hit da 6,25M fino al 2024 ma comunque deludente nella stagione d’esordio in Ontario.

Già in questo start i Senators stanno ribadendo i nostri concetti su gioco e individualità, performando un possesso disco largamente superiore rispetto a ognuna delle avversarie affrontate, subendo però sconfitte per mancanza di malizia e destrezza.

In attesa del pieno recupero fisico di Tkachuck e Pinto e con Colin White lungodegente fino a marzo, ci si affida finora all’estro della vecchia guardia Ennis, Tierney e Connor Brown.

Il tempo dirà se Ottawa è destinata a riportare la Stanley Cup nel gelido Canada; Oilers e Maple Leafs hanno poche speranze nel presente, ma l’elevato numero di top prospect pronti a esplodere in dote ai Senators se lo possono permettere in pochi!

 

 

One thought on “Finita la ricostruzione a Ottawa: e ora?

  1. NB il mio ultimo pensiero è stato riportato male: Oilers e MLeafs sono le speranze nel presente anziché “hanno poche speranze”..

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