In questo articolo, andremo ad analizzare tre giocatori nel roster di Columbus. In particolare, nostro obiettivo sarà selezionare:

  • Un giocatore che dovrà confermarsi, dopo un’ottima stagione l’anno scorso
  • Un giocatore che dovrà riaffermarsi, dopo una delusione
  • Un giocatore che dovrà sorprendere, tradendo, positivamente, le aspettative

LA CONFERMA: JACK ROSLOVIC

Arrivato nell’affarone che ha portato Laine nell’Ohio e Dubois nel nord del Canada, Roslovic si è affermato forse più del bombardiere finnico, di cui parleremo dopo, sorprendendo con una stagione in crescita.
Con più spazio disponibile non dovendo sopportare la concorrenza di Scheifele e Stastny, Jack ha tirato fuori 5 punti in più giocando una trentina di partite in meno rispetto alle due stagioni passate.
Per essere più espliciti: nel 2019/20 totalizza 12 reti e 17 assist in 71 partite, per un totale di 29 punti.
La scorsa stagione, conclude con 12 reti e 22 assist in 48 partite. Si sta parlando di 23 partite in meno. Avesse mantenuto lo stesso ritmo, saremmo qui a parlare di una stagione da 50 punti per un giocatore considerato bottom six a Winnipeg.

I punti non sono tutto, sia chiaro: fa male quel -11 a plus/minus che però non credo dipenda troppo da Jack. Difatti, in una squadra meglio strutturata difensivamente come Winnipeg, Roslovic, pur giocando quasi sempre in checking line, se la cavava bene con plus/minus ampiamente positivi. E non è che i Jets difensivamente negli ultimi anni siano migliorati, anzi.
24 dei suoi punti arrivano ad even strength, 10 nella power play, dimostrando una presenza omogenea in entrambe le situazioni di gioco.

Quello che mi sento di dire a Roslovic è questo: deve diminuire i Turnover, 34 la scorsa stagione contro i 33 della precedente, ma ripetiamo con 23 partite in meno.
Magari qualche hit e qualche blocco in più a dimostrare sacrificio.
Chiediamo dunque almeno 50 punti, magari rompendo la soglia dei 15 goal segnati.
Roslovic è previsto centro in first line per la prossima stagione, con al fianco non proprio dei signor nessuno come Patrik Laine e Oliver Bjorkstrand.

Addition of Roslovic brings smiles to Columbus hockey community

Un giovanissimo Jack Roslovic, nato proprio nella Columbus in cui ora gioca. Avrà gli ingredienti per diventare una vera e propria bandiera?

IL RITORNO: PATRIK LAINE

Ecco, qui sento dolore. Dolore fisico, non scherzo. Patrik Laine è stato un giocatore che, sin da subito, mi ha folgorato. Quando lo vidi giocare la sua rookie season, mi emozionai. La potenza e la precisione di tiro di quel ragazzo era tanta roba davvero, per un attimo ho pensato: eccolo, l’erede di Ovechkin. Sarà lui il grande goalscorer della prossima generazione, faccia a faccia con David Pastrnak.
Di “Pasta” parleremo a tempo debito. Ora parliamo del gigante finlandese: cosa è andato storto?

Beh, di elementi da tirar fuori ce ne sono tanti.
Sicuramente, la tenuta fisica, soprattutto nella zona lombare, dove Laine sembra soffrire forse troppo presto di problemi non trascurabili.
Poi, l’ambiente Jets: Maurice piano piano ha spostato il baricentro della squadra su Scheifele, non su Laine, preferendo un approccio più tradizionale offensivamente. E con il fatto che Patrik aveva lacune non indifferenti difensivamente, è rimasto indietro.
Connor, più longilineo e abile nella forecheck, e altrettanto abile nel segnare, gli è passato avanti. E lui non l’ha digerita, ritrovandosi senza centro (non tiratemi fuori Little che mi arrabbio) e con un Ehlers spento.

Però così sembra che Laine di responsabilità non ne abbia, invece ne ha assolutamente. Un fuoriclasse non si fa battere dalla situazione: gli infortuni sono un discorso, ma la mancanza di un centro non può essere una scusa sufficiente per passare da “Erede di Ovechkin” a “giocatore qualunque da top six”, cosa che è stato l’anno scorso tanto ai Jets quanto ai Jackets.
-28 di plus/minus, 12 goal in 46 partite. Questo non è, e non può, essere Patrik Laine.
Serve tornare perlomeno ai 28 goal di due stagioni fa, se non ai 30, sempre toccati (e due volte superati) nelle sue prime tre da professionista NHL.

Io quel Laine me lo ricordo, quello da 40 goal e passa. Credo sia ancora lì, ha solo bisogno di trovare la giusta amalgama per uscire fuori al sole. Tortorella è una personalità forte: o lo distruggerà definitivamente, o tirerà di nuovo fuori quel bazooka vivente che tanto mi ha fatto divertire in quelle prime due stagioni di fuoco su al Nord. Non sono tifoso Columbus, non sono tifoso Winnipeg, ma mi divertivo sempre nel vedere Laine infilare il disco in rete praticamente da ovunque.
E quindi ecco le mie richieste al buon Patrik: una stagione da almeno 65 punti, raggiungendo i 30 goal. Un plus/minus in grazia di Dio. E più hit, mancate l’anno scorso.

Columbus Blue Jackets on Twitter: "IT'S OFFICIAL! All-Star Patrik Laine and  Columbus' own Jack Roslovic are coming to town! See how the full trade  shakes up ⬇️… https://t.co/Qc7gGCeod6"

La trade. Dubois per Laine. Due draftmates si scambiano di posto. Patrik deve far vedere di essere ancora il migliore tra i due.

LA SORPRESA: ADAM BOQVIST

Che sia il mio cuore rosso, bianco e nero a portarmi verso questa scelta, non vi so dire. Era lui contro Jake Bean, e ho fatto fatica perché entrambi mi piacciono da morire. A dire la verità, vedo Bean più pronto. Ma Boqvist probabilmente giocherà con Zach Werenski che, nell’ombra di Jones, è sempre stato secondo me sottovalutato.
Adam stava migliorando a Chicago, ma non abbastanza in fretta: Bowman ha voluto premere il grilletto, in cerca dell’ultima chiamata alle armi, e ha deciso per Seth Jones.
Columbus si trova in mano una gemma ancora molto grezza, ma con tantissimo potenziale.

Boqvist è uno dei defenseman più tecnici che abbia visto negli ultimi anni, ha un tocco, un tiro ed un handling di prim’ordine. Ma non sempre li mette a frutto. Difensivamente iniziavano a vedersi cose migliori, dopo una rookie season da dimenticare sotto quel punto di vista. Tortorella sa fare molto bene una cosa: difendere con i suoi defensemen, è la sua forza, la sua caratteristica numero uno. Adam Boqvist migliorerà in difesa, e sarà lasciato libero di fare il suo gioco in attacco.
Averlo accettato come contropartita significa credere che possa essere innestato nella powerplay e ad even strength per produrre, e avrà spazio e minuti per farlo.

I minuti non potranno più essere 16, dovranno aumentare. I blocchi devono tornare quelli della prima stagione, 43 in 41 partite, che parlano la lingua preferita di Tortorella.
A livello di produzione, cosa va chiesto? 35 punti, cercando di superare i 5 goal in stagione. Una richiesta, secondo me, più che ragionevole.

Boqvist enters first OHL postseason as a key member of London Knights -  Second City Hockey

Adam Boqvist (3) in casacca London Knights, nelle junior canadesi. È ora: il giovane D dalla Svezia deve fare un deciso passo in avanti.

QUALCHE PAROLA SU COLUMBUS:

Le intenzioni di Columbus, al momento, rimangono poco chiare. Erano da anni in un limbo: qualificazioni ai playoff sempre risicate, fuori al primo round se non per miracoli sportivi, come l’eliminazione della Tampa già stellare prima dell’inizio del back-to-back, c’era bisogno di uno shock, figuriamoci poi dopo l’addio di un certo Panarin e di un certo Bobrovsky.
Tentano di darlo con l’affare Dubois-Laine, ma bucano: per ora, i Jets sono stati i vincitori dell’affare. Poi il vero shock, quello totale: Seth Jones, il giocatore “bandiera”, l’insostituibile totem della difesa targata Torts.

Jones a Chicago parla di Rebuild. Ma Werenski rimane, Laine anche. Altri pezzi potenzialmente pregiati come Bjorkstrand, Domi e Korpisalo sono lì. Bean e Boqvist sono linfa fresca, Voracek un’aggiunta da non sottovalutare. E allora quali sono i piani veri di Jarmo Kekalainen?
Io credo siano equivalenti ad una roulette: ci provano, vedono come va. Werenski e Laine sono ancora giovani, e non perderanno valore, soprattutto se il cannoniere ex seconda scelta si riprenderà. C’è tempo per staccare la spina definitivamente. Ma prima, perché non giocarsela e vedere il risultato?

Alla fine, St. Louis e Montreal insegnano: non è impossibile sconfiggere i pronostici. E Columbus io non la sottovaluto. Ma se non ci sarà la postseason, o se sarà l’ennesima edizione raffazzonata, non aspetterei molto a spegnere l’interruttore.

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