Tyler Toffoli, chi se non lui, segna in overtime la rete conclusiva della serie fra Canadiens e Jets, uno sweep senza storia che permette agli Habs di proseguire lo straordinario cammino verso le semifinali NHL!

E’ la settima W consecutiva di Montreal, striscia appartenente alle mitiche postseason di Patrick Roy (11 nel 1993), che ora – mantenendo il quarto seed pure nelle Final Four – se la vedrà da sfavorita coi Golden Knights in rimonta o gli Avalanche, quest’ultimi per tutto l’anno al vertice delle odds stars & stripes.

E’ stato questo il primo incrocio fra le due franchigie in postseason. Il 4-0 dei Jets sugli Oilers è stato tutto fuorchè facile e pervenuto dopo numerosi OT, ma ha permesso a Morrissey e soci di riposare e attendere Montreal, sopravvissuta a 7 sfide infinite, limitando la vena di McDavid (1.88 gol per game) e Draisaitl, subendo soltanto 8 reti.

Mark Scheifele, dopo la sesta regular season consecutiva da 20+ realizzazioni (21 e 42 assist) e quinta per 1+ punti di media, si è ratificato asso primario del club anche nel first round, performando 5 pt e un plus 2 malgrado i suoi shift siano coincisi proprio con quelli della superstar rivale!

Stessa impresa per gli Habs, che hanno bagnato le polveri al Rocket Richard winner Matthews (41 G) e il suo partner in crime Marner. Il fuoriclasse new entry, Stanley Cup Champion 2014 e sensazione stagionale Toffoli, si è riproposto stella di prima grandezza, shooter infallibile, cecchino e produttore costante anche senza spaziature a disposizione, concludendo l’infernale serie con Toronto da leader a 5 pt totali.

Si affrontano due top goalie, il mitico Price, tuttora colonna portante e decisivo per il passaggio del turno al rientro dall’infortunio (2.24 GAA, .932 Sv%) e Connor Hellebuyck, vincitore Vezina e prodigioso nello sweep su Edmonton a .950 save percentage e 1.60 reti incassate per game, dove risaltano le 38 salvezze nel determinante shutout di gara 2.

Winnipeg conduce le statistiche playoff nei blocked shots (20.19) per 60 minuti e viene dal 30% di produzione attiva in superiorità numerica, bypassando il 23 della stagione regolare. Montreal ha colto il proprio momentum invece nei power play, andando 3/5 nelle ultime due sfide a dispetto dello 0/14 antecedente, aggredendo sempre i rivali all’inizio e divenendo clutch nei supplementari giocati.

Per i Jets, a parte i noti Wheeler, Scheifele, Connor, Stastny, Ehlers ed eventualmente l’ancora sottotono Dubois, componenti di una macchina coesa da gol (10 differenti scorer), da seguire Adam Lowry, underrated penalty killer e two way center coi fiocchi in terza linea (con Appleton e Copp) e alla migliore media realizzativa di carriera (12.5%), mentre negli Habs, superlativi forechecker, generatori di turnover e realizzatori sopraffini in inferiorità numerica al pari dei Bruins, ai diamanti futuristici Suzuki e Caufield nella top six con Toffoli, si aggiungono le sottovalutate skill di Joel Armia, plus 10 in 41 match disputati ed unico a segnare ai playoff in due shorthanded dai tempi di Dustin Brown coi Kings (2012).

Purtroppo per Winnipeg, l’indipendenza da Scheifele verrà confermata a fine gara 1 – già senza Stastny e vinta dagli Habs 5-3 – quando un terribile colpo da lui inferto alla forward rivale Jake Evans un istante dopo la realizzazione in empty net dell’ultima segnatura, comporterà una maxi squalifica di 4 partite, che in sostanza spariglierà le carte sponda Quebec!

Un primo match caratterizzato da molto equilibrio e deciso dalle performance di Kotkaniemi, coadiuvato da Petry (poi out per un problema fisico) e Gustafsson, Staal, le giovani ma oramai sicurezze Suzuki (gol) e Caufield (assist), con l’intermezzo di Lowry per l’1-2, fino ad arrivare al pirotecnico terzo frame caratterizzato dalle reti di Forbort e Connor subito ridimensionate in power play dal trio Gallagher-Petry-Weber e per l’appunto da Evans.

Tensione ed agonismo saranno i mantra della seconda gara, dominata da Price (30 Sv di cui 14 nel terzo periodo) al primo shutout di questi playoff, ottavo totale in carriera e quinto in trasferta, e decisa dallo shorthanded goal di Toffoli, che manderà Montreal avanti 2-0, situazione all’80.4% dei casi sinonimo di serie superata. Vesalainen ed Harkins faranno rimpiangere Scheifele e Stastny, a differenza di Lehkonen, rimpiazzo di Evans e al rientro, ottimo con 1 assist, 2 blocked shots e 1 hit.

I Canadiens andranno in vantaggio per primi per la sesta volta consecutiva in una postseason nel terzo match, eguagliando il primato del 1993, quello dell’ultima Stanley Cup, dominando in casa gli avversari per 5-1, nonostante la presenza di Stastny. I tre punti di Armia, le parate di Price (26 Sv) e i gol di Perry, Suzuki e Lehkonen non ammetteranno repliche, e il gol di Lowry servirà a stoppare l’astinenza di 99 minuti dei suoi.

Gara 4, terminata 3-2 e risolta come detto da Toffoli, sarà però una recita a senso unico, coi Canadiens regnanti negli shot e scoring chance, ma inviati ai supplementari dalla doppietta di Logan Stanley, mastodontico rookie defenseman e sorpresa di giornata, mentre Gustafsson e Lehkonen, assistiti dallo stesso ex Kings, Suzuki, Gallagher e Kulak, avevano portato al doppio vantaggio i locali.

Winnipeg esce mestamente di scena, sciogliendosi come neve al sole dopo la dipartita del suo leader, l’imprescindibile Scheifele, confermando i clamorosi problemi di tenuta difensiva, palesatasi inadatta a proteggere un seppur fenomenale goalie del calibro di Hellebuyck. L’aggiunta di Dubois, nelle migliori previsioni centro poliedrico e creatore di hockey sense per le ali ai suoi fianchi, si è rivelata bensì improduttiva, e la prossima free agency lo dovrebbe vedere protagonista lontano dalla Manitoba.

Gli Habs, ultimo team ad agguantare lo spot per la postseason, vincendo soltanto una delle restanti 9 gare da RS, sono altresì i primi a raggiungere le semifinali, rappresentando meglio di chiunque altro la North canadese. Vegas o Colorado dovranno ora sudare le sette camicie per liberarsi di un team equilibrato in ogni linea sul ghiaccio, visto che le rilevanti assenze (Evans e Petry) vengono facilmente rimpiazzate da Lehkonen e il rookie Romanov, Kotkaniemi, Suzuki e Caufiled hanno l’alone di superstar futuribili, Anderson, Perry, Staal e soprattutto l’MVP d’annata Toffoli hanno aggregato esperienza, fisico e qualità 5/5 e in power play, i vari Gallagher, Byron e Danault sono l’usato sicuro ed Armia il jolly che spariglia le carte.

La blue line nei restanti Weber, Chiarot, Edmunson, Kulak e Gustafsson è poi un agglomerato di two way D-Men difficile da trovare in giro, il tutto davanti all’insormontabile muro Carey Price!

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.