Boston elimina i secondi della classe. New York i primi. Per Sidney Crosby ed Alex Ovechkin, i due rivali di sempre, niente finale di divisione: sono Bergeron, Marchand e Pastrnak a trovarsi di fronte i giovani Islanders di Trotz per proclamare il re dell’est.

GAME 1: COSA ABBIAMO VISTO

David Pastrnak show. Il ceco rimane uno dei goalscorer migliori della NHL, chiunque abbia vinto il Richard Trophy rientra in questa categoria, ma certe volte ha dei periodi no, come se si spegnesse. Alcune di queste volte, la spiegazione erano problemi fisici spesso nascosti al grande pubblico. Altre, invece, semplicemente un calo di prestazioni e di forma. Ecco, in Game 1 al TD Garden di Boston, Massachusetts, “Pasta” si risveglia e ne infila tre, uno più bello dell’altro.

New York annichilita nel terzo periodo, ma già non si era presentata al meglio. Rask più brillante di Sorokin. Ma ripetiamo, in questa prima partita la differenza è stata l’estro e l’istinto di un cannoniere puro.

GAME 2: COSA ABBIAMO VISTO

Casey Cizikas - Eroe dell'OT di Game 2

Il centro della fourth line dei miracoli di Trotz, eroe all’Overtime

La grinta di New York, e soprattutto il suo classico gioco: fisicità, forecheck, velocità. Occhi sul disco, bastoni attivi: arrivano goal sporchi, ma pur sempre validi. Beauvillier e Palmieri in particolare trovano due marcature di rapina, che però permettono di estendere la partita all’overtime. E lì, l’uomo che non ti aspetti, o forse sì perché appartiene a quella magica quarta linea dei miracoli, ti porta la serie sull’uno ad uno. Casey Cizikas.

Non è cambiato troppo dalla prima partita, se si parla di possesso: senza Pastrnak a dilagare, Boston ha comunque tenuto il pallino del gioco e ha insaccato 3 reti. Ma l’atteggiamento di New York è assolutamente cambiato, invece: molta più “grit”, molti più tiri in porta, a prescindere dalla qualità, che hanno creato scompiglio e second-chance opportunities. Oltretutto, una powerplay davvero ben oliata ha messo in scacco Boston, che deve assolutamente ritrovare una migliore penalty kill.

I PRESENTI: BOSTON

Assolutamente in sordina Pastrnak. Game 1 un’opera d’arte, Game 2 non paragonabile, ma comunque migliore di come l’abbiamo visto contro Washington. Migliore velocità, il disco lo trova di più, il tempismo sembra essere tornato quello di sempre. La chimica non è mai mancata con Bergeron e Marchand. Pastrnak è un’arma importantissima per Boston per un semplice motivo: sa segnare in qualsiasi situazione. Può partire da solo in rush e metterti a segno due o tre deke di quelli giusti, può sfoderare il suo one-timer in power play, può segnarti con una deflection o ingannare il portiere avversario con uno screened shot. E lo ha fatto in entrambi i game, segnando molto nel primo e creando occasioni nel secondo.

Coyle è stato sicuramente il giocatore più pericoloso di Boston dopo Pastrnak: ha energia, fisicità, ed è sempre stato sottovalutato come goal-scorer. È anche la stella assoluta della second unit della power play, e sa fare di tutto in quel ruolo: bumper davanti alla rete, opportunità da one-timer, recuperatore e guerriero da board. In più, è il centro di terza linea: nell’hockey, third line equivale a checking line, a difesa, a tenere a bada i migliori. Coyle lo ha fatto, lo sa fare e lo farà. Particolarmente efficace sulla linea di Barzal, tenuta decisamente a freno.

McAvoy è stato il miglior D per Boston in questi primi due game. È quello che ci si aspetta sempre da lui, perché è il leader della blue-line dei Bruins, e in questi due game ha fatto il suo. Un goal, un assist, ottimo gioco difensivo, pinch con grande tempismo, skating. Impone la sua fisicità soprattutto su Eberle e Bailey, e si comporta in generale davvero bene.

I PRESENTI: NEW YORK

Beauvillier è stato il miglior giocatore offensivo di New York in questi primi 2 game contro Boston: tanta energia, opportunismo, astuzia. Un goal e un assist non dicono la verità: Anthony è stato parte di moltissime chance, e più volte il giocatore più pericoloso degli Islanders a mani basse. Si è sempre preteso di più da lui, che doveva diventare quell’arma in più in seconda linea, e pare ci stia provando, mantenendo comunque quella dinamicità che lo rende ottimo profilo two-way.
Pageau ha registrato solo un goal, quindi forse statisticamente non sembra uno di quelli più in forma, ma guardando le due partite si vede che ha tanto da dare: come al solito letale nella rush, Jean-Gabriel è veloce e sa inserirsi nella maniera giusta, sa tenere il disco nella zona offensiva e provoca turnover in quella difensiva. Oltretutto, ha grandi responsabilità difensive a cui adempie bene, si fa trovare pronto. Potrebbe essere una delle armi in  più.

Infine, sottovalutato Adam Pelech: offensivamente meno dotato del suo compagno di pair Pulock, Pelech ha comunque tanta potenza di tiro e una buona idea di gioco. È anche fisicamente prestante, e difensivamente è il miglior profilo di New York. Ha fatto bene imponendo la sua fisicità e contribuendo anche con un goal importante, ed è stato sicuramente un aspetto positivo di un gruppo defensemen blu-arancio per ora sottotono.

GLI ASSENTI: BOSTON

Manca la second line delle meraviglie che è stata punto fermo della serie contro Washington: gli spunti di Hall, la decisività di Krejci. Devono tornare a contribuire se si vuole bucare New York e proseguire verso le semifinali di coppa. Loro sono stati, secondo il mio parere, ciò che ha portato Boston a battere Ovi e compagni, ma per ora, nonostante una prestazione difensiva per niente sul livello del normale gioco Islanders, ne Hall ne Krejci hanno inciso. Due giocatori con le loro capacità offensive non se lo possono permettere.

Assente anche la penalty kill di Boston a livello collettivo: quasi tutti i goal concessi in tempo regolare sono stati goal da power play. Certo la disciplina è anche aspetto da migliorare, per non originare quelle occasioni, ma la kill, che è sempre stato punto forte, deve tornare come prima. Alla chiamata devono rispondere Bergeron, Carlo, Marchand ma anche Kuraly e Lazar.
Infine, va menzionato un certo Tuukka Rask, da anni uno dei migliori goalie NHL che incassa, in tutto, 6 goal nelle prime due partite. Una GAA di 3 spaccati non fa troppo bene, e non ce la si aspetta: con un Tuukka più solido, saremmo stati sul 2 a 0.

GLI ASSENTI: NEW YORK

Assolutamente da menzionare Barzal: le stelle di Boston si sono fatte vedere tutte, seconda linea a parte. Pastrnak, Marchand e Bergeron hanno tutti dato a livello produttivo. Da Barzal ci si aspetta di più, perché in una franchigia dal gioco quadrato e pesante, lui è la variante che da la scintilla, che mette le bollicine. Ma per ora, poco brio: deve alzare l’asticella.

Simile discorso per Brock Nelson e Kyle Palmieri: serve di più da parte loro, perché sappiamo tutti che possono farlo. Palmieri ancora non ha trovato la chimica giusta, e non è ancora ai livelli di produttività visti a New Jersey: forse soffre un gruppo più completo? O è solo questione di tempo?

Nelson invece ci ha abituati ad essere clutch nei momenti che contano, e non ce ne sono che contano più di ora. Serve più cinismo e partecipazione.

Sinceramente poi, prendere 8 goal in 2 partite chiama all’appello tutto il gruppo defensemen ed i due goalie, visto che in game 1 gioca Sorokin ed in game 2 Varlamov. Tutti da rivedere, perché la forza degli Islanders è la loro difesa, che non si è fatta vedere quasi per niente, in particolare a livello di posizionamento e concentrazione. Avendo una power play per ora davvero in forma, riuscire a tornare alla vecchia solidità nella propria zona potrebbe essere chiave per mettere ulteriormente in difficoltà una Boston che, per ora, ha dimostrato molto più potenziale offensivo.

Tra i defensemen, poi, ci si attende di più sia da Pulock che da Leddy sul fronte offensivo.

Rask e Sorokin a confronto

I due Goalie in Game 1, da cui si aspetta una migliore prestazione nel proseguire della serie

 

LE ARMI SEGRETE: BOSTON

La seconda linea. L’ho già detto? A Boston serve assolutamente che si attivi la seconda linea, la coppia Krejci-Hall. Non è neppure un’arma tanto segreta, ma è la chiave perché in tutti questi anni di ottimo hockey targato Bruce Cassidy c’è sempre stato un grande difetto: la mancanza di un secondo gruppo dietro i tre fenomeni, per ammortizzare il carico. Con Washington c’è stato tutto questo, e serve farlo diventare una costante.

Se però vogliamo sbizzarrirci, andiamo a menzionare due giocatori che con Washington hanno fatto davvero bene: Nick Ritchie e Matt Grzelcyk. Entrambi possono segnare, hanno capacità offensive sottovalutate, e figurano tutti e due in power play. Oltretutto, Ritchie è ottimo nel cogliere opportunità da rimbalzo, mentre Grzelcyk è veloce sui pattini, il che vuol dire uomo in più in contropiede e pinch efficaci. Teniamoli d’occhio

LE ARMI SEGRETE: NEW YORK

Attenzione a due giovanissimi sottovalutati: Noah Dobson e Oliver Wahlstrom. Il primo ha contribuito con assist importanti, ha grande visione, sa fare il quarterback e ha padronanza di quello “shot pass” e di quel “wrister a mezz’aria” fatti spesso vedere da Hedman e Makar. Sa il fatto suo anche difensivamente. Non sottovalutiamolo.

Il secondo è un goalscorer che sta evolvendo sempre di più: è dato come day-to-day, dunque vicino al recupero ed al ritorno in campo. Ha le abilità per segnare in tutte le situazioni, e se dovesse trovare il periodo di forma giusto, potrebbe essere l’arma in più.

Meno segreto invece è ancora il nome di Brock Nelson: come menzionato, è un giocatore famoso per la sua difesa e la sua fisicità, ma è anche un grande opportunista. Sa giocare in attacco, sa metterla in rete. Potrebbe essere l’opzione in più necessaria in una New York spesso povera di alternative.

 

2 thoughts on “East Division Final: #3 Boston Bruins vs #4 New York Islanders

  1. Siamo 2-2 e la serie è davvero equilibrata. Al di là delle mille variabili e degli infortuni, io vedo sempre la stessa storia ripetersi ormai fine dalla scorsa stagione: tecnicamente e come classe, c’è un abisso a vantaggio dei miei Bruins, ma fisicamente gli avversari sono sempre meglio. Il trio delle meraviglie è sempre una spanna sopra tutti gli Islanders, ma si accende a tratti. In gara 3 si è vinto con una magia straordinaria di Marchand, in gara 4 Pastrnak ha sbagliato il possibile 2-0 a porta vuota dopo uno slalom e assist pazzeschi di Bergeron. Il punto è che però io vedo sempre gli altri correre di più. Sarà una suggestione, ma io vedo dei momenti in cui si spegne la luce a livello fisico e gli avversari montano alla carica. In gara 4, gli ultimi 10 minuti li hanno giocati solo i newyorkesi, che sono tosti, duri, senza grandissima classe pura, ma con il sangue agli occhi sempre (Barzal non mi entusiasma nè per classe, nè per continuità anche se ci ha castigati). Invece noi non riusciamo più a uscire dalla nostra blue line, perdiamo una marea di poke check e incominciamo a essere in balia avversaria. E’ preoccupante. Anche in gara 3, nell’overtime stava giocando solo New York, prima della magia del buon Brad. E’ come se la squadra avesse bisogno di rifiatare sempre dopo una buona partita o dopo un paio di tempi. A livello offensivo poi le prime due linee e anche la quarta fanno il loro, mentre la terza continua a essere disastrosa: Ritchie, Coyle e De Brusk non hanno creato nulla in tutta gara 4, neanche un tiraccio miserabile. Qualcosa deve cambiare, così non va, non si può regalare una linea così che produce nulla e soffre molto fisicamente (Coyle è grosso, ma ama poco il gioco duro, mentre De Brusk le prende sempre e soltanto). La difesa è tosta e tiene, nonostante gli infortuni, ma se poi non si riesce più aprodurre nulla davanti, diventa dura sperare sempre nel jolly. Bisogna vincere assolutamente gara 5, ma con grinta e forza dall’inizio alla fine. Cosa che finora sta un po’ mancando…

  2. E’ andata come temevo…con gli Islanders che ,meritatamente si stanno giocando, come l’anno scorso l’accesso alla finale con Tampa. Il problema è chiaro per i Bruins: mancano linee intere! Boston ha giocato tutto l’anno con sole due linee offensive, di cui una, la seconda, rivitalizzata dopo la trade per Taylor Hall. La terza linea (Ritchie, Coyle, De Brusk) è stata davvero improduttiva tutto l’anno e la quarta non la voglio nemmeno nominare tanto è apparsa inadeguata. Il problema è che il trio magico ha pause sempre più lunghe e non ce la fa più a reggere la carretta. Nei playoffs Marchand ha fatto ancora miracoli, Pasta almeno si è acceso in un paio di partite, ma la continuità non è più quella di una volta e si vede. Kreicj, Bergeron e lo stesso Marchand sono ancora fior di campioni, ma non hanno più 20-25 anni e quindi hanno bisogno di pause di intensità più lunghe. Purtroppo squadre come Islanders, Tampa, Vegas e Colorado hanno una profondità maggiore e quindi una resa diversa nei playoffs. A Boston parlano tanto di Stanley Cup sempre, ma io temo che la finestra si sia chiusa del tutto e debba ripartire una lenta e dolorosa rebuilding.

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