Dopo aver presentato il “predestinato” Aatu Raty nel precedente articolo sui prospetti del draft 2021, oggi ci concentriamo su due giocatori che sicuramente si sono fatti notare dalla National Hockey League, soprattutto per una caratteristica: la loro mole.

Titolare l’articolo “Torri di Potere” non è stato un caso: con questo termine, i fan dell’hockey definiscono quei giocatori fisicamente imponenti ma, ciononostante, capaci di imporsi in termini di qualità di gioco.

Questo è proprio ciò che incarnano Owen Power, dal cognome che la dice tutta, e Simon Edvinsson, due Defensemen tra i più quotati per il prossimo draft.

Il 2021 è un anno di grandi prospetti da blue-line: oltre ai due colossi di cui parleremo approfonditamente oggi, si aggiungono moltissimi profili: Carson Lambos, Luke Hughes, Brandt Clarke per citarne alcuni.

Ma ci concentriamo su questi due giocatori per due motivi:

  • La già sottolineata mole: sono entrambi ragazzoni da 195 cm di altezza, con Power già sui 97 chili ed Edvinsson “fermo” a 92. E ci aspettiamo un aumento nel corso della loro carriera, sicuramente a livello di massa e forse anche a livello di altezza. Hanno ancora 18 anni
  • Il percorso da prospetti fatto fino ad ora. Power era conosciuto e stimato da anni, ed era partito come principale concorrente di Raty come probabile first overall pick. Edvinsson al contrario ha risalito la china: se prima era visto come un first rounder da top 15, ora c’è chi lo mette addirittura in top 3. Le opinioni sono però discordanti.

Iniziamo proprio da Owen Power: quest’anno ha debuttato in NCAA per i Michigan Wolverines, imponendosi come il miglior defenseman tra i freshmen di questa stagione, per non dire anche tra le possibili nomination per l’Hobey Baker, il premio dato al miglior giocatore di hockey collegiale.

E perché tutta questa considerazione? Perché nonostante la sua prestanza fisica, Power ha uno skating eccezionale: fluido, leggero o potente in base alle necessità. E perché ha un tocco decisamente fine: sa passare il disco molto bene, cosa essenziale per un defenseman in qualsiasi situazione.

Sa anche tirare, e non è one-dimensional in questo aspetto: solitamente, quando pensiamo a questo tipo di giocatore, pensiamo semplicemente a cannonate terribili con il classico slapshot “from-the-point”. Power sa fare questo, ma anche molto altro: sa posizionarsi intorno alla rete per comodi tap-in, ha un buon wrister con una release sottovalutata. Insomma, offensivamente ha tanti strumenti per fare male alle difese, e difensivamente ne ha altrettanti per chiudere linee di tiro e passaggio avversarie. Intorno alla rete, fa venire in mente Aaron Ekblad.

È un defenseman completo, pronto alla NHL e sinceramente difficile da “svalutare”: possiede le caratteristiche per essere un franchise D.

Le poche critiche mosse sono le seguenti:

  • Non usa il suo fisico a dovere. Non cerca spesso la hit, diciamo che pecca di “cattiveria”. Per quanto mi riguarda, credo che questo possa cambiare, e in fretta. La NHL ti obbliga ad imparare ad essere cattivo quanto basta e quando serve. E i coach a livello NHL te la fanno capire: se hai quelle doti, sfruttale. È un po’ quello che si diceva di Byfield l’anno scorso: è grosso, è bravo, ma non è cattivo. La cattiveria sono convinto si possa imparare.
  • Non è efficacissimo nell’iniziare la rush. Insomma, non ci si aspetta di vederlo uscire dalla propria zona con il disco. Preferisce entrare nella offensive zone ed offrire il contributo necessario dopo che il disco ha lasciato la zona di casa. Anche qui, credo sia questione di abitudini. Power ha lo skating, il tocco e la tecnica per fare anche questo, se necessario. Ma spesso, ci sono forward o compagni di pair più “agili” a portare il disco dall’altra parte, quindi non lo vedo come un grosso problema.

Power dunque ha tutto quello che serve: lo comparano ad un certo Dustin Byfuglien, che fino a qualche tempo fa terrorizzava gli avversari a suon di check, per poi danzare come una ballerina nella offensive zone. A Power manca la cattiveria di Big Buff, ma ripeto, è qualcosa che la NHL ti forza nel gioco.

Owen secondo me è da top 3. Non vedo perché non dovrebbe. Attualmente, Buffalo, Anaheim e Seattle hanno le migliori possibilità per prendersi le prime tre scelte.

Buffalo potrebbe decidere di rinunciare a Ristolainen e di ripartire con una coppia titanica in difesa tra Power e Dahlin. Anaheim ha un parco forward ricco, con i vari Comtois, Zegras, Jones, Steel e via andare. Ha già preso Drysdale l’anno scorso, e potrebbe completare il pair del futuro con Power. Anche per Seattle avrebbe senso come pick: non c’è niente di meglio che un franchise D per iniziare la storia di una franchigia.

Insomma, se Power dovesse uscire dalla top 3 rimarrei sorpreso. Perché quando sei una Tower of Power nel gioco dell’hockey, non puoi passare inosservato.

Se però i vari Eklund, o i colleghi blue-liner Clarke e Lambos, finissero per spingerlo fuori dalla top 3, credo che Detroit come Jersey sarebbero fin troppo contente di dare il benvenuto ad Owen.

Edvinsson è invece un altro discorso: è seguito come un prospetto interessante, dal grande potenziale data la solita affascinante combinazione “power-plus-skill”.

Ma la cosa, almeno inizialmente, si ferma lì. A stagione iniziata però il giovane D svedese inizia a scalare le classifiche, con molti che lo vedono come alternativa proprio a quel Power che gioca dall’altra parte dell’Atlantico.

Debutta questa stagione, a soli 18 anni, nel Frolunda in SHL, massima lega svedese. Lo stesso Frolunda che sfornò Rasmus Dahlin qualche anno fa.

Edvinsson viene presto promosso dalle divisioni giovanili in patria grazie alla super-produzione legata a tremende skill offensive, combinate ad un corpo adulto, nonostante l’età.

Quello che impressiona è il suo skating, proprio come Power, e la sua abilità nel trattare il disco: Edvinsson è tremendamente veloce e tecnico. Sa passare e lo fa creativamente, sa eludere gli avversari, e ha un debole per le giocate, cosa che ogni tanto costa qualche turnover, ma che spesso crea grandi momenti.

Difensivamente fa il suo: non è impressionante, e dovrebbe esserlo data la fisicità, ma sul discorso cattiveria abbiamo speso abbastanza parole. Ma il cosiddetto “Hockey IQ” non si discute: sa seguire il gioco e sa addirittura anticiparlo.

Ma allora questo vichingo su pattini qualche difetto ce l’ha? Beh, qualcuno sì:

  • Al contrario di Power, non è un buon tiratore. È nella norma: non genera abbastanza potenza sullo slapper, cosa che ci si aspetta da un metro e novantacinque di ragazzo, e non ha un wrister affidabile. Preferisce distribuire sempre e comunque. Non è essenziale come qualità per diventare un top 4 in NHL, ma se vuole diventare un franchise defenseman, dovrà migliorare.
  • Capita che la sua eccessiva frenesia in attacco porti a delle odd-man rush. Capita spesso. Insomma. Simon ogni tanto pecca di arroganza e crea turnover veramente troppo critici. Ma come per il discorso cattiveria, anche il discorso “arroganza” è qualcosa che viene sempre, e sottolineo sempre, ridimensionato in National Hockey League. E ogni tanto, l’arroganza nel cercare le giocate ci vuole. Chiedere ad un certo Erik Karlsson, professione defenseman.

Quindi che dire, le qualità ci sono tutte. E in un draft con meno carne al fuoco sulla blue line, Edvinsson sarebbe un top 5 garantito. Ma il fatto che venga dall’Europa, che abbia un tiro meno efficace e che in generale sia meno “completo”, forse, di Power, mi porta a dire che sarà scelto dopo di lui.

Lo piazzo tra il quinto ed il decimo pick, anche se credo che New Jersey e Vancouver non se lo lascerebbero scappare per nulla al mondo.
Ma nulla vieta che qualche scout lo preferisca alla fine a Power, e agli altri colleghi d’oro di cui parleremo, finendo per sceglierlo tra i primi 4 pick.

È un fit per tutti, forse un po’ meno per Detroit che con Seider il suo D di potenza ce l’ha, e magari preferirebbe qualcuno di più dinamico.

 

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