Un tifoso di hockey come si deve non può esimersi da un’attività classica di chiunque segue una franchigia oltreoceano: lo scouting.
Diciamocelo, tutti gli appassionati tendono l’orecchio e allungano lo sguardo verso i giovani prodigi che vedremo selezionati nel prossimo draft 2021.

L’anno scorso i rankings erano dominati dal franco-canadese Lafréniere, finito ai Rangers, e dal gigante Quinton Byfield. La sorpresa tedesca Stutzle arrivò come una ventata d’aria fresca, e alla fine Jake Sanderson riuscì a scalzare Jamie Drysdale come top defenseman della classe 2020.

Già alla conclusione di quel draft autunnale un po’ bizzarro sentivamo pronunciare un nome: Aatu Raty.

Centro finlandese, Raty è uno di quei segreti poi non così nascosti che i “pundits” del ghiaccio già sentono nominare da qualche tempo: a 14 anni sono 57 punti in 40 partite nella divisione Under 16 in patria, promosso a 15 anni direttamente nella Under 18. Dopo aver registrato tre punti a partita in 6 partite, a 16 anni passa alla Under 20.

Qui prosegue a stupire con 31 punti in 41 partite. Insomma, a livello giovanile Raty era sempre diversi passi avanti ai suoi compagni.
L’anno scorso arriva l’ormai meritato passaggio al professionismo: il Karpat, squadra dove è cresciuto, lo aggrega al roster principale.

Il tempo di gioco però non è altissimo, come ci si aspetta se si parla di giovanissimi, e quindi presto torna a livello Under 20, dover però non ottiene lo stesso successo visto l’anno prima. A quanto pare, Raty è disinteressato e poco concentrato, probabilmente scontento di essere tornato indietro una volta ottenuto il posto nel team principale, o questo è ciò che ci arriva dagli scout come spiegazione.

L’anno dopo ritorna al professionismo, e produce esattamente come prima, brillando a volte e facendo meno bene altre, sempre con poco tempo a disposizione.

Questa altalena delle ultime due stagioni ha portato le opinioni a diversificarsi molto sia tra i fan che tra gli esperti.
In effetti, se prima della stagione attuale Raty era il favorito per essere il primo nome sulla lista, ora c’è chi lo posiziona in top 3, chi in top 5, chi addirittura fuori dalla top 10.

Ma oggettivamente, guardandolo giocare, bisogna affermare questo: se concentrato e motivato, Raty probabilmente rimane il miglior giocatore della sua classe draft, o comunque è in lizza per esserlo.

Per prima cosa, ha il classico corpo da centro: 185 cm di altezza per 82 chili di peso a 17 anni. Mettendo su un po’ di muscoli, data anche la forza fisica già dimostrata, potrà mantenere la posizione di centro anche in NHL, aspetto da non sottovalutare.

Oltretutto sa muoversi in difesa, è di fatto un giocatore two-way. Come spesso succede per i prospetti europei, è sicuramente più diligente nella sua zona di molti altri giocatori. Insomma, è un giocatore che può essere utile alla causa fin da subito. E che in termini di skill ha dimostrato di avere molto, dal deking al tocco, fino alla release.

Può diventare un giocatore davvero utile, versatile, da utilizzare in moltissime situazioni.
Mi vengono in mente giocatori come Jonathan Toews, Sean Monahan o Bo Horvat. Centri che possono fare tutto, essere utili in tutte le tipiche situazioni di una partita di hockey. Giocatori fondamentali per una squadra che punta al titolo. Ma non è un caso che i tre giocatori che ho citato non siano stati first overall pick: Toews fu terzo, Monahan sesto, Horvat nono.

In ogni caso, questo sottolinea come Raty sia probabilmente un giocatore da sicura top 5.
Ma il dubbio più grande riguardo questo giovane centro è il carattere: i tre che ho scomodato prima sono centri di grandissima personalità. Non a caso, uno è il capitano dei Blackhawks, uno dei Canucks, e Monahan è Alternate Captain a Calgary.

Raty, con le sue oscillazioni in prestazioni e concentrazione, dovute a quanto pare ad un entusiasmo per il gioco calato a seguito di un minore stimolo o competizione, alza qualche bandiera gialla.

La chiave è questa: se Raty, una volta in America, dovesse trovare quella determinazione che sembrava avere in larghe quantità da giovanissimo, allora non ci sarebbero problemi. Fisicamente e tecnicamente ha tutto, e se dovesse mettersi in testa di migliorare, non credo che nulla gli impedirebbe di diventare un giocatore simile a quei tre menzionati prima.

Ma se questa determinazione continuasse a mancare, potremmo trovarci davanti a un caso Olli Juolevi, o Dylan Strome, due punto zero. Insomma, ad un talento a cui dare certamente un’opportunità, ma magari da non scegliere nella top 10.

Se posizioniamo Raty tra il 5 e il 10 pick, in base all’attuale previsione dell’ordine di draft, Ottawa come quinta non appare troppo male, ed eventualmente San Jose come ottava potrebbe vederlo come adeguato alle loro necessita. I Senators sicuramente hanno bisogno di un’alternativa giovane e di qualità a Chris Tierney, che sa tanto di “giocatore-segnaposto”, mentre gli Sharks dietro a Couture non hanno troppo, con Hertl più funzionale come ala.

Attenzione però anche a Detroit con la quarta scelta e a Seattle con la terza: la franchigia novella, i Kraken, che debutteranno l’anno prossimo, potrebbero scommettere forte su un giocatore già pronto fisicamente e tecnicamente per la massima lega, e magari risulterebbero il miglior incoraggiamento per imporsi, dato il probabile grande spazio a disposizione.

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