Favoloso è l’aggettivo adatto per descrivere i Canucks di oggi, squadra splendida da ammirare, con un core giovane e ricco di prospettive, allenata però da Travis Green ad aggredire chiunque, senza specchiarsi troppo nelle innumerevoli qualità del suo roster!

La classifica sorride in questa parte di Canada, quella a lungo andare più speranzosa di riportare a casa un titolo che manca da anni. A differenza delle altre cugine infatti, chi in là con gli anni, chi in ricostruzione, chi talentuosa ma leggera e chi senza “garra”, qui invece le caratteristiche per progredire ci sono tutte e il mix tra profili in rampa di lancio, certezze acquisite nonostante l’età e prospetti maturi e di spessore, permette di vedere il futuro con grande fiducia!

La qualificazione ai playoff è l’obiettivo iniziale ma assaltare la Stanley Cup nel giro di tre/quattro anni mantenendo questo gruppo non è assolutamente utopistico!

Se Horvat è il capitano non ancora venticinquenne, ormai garanzia performante e prossimo a superare il best score di carriera, vuol dire che il nucleo col quale conservare costantemente i vertici della Pacific può solo che migliorare!

Coi nomi dei tre convocati all’All Star Game, uno per ruolo, si potrebbe racchiudere l’andamento di Vancouver in questa abbondante prima metà di stagione: Elias Petterson alla seconda chiamata, Quinn Hughes e Jacob Markstrom, entrambi alla primordiale apparizione!

Il nativo di Sundsvall e già erede di Pavel Bure come Calder Trophy Winner, sta addirittura sorpassando la sensazionale tornata 2018, nella quale detronizzò il primato franchigia anni 80 di Ivan Hlinka per punti durante l’anno da rookie con 66 in 71 match, si ritrova adesso a plus 9, 21 gol, di cui 7 in power play e 31 assist; inoltre, il ragazzone svedese ha già quasi eguagliato hits e tentativi al tiro, segno di investitura a deus ex machina dell’intero comparto!

Nessuno si offende se nominiamo Hughes vero portento familiare, a differenza del fratello Jack, first round pick per New Jersey. Quinn, già top prospect seguito da molteplici scout, leader a Michigan in Big Ten Conference e protagonista per gli Usa da Assistent Captain nell’IIHF Junior Championships 2018/2019, sta disputando un torneo strepitoso, nel quale emergono eccellenti virtù da skater, forza sul puck, creatività e visione di gioco. L’entry-level contract di tre anni viene ripagato dai numeri, coi quali conduce le stats (36 punti) di una difesa più qualitativa che fisica, avanti a Edler, Myers, Tanev e Stecher!

Il Gm Benning è poi sempre pronto a scommettere su Olli Juolevi, talento finlandese purtroppo tuttora ai box, quinta scelta al Draft 2016 e reduce da formidabili performance in AHL, antecedenti l’operazione al ginocchio.

Markstrom, possibile UFA a luglio ma rassicurante sulla propria continuazione, è in procinto di concludere la sua miglior stagione, per merito dell’attuale record 19-13-3, 2.68 GAA e .920 Sv in 35 gare! Rimpiazza Fleury in porta, ma debuttare da All Star a 29 anni esemplifica quanto lui e il club si stiano aiutando a vicenda per agguantare la postseason dopo 4 campionati sabbatici, combinando esperienza dei veterani e imprevedibilità giovanile.

Eredita il posto di Horvat (2017) e Boeser (2018), tuttora pregevoli sui 90 punti combinati in un’orchestra offensiva eccentrica e top ten di lega, nella quale importanza basilare assumono Tanner Pearson – capofila NHL per empty net gol – e JT Miller (new entry assieme a Ferland), sicurezze acclarate, ma anche i ventitreenni Gaudette e Virtanen, quest’ultimo tornato a stupire!

One thought on “Le speranze canadesi passano per Vancouver

  1. Speriamo bene. Giovani di talento ce ne sono, le aggiunte di Miller e di Toffoli una manna! Peccato aver perso praticamente una linea intera( Ferland,Leivo e Boeser rientrato ora) ma soprattuto Markstrom Che stava giocando in maniera pregievole. Ora rischiamo i playoff, Senza questi infortuni continui probabilmente si attendeva solo Lo schieramento dei playoff. Se negli anni il gruppo resta si puo sperare. Ma non si vince di solo talento.

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