La Central è oggi una division di tenore paritario rispetto a quello di Metropolitan e Atlantic, vista la presenza di contender del calibro di Blues, Stars, Jets e Avalanche, i quali per questo motivo devono stare attenti ad evitare discontinuità di risultati e pecche difensive, per non rischiare il fallimento epico che una futura assenza dalla prossima postseason – obiettivo nettamente alla loro portata – comporterebbe.

Il primordiale 7-1 seguito da un allarmante 1-6 ha difatti acceso la spia, per non parlare delle attuali difficoltà riscontrate in inferiorità numerica (20° in coabitazione) e al cospetto di profili ricchi di hockey sense e velocità nel puck movement laterale, con Panarin, Kane e Connor ad assumere sembianze aliene e la retroguardia a subire 17 reti in tre match.

Ciò ha macchiato una classifica di categoria altrimenti top six e rovinato le stats di Grubauer e Francouz, titolare il primo, backup il secondo e nuova coppia avanti il crossbar tra le più economiche (4,3 milioni totali), dopo l’addio al free agent Varlamov, accasatosi agli Islanders e qui secondo solo al mito Patrick Roy per gare (389), W (183) e shutouts (21)!

Superate queste imperfezioni la strada per Colorado dovrebbe spianarsi, dato che le positività di metà stagione scalzano di gran lunga le negatività.

La confortante progressione di fine 2018/19, che ha portato gli Avs a tanto così dalle serie finali, mettendo in cascina sicurezza nei propri mezzi, ha infatti convinto Joe Sakic e il front office a migliorare la profondità del roster e il vecchio problema del secondary scoring, appannato davanti alla hot line Landeskog-MacKinnon-Rantanen, col fulmine finlandese rinnovato a 55,5 milioni.

Tutte le new entry stanno dando una solidità fisica e atletica a copertura della linea blu e un supplemento qualitativo nell’O-Zone, generando play creation costante da parte di ogni schieramento dinanzi il goalie! La conferma viene dalle segnature, seconde solo perchè Tampa ne ha siglate 9 su Vancouver mercoledì. Il team è colmo di profili performanti con ben 17 elementi in doppia cifra e il giovanissimo Girard, Cole, Graves (plus 30 per lui) in difesa e Compher, Calvert e Nieto in attacco a restare costanti; l’unico cruccio è rappresentato dalla mira in power play, con “soltanto” 31 realizzazioni (7°) su 160 opportunità (1°)!

Ciascuno dei nuovi arrivati sta contribuendo a modo suo: Kadri, da Toronto assieme a Calle Rosen per Barrie e Kerfoot e chiuso da Tavares come centro, è decisivo da vice cannoniere in 5-5 e in superiorità, Andre Burakovsky dai Capitals ha già 25 punti e 7 assistenze in PP, Valeri Nichushkin dagli Stars è utile nella second line, Joonas Donskoi dagli Sharks è 4° per pts e il veterano Bellemare fa legna nelle bottom, loro due giunti tramite free agency.

Andrighetto, che non ha ricevuto la qualifying offer, Soderberg e Nemeth costituiscono le altre rinunce. Gli addii in retroguardia sono avvenuti anche per la scelta al draft numero 4 di Bowen Byram (18 anni e 71 punti in WHL), per aspettare la ripresa dagli infortuni di Conor Timmins, ventenne second round 2017 e attendendo la completa consacrazione di Cale Makar.

Ebbene il ragazzo di Calgary sta rispettando la fiducia ed è tra i leader di squadra, segnando come mai fatto da un D-Rookie in 100 anni, prima di fermarsi per un colpo subito da Marchand. E’ tra i papabili per il Calder assieme ad Olofsson, Quinn Hughes, Mikheyev, Necas e Nick Suzuki!

Fattore decisivo per sognare è la presenza di Nathan MacKinnon, solamente 24 primavere ma probabilmente il best in business oggi e stra favorito per l’Hart Trophy, già sfiorato in passato dietro Taylor Hall. Se la classe del “Jesus” di Edmonton e il genio del “Kid” di Pittsburgh sono forse tuttora distanti, il suo fisico, la presenza in ogni zona del ghiaccio e la qualità nello score con qualunque ala accoppiata, come visto durante le reiterate assenze di Landeskog e Rantanen, lo pongono nell’olimpo dell’hockey.

Reti, catalizzazione di gioco, creazione di passaggi e generazione di shots sono al massimo di carriera, il rating sul gol production supera Ovechkin, quello nei primary assist McDavid, Marner e Malkin, i 4.36 punti per 60 minuti sono i migliori di lega e i 58 dal 14 ottobre fino alla trasferta a New York erano l’apice NHL.

Colorado ha perciò tutte le carte in tavola per tentare un nuovo assalto ai playoff, conscia di avere un infinito campione generazionale, situazioni contrattuali ben definite e certezze pronte a competere. Soprattutto la media età, di poco superiore ai 26 anni, sta a significare che da queste parti si può vincere per molto tempo a venire!

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