Una delle migliori franchigie degli ultimi lustri volta pagina, dopo aver rimandato a lungo una fisiologica ricostruzione, pronta oggi a ripartire da capo, dando probabilmente fiducia durante l’arco dell’anno a prospetti giovani o ad elementi del proprio farm system.
Dallas Eakins è il primo step di questa rebuilding, l’esempio lampante di voler provare a modificare gli eventi rimanendo però all’interno del know how aziendale. La sigla di giugno segue infatti quattro anni di head coaching a San Diego in AHL, posto nel quale offrirono i loro servigi Sam Steel, Max Comtois (21 anni entrambi) e Troy Terry (22), allenati e formati con successo dal nuovo boss.
Oggi essi rappresentano la base e l’ossatura sulla quale imbastire nuove dinamiche offensive, portando in dote gioventù ed enorme velocità , caratteristiche basilari per chiudere l’apatia nello score che vide Anaheim giacere nell’ultima posizione di categoria (196) la scorsa annata.
Se essi si possono considerare full-time-players del futuro, assieme al ceco Ondrej Kase, momentaneo points leader, in rampa di lancio di questo start ci sono pure Isac Lundestrom e Max Jones, centro e ala quasi coetanei del trio, entrambi sinistri e prime scelte al Draft 2018 e 2016 (23mo lo svedese e 24mo lo statunitense).
Il discorso riguarda anche Brendan Guhle, ventiduenne difensore da DL3 ora acciaccato al pari di Steel, giunto a fine febbraio in trade dai Sabres.
Ipotizziamo saranno numerose le acquisizioni Minor ed entry list in questa stagione sperimentale; in particolare verranno seguiti Chris Wideman, Josh Mahura, Blake Pietila, Andreas Martinsen e il former playoff MVP di Calder Cup Andrew Poturalski.
Ricominciare senza le icone Perry e Kesler mette tristezza, non solo per la fanbase, ma anche per ogni appassionato e sportivo di hockey! Corey si è trasferito a Dallas mentre Ryan, out per la stagione, potrebbe decidere di appendere i pattini al chiodo, dopo una memorabile carriera.
Il salary cap è tra i più bassi e oltre al coach, varie estensioni ed Anthony Stolarz (1,5M per due anni), terzo goalie e assicurazione per Gibson e Miller, importante si può definire l’acquisizione di Michael Del Zotto (750 K per un anno), che porta esperienza nella seconda defensive pair al fianco di Fowler.
L’inizio di campionato e i vertici della Pacific Division accrescono l’entusiasmo per i tanti ragazzi in rosa ma il tempo per scendere e guardare in faccia la realtà purtroppo arriverà . Come detto sarà un torneo di prova e superare gli 85 punti rappresenterà probabilmente la sfida annuale.
Costanza e conferme si chiederanno a capitan Getzlaf, trentaquattrenne leader con soli 48 punti il 2018/19 e ovviamente pure lui in ribasso ed ora relegato in terza linea con Nick Ritchie, Jacob Silfverberg (comunque ben 24 gol) e Adam Henrique, mentre al first round 2011 sbocciato in casa e prospetto dall’enorme classe Rickard Rakell si chiede l’esplosione definitiva sia in 5/5 che nella prima unità in superiorità numerica.
Gibson, sotto contratto fino al 2027, è una garanzia tra i pali se apposto fisicamente, e davanti a lui la top pair è sempre formata dalle sicurezze Lindholm e Manson mentre a sgomitare per l’ultimo posto troviamo Larsson e Holzer.
L’Honda Center dovrà abituarsi a qualche anno sabbatico ma le basi ci sembrano ottime e l’ossatura futuristica su cui costruire nuove fondamenta è abbastanza solida, con profili a cui chiedere certezze quasi coetanei a quelli in rampa di lancio. Sta ad un coach fatto in casa il compito di riportare i Ducks nelle vette dell’hockey.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.