Comunque finirà la stagione nessuno ci può smentire o correggere se affermiamo che la Metropolitan Division si è rivelata il girone più duro di tutta la lega, ricco di sorprese sia negative che (maggiormente) positive. La regina delle ultime edizioni di Stanley Cup e fino a ieri incontrastato feudo del Kid di Pittsburgh e dello Zar di Washington, in rigoroso ordine di palmares, vede adesso i pronostici completamente sovvertiti.

A loro si sono spesso accodati Devils e Flyers, cocenti delusioni stagionali insieme ai Rangers (ma questa non è una novità), con Phila in disperata rimonta.

Trotz nell’altra sponda di New York ha invece trasformato un gruppo di underdog in un feroce squadrone difensivo ora leader del raggruppamento e gli Hurricanes sono in serie positiva da parecchie settimane. Vedere i Penguins divincolarsi in zona Wild Card fa capire al meglio la situazione.

Allo scadere della trade deadline – un paio di giorni prima per la precisione – due bombe ad orologeria hanno sconvolto ancor di più la divisione: da Ottawa i Columbus Blue Jackets hanno acquistato Matt Duchene e Ryan Dzingel, due fenomenali attaccanti che spostano gli equilibri.

Il primo, futuro UFA, non se l’è sentita di rinnovare per i prossimi sette anni quello che sarebbe stato l’ultimo contratto della sua vita in una franchigia tutta da ricostruire preferendo (per ora) un team lanciato nelle alte sfere della Eastern; il secondo ritorna in zona dopo un passato a Ohio State Buckeye.

Iniziamo col dire che i Senators escono da questa rivoluzione con una finestra sul futuro molto interessante e ricca di prospettive; un rebuilding totale già iniziato questa estate con l’addio di Erik Karlsson in cambio, fra gli altri e oltre a Chris Tierney, di molte scelte al draft (una prima, una seconda e due condizionate) e che prosegue oggi con l’arrivo di Anthony Duclair e due picks, Abramov, Davidsson, 1st round pick 2019 e l’opzione per la prima nel 2020 in caso di rinnovi.

L’ultimo “pezzo da 90” dipartito è stato Mark Stone sponda Vegas per un’altra seconda scelta e il prospetto Erik Brannstrom. Se aggiungiamo a questi giovani profili Thomas Chabot, Brady Tkachuk, Christian Wolanin, Logan Brown e Colin White nel lineup o in AHL siamo sicuri che il futuro roseo in Ontario è più che assicurato!!

A Discovery City si è invece andato “all in”, puntando tutto quello che c’era nel piatto sacrificando in pratica le opzioni a venire, affogando il cap e mettendo un enorme punto interrogativo sui rinnovi di fine anno! Il tutto per focalizzare le attenzioni sulla stagione in corso e sul roster attuale che di colpo diventa stellare, in particolar modo nella fase d’attacco, con un elevato numero di cecchini sotto porta. Anche la difesa è stata puntellata con Adam McQuaid mandando ai Rangers Julius Bergman, un quarto e un settimo giro.

Fino all’ultimo, leggendo CBS e altri siti, pensavamo al sacrificio di Panarin e Bobrovsky (unrestricted free agent entrambi dal 1 Luglio) anche alla luce dell’acquisizione di Kinkaid da New Jersey, ma il general manager Jarmo Kekalainen era stato ferreo: “Non li cederemo per recuperare qualche scelta al Draft ma eventualmente li scambieremo con altri top players”. Questo conferma quanto le intenzioni da queste parti siano più che serie.

Noi abbiamo un’opinione su questa operazione che, come detto, significa puntare tutte le “fiches” a disposizione sfruttando l’attuale flessibilità ma rinunciando a costruire qualcosa a lungo termine e rischiando a fine stagione di perdere almeno un paio di “pezzi grossi”!

Non pensiamo che l’obiettivo di questa rivoluzione sia la Stanley Cup, visto che acquistare in blocco fenomenali elementi a campionato regolare quasi finito non vuol dire vincere subito automaticamente; ci vuole amalgama, integrazione negli schemi e apprendimento di un gioco diverso rispetto al passato; anche raggiungere il livello di Tampa Bay in così poco tempo ci sembra grottesco.

E’ proprio la Metropolitan livellata così in alto che ha probabilmente preoccupato la dirigenza, così come vedere l’ottavo posto per raggiungere la postseason mai a rischio quanto ora. Aggiungendo due “belve feroci” a un gruppo già collaudato e divenuto negli ultimi tempi una realtà dell’est – capace di mettere spalle al muro i futuri campioni lo scorso anno sfiorando la prima vittoria ai playoff della loro storia – potrebbe rappresentare lo step ahead decisivo, l’allungo inaspettato che spariglia le carte in tavola rispetto alle altre contendenti, ognuna delle quali non rafforzata quanto il team di John Tortorella.

Poi, una volta eventualmente giunti ai playoff, si potranno giocare le enormi carte in possesso per ottenere qualche scalpo eccellente. In caso contrario (ad oggi sono fuori griglia) sarebbe un fallimento epocale.

Una saracinesca difensiva negli special team, leader NHL per gol presi col record di un mese senza subirne (dal 28 Dicembre fino al 31 Gennaio), Columbus si presenta ora al cospetto degli avversari con due top lines da brividi con le quali cercare di migliorare anche il penoso 27° ranking per le reti effettuate in superiorità numerica.

Affiancare la mostruosa tecnica di Duchene in prima unità da power play a Panarin, Atkinson, Dubois e Seth Jones vuol dire accrescere a livello esponenziale le varianti tecniche, senza dimenticare Josh Anderson e Werenski nell’eventuale seconda!

Lo stesso Artemi si ritrova adesso al fianco del centro più forte col quale abbia mai giocato in carriera: potrebbe risultare devastante! Le ultime apparizioni confermano i buoni propositi con MD#95 già sugli scudi. Vedremo poi se in futuro Tortorella “retrocederà” il nuovo arrivato in seconda a fianco del suo vecchio socio di Ottawa.

Di sicuro Panarin, Dubois, Atkinson, Dzingel, Duchene e Anderson non sono due linee d’attacco ma vere e proprie armi esplosive in grado di segnare a ripetizione (finora il numero di gol ciascuno va dai 22 ai 35). Jenner, il capitano Foligno, Wennberg e Bjorkstrand diventano “rincalzi” di lusso nelle secondarie con più di 100 punti combinati aiutando il team ad avere il record realizzativo di tutta la storia offensiva della franchigia, senza contare il contributo di Jones e Werenski.

E’ certo che da oggi l’appeal in Ohio e la curiosità da parte di tutti sul prosieguo del cammino dei Blue Jackets è aumentato vertiginosamente. Comunque vada un titolo l’hanno già vinto: quello di re del mercato!

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