Dopo Vegas lo scorso anno, sembra che la Pacific Division voglia ancora oggi regalare delle sorprese agli appassionati di hockey mondiale.

Nonostante gli Sharks abbiano acquisito la stella Karlsson per “depennare” la concorrenza del girone, la vera sensazione di questo start prende il nome di Calgary!!

Una squadra che gioca in maniera ineccepibile la fase d’attacco ma che non sfigura nemmeno dietro. Possiamo definirla insieme a Buffalo la più importante scoperta di questo primo quarto di Regular Season!

Attenzione però: mentre la squadra di Eichel è entrata sul ghiaccio nell’Opening Day tra gli interrogativi comuni su come la loro rebuilding avesse potuto influire in positivo o in negativo sull’avvio di campionato, i Flames venivano messi qualche asticella avanti nei favori dei pronostici.

La loro campagna acquisti è stata infatti concepita in modo da rialzare la cresta per tornare in postseason in maniera netta e dignitosa evitando le fatiche delle ultime annate passate a soffrire e a divincolarsi nelle posizioni limitrofe alla ottava, nonostante un enorme potenziale offensivo. Per capirci una loro vittoria in Stanley Cup veniva data 18 contro 1, quella dei Sabres qualche decina in più!!

Ovviamente San Josè resta la squadra da battere, anche perché nelle partite che contano giocatori abituati da anni a dominare, primeggiare le linee ed esperti in palcoscenici top come lo svedese o Brent Burns (tra le migliori coppie difensive in power play degli ultimi decenni), il grandissimo Joe Thornton, Logan Couture o il capitano Joe Pavelski possono fare la differenza.

Anche i Golden Knights per dare seguito alla favola conclusa al cospetto di Ovi lo scorso anno sono riusciti ad aggiungere al loro già esperto roster un nome di spicco come l’ex captain di Montreal Max Pacioretty cedendo poi alle stesse Fiamme dell’Alberta James Neal. E’ buffo come nessuno di questi importanti arrivi sia finora risultato decisivo o determinante per ognuna di queste tre franchigie.

L’acquisizione estiva che permette a Calgary di primeggiare le alte sfere della Western Conference è stata infatti quella di Elias Lindholm che insieme a Noah Hanifin sono sbarcati in Canada al posto di Dougie Hamilton, in uno scambio multiplo che ha portato il loro miglior difensore a prestare i propri servigi ai Carolina Hurricanes.

Cessione sofferta anche a livello umano quella del fortissimo profilo dell’Ontario, che in tre anni da queste parti era entrato nel cuore dei tifosi con quasi 150 punti saltando una sola partita! Brad Treliving in accordo col nuovo coach Bill Peters ha visto premiato il coraggio date le performance dei nuovi che oltre a non far rimpiangere i vecchi idoli hanno allungato la rosa a livello di prolificità.

Un team prima troppo monodimensionale possiede oggi quattro linee d’attacco molto produttive spostando l’attenzione e il mirino degli avversari anche verso altri giocatori rispetto agli assi Gaudreau e Monahan: ciò che Blake e Bowman non hanno fatto a Los Angeles e Chicago invecchiando la rosa, rifirmando o acquisendo veterani probabilmente senza più molto da dire come Kunitz e Kovalchuk.

Il quasi ventiquattrenne e massiccio ragazzone di Boden si piazza nella top line che sarebbe dovuta essere ad appannaggio di Neal secondo le previsioni della vigilia: con quasi tre/quarti di stagione a venire ha raggiunto più della metà di punti della sua miglior annata in Carolina compensando il numero di assist coi goal, da sempre il suo cruccio.

Nonostante l’età si rivela un giocatore vecchio stile forte nell’atletismo e possente in balaustra capace di riciclarsi al lato di Monahan dimostrando una inaspettata freddezza al tiro che lo premia in fase di score rispetto agli anni in cui da centro si faceva preferire nei passaggi.

Hanifin sta scalando posizioni nei favori del coach performando le due fasi in maniera impeccabile: la sua forte stazza gli permette di rimanere sul ghiaccio più che nei precedenti periodi a tinta Hurricanes e di essere secondo solo a Mark Giordano come minutaggio e punti a partita tra i difensori.

Il ventunenne è riuscito così ad aggiungere linfa vitale nelle linee di copertura, la parte come detto meno appariscente, nella quale si contraddistinguono ancora per potenza giocatori come Stone e Rasmus Andersson. Si è perso un fuoriclasse nella top defensive line dove entra oggi T.J. Brodie ma si è reso più giovane il resto degli spot anche in ottica futura. In coppia con Hamonic il bostoniano si bilancia alla grande col primo più statico a difendere di fisico ed il secondo molto aggressivo in avanti.

Un discorso a parte merita il capitano MG#5, ancora indiscutibile leader del team, alla veneranda età di 35 anni e alla tredicesima stagione da queste parti prende sotto la sua ala protettiva tutti i compagni di reparto rimanendo però il blocker numero uno e l’inarrivabile top scorer come defensive player.

Se continuasse così arriverebbe addirittura a superare l’anno dei record 2015/2016 con 56 pts! Lui capace di non scendere mai dagli 11 gol e 25 assist nelle ultime 5 stagioni diventando ora, con la cessione del suo ex gemello, un cecchino come “passatore” nella powerplay unit. Ha inoltre saltato un solo match in tre anni: FENOMENALE!!

Tra i segreti lì dietro c’è senza dubbio la stagione di David Rittich, goalie che al primo anno da titolare ha un SV% di .930 prima dell’ultimo match con Dallas e che divide le presenze col veterano Mike Smith, accreditato di una percentuale a .914 o meglio in 4 delle precedenti 5 stagioni: insomma due certezze!

Oltre al posto di comando con l’addio a Glen Gulutzan, sono stati ceduti i centri Stajan e Shore, le ali Versteeg e Glass e dietro Bartkowski ma soprattutto Micheal Ferland (anche lui a Carolina), da sempre un Flame, dopo la miglior stagione in carriera con 41 punti ma chiuso nell’originale ruolo a sinistra da Gaudreau e Tkachuk e con una free agency molto costosa all’orizzonte.

Rispetto a lui Lindholm compensa meglio le due star in prima contribuendo con la sua massa nella migliore copertura, nel power play e nelle penalty killing unit rendendo inoltre il trio più dinamico. Firmato a 4.85 milioni fino alla stagione 2023-24 si può definire finora l’affare dell’anno!!

L’unico altro arrivo in difesa è il finlandese Valimaki, sedicesimo all’Entry Draft 2017, che dopo i test in pre-season ha convinto la dirigenza in questo inizio di stagione così come Jankowski, centro proveniente dall’Ahl e promosso in prima squadra.

Un attacco molto “lungo” dove si fa rispettare il veterano Derek Ryan, free agent e preso a 9.38 milioni complessivi, quasi in doppia cifra nella terza linea dove si esibisce insieme ad Austin Czarnik, ex scelta al Draft dei Bruins.

Ciò in cui Peters sta riuscendo egregiamente è nell’accoppiare i giovanissimi Bennett e Tkachuk a veterani come Backlund e Frolik. Matthew, a soli 20 anni e con una lunga tradizione hockeystica familiare, è la vera sensazione Flame. I suoi progressi sono incredibili e lo mettono al vertice come capocannoniere e cecchino nei power play, grazie anche a Geoff Ward, nuovo assistant coach d’aiuto in questo settore soprattutto grazie al fisico che finora non sembra soffrire dei vari problemi che lo hanno condizionato in passato.

La coppia d’attacco dei sogni è sempre la stessa: Sean Monaham e Johnny Gaudreau! Non ancora 50 anni in due e già da tempo uomini franchigia qui a Calgary. SM23 viene dal career-high da 64 punti, nonostante infortuni multipli lo avessero messo out dalle ultime 8 partite, con ben 709 vittorie in face-off. E’ lui il centro titolare ed il fulcro al fianco del quale girano i vari JG27, Lindholm, Tkachuk e Giordano!!

Parlare di “Johnny Hockey” è davvero superfluo, impossibile non amare un personaggio così unico; un fisico più da seconda punta calcistica alla Bonimba o Beppe Signori – molto simile ai vari Marchand, Spurgeon, Atkinson e Conor Sheary – rispetto ai picchiatori da balaustra, si ritrova all’età della maturità e della consacrazione totale nonostante il ghigno da simpatica canaglia e la baby face lo accompagnino ancora!!

E’ come al solito il più prolifico in rosa, una classe e velocità immensa in ogni zona del ghiaccio ed un mini fulmine imprendibile per chiunque con un grande talento negli assist rispetto alle altre ali; ne conduce le stats con 191 nelle ultime 4 annate, è terzo per punti con 287 e sempre sul podio per points per game (0.92) tra le left wings dietro Ovechkin e Jamie Benn. Vede i compagni liberi da qualunque posizione anche dietro la porta ed in power play.

Il tutto aspettando la stella del mercato ancora oggi un diesel in attesa di accelerare: James Neal, che giocando al fianco dei due fenomeni prima citati, si immaginava potesse raggiungere 30 gol dopo un minimo di 21 in tutte e 10 le stagioni in Nhl. E’ forse oggi l’unica delusione di una squadra che sta andando alla grande. Il suo ottimo 12% come shooting percentage dal 2011 è per ora solo un ricordo ma nei momenti che contano non escludiamo possa guadagnare peso e scavalcare le gerarchie cercando di rimanere integro fino alla fine, lui che ha saltato 61 incontri negli ultimi 5 anni.

Con più di dieci giocatori vicini alla doppia cifra, ai vertici divisionali, tra le cinque migliori in attacco e le dieci in difesa con solo le percentuali in power play e penalty kill da limare, possiamo dire che le buone premesse di inizio stagione si stanno rivelando ottime.

Dirigenza, Gm, capo allenatore e roster stanno dando il massimo delle loro possibilità. E’ giusto però sottolineare come tutto e subito difficilmente si potrà avere; la giovane età della rosa e degli uomini franchigia è un’assicurazione sul futuro ma provoca qualche ingenuità a livello di gestione dei match (come nella sconfitta in OT contro gli Stars).

Quello a cui oggi si può certamente ambire qui nell’Alberta è un accesso ai playoff meno sofferto rispetto al passato!

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