Con in Knights in vantaggio 1-0 nella serie i Capitals nella seconda gara giocavano già con un pensiero che era quasi come un obbligo: vincere per non finire sotto 2-0!

L’inizio di gara 2 è stato molto equilibrato con le squadre che non volevano scoprirsi visto l’andamento di gara 1 e il grandissimo dispendio di energie che una partita del genere comporta.

L’equilibrio è durato fino a quando Neal è riuscito con una magia a recuperare un dischetto in aria, controllarlo e battere con un perfetto wrist shot Holtby sul palo lontano.

Nonostante la T-Mobile dopo il goal si sia letteralmente infiammata creando un clima elettrico i Capitals hanno dimostrato ancora una volta di avere una solida mentalità da trasferta che ha permesso loro ancora una volta di non andare sotto mentalmente e continuare a giocare il proprio hockey rimanendo in partita, grazie a questa caratteristica gli ospiti hanno creato un paio di buone occasioni prima di riuscire a pareggiare la partita con Heller che ha appoggiato in rete il dischetto dopo una serie di ottimi passaggi in rapida successione che l’hanno smarcato nella goal crease.

Nel secondo periodo Washington ha continuato a giocare ad alto livello nonostante l’uscita dal ghiaccio di Kutznetsov forzata da un body check a dir poco violento di McNabb nella zona di metà ghiaccio. La fisicità e l’agonismo sono continuati a salire ed è stato Ovechkin, uno dei più attivi in quell’ambito, che da buon leader ha dato la carica ai suoi, carica che si è tramutata prima in una power play poi in un goal durante la stessa azione grazie ad un ottima circolazione del dischetto che una volta finito davanti alla stecca del numero 8 in slot non ha lasciato speranze a Fleury.

I Capitals avendo imparato la lezione di gara 1 non si sono accontentati ma hanno continuato a giocare forte ed a portare molti uomini nella zona offensiva e proprio questo ha scaturito il loro terzo goal della partita. Un goal frutto di un azione davvero ben orchestrata e con un epilogo sorprendente visto che il giocatore a concludere in porta e segnare è stato Bruce Orpik (uno di quei difensori che davvero raramente superano di tanto la blue line).

E’ da sottolineare l’organizzazione offensiva della squadra ospite che sfruttando ancora un ispiratissimo Heller (al suo terzo punto della partita) è riuscita a crearsi spazi che in genere non vengono concessi dai Knights.

Sotto di due goal Vegas ha iniziato a caricare a testa bassa i rivali che come ovvio hanno un po’ rallentato i notevoli ritmi offensivi tenuti andando a volte in affanno e commettendo penalità come quella di Wilson che ha dato il via libera alla power play che alla fine del secondo periodo ha portato Theodore a segnare il secondo goal per i padroni di casa.

Il terzo periodo ha visto i Knights cercare in tutte le maniere di segnare il goal del pareggio e i Capitals a cercare di difenderlo rimanendo comunque pericolosi dalle parti di Fleury coi micidiali contropiedi di Heller, Oshie e Ovechkin.

La chance migliore per agguantare il pareggio è avvenuta a metà del periodo quando Vegas si è trovata in situazione prima di 5 contro 3 poi di 5 contro 4 ma che nonostante i nove tiri scoccati verso lo specchio della porta non ha portato al goal grazie soprattutto ad un Holtby in grado di gestire molto meglio i rimbalzi rispetto alla partita precedente.

Tutto nell’ultimo periodo è stato eseguito bene difensivamente per i Capitals e questo ha permesso loro di riportare la serie a Washington in totale pareggio ed equilibrio.

La battaglia dei goalie è stata migliore rispetto a gara 1 e Holtby ne è uscito nettamente vincitore, la fisicità dei Capitals è stata notevole ed insieme a un gioco fluido con molti passaggi ben eseguiti hanno permesso di aprire un ottima difesa come quella dei Knights portandoli ad una meritata vittoria.

Per Vegas Marchessault e Karlsson sono stati sottotono e il loro apporto è mancato in fase realizzativa ma poco importa perchè con queste due squadre il fattore campo è poco rilevante contando l’andamento tenuto finora nei playoffs.

Kuznetsov uscito e non rientrato nel primo periodo è in dubbio per gara 3 e la sua assenza a lungo andare potrebbe creare molti problemi di formazione e gioco ai campioni della Eastern Conference.

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