“A volte sorprendi il portiere, altre volte è il portiere che ti sorprende. Nella mia carriera ho cercato di fare in modo che il primo caso prevalesse sul secondo.” 

Vogliamo aprire la review finale dedicata alla serie che ha visto protagoniste Nashville Predators ed Anaheim Ducks con una citazione del mitico Eric Cantona, stella del Manchester United negli anni ’90, per un semplice motivo, la sensazione che il bomber francese ha fatto provare più volte ai numerosi portieri che nella sua carriera ha battuto in questa sfida si è completamente ribaltata, con l’ultimo baluardo della franchigia vincitrice della contesa autentico MVP della serie, capace di estrarre dal cilindro due prestazioni esaltanti proprio nel momento decisivo.

Sto parlando ovviamente di Pekka Rinne, goalie dei Nashville Predators, che con le 38 parate messe a referto nell’ultima gara della serie ha letteralmente trascinato la formazione del Tennessee alla primissima finale di Stanley Cup della loro giovane storia.

Prima di raccontare cos’è accaduto nell’ultimo atto della sfida andiamo a ricapitolare capitolo dopo capitolo la storia di questa serie partendo da gara 4 (per scoprire come sono andate le cose nelle prime 3 gare cliccate qui!).


GARA 4: Power Ducks, Nashville espugnata!

Anaheim Ducks @ Nashville Predators 3-2 OT

Lo sguardo desolato di Subban e Rinne: il puck scagliato da Perry è appena terminato fortunosamente in rete ed Anaheim ha pareggiato la serie

Sono 10 le vittorie consecutive ai playoff fra le mura amiche per i padroni di casa, statistica che Forsberg e soci vorrebbero ulteriormente migliorare; non ci stanno però gli Anaheim Ducks che disputeranno la miglior gara della serie, condita da una partenza a razzo.

Passano soli 6 minuti e Rinne deve compiere il primo miracolo su Fowler che con una deviazione su assist di Rakell vorrebbe portare avanti i suoi, ma il puck sbatte sui gambali del portierone finlandese che permette al pubblico di casa di tirare un sospiro di sollievo.

I Ducks premono sull’acceleratore e trovano il goal del vantaggio all’undicesimo di gioco: Fowler dalla propria zona assiste al lento cambio di linea di Nashville e scova ben appostato sull’opposta linea blu Rickard Rakell libero da marcatura, lo svedese si vede recapitare in maniera precisa il disco dal suo compagno e senza pensarci troppo scaglia un tiro potentissimo che buca lo stick side di Rinne (chiamato spesso “the new five hole” dagli esperti poichè nell’ultimo periodo i goalies subiscono più reti in quel lato della porta che in mezzo alle gambe) portando avanti la formazione ospite fra il silenzio totale della Bridgestone Arena.

Nashville pare bloccata e nell’arco dei primi 20 minuti di gioco tirerà una sola volta verso la porta difesa da Gibson, ben aiutato dal reparto arretrato dei Ducks. Ci vuole una magia, un lampo di genio: dopo 3 giri di orologio della ripresa Forberg scherza Bieksa con un gioco di prestigio ma proprio sul più bello trova la risposta pazzesca di Gibson a negargli la gioia del goal con una parata incredibile in spaccata.

Il tiro di Ritchie porta sul 2-0 i Ducks

La gara prosegue in attesa del prossimo colpo che potrebbe stendere o rimettere in piedi il pugile: Nick Ritchie ha ben chiare le cose e sfruttando lo screen involontario compiuto da Josi sul proprio goalie trova il goal del 2-0 con un siluro che termina la sua corsa all’incrocio dei pali.

Passano un paio di minuti ed il colpo del definitivo ko ce l’ha Ryan Kesler, fischiatissimo per la “questione Johansen”, ma il suo tip in di fronte alla gabbia colpisce clamorosamente il palo a Rinne battuto. E’ un segno.

Nel terzo periodo Nashville prova il tutto per tutto sin dall’inizio esagerando anche con i colpi duri; Subban si porta a casa i canonici 2 minuti per una gomitata rifilata a Rakell e sul successivo powerplay Rinne si deve superare per dire di no alla conclusione da due passi a colpo sicuro di Silfverberg che trova il gambale del finlandese a ridare vita ai propri compagni.

Anaheim dopo quest’occasione sembra volersi chiudere in difesa cercando solo di ripartire ma commette degli errori imperdonabili, prima Perry e poi Kase mandano i Predators a disputare dei powerplay, situazione che ridà ossigeno al team di Laviolette che spinge in avanti i suoi al tutto per tutto.

Il goal viene sfiorato da Fisher e da Forsberg, ma per due volte a distanza di pochi secondi è il palo sinistro di Gibson a salvare i Ducks; quando il pericolo sembra scampato, con il rientro sul ghiaccio di Kase, ecco però che la pressione costante dei Predators viene premiata, disco ben gestito da Wilson e scaricato all’indietro per PK Subban, il difensore ex Canadiens esita, osserva la porta e tira una bomba dalla blu che trova il modo di attraversare le numerose gambe posizionate di fronte alla gabbia difesa da Gibson prima di sbattere ancora sul palo sinistro ma questa volta terminare poi in rete riaprendo a pochi giri di orologio dal termine la contesa.

Forsberg fra la confusione generale: 2-2!

L’Arena torna ad essere una bolgia e spinti dal proprio pubblico i padroni di casa compiono la rimonta a 35 secondi dal termine: il goal lo realizza Filip Forsberg che con caparbietà batte Gibson da due passi su assist di Arvidsson, il più lesto di tutti a capire dov’era finito il puck sobbalzato in aria dopo il block di Lindholm sul tiro di Neal.

2-2 e tutto rimandato all’overtime.

Passano 5 minuti e Rakell ha il disco della vittoria, ma prima Rinne e poi il palo dicono di no all’attaccante svedese; passano altri 5 minuti ed il goal arriva in maniera rocambolesca: Ekholm non riesce a liberare la zona, Corey Perry riconquista il puck in posizione defilata e tenta il passaggio per vie centrali per l’accorrente Thompson, sfortunatamente per Subban il disco sbatte sul suo pattino e conclude la sua corsa fra le gambe di Rinne chiudendo di fatto i sogni di rimonta per Nashville ed aprendo quelli di Anaheim, riusciti nell’impresa di battere a domicilio la forte formazione di casa e tornati in corsa per la conquista di un posto alla Stanley Cup Final.


GARA 5: Aberg, l’eroe che non ti aspetti

Nashville Predators @ Anaheim Ducks 3-1

Pekka Rinne: un uomo in missione per Nashville

Alla vigilia di gara 5 una news manda in ansia i tifosi dei Predators: Ryan Johansen è costretto ad operarsi d’urgenza dopo aver subito un infortunio alla coscia verso la fine di gara 4 e salterà i restanti playoff.

E’ un fulmine a ciel sereno per la formazione di coach Laviolette che ha sul centro svedese il fulcro di gioco dell’attacco di prima linea e dovrà affrontare il momento cruciale della propria stagione senza di esso ed inoltre senza il capitano Mike Fisher alle prese con un fastidio al ginocchio.

Al loro posto vengono inseriti in line up Miikka Salomaki (che aveva disputato già 4 gare in questi playoff) e Frederik Gaudreau, al suo esordio assoluto in post season, mentre in prima linea da centro viene scelto Colton Sissons anzichè Calle Jarnkrok.

In casa Ducks invece oltre all’assenza del lungodegente Eaves va ad aggiungersi quella di Rickard Rakell, uno dei più prolifici giocatori della squadra allenata da coach Carlyle che sceglie di schierare al suo posto il giovane Nicolas Kerdiles.

Passano 8 giri di orologio ed in situazione di powerplay Gibson rischia di compiere la frittata, il goalie di casa regala il disco ad Arvidsson che da dietro la gabbia offre a Fiddler il puck del possibile vantaggio, ma il portiere dei Ducks rimedia all’iniziale errore compiendo un miracolo sulla conclusione a botta sicura del #83.

In un primo periodo avaro di emozioni ecco che il primo powerplay a favore degli ospiti regala un’altra bella parata di Gibson che sul tap in di Neal distende tutto il corpo sul ghiaccio stoppando la conclusione dell’attaccante dei Predators destinata a finire in rete. Sarà l’ultima parata messa a referto dal goalie dei Ducks, al rientro dagli spogliatoi infatti Jonathan Bernier occuperà il ruolo di estremo difensore di Anaheim a causa di un infortunio subito dal portiere titolare nella prima frazione di gioco, probabilmente proprio in occasione della parata messa a segno sul tiro di Neal.

Nella seconda frazione di gioco la paura di entrambe le formazioni di scoprirsi in un match così importante cancella la parola “spettacolo” dal ghiaccio e nei primi dieci minuti di gioco non accade nulla degno di nota.

Chris Wagner è il più lesto a catturare il rebound: Ducks meritatamente avanti

Al dodicesimo minuto ci pensa una transizione offensiva del giovane difensore Brendan Montour a spaccare la partita: su assist di Silfverberg colpisce a botta sicura il puck verso la porta difesa da Rinne, il goalie dei Predators si supera per respingere la conclusione ma il più lesto a catturare il rebound è Chris Wagner che manda in visibilio il pubblico di casa.

La gara prosegue senza emozioni sino ad un paio di minuti dal termine del periodo: Manson subisce un high stick in pieno volto da Forsberg, ma i referee non chiamano la penalità, pochi istanti dopo lo stesso Manson colpisce con un cross check lo stesso Forsberg ma questa volta gli arbitri si accorgono dell’irregolarità e mandano il difensore di Anaheim in panca puniti per i canonici due minuti generando il cosiddetto momentum a favore degli ospiti.

In powerplay infatti Colin Wilson riporta la gara in parità con un pregevole backhand dallo slot che batte l’incolpevole Bernier dopo che il tiro dalla blu di Subban era stato bloccato prima di creare problemi al goalie dei Ducks da Vatanen.

Anaheim si sente derubata, scippata del vantaggio che aveva meritatamente conquistato con un gagliardo secondo periodo in cui non aveva praticamente concesso nulla agli avversari sino al momento sopracitato in cui ci sono relativamente poche colpe da imputare al team di Carlyle. I Ducks partono così pigiando sull’acceleratore nei primi minuti del terzo periodo ed una grandissima occasione arriva nella stecca di Ryan Kesler, ma Rinne si supera respingendo il tiro dallo slot del centro statunitense, immolandosi inoltre nel successivo rebound di Cogliano con successo, spegnendo un’altra volta i sogni di vittoria dei padroni di casa.

Pekka Rinne è il classico “man on a mission” per Nashville e pochi minuti dopo si rende provvidenziale anche nelle conclusioni di Manson e Vermette che non fanno altro che aumentare le statistiche di save percentage del goalie finlandese, autentica star del match.

Pontus Aberg in tuffo sigla il game winning goal per i Predators!

Incredibile ma vero, quando meno te lo aspetti, i Predators trovano il goal del 2-1: Ekholm si butta in un’azione offensiva, serve un preciso assist al compagno Forsberg che da posizione favorevole batte a rete trovando l’opposizione di Bernier, il rebound però trova padrone nella stecca di Pontus Aberg che in un battito di ciglio appoggia delicatamente il puck in rete prima di venire travolto (perdendo anche un dente sul ghiaccio!) da Bieksa incapace di intervenire prima dell’attaccante di Nashville che sigla il suo primo goal in post season in un momento determinante della gara e probabilmente della serie.

Anaheim non ha la forza di reagire, scossa da uno svantaggio che non meriterebbe e nonostante a due giri di orologio dal termine Carlyle tenti il tutto per tutto inserendo il sesto giocatore di movimento al posto del goalie Bernier ciò che ne consegue è solamente il terzo goal per i Predators con Austin Watson che da distanza siderale infila il puck in rete rischiando un icing che poteva costare caro ai suoi.

Negli ultimi secondi di gara numerosissime risse aizzate dalla frustrazione dei padroni di casa che lasciano presagire ad una gara 6 ad alto tasso emotivo.

Nashville esce dall’Honda Center di Anaheim con la possibilità di chiudere il discorso fra le mura amiche; determinante l’apporto di Pekka Rinne che con 32 parate ha dato speranza ai suoi compagni surclassati sul piano del gioco dalla formazione di casa, incapace però di concretizzare le numerose occasioni generate.


GARA 6: La prima volta non si scorda mai…

Anaheim Ducks @ Nashville Predators 3-6

Handshakes finali fra Pekka Rinne e Ryan Getzlaf: l’apporto del capitano dei Ducks è stato nettamente inferiore rispetto alle aspettative, mentre il goalie dei Predators ha trascinato i suoi alla finale di Stanley Cup

E’ il 22 maggio 2017 e questo sarà un giorno che nella memoria dei tifosi dei Nashville Predators anno dopo anno ricorderà una notte magica: la notte magica è quella di gara 6.

Il popolo del Tennessee riempie e colora di giallo la Bridgestone Arena più carica che mai per trascinare i propri beniamini alla prima storica finale di Stanley Cup della loro giovane storia.

Per questa gara le formazioni arrivano con numerose defezioni: se in casa Predators Fisher non recupera dal lieve infortunio subito in gara 4 al ginocchio (oltre a Johansen e Fiala che rivedremo l’anno prossimo) per Anaheim le cose non vanno meglio visto che Eaves, Rakell e lo starter goalie Gibson sono costretti a dare forfait nel match più importante della stagione.

Sissons di prima colpisce per il 2-0 Preds

L’inizio di gara è vietato ai deboli di cuore e rispecchia in pieno l’andazzo dell’intera serie: al primo affondo Cogliano trova la risposta miracolosa di Pekka Rinne, alla prima offensiva i padroni di casa trovano il goal del vantaggio, con Austin Watson che scaglia un “tiro cross” verso la porta difesa da Bernier nella cui traiettoria trova la sfortunata deviazione col pattino di Montour che permette al puck di carambolare in rete facendo esplodere il pubblico di casa.

Il peggio per Anaheim deve ancora venire: una pessima uscita di zona di Fowler concede una transizione a Nashville, Aberg scarica il puck per l’accorrente Colton Sissons che senza pensarci due volte tira verso la porta di Bernier che viene trafitto nella stick side colpevolmente troppo scoperta. 2-0 Predators senza nemmeno fare troppa fatica.

Il primo periodo termina con le facce sconsolate dei giocatori dei Ducks che fanno ritorno negli spogliatoi dove Carlyle però rigenera durante la pausa; bastano 4 minuti infatti ad Anaheim nel secondo periodo per accorciare le distanze, Ondrej Kase sfrutta il lavoro di capitan Getzlaf per insaccare a porta sguarnita il puck in rete.

Ma è un lampo nel buio, la formazione ospite non riesce a scalfire il muro generato dall’intelligente coach Laviolette che sfrutta al massimo la bontà delle prime due linee difensive formate da giocatori del calibro di Josi, Subban, Ellis ed Ekholm, un quartetto solido come nessun altro delle restanti formazioni in lizza per la conquista della Stanley Cup.

Si arriva così agli ultimi 20 minuti di gioco che saranno di fatto gli ultimi della stagione dei Ducks.

Quello che vedremo non avrà nulla a che vedere con ciò che abbiamo visto nei primi due periodi, saltano infatti clamorosamente gli schemi, Nashville trova quasi subito il doppio vantaggio, ancora con Sissons che sfrutta il lavoro sporco del solito Aberg di fronte al net di un Bernier poco incline ai miracoli con la difesa di Anaheim troppo brutta per essere vera che sta solamente a guardare.

Wagner da posizione impossibile colpisce Rinne: gara riaperta

Passano due minuti e la disperazione dei Ducks viene premiata dal goal di Chris Wagner che da posizione impossibile riesce a battere Rinne riportando in partita i suoi.

Il pressing continua ed al nono di gioco dopo aver conquistato un’importante faceoff in zona offensiva i Ducks muovono bene il disco trovando lo spazio per il tiro di Cam Fowler che termina la sua corsa infilandosi all’incrocio dei pali della gabbia difesa da un’incolpevole Rinne, la cui visuale era stata completamente coperta dallo screen di Perry. Laviolette tenta un’improbabile coaching challenge per una carica su Rinne che non c’è e che ovviamente viene respinto, 3-3 e tutto da rifare dunque per Nashville, con Anaheim rigenerata dalla clamorosa rimonta.

La gara sembra girare quando Roman Josi spazza malamente il disco in tribuna mandando i Ducks a giocarsi un fondamentale powerplay a 8 minuti dal termine del terzo periodo, ma ciò che ne consegue ha dell’incredibile: Anaheim non concretizza l’opportunità ma bensì subisce il goal del 4-3 con un contropiede messo a segno dall’accoppiata SissonsJarnkrok con il primo che ben servito dal secondo trova il goal della vita scagliando di prima intenzione il puck all’incrocio dei pali difesi da Bernier facendo esplodere l’Arena sino a quell’istante ammutolita dalla rimonta dei Ducks.

L’esultanza di Sissons dopo l’hattrick che riporta avanti i Predators a 6 dalla fine!

Per Anaheim è un colpo gobbo, a soli sei minuti dal termine la parola fine alla propria stagione sembra stata essere scritta dall’hattrick (il primo in carriera) di Colton Sissons, eroe per un giorno, e nonostante Carlyle decida di togliere Bernier a più di tre minuti dal termine della gara tentando il tutto per tutto in un prolungato 6 contro 5 la forza difensiva dei padroni di casa risponde presente e consente inoltre a Forsberg prima ed a Watson poi di prendersi le luci del palcoscenico con i due goal in empty net che sigillano il punteggio finale di 6-3 per Nashville che conquista così la prima storica finale di Stanley Cup battendo i Ducks in sei gare, così come fatto in semifinale di Conference contro i St. Louis Blues.

E’ la prima volta nella storia della NHL che la sedicesima classificata in Regular Season va a disputare le gare di finale.

Il sogno continua per la città di Nashville e per la formazione allenata magistralmente da Peter Laviolette, perchè svegliarsi a questo punto?


3 PLUS OF THE SERIES

  1. Pekka Rinne: ovviamente il goalie dei Nashville Predators si merita il primo posto del nostro personalissimo podio quale miglior giocatore della serie; nonostante qualche passaggio a vuoto in gara 2 il forte portiere finlandese para l’impossibile nelle due partite che di fatto decidono il passaggio del turno dei Preds e la conseguente eliminazione dei Ducks. Cogliano a fine serie dirà “non è passata la squadra migliore”, noi ci limitiamo a dire che è passata la squadra con il portiere migliore. >MURO DI KEMPELE<
  2. Filip Forsberg: con 5 goal e 2 assist risulta il miglior marcatore della serie ed inoltre non soffre l’assenza del compagno di linea Johansen nelle due gare decisive della serie, in cui mette lo zampino in occasione di un paio di goal del neo centro di prima linea Sissons per cui ovviamente diamo una menzione d’onore in questo podio >SVEDESE VOLANTE PERICOLO COSTANTE<
  3. Peter Laviolette: il coach dei Predators trova il modo di sistemare l’attacco della sua squadra nonostante le dure perdite di Fiala (subita al secondo round) e di Johansen e Fisher in gara 4 di questa dura serie; lo statunitense trascina così per la terza volta in carriera una formazione da lui guidata alla finale di Stanley Cup, nel 2006 riuscì a compiere l’impresa con i Carolina Hurricanes, riuscirà a ripetersi con i Nashville Predators? >GENIO DELLA LAMPADA<

I Nashville Predators al completo (con Johansen, Fiala e Fisher in “borghese”) per la foto di gruppo con il Clarence S. Campbell Bowl, premio che viene dato alla vincitrice della Western Conference


La finale di Stanley Cup avrà inizio in trasferta per i Predators nella notte italiana di lunedì, contro Pittsburgh o Ottawa che nella nottata italiana di giovedì si daranno battaglia in una spettacolare gara 7 da non perdere per ogni appassionato di hockey su ghiaccio.

BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!

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