“Se proprio la gente vuole fare la guerra, che faccia una guerra a colori, e dipinga di notte le città degli altri in rosa e in verde”; citando una simbolica e metaforica frase di Yoko Ono, artista e musicista giapponese meglio conosciuta come la moglie del leggendario John Lennon, iniziamo il racconto della Rivalry Night che è andata in scena nella notte italiana in quel di Pittsburgh, dove arrivavano lanciatissimi i Montreal Canadiens, capolista dell’intera Lega, orfana però del proprio miglior elemento, ossia il goalie Carey Price, ai box per un infortunio che lo terrà fuori per almeno un’altra settimana.

La notte italiana si è dipinta ne dal verde, ne dal rosa come propose Yoko Ono molti anni fa, ma bensì dal “black and gold”, i colori dei Pittsburgh Penguins che riescono nell’impresa di fermare i Canadiens dopo una “battaglia” che avrebbe meritato ne vinti ne vincitori.

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Era il giorno della commemorazione dei Militari in America (Military Appreciation Night)… Nel paese a stelle e strisce, purtroppo o per fortuna in base a come la vedete, essere militare e difendere il proprio paese è un atto d’onore ed eroico… Io penso che chiunque si alzi presto al mattino e svolgendo il suo onesto lavoro permetta alla propria famiglia di mangiare e vivere è un eroe, non solamente chi difende il proprio paese…

PITTSBURGH PENGUINS vs MONTREAL CANADIENS 4-3 SO

E’ giusto che sia colui che con la maglia dei Penguins e nella vita, tante battaglie ha combattuto e sta combattendo, apra le marcature dopo appena 13 secondi di gara, Pascal Dupuis, (di rientro dopo le ultime due trasferte saltate per “l’allarme” mandato dal suo corpo alle prese con un coagulo di sangue ai polmoni che proprio non vuole saperne di sistemarsi del tutto), batte il backup goalie di Montreal Condon sfruttando l’illuminante assist di Sidney Crosby portando subito avanti Pittsburgh nel punteggio facendo esplodere il pubblico di casa.

Passano appena un paio di minuti e Dumoulin ha l’occasione per portare a due le reti di vantaggio dei padroni di casa, ma da posizione molto favorevole (apertura geniale di Crosby) si fa ribattere il tiro da Condon.

Pittsburgh partendo a 100 all’ora sorprende i Canadiens che rischiano grosso anche su Kessel abile a liberarsi delle marcature e di arrivare al tiro, sul quale però ancora Condon dice di no; a chiudere il “momentum” favorevole dei Penguins ci pensa Evgeni Malkin che porta a casa una stupida penalità consentendo a Montreal l’uomo in più per due minuti ed un po di respiro al suo goalie che dopo 3 minuti si ritrova con 1 goal subito e ben 5 tiri ricevuti verso la sua porta.

I Canadiens ne approfittano immediatamente e trovano il goal del pareggio con una bomba dalla blu di un altro russo, Andrei Markov, sulla quale Fleury non può nulla.

La squadra di Johnston però non si lascia abbattere dal goal subito e riparte subito a testa bassa alla ricerca del nuovo vantaggio; vantaggio che non arriva al nono di gioco solo per il miracolo nel net compiuto da Mike Condon che respinge prima col guantone un tiro a colpo sicuro di Hornqvist e poi da disteso nel ghiaccio con il gambale devia il puck a pochi millimetri dalla sua entrata in porta.

I Penguins attaccano per tutti i restanti minuti del primo periodo e dopo diverse occasioni respinte da Condon a pochi secondi dal termine del tempo trovano il meritato vantaggio con una deviazione fortuita di Olli Maatta sul tiro dallo slot di Phil Kessel.

Il secondo periodo è un monologo della squadra allenata da coach Terrien che costringe Pittsburgh alla sola difesa per tutti i 20′ di gioco; al termine del tempo infatti la casella degli shots on net racconterà di un 13-1 per gli Habs, conditi da due reti che consentono il sorpasso.

La prima rete arriva al settimo di gioco grazie a Brendan Gallagher che sfrutta l’assist di capitan Pacioretty, sfugge alla marcatura ballerina del duo difensivo Cole-Scuderi e batte da buona posizione Fleury con un bellissimo tiro che si infila all’incrocio dei pali.

La rete che porta in vantaggio gli Habs invece la timbra Brian Flynn con un tiro tutt’altro che imparabile sul quale Fleury risulta impreparato, mantenendo lo status symbol che lo contraddistingue di goalie capace di tutto, nel bene e questa volta nel male.

Fleury che però, dobbiamo ammetterlo, durante tutto il tempo è stato determinante in diverse occasioni, su tiri pericolosi respinti ottimamente di Gallagher, Subban e Petry.

Si arriva così al terzo ed ultimo periodo con i Penguins costretti ad inseguire una gara per cercare di portare a casa i due punti, cosa che al team di Johnston non riesce da 37 partite (!!).

Pittsburgh schiaccia Montreal sin dall’inizio del periodo alla ricerca disperata del pareggio e dopo un paio di conclusioni ben parate da Condon (ottima la risposta su un Kessel ispiratissimo) lo trova, grazie alla bomba di Patric Hornqvist che si infila come in occasione della rete di Gallagher all’incrocio dei pali non trovando nemmeno le cosiddette “ragnatele”.

La gara viene vissuta negli ultimi 5 minuti di gioco con apprensione da parte dei giocatori sul ghiaccio più interessati a difendere e non commettere errori che cercare di diventare l’eroe di serata e si arriva dunque all’overtime.

La prima occasioni seria all’OT arriva a favore dei Penguins con Crosby che non controlla un disco a tu per tu con Condon non riuscendo ad impensierire il goalie di Montreal.

Un cambio scellerato dei Canadiens (penalità chiamata per too-many men on ice) manda Pittsburgh a giocare gli ultimi minuti di overtime in powerplay dove però il suono che rimbomba nelle orecchie di giocatori e spettatori non è quello della horn di casa ma bensì del palo colpito a botta sicura da Kris Letang a Condon battuto; il quarto powerplay di serata si conclude come gli altri, con un nulla di fatto e si arriva così all’epilogo, che la commissione NHL ad inizio stagione aveva previsto di eliminare o assotigliare portando l’OT dal giocarlo in 4 contro 4 ad uno spettacolare 3 contro 3, ossia gli shootout.

David Perron e Sidney Crosby, entrambi in backhand, battono Condon, mentre Alex Galchenyuk e David Desharnais si fanno ribattere le conclusioni dal sempre ottimo Fleury (in questo fondamentale) facendo esplodere la Consol Energy Center di Pittsburgh.

4-3 il risultato finale in una gara che ha visto 2 dei 3 tempi dominati dalla squadra vincente ed il restante dai vinti, battuti al di la dei propri demeriti.

Mike Condon (che ha chiuso la gara con un ottimo 91,2% di SP) porta a casa la seconda sconfitta della sua giovane carriera in NHL che non conta ancora delle L ai tempi regolamentari! Dato statistico più unico che raro.

3 PLUS OF THE GAME

  1. Pascal Dupuis: torna sul ghiaccio dopo l’allarme rosso ricevuto nella notte di venerdì e dopo 13 secondi timbra il cartellino ricordando a tutti di che pasta è fatto <GLADIATORE>
  2. Phil Kessel: non segna, ma nonostante il fisico non proprio da damigella danza nel ghiaccio che è un piacere e mezzo goal di Maatta è suo <BALLERONE>
  3. Sidney Crosby: 2 assist per il capitano che disputa finalmente una partita intelligente a servizio della sua squadra <SERVIZIEVOLE>

3 MINUS OF THE GAME

  1. Powerplay Penguins: in una gara dove nessuno ha giocato malissimo citiamo in prima piazza dei “minus” il powerplay di Pittsburgh, davvero grave vedere una squadra di questo talento proporre così poco con l’uomo in più, coach Johnston dovrà lavorare tanto, ma tanto davvero <ALTRO CHE POWER…>
  2. Evgeni Malkin: Geno vive la più classica delle partite stile “sono qui ma vorrei essere altrove”, si nota solo per la penalità che consente di mandare in PP Montreal in occasione del primo pareggio <CHI L’HA VISTO?>
  3. Cole-Scuderi: in coppia, la peggior linea difensiva dei Penguins concede troppa libertà a Gallagher in occasione del goal del 2-2 <RIVEDIBILI>

Non ho inserito nessun Canadiens nei plus e nemmeno nei minus, ma una citazione d’onore va a PK Subban che ha sfiorato il podio superato all’ultimo istante da Crosby per merito dello shootout realizzato dal capitano dei Pens; davvero ottima partita del difensore che ha messo a referto anche 2 assist dimostrandosi una volta di più tosto e concentrato in ogni palazzetto dove ad ogni disco toccato scattano come molle i “buuuuuh”assordanti del pubblico nemico.

Alla prossima settimana per un altro racconto di una nuova Rivalry Night!!

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